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www.ildialogo.org 19 giugno 2011,

Le omelie di Padre Aldo Bergamaschi
19 giugno 2011

Omelia pronunciata il 14 giugno 1981


Giovanni: 3,16-18

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo:“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

La Trinità non è una verità imposta al cristiano, una verità simile a una formula magica che il cristiano deve imparare a memoria per essere in ordine con la sua fede, ma è una verità di cui il cristiano vive dal momento in cui, riconosce che Cristo è Dio. Dal momento in cui io accetto questa verità, che è fondata dalla risurrezione, che Cristo è Dio. Dopo, viaggiando con Lui, ascolto discorsi così come gli ateniesi ascoltavano i discorsi di Socrate.

Bene, immaginando di seguire Gesù nel suo viaggio apostolico, anche noi avremmo piene le orecchie di un suo certo riferimento. “Il Padre mi ha mandato”. Nel discorso a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo…”, “Io e il Padre siamo una sola cosa”, “Vi manderò lo Spirito Santo”, insomma, voi vedete che si tratta di una comunicazione molto semplice, non di un’abracadabra, ma di un discorso che, tra l’altro, rende possibile anche la lettura di colui che lo pronuncia.

Cioè si rende anche logica la situazione nel mondo. “Da dove viene costui”, “Vengo dal Padre, si, ritornerò al Padre”. Dunque dobbiamo fare i conti con queste radici più profonde. Ciò che la comunità cristiana, e anzitutto gli apostoli hanno inteso, è che Dio è spirito e unico secondo la fede monoteistica ricevuta dal vecchio testamento. Ma ecco, la novità è che, all’interno di Dio esiste una dinamica messa in evidenza dalle parole di Gesù, per cui questo Dio quando dice “Io”, ciò può significare: Io il Padre, Io il Figlio, Io lo Spirito Santo. Per rappresentare questa struttura, i testi del Nuovo Testamento, non introducono una nomenclatura specifica, di volta in volta dicono: o il Padre, o il Figlio, o lo Spirito Santo, punto e basta.

Ora, una nomenclatura posteriore, la riflessione della generazione posteriore a coloro che avevano udito le parole di Gesù, parla invece di tre persone in unica natura, che insieme formano una trinità che è un Dio solo.

Ecco queste parole che vi ho detto sono altamente culturalizzate, non sono più i discorsi di Gesù, sono una riflessione su ciò che Gesù andava dicendo annunciando la buona novella. Ma quello che vi ho detto, appartiene alla storia del dogma che è anche la storia della formazione della nomenclatura, per indicare la verità contenuta come rivelazione nei documenti cristiani.

Quando Gesù parlava del Padre e dello Spirito Santo, non è che lo dicesse perché si capisse la struttura, no, lo ha semplicemente fatto per onestà professionale, perché si capisse il significato del suo muoversi, del suo parlare, del suo essere in questo mondo. Allora le cose cambiano. Io trovo giusto che quando vado a comperare la medicina, trovi il bigliettino con l’elenco di ciò che è contenuto nella pillola.

Vediamo cosa s. Paolo fa di queste parole udite dai contemporanei di Cristo. “Voi appartenenti alla stirpe umana, è come se foste sottoposti ad una spinta, perché è l’amore al Cristo che ci spinge a questo amore, ci spinge fino alla formazione di una unità su cui tutti voi, o a cui tutti noi credenti saremo una sola cosa, come il Padre, il Figlio e lo Spirito sono una sola cosa”. Allora, il discorso di Gesù diventa più piano: “Io manderò su di voi lo Spirito Santo che Dio, mio Padre mi ha promesso”. La Trinità allora è rivelata come presupposto della grande speranza lanciata nel mondo umano da Cristo. Questa speranza ha un nome, questa speranza si chiama ảgape come amore senza profitto.

Nella lingua italiana questa parola “amore” ha ormai subito una contaminazione e ci ha riempito il cervello, il cuore, la stampa, tutto quello che voi volete per cui è molto pericoloso. Il giorno in cui marito e moglie non stanno più con l’occhio all’agape, in cui prima di tutto ci si ama donandosi, da quel momento, subentra la strumentalizzazione. S. Paolo insiste esattamente sulla Trinità come fondamento dell’agape che deve estendersi a tutti gli uomini.

Esempio: una estate di trent’anni fa, nel periodo delle ferie, in convento eravamo in quel momento in tre, il padre economo mi riferisce che il superiore ha detto che bisogna spostare il tale mucchio di mattoni, dal tale angolo della chiesa, al tale altro punto. Io ho ubbidito e ho fatto il lavoro. (Che giovane esemplare, guarda una bella sudata, poi si mangia ci si riposa e via). Dopo di che, spiego al superiore cosa avrei fatto io al suo posto in questa circostanza.

Primo: essendo fratelli il lavoro ci deve coinvolgere tutti.

Secondo: avrei fatto un sopraluogo e più o meno avrei concluso così: un uomo solo, lavorando attorno a questi mattoni, fa una fatica sproporzionata, e non c’è nulla di più drammatico che dover lavorare da soli.

Terzo, avrebbe dovuto chiamarci e dire: sentite cari fratelli, come stamattina abbiamo celebrato la messa e abbiamo fatto la comunione insieme, adesso ci sarebbero da spostare dei mattoni, così e così, mi date una mano? Allora noi avremmo fatto il lavoro in pochissimi minuti e avemmo attuato la nostra fede nella Trinità.

Vi metto sull’avviso, per quanto riguarda la cecità di questo genere, che non riguardano la persona in sé, ma riguardano ciò che noi rappresentiamo nel gruppo.

La Trinità divide i compiti nell’amore. Vi faccio rilevare che le costituzioni italiane, cominciavano col nome della Santissima Trinità, ed erano gestite da sovrani assoluti, i quali sovrani assoluti, nella teorica dell’autorità gestita dai teologi, era mutuata dal Vecchio Testamento, dove c’è la prevalenza del monoteismo. La formula era rimasta, ma c’era stata la degradazione dall’interno. La Trinità - ripeto - divide i compiti dell’amore secondo la legge dell’àgape, il monoteismo assoluto - andate a cercare le religioni che sono fisse nel monoteismo e applicate al monoteismo assoluto - che cosa fondano: fondano, il verticismo, io sono il superiore, tu vai a lavorare che io me ne sto in stanza a comandare. Il monoteismo assoluto fonda il verticismo e lo spinge di dominio, mentre la Trinità divide i compiti, ma li unisce nell’amore e nell’àgape.  

 



Sabato 18 Giugno,2011 Ore: 15:56
 
 
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