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www.ildialogo.org  16 gennaio 2011,

Le omelie di Padre Aldo Bergamaschi
 16 gennaio 2011

Pronunciata il 18 Gennaio 1981


Giovanni 1,29-34
 
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.
 
Affrontiamo questo passo evangelico: “Ecco l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”.
Questo è il figlio di Dio che toglie il peccato del mondo perché è figlio di Dio, oppure toglie il peccato del mondo dunque è figlio di Dio? Vediamo di ridurre all' essenziale il significato di questo discorso.
Accanto alla comunità cristiana vi sono delle comunità che si rifanno alla predicazione di Giovanni Battista, queste comunità erano ancora vive all'epoca di s. Giovanni, cioè all’epoca in cui s. Giovanni scrive il suo vangelo. Indubbiamente erano un disturbo, perché quelle comunità si rifacevano a Giovanni Battista, a quel suo battesimo, a quella sua profezia, al senso profetico della sua persona, per cui, il Cristo non era del tutto accettato come il vero Salvatore.
E allora Giovanni l'evangelista ha recuperato tutti quei passi che mettevano a posto la gerarchia fra quei due personaggi. Quel Giovanni che voi stimate, la voce profetica più alta conosciuta, dice che Gesù è colui che toglie il peccato del mondo, il massimo che possa fare un liberatore e questo lo fa perché è figlio di Dio, e dice queste cose perché ha avuto le prove. Ho riguardato l'originale e non è che ci si guadagni molto a dire per esempio che toglie i peccati degli uomini, però preferisco questa traduzione.
Gesù dunque, viene presentato come Colui che toglie il peccato del mondo. Entra nel sistema umano per salvarlo da una caduta che non può essere sanata se non dal peso della sua persona stessa, o dal suo Vangelo. Per salvarlo da una caduta, (peccato) che fu una scelta volontaria e quindi tale da spezzare, da rompere l'essenza del proprio sistema umano, e in modo da non essere più capace di ripararlo, perché l'uomo ha un potere distruttivo superiore a quello costruttivo.
Il più sciocco degli uomini può distruggere la “Pietà di Michelangelo”, ma non sarà mai più in grado di ricostruirla. Il più sciocco degli uomini è in grado di togliersi la vita, ma non è in grado di ridarsi la vita dopo essersela tolta. Questo gesto appartiene alla zona del peccato e non alla zona dell'errore. Metto avanti questa distinzione. Gli errori li potete correggere con una attenzione, ma il cervello che commette gli errori, qualora sia intaccato, non è più in grado di rimettersi in sesto da solo.
Oggi chiamerò in causa un autore che sta un po' alla base della civiltà contemporanea, sia per l'ordine sociale, che per quello religioso. Quest'uomo si chiama Gian Giacomo Rousseau. L'altra sera alla televisione mi ha stupito un certo attore, il quale appunto, forse senza saperlo, sosteneva la tesi roussoniana della bontà della natura umana. Si era messo in testa di tener lontano i bambini dalla corruzione della società, perché loro sarebbero buoni e non così la società. Se l'avessi avuto davanti avrei detto: ma per bacco, sono duemila anni che noi tentiamo, volesse il cielo che tu ci riuscissi, ma probabilmente non ci troviamo d’accordo sul concetto di peccato. Bisogna distinguere, dice Rousseau, fra errore e peccato, l'errore si, ma il peccato nò. Intendiamoci, alla resa dei fatti, ci troviamo tutti con un pugno di mosche in mano, si tratta di vedere chi avrà le chance per poterne uscire e chi no.
Dunque, Rousseau non nega la possibilità di una teologia rivelata: Ecco l'Agnello che toglie...”, ma nega che la ragione umana abbia argomenti sufficienti per riconoscerla. Ecco perché qui Giovanni si premura di dire che il Battista aveva la certezza, qualcuno in fondo gli aveva rivelato che quegli era l'Agnello di Dio, era il figlio di Dio.
Venendo ai nostri giorni, stiamo entrando nell' ottavario della unità delle Chiese. Partiamo dal principio che siamo tutti fuori strada, che la Chiesa cattolica non accetta molto volentieri questo discorso di essere fuori strada, ma a questo punto devo chiamare in causa il Manzoni. Quando nel secolo scorso si discorreva delle superstizioni, Manzoni diceva alle gerarchie ecclesiastiche: badate, bisogna che siate voi i primi a toglierle di mezzo, perché poi si arriva alla bufera della negazione, vedrete che salteranno i rami secchi e allora si cercherà di salvare soltanto la pianta e voi dovrete per primi correre a mettere un riparo. I teologi rispondevano: si hai perfettamente ragione Manzoni, bisogna che noi ci diamo da fare per togliere le superstizioni dal popolo cristiano.
Voi sapete che Manzoni doveva fare una serie di poesie sui misteri cristiani, poi ne ha fatti soltanto tre o quattro, e qualcuno domandò allo scrittore: come mai ti sei fermato? Risposta: ho paura di fomentare la superstizione. Certo, quando Manzoni ha ottenuto l'affermazione del principio, per cui, la gerarchia ecclesiastica deve per prima togliere la superstizione, elenca questa, questa, questa. I teologi dicono no; questa no questa no questa no, come gli enti inutili. Allora Manzoni comprese che si fingeva di sostenere il principio, e che in pratica si ammetteva che non ci fosse alcuna superstizione da togliere, così come oggi nella unità delle Chiese.
E allora non ci resta altro che pregare, e qui, per non volere affrontare i problemi noi diciamo, preghiamo il Signore perché le Chiese ecc… Io certamente a queste condizioni non prego più perché c'è qualcosa d'altro da fare.
Organizziamo un nucleo di discorso. In questa posizione di stallo, equilibrio della ragione di fronte alla rivelazione, Rousseau si supera; con la scelta del sentimento del cuore e della coscienza dice: “La maestà delle scritture mi meraviglia, la santità del Vangelo parla al mio cuore, quindi ne riconosco lo Spirito Divino”. Io non respingo la rivelazione, però la metto sotto controllo della ragione o del sentimento. La religione naturale è sempre fondamento e norma di quella rivelata. Rousseau, nega la incarnazione, nega la redenzione, il peccato del mondo, pur dicendo cha la società è corrotta. “Ora, Gesù si pone al di fuori di ogni storia come un interprete della religione” - è ancora Rousseau che parla - e dell'uomo di natura, e essendo egli stesso uomo perfetto secondo la natura”. Sarebbe il massimo della espressione della natura, non sarebbe il figlio di Dio. In ciò consiste, a parere di Rousseau, la divinità cristiana. Ecco il punto che ci divide.
Non solo. In un certo frammento fa dire a Gesù: “Io vengo a espiare e guarire i vostri errori”. Vi prego di sottolineare questa parola perché è importante, ma gli errori non sono peccati, vale a dire non sono una offesa a Dio, che solo Dio può cancellare in modo che guarire dovrebbe essere effetto di una grazia soprannaturale. Per Rousseau il problema è di espiare i nostri errori e la guarigione in via di diritto è possibile mediante ricorso a mezzi naturali.
Voi tutti conoscete il passo famoso del discorso sull’origine della disuguaglianza, in cui si afferma che un errore di giudizio, e non una disobbedienza a una mente che conosce tutto l'arco del bene e del male, porta a una fase di passaggio dallo stato sociale alla stato civile. Il primo uomo che disse, dopo aver recintato un terreno, questo è mio, e trovo persone abbastanza semplici per crederlo, fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti omicidi avrebbe risparmiato al genere umano colui che strappando i chiodi del recinto avesse gridato non ascoltate questo impostore.
Dunque all'origine della nostra miseria c'è una impostura, che essendo stata ritenuta ingenuamente vera, ha dato luogo più a un errore che a una colpa. L'uomo quindi per risorgere dallo stato di abiezione in cui si trova, non ha bisogno dell' opera divina della redenzione, non ha colpa alcuna da espiare, ma deve soltanto prendere coscienza dell'errore commesso, e riprendere con i propri mezzi, la via di un ordinato sviluppo della natura umana nella storia.
Una sola notazione. Rousseau non si è chiesto perché nessuno contrastò il primo che disse questo è mio, perché avrebbe scoperto che tutti avevano in cuore lo stesso proposito. C'è dunque un peccato sulla strada dell'uomo e non un semplice errore. Gli errori si fanno con la mente, ma quando la mente stessa è turbata, allora ci vuole la clinica, il peccato è esattamente questo turbamento della mente, e può essere tolto da Colui che ha fatto la mente stessa e da nessun altro.
Qualcuno potrebbe anche ammettere che il primo che piantò quel piolo per recingere un terreno non commise alcun errore, ma semplicemente fondò la proprietà privata. E ora chi di noi osa contestare la proprietà privata? Dunque vedete che si potrebbe considerare questo non un errore, ma il principio di quella società che è la nostra.
Se il tossicodipendente non ammette di avere peccato, non risorgerà mai più. Buoni amici laicisti di ogni genere, quando voi incontrate un tossicodipendente, non dovete dirgli: noi ti diamo i mezzi per poter uscire dal tuo errore, perché voi continuerete a mantenerlo in questo errore. Occorre dirgli: ragazzo, tu sei in peccato. Come sono in peccato? Tu sei in peccato perché vai attorno al tuo cervello e demolisci la tua persona. Un errore lo puoi correggere fino a tanto che il cervello non è demolito, quando hai demolito il cervello sei in peccato perché non puoi più reggere nessuno dei tuoi errori. Il suo non è stato un semplice errore ma un peccato. Non è andato fuori strada con la macchina: ha rotto il motore.
Concludo immaginando di parlare a un tossicodipendente: non ci sarà vera salvezza, se non penserai per grazia che la droga è un idolo e che adorare un idolo è supremo peccato.


Sabato 15 Gennaio,2011 Ore: 21:16
 
 
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