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www.ildialogo.org "Scoprire Dio o scoprirsi in Dio?",di Mario Mariotti

"Scoprire Dio o scoprirsi in Dio?"

di Mario Mariotti

Qualche domenica fa, a messa, c'era un concentrato di Letture che avevano la potenzialità di far aprire gli occhi al prossimo-formato credenti sulle necessità di relativizzare la Parole, di capire che Essa é sempre parola di Dio secondo l'uomo, che Essa va sempre presa in Spirito e mai alla lettera. Il prendere la Parola alla lettera, "sine glosse", se ha un senso, é quello di adeguarsi alla testimonianza, alla prassi di Cristo-Paradigma, e non a tutte le cose che vengono dette nei Vangeli, e tantomeno quelle dell'Antico Testamento, che vengono spacciate tutte come Parola di Dio.
Nella prima Lettura veniva presentato un Dio che, alleato col proprio popolo eletto, lo aiutava in battaglia contro i suoi nemici, e le sorti di tali battaglie variavano e seconda che il capo dell'esercito degli Israeliti alzasse le braccia in preghiera o le abbassasse per stanchezza; il massacro del prossimo procedeva in modo proporzionale e questo movimento delle braccia che invocavano Dio, e Dio stesso si trovava coinvolto in quella beata carneficina, e faceva, in modo che, alla fine, i cadaveri dei nemici di Israele prevalessero su quelli dei propri eletti, cui veniva concessa le Vittoria.
Nel Vangelo c‘era poi una vedova che rompeva le scatole ad un giudice non proprio integerrimo, perché le facesse giustizia, e costui l'accontentava non per fare giustizia, ma perché terminasse nelle proprie orecchie il ronzio ripetitivo, invadente ed instancabile della vedova che voleva giustizia. Il messaggio di entrambe le Letture era ed é evidente: la preghiera é di un'importanza fondamentale, e Dio esaudisce sempre le preghiere di coloro che si rivolgono a Lui con fede sincera.
Secondo il modestissimo parere di uno che ha la tara di voler riflettere, queste Letture é evidentissimo che non sono, che non possono essere Parola di Dio, ma solo parola di Dio secondo l'uomo, parola frutto della cultura religiosa del popolo di Israele e di quelle prime comunità cristiane che facevano dire al Signore quello che, secondo loro stesse Lui avrebbe detto. Perché dico questo? Perché l'immagine di Dio che esce della prima Lettura, il concetto di Dio che emerge dalla configurazione del suddetto episodio, sono semplicemente allucinanti, e c'é solo de sperare che Dio rammenti a Sé stesso che la non-violenza fa parte della propria natura, e che non deve rispondere alle provocazioni spedendo anticipatamente all'inferno coloro che coltivano, di Lui stesso, un concetto così squallido ed assurdo!
E il motivo di indignarsi, Dio, l'avrebbe più che fondato: il Dio incarnato, infatti, é Gesu, e Lui stesso dice che chi ha visto Lui ha visto il Padre, e che il Padre è amore infinito e perdono infinito, e gratuito, e Gesu é mitezza, è accoglienza, é perdono, é l'ipostatizzazione della non-violenza, perché si lascia straziare e inchiodare, e quindi assassinare, dai custodi della Legge, dai sacerdoti del Dio di Mosè, senza reagire, senza resistere, senza difendersi, usando la sola violenza della Verità.
E dopo tutto questo, il popolo di coloro che si autoqualificano come fedeli e credenti in Lui ha la bronza di bestemmiare che sia parola di Dio quell'episodio che racconta l'intervento violento di Dio a sostenere chi usa la violenza contro i propri nemici, facendone il proprio alleato ed eletto, e gratificandolo con le vittorie su di loro.
E che dire poi delle preghiere, e dell'enunciato che Dio esaudisce sempre coloro che lo pregano con fede sincera? Se uno per sbaglio, prende in mano un libro di storia e si informa su quello che é successo ad Auschwitz, e se sempre per sbaglio si imbatte in un ospedale nel reparto di oncologia pediatrica, é proprio sicuro, costui, che Dio esaudisca sempre le preghiere di coloro che Lo invocano? E le migliaia di piccini che ogni giorno soccombono per fame e per malattia, a causa della estrema miseria cui si trovano condannati appena venuti al mondo non avranno avuto, ognuno di loro, una mamma che pregava Dio con fede sincera perché intervenisse a salvare il proprio piccino?
Quando capiremo che l'amore di Dio per noi ha bisogno non delle nostre preghiere a Lui, ma del nostro impegno, della Sua incarnazione da parte nostra, perché possa raggiungere é saziare le proprie creature? Quando capiremo che lo scoprire Dio ha come risultato lo scoprirsi in Dio, noi corpus Domini, Sue mani, tralci della Vite necessari a Lei per portare frutto nella terra dei viventi, il necessario e la gioia a tutte le creature? Quando capiremo che la paternità di Dio, che ci è stata annunciata da Lui incarnatosi nel Figlio, mentre ce ne rivela la bontà, al tempo stesso ce ne esclude l'onnipotenza, perché nessun padre, se potesse fare ogni cosa, riuscirebbe a resistere senza intervenire davanti al dolore innocente, ai piccini malati di cancro, e al dolore imposto dalla cattiveria degli uomini, ai piccini vittime della guerra e di una pace che li lascia morire a migliaia ogni giorno per mancanza di uno spicciolo?
Quando ci renderemo conto che i primi a non credere a quello che ci ha detto Gesù sono proprio i cristiani, e primi fra loro i sacerdoti, che, invece di liberare loro stessi dalla concezione religiosa di Dio, e di lavorare per la responsabilizzazione dell'uomo in rapporto all’Incarnazione, non solo ne hanno turlupinato l'annuncio ed hanno fatto di Lui stesso una nuova religione, ma riescono a farlo convivere e ad andare d'accordo col Dio violento dell'Antico Testamento, che é agli antipodi del non-violento Gesù e del Padre buono, che ama gratuitamente tutte le proprie creature, ma che ha bisogno di loro per far arrivare a loro il Suo amore per loro?
La bontà esclude l'onnipotenza, come l'amore esclude l'accumulo, la ricchezza, come la liberta di coscienza esclude il voto di ubbidienza. Come faranno mai, i ciechi, a guidare i guerci senza renderli ciechi come loro? E perché, a forza di alzare ed abbassare le braccia, il capo dell'esercito degli israeliti non ha raggiunto la frequenza necessaria per decollare portando in un altro pianeta il dio degli eserciti, in modo che il "Dio-con-noi" che é in noi possa trovare, in noi, coloro che lo incarnino e riescano a riempire d'amore un creato che é ancora saturo di violenza, di sofferenza, di ingiustizia, e ostaggio di un dio che le benedice?
Mario Mariotti


Venerd́ 31 Dicembre,2010 Ore: 18:22
 
 
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