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www.ildialogo.org QUANDO NOI MORTI CI DESTIAMO,di Peppe Sini

QUANDO NOI MORTI CI DESTIAMO

di Peppe Sini

1. L'intervento del sindaco di Messina alla celebrazione del 4 novembre è stato un kairos: un tempo di verità. Nelle sue parole sincere e nei suoi semplici gesti si è fatta chiara l'essenza di ciò che il 4 novembre autenticamente significa: anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale; memoria di tutte le vittime della guerra; impegno a salvare le vite attraverso il ripudio della guerra, il disarmo, la fraternità che ogni essere umano riconosce e raggiunge e soccorre.
In quelle poche parole, in quei nudi gesti, il primo cittadino rappresentante di tutti i cittadini di Messina ha smascherato ogni violenza, ha denunciato la guerra come crimine contro l'umanità, ha messo in luce la cosa decisiva, il vero dovere, l'assoluta ed irrefutabile necessità: che devono cessare tutte le guerre, che devono cessare tutte le uccisioni, e quindi che devono essere aboliti tutti gli eserciti, che devono scomparire tutte le armi; ovvero ha espresso la consapevolezza dirimente, il riconoscimento ineludibile, il fondamento della civile convivenza, dell'unica civiltà: che vi è una sola umanità, che ogni essere umano ha diritto a vivere, che ogni persona ha ed è un valore infinito, che il primo dovere è la solidarietà.
*
2. Ciò che ha dato straordinario rilievo all'intervento del sindaco di Messina era il fatto che egli rappresentasse la sua città e fosse colà il più autorevole rappresentante dell'ordinamento giuridico democratico, dello stato italiano retto dalla Costituzione repubblicana e nato dalla Resistenza antifascista; il fatto quindi che in quella circostanza fosse la più autorevole personalità istituzionale presente: e che abbia saputo rappresentare nel modo più degno ed autentico il popolo di Messina, il popolo italiano, l'umanità.
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3. Finalmente almeno a Messina la cerimonia istituzionale del 4 novembre è divenuta quello che dovrebbe sempre essere: memoria delle vittime e giuramento nel loro nome ad adoperarsi sempre, concretamente, coerentemente, per salvare le vite: opponendosi a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le omissioni di soccorso, a tutte le violenze: affermando la nonviolenza come fondamento - sia di diritto che di fatto - della civiltà umana, della legalità, della convivenza.
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4. Dobbiamo ora premere su tutti gli altri sindaci italiani, ed in primis su quelli che aderiscono al Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, quelli che aderiscono alla Rete dei Comuni virtuosi, quelli che aderiscono all'associazione degli enti locali collegati alla rete antimafia di Libera, quelli che aderiscono alle tante altre forme associative degli enti locali persuasamente impegnati per la Costituzione che ripudia la guerra, ed insomma dobbiamo premere su tutti i sindaci e su tutti gli enti locali affinché il prossimo anno tutti i sindaci, tutti i rappresentanti istituzionali, il 4 novembre cessino di essere subalterni alla retorica infame dei poteri assassini, cessino di essere complici dell'oscena, macabra, ignobile festa delle armi e degli armigeri uccisori, e facciano finalmente delle celebrazioni istituzionali del 4 novembre commemorazioni adeguate al giorno del lutto per tutte le vittime di tutte le guerre, facciano finalmente del 4 novembre il giorno dell'affermazione nitida ed intransigente dell'impegno ad adempiere il compito indicato dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, come recita lapidario e luminoso l'incipit dell'articolo 11, "ripudia la guerra".
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5. Ma contemporaneamente, congiuntamente, contestualmente, e soprattutto, dobbiamo rilanciare l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele": poiché laddove non si ha ancora una rappresentanza istituzionale persuasa del bene, fedele alla Costituzione ed all'umanità, bisogna costruire dal basso il vero 4 novembre dalla parte delle vittime contro tutte le uccisioni e quindi contro tutti gli strumenti e gli apparati assassini: sostituendo le commemorazioni nonviolente alla scellerata festa dei poteri assassini, dei mandanti, degli esecutori e dei complici delle stragi.
Costruire dal basso l'alternativa nonviolenta ed intanto premere per spostare i rappresentanti istituzionali: praticare la democrazia e promuovere la legalità, agire la nonviolenza e risvegliare con adeguata maieutica le coscienze e le intelligenze di tutte le persone, convocare le istituzioni democratiche alle loro responsabilità ed essere frattanto noi voce veritiera del popolo italiano.
Come abbiamo scritto nell'appello che da anni promuove l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele": "... il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni. (...) solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani".
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6. Ed al termine di un lungo percorso di presa di coscienza e di richiamo delle istituzioni al rispetto della Costituzione, dello Statuto delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani, si dovrà giungere ad una legge che lavi il 4 novembre dalla scandalosa macchia della "festa" della macchina bellica e dello stolto sciovinismo, e ne riconosca e sancisca anche in termini legislativi l'obiettiva realtà di ricordo della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale, di memoria addolorata di tutte le vittime, di impegno concreto e coerente per la pace che salva le vite.
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7. Vi è una poesia di Primo Levi che abbiamo frequentemente letto, anche dinanzi ai sacelli delle vittime della guerra il 4 novembre; essa s'intitola "La bambina di Pompei", e recita così:
Poiché l'angoscia di ciascuno è la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si è fatto nero.
Invano, perché l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si è pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Così tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta è stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
Ed un'altra poesia di Primo Levi abbiamo letto sovente dinanzi ai sacelli delle vittime della guerra il 4 novembre, intitolata "Canto dei morti invano":
Sedete e contrattate
A vostra voglia, vecchie volpi argentate.
Vi mureremo in un palazzo splendido
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco
Purché trattiate e contrattiate
Le vite dei vostri figli e le vostre.
Che tutta la sapienza del creato
Converga a benedire le vostre menti
E vi guidi nel labirinto.
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,
L'esercito dei morti invano,
Noi della Marna e di Montecassino
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima:
E saranno con noi
I lebbrosi e i tracomatosi,
Gli scomparsi di Buenos Aires,
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia,
I patteggiati di Praga,
Gli esangui di Calcutta,
Gl'innocenti straziati a Bologna.
Guai a voi se uscirete discordi:
Sarete stretti dal nostro abbraccio.
Siamo invincibili perché siamo i vinti.
Invulnerabili perché già spenti:
Noi ridiamo dei vostri missili.
Sedete e contrattate
Finché la lingua vi si secchi:
Se dureranno il danno e la vergogna
Vi annegheremo nella nostra putredine.
*
8. Il 4 novembre cessi di essere abominevole ed usurpatrice orgia dei poteri assassini, eruzione di barbarie sciovinista e militarista; il 4 novembre deve essere quello che effettualmente è: un giorno di lutto per le vittime della guerra, e quindi un giorno di impegno affinché non vi siano altre vittime, non vi siano più guerre, non vi siano più uccisioni.
Il lutto resta lutto e non può mai essere festa; il 4 novembre resta il giorno del ricordo delle vittime dell'"inutile strage". Ogni guerra è un'inutile strage, ogni vittima ha il volto di Abele.
L'umanità chiede pace, disarmo smilitarizzazione; l'umanità chiede difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani; l'umanità chiede rispetto e protezione dell'intero mondo vivente patria comune dell'umanità intera.
Solo la nonviolenza può salvare l'umanità.
*
9. Dal profondo del cuore un ringraziamento a Renato Accorinti, sindaco di Messina, amico della nonviolenza, che il 4 novembre ha saputo porsi all'ascolto delle vittime, ed ha saputo essere voce dell'Italia democratica ed antifascista, voce dell'umanità.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La nonviolenza è in cammino.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 6 novembre 2013
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web: lists.peacelink.it



Mercoledì 06 Novembre,2013 Ore: 15:55
 
 
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