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www.ildialogo.org Il digiuno del Papa il digiuno di Gandhi,di Movimento Nonviolento

Il digiuno del Papa il digiuno di Gandhi

di Movimento Nonviolento

Il Movimento Nonviolento

sul digiuno di pace contro la guerra in Siria

Abbiamo ascoltato, con uno spirito di gratitudine e condivisione, le parole di Papa Francesco contro la guerra in Siria, e contro le guerre tutte.

Apprezziamo l'invito da Lui rivolto a tutte le persone di buona volontà ad unirsi in veglia per un giorno di digiuno e preghiera. Già in molte altre occasioni il digiuno, con il silenzio e la meditazione, è stato utilizzato come strumento nonviolento contro la guerra; noi stessi del Movimento Nonviolento l'avevamo lanciato contro la guerra in Libia.

Il digiuno è un gesto personale, intimo ma aperto, di dialogo con se stessi e con il mondo.

Nel pieno rispetto dell'iniziativa pontificia, dunque, ci sembrerebbe inopportuna un'adesione politica, essendo il digiuno proposto rivolto alle singole coscienze, ed essendo il nostro un movimento laico. Quindi ognuno di noi deciderà personalmente se e come aderire.

Resta il fatto importante che una grande autorità religiosa e morale come il Papa, indichi nello specifico strumento nonviolento del digiuno la via del dialogo e della riconciliazione.

“Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza” ha detto Papa Francesco, tracciando la strada maestra per l'alternativa ai conflitti armati: la nonviolenza. A ciascuno di noi la responsabilità di percorrerla.

Movimento Nonviolento

www.nonviolenti.org

4 settembre 2013


Il digiuno di Gandhi

note di Mao Valpiana

La proposta di Papa Francesco di una giornata di mobilitazione spirituale contro la guerra in Siria, ha riportato alla ribalta la tecnica nonviolenta del digiuno come azione per la pace. Fu Gandhi, per la prima volta nella storia, che utilizzò la pratica religiosa e tradizionale del digiuno come strumento di lotta politica. Mi limito qui ad elencare la cronologia e le motivazioni dei molti digiuni attuati da Gandhi. Da notare che nei digiuni gandhiani non c’è mai l’elemento di ricatto, ma sempre un’assunzione di responsabilità e purificazione. Emerge chiaramente la differenza tra digiuno e sciopero della fame.

Aldo Capitini (1899-1968), filosofo e fondatore del Movimento Nonviolento, introdusse in Italia il pensiero e il metodo della nonviolenza di Gandhi: “Quando tra il popolo più umile, e tanto importante dell’Italia, si arriverà a mettere il ritratto di Gandhi in chiesa, santo fra i santi, avremo finalmente quella riforma religiosa che l’Italia aspetta dal Millecento”.

Gandhi è stato un uomo profondamente religioso: “Io credo la verità fondamentale di tutte le grandi religioni del mondo. Per me Dio è verità e amore, è etica e morale. Dio è coraggio. Dio è coscienza. Dio è persino l’ateismo dell’ateo. E’ un Dio personale per coloro che hanno bisogno della sua presenza personale. E’ incarnato per coloro che hanno bisogno del suo contatto. E’ la più pura essenza. E’ tutte le cose per tutti gli uomini. E’ in noi e tuttavia al di sopra e aldilà di noi. Il mio induismo non è settario. Esso include tutto ciò che io so essere il meglio dell’islamismo, del cristianesimo, del buddismo”.

Gandhi visse intensamente la pratica del digiuno, religioso e politico, come ci racconta nella sua autobiografia, che intitolò “Storia dei miei esperimenti con la Verità”. Per lui la Verità è Dio e Dio è la Verità.

1914 – Il primo digiuno, 7 giorni, per espiare la colpa di un’allieva di cui era educatore.

1919 – Primo digiuno politico, 3 giorni, per sostenere lo sciopero dei lavoratori dell’indaco.

1922 – Per interrompere la campagna di disobbedienza civile, che lui stesso aveva avviato, a causa dell’immaturità del popolo che si era lasciato andare a gravi scontri violenti, digiuna 5 giorni.

1925 – Si ritira per un anno dalla vita politica, in raccoglimento; scopre la bellezza del silenzio; da allora, per tutta la vita, consacrerà al silenzio ogni lunedì è [silenzio = shanti = pace interiore = vicinanza con Dio].

1932 – Digiuno ad oltranza per l’eliminazione dell’intoccabilità. Rischia la morte, ma ottiene che gli intoccabili (i fuori casta, i diseredati, i più poveri, addetti ai lavoro più umilianti) potessero frequentare i templi da cui prima erano esclusi.

1933 – Digiuno di 21 giorni per purificazione personale.

1934 – Si ritira dalla vita politica attiva e si dedica alla riforma spirituale. Digiuna ancora per la causa degli intoccabili (il governo inglese revoca il provvedimento degli elettorati separati).

1943 – Digiuna in prigione per 21 giorni per far cessare le violenze commesse durante l’insurrezione indiana contro gli inglesi.

1947 – Digiuna a Calcutta per fermare le atrocità degli scontri fra indù e musulmani (divisione fra India e Pakistan): in 4 giorni ci riesce.

1948 – Digiuna a Delhi, per fermare i massacri fra indù e musulmani: ci riesce in 5 giorni.

1948 – Il 30 gennaio viene assassinato da un complotto di estremisti indù che lo considerano un traditore per le sue aperture ai musulmani: muore invocando Dio.

Il digiuno fu per Gandhi, secondo la tradizione indù, “la preghiera più pura”.

Ciò che gli occhi sono per l’esterno il digiuno lo è per la vita interiore.

Con il digiuno posso vedere Dio faccia a faccia. Il digiuno è abbandono totale a Dio.

Il digiuno non è destinato ad agire sul cuore, ma sull’anima degli altri, ed è per questo che il suo effetto non è temporaneo ma duraturo.

Tutti i miei digiuni sono stati meravigliosi. Dentro di me avviene una pace celeste.

Con il digiuno ascolto la musica di Dio e danzo al suono di questa musica.

Ogni digiuno è preghiera intensa, purificazione del pensiero, slancio dell’anima verso la vita divina per perdersi in essa”.

Verona, settembre 2013




Venerdì 06 Settembre,2013 Ore: 15:14
 
 
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Pace dal basso

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