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www.ildialogo.org TRA CRONACA, COMMENTO, STORIA E RICORDI.,di CARLO CASTELLINI

LA XLIV/A MARCIA NAZIONALE DELLA PACE VISTA DAL BASSO. BRESCIA 31 DICEMBRE 2011
TRA CRONACA, COMMENTO, STORIA E RICORDI.

RIFLESSIONI


di CARLO CASTELLINI

Non mi sono mai piaciute le chiese di città, grondanti di stucchi dorati, di statuette ed amorini misti di sacro e profano, e quadri che trasudano da ogni angolo l'Horror vacui di anacronistico gusto barocco. Preferisco le chiese di periferia, più povere di affreschi, ma più ricche di problemi e di persone vere, in carne ed ossa.

Eppure l'altra sera, l'ultima dell'anno, quella di San Silvestro, mi sono trovato in una delle prime sopra ricordate, la Basilica di San Faustino e Giovita, protettori e patroni della città bresciana, piena zeppa di persone, per lo piu' mature, di giovani, costruttori di pace, colà convenuti per ascoltare un momento di approfondimento.

Tema:”EDUCARE ALLA GIUSTIZIA ED ALLA PACE”, trattato da mons. GIOVANNI GIUDICI, Presidente di Pax Christi Italia, che ha illustrato la sua relazione, ricca di idee e stimolante di riflessioni, attuali, per tutti i partecipanti. Sono seguite le sentite testimonianze di CRISTIANA CALABRESE, del Collettivo Giovani di Pax Christio; CAMILLA COMBARDI E LAURA ZATTI, Giovani AVS, Caritas Diocesana di Brescia, che hanno fornito elementi ed esempi pratici di esperienze originali e di riflessione su gesti concreti di pace e di impegno civico solidale.

Ma prima di questo momento, il gruppo dei partecipanti alla XLIV esima MARCIA NAZIONALE DELLA PACE, era stato accolto nello spazioso parcheggio davanti all'Iveco. Lì era stata letta una preghiera ecumenica di grande respiro. Dopo di che aveva preso la parola mons. GIANCARLO BREGANTINI. Ora Presidente della Commissione episcopale per i Problemi Sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, che ha affrontato il problema del lavoro e della persona. Forte e comunicativo questo vescovo, della stessa Valle di Non, quella delle mele Melinda, di padre ALEX ZANOTELLI, di idee chiare e cristalline, atteggiamento coerente; passo deciso, di montanaro trentino, ti guarda negli occhi, ti sorride, ti saluta, ma non si ferma a perdere tempo. Deve andare, c'è qualcosa in lui che lo urge. Ma non sembra ansioso, è convinto di quello che fa.

Segue l'intervento di ALFREDO BAZOLI, Presidente del Pd cittadino, e di MAIL ACTION ITALY; cui fa seguito la testimonianza di ZEGGAI NIGHISTI, Coordinatrice regionale delle Donne Eritree, che ha bene illuminato i presenti sulla situazione delle donne eritree in Italia e in Lombardia.

Poi la marcia prende avvio e fa sosta presso il CAMPER EMERGENZA; un ducato furgonato, appositamente attrezzato, che offre pasti caldi serali tutti i giorni, a persone che sono in difficoltà e disagio, a motivo della loro condizione di persone emarginate, o senza lavoro, o stranieri nullatenenti. Animatori da più anni ROSANNA E ROMANO DAMIANI, che dopo la tragica perdita del figlio, ancora adolescente, si sono dedicati anima e corpo a questa particolare forma di solidarietà, nella quale sono aiutati anche da altri volontari.

Due momenti iniziali coinvolgenti. La marcia riprende con i fiori in mano per alcuni e le fiaccole accese, si attraversa la via San Faustino affollata di immigrati stranieri, che qui gestiscono negozi, vendono frutta e verdura, abitano appartamenti fatiscenti, lavorano in call center.

Questa via, che i politici della Lega e di An hanno cercato di declassare al rango di ghetto, ora risuona di canti di pace e le torce illuminano i volti dei fratelli immigrati che fanno da cornice a destra e a sinistra, e si sentono accolti dal serpentone dei pacifici marciatori, mentre la radio in testa al corteo, legge brani e testi di uomini, che hanno dato un contributo di pensiero e di azione al superamento delle barriere che impediscono un vero dialogo tra i popoli. Mente cammino le parole mi suscitano il ricordo dei “Beati i costruttori di Pace”, che alcuni anni fa, si erano radunati nell'Arena di Verona, per formulare in maniera chiara il loro impegno a favore della pace. Mi ricordo degli interventi di ENRICO TURRINI, fisico e studioso, ANTONIETTA POTENTE, teologa domenicana, che ha messo la sua vita il suo studio a disposizione dei poveri, ALBINO BIZZOTTO, altro religioso di grande temperatura spirituale ed umana.

Poi si giunge nella storica e martoriata PIAZZA DELLA LOGGIA, il cui nome ormai, quando viene evocato, è inesorabilmente collegato alla parola e alla realtà storica della STRAGE, del 28 MAGGIO 1974, data, anche questa, come la piazza, divenuta emblema, nome e simbolo di intitolazione di vie e di scuole, a ricordo di coloro che qui sono caduti.

In maniera toccante i loro nomi vengono letti e scanditi dallo speaker in maniera chiara e distinta; subito dopo viene fatta ascoltare la registrazione in diretta di quel terribile momento, dello scoppio della bomba; e l'invito accorato del sindacalista della CILSL, FRANCO CASTREZZATI, che con coraggio e sangue freddo invita tutti i presenti alla pacifica manifestazione sindacale delle tre sigle allora riunite, a “STATE FERMI” STATE FERMI”.

La paura infatti e una fuga disordinata, di una folla in preda l terrore, avrebbe potuto provocare una strage di altra natura e di ben diverse proporzioni. L'emozione di allora si fa ancora tangibile in questo momento. E' presente vicino alla stele come testimonial quel MANLIO MILANI, ora Presidente del Comitato delle vittime, che nella strage ha perso la moglie e altri amici carissimi. Ora è coordinatore e direttore della CASA DELLA MEMORIA, che tiene viva per tutta la città e per l'Italia, la memoria di questi caduti, ma non solo. I fiori sono deposti davanti alla stele che ricorda i loro nomi.

Le ferite sono rimaste, giustizia non è ancora stata fatta; ma la città non dimentica. La compostezza, il silenzio e il lento procedere dei marciatori, conferisce dignità a tanti piccoli particolari: le facce illuminate dalla luce delle torce, gli scambi di sorrisi e di saluti, di gente che lascia e di altri che si aggregano, e di altri piccoli segni, di cui si nutre lo stile della pace.

Intanto fa spicco, appoggiata ad un pilastro del vano adiacente Piazza della Loggia, una foto ingrandita di BRUNO BONI, già sindaco di Brescia, per 27 anni, scomparso alcuni anni or sono e ricordato da alcune parole memorabili di MINO MARTINAZZOLI, che gli ha reso l'estremo e commosso saluto, e lo congeda come “sindaco per sempre” della mia e nostra città.

I ricordi del passato recente e le emozioni del presente si accavallano nella mia mente, e la storia del passato diventa ancora presente. Guardo in faccia la gente, alla mia destra e alla mia sinistra, per cercare di leggere sui loro volti le stesse sensazioni. Per tanti giovani, tanta parte di questa storia, la leggeranno sui libri di storia; per me è cronaca e storia vissuta sulla mia pelle.

E' bello comunque sentirsi in sintonia con la gente comune, che tu avverti non come massa amorfa, ma come popolo dinamico in cammino cui ti lega vincolo di solidarietà e di umana costruzione di pace. Ma le emozioni non finiscono qui. Si attraversa corso Magenta, prima di giungere al piazzale di CANTON MOMBELLO, che è il nome e il luogo delle carceri cittadine, tristemente note per il loro disumano sovraffollamento, più volte citato, ricordato, in giornali, libri e riviste di opinione. E' il momento più coinvolgente della marcia. Nella mia ingenuità credevo che i marciatori venissero accolti nel cortile interno del carcere. Ma mi illudevo. Il corteo infatti fa sosta nello spazio retrostante il carcere su cui si affacciano le finestre delle stanze, alle quali si affacciano subito i carcerati. Che gridano i loro auguri per l'anno che viene, e i loro ringraziamenti per la nostra presenza, che per loro rappresenta già un regalo di grando consolazione.

Intanto GIUSEPPE MERISI, Presidente della Caritas Italiana affronta il tema della Povertà e della solidarietà; mentre le torce si agitano e ondeggiano in forma di saluto e rispondono alle grida di gioia dei carcerati afferrati alle sbarre del mostro di cemento.

Segue una commossa preghiera del Carcerato letta prima in lingua italiana e poi in lingua araba recitata da LYDIA KEKLIKIAN, volontaria e rappresentante dell'associazione Volontariato e Carcere, che ha sede a Brescia, in via Spalti san Marco.

Costituita da un gruppo nutrito e impegnato di volontari, di donne e uomini, è stata storicamente fondata dal Magistrato GIANCARLO ZAPPA, uomo dotato di mente e di cuore, cui fa riferimento il gruppo attuale presieduto dal dott. CARLO ALBERTO ROMANO, Criminologo e docente universitario.

Proseguiamo sul lungo tratto di strada che porta da via Spalti San Marco, fino al portone d'ingresso della Mensa Popolare EUGENIA MENNI, di via Vittorio Emanuele, 17, dove alcuni volontari della Mensa, attendono pazientemente i marciatori. Viene letto un testo contestualizzante; e così veniamo a sapere che la mensa ospita circa 120 persone ogni giorno, alle quali vengono forniti pasti: 80 dei quali per immigrati stranieri ed altri per italiani in situazione di disagio.

Veniamo anche a conoscenza che un gruppo di donne con problemi personali di natura psicologica, cercano di vivere e di ricostruire la propria vita, con l'aiuto della direttrice della Casa che prende il nome di CASA BETEL (casa di dio, nell'espressione biblica), che ha nome SILVIA DE MARINIS, già collaboratrice del grande neuropsichiatra GIOVANNI BOLLEA ed aiuto di MONS. LUIGI DI LIEGRO, fondatore e animatore della Caritas della diocesi di Roma.

Siamo ora arrivati alla fase finale, quando i pellegrini della pace entrano nella chiesa collegiata dei SANTI NAZARO E CELSO, per la celebrazione eucaristica presieduta da LUCIANO MONARI, Vescovo, e concelebrata con altri presbiteri e vescovi convenuti da fuori. Sembra più zelante e più autentico , in questa occasione, il vescovo di Brescia; almeno più di quando ha accolto all'aeroporto di GHEDI (BRESCIA), il GIANNI LETTA, nazionale, l'eminenza grigia del cavaliere di Arcore, il primo a scendere dall'aereo presidenziale, fregiato del tricolore italiano, in occasione della visita di Papa RATZINGER alla città natale di PAOLO VI.

L'atmosfera si riscalda con canti corali che fondono le voci e gli animi. Poi l'ultima rflessione argomentata, dettata dall'omelia del vescovo LUCIANO; il quale, partendo da un concetto di pace caro alla costruzione filosofica di EMMANUEL KANT, giunge subito alla visione della pace come dono pasquale di Cristo, e aggiungendo ad alcune attualizzazioni attinte all'esperienza umana e spirituale HETTY ILLESUM, con parole sentite e scandite con chiarezza, e seguite da un silenzio rispettoso, partecipato, ma non distaccato.

Nel frattempo proseguono le nitide riprese della TV 2000, presto vivacizzate dalla colorita danza di un gruppo di adolescenti straniere, che si esibiscono nel cuore della basilica con intenzioni bene auguranti per la pace e per il nuovo anno.

E ce n'era bisogno: perché anche Brescia, ha ancora qualcosa da farsi perdonare. Come la confezione e la vendita di mine antiuomo, che hanno riempito ( 7 ) alcuni territori di paesi stranieri, di questi orrendi piccoli giocattoli che colpiscono in maniera indiscriminata, bambini, uomini e donne lacerandoli in maniera orribile; come si può facilmente capire dall'ottimo strumento didattico sulle mine antiuomo edito dai SAVERIANI, via Piamarta, 9, a firma di LIVIA CASTELLINI, e dal stitolo significativo :”NON FERMIAMO IL GIROTONDO”. Mine antiuomo costruite per molti anni dalla WALSELLA MECCANOTECNICA DI CASTENEDOLO, (BRESCIA), che ora ha cambiato nome e ragione sociale. Dopo tutti quegli avvenimenti che diamo per scontati, e di cui ha parlato la cronaca di quei tempi.

Poi saluto alcuni frettolosamente, ALFREDO SCARATTI, FABIO CORAZZINA, mentre arriviamo all'oratorio adiacente la chiesa, per scaldarci con qualche bevanda calda. Entriamo alla spicciolata. Riesco a stringere la mano a GIANCARLO BREGANTINI, vescovo: che stoffa di uomo! Poche parole e molti fatti. Speriamo che l'esperienza nella Locride lo mantenga sempre così, forte e combattivo; perchè i preti e vescovi paludati sono ancora troppi.

Infine sulla porta riesco a riconoscere BETTAZZI, già vescovo di Ivrea e di Pax Christi.

E' ancora alto, atletico, aperto e dialogante. “Ma tu sei Bettazzi?”. “Si sono io”. Gli porgo i miei auguri, la mezzanotte è già passata.Vado a casa contento a braccetto di VINCENZA, mia moglie. Ma anche con la sensazione di avere fatto esperienza di una chiesa che mi piace, perchè finalmente cammina in mezzo alla gente. (CARLO CASTELLINI).



Mercoledì 04 Gennaio,2012 Ore: 16:37
 
 
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