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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org UN APPARATO COSTOSISSIMO E MORTIFERO,di Francesco Pistolato

OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
UN APPARATO COSTOSISSIMO E MORTIFERO

di Francesco Pistolato

[Ringraziamo Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato@yahoo.it) per questo intervento.
Francesco Pistolato e' insegnante di scuola media superiore. Ha cominciato a interessarsi attivamente al pacifismo e alla nonviolenza nel 2004, impegnandosi per arrivare alla costituzione, realizzatasi nel 2007, del Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Pace "Irene" dell'Universita' di Udine. Il suo contributo principale consiste nel diffondere la cultura di pace e nonviolenza fungendo da ponte tra le aree di lingua tedesca, italiana e spagnola. Attualmente si sta dedicando allo studio dell'opera di Ekkehart Krippendorff, di cui ha tradotto in italiano Lo Stato e la guerra (Gandhi Edizioni, 2008) e pubblicato in spagnolo una biografia intellettuale ("Revista de Paz y Conflictos," n. 4, 2011, pp. 55-79, disponibile in rete alla pagina web http://www.ugr.es/ ). Cfr. anche l'intervista apparsa nel n. 313 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino"]

La storiografia e' concorde: la prima guerra mondiale fu un'inutile strage, che ne provoco' poi altre: dall'epidemia di spagnola, che dilago' per il penoso stato delle popolazioni dopo la guerra, alla seconda guerra mondiale, scatenata da un criminale che si era fatto strada fondandosi sul risentimento dei tedeschi per le eccessive riparazioni imposte loro dai vincitori. Noi celebriamo l'anniversario di una vittoria che, si dice, ci permise di terminare l'unificazione dell'Italia. Questo stesso risultato sarebbe stato possibile se ci fossimo astenuti dall'entrare in guerra: l'Austria, di cui fino a poco prima eravamo alleati, era disposta a concederci, in cambio della nostra non belligeranza, piu' o meno tutto quello che poi ottenemmo con la forza e centinaia di migliaia di vittime, nostre e altrui. Al Brennero le nostre truppe arrivarono non combattendo, ma approfittando dello sbandamento delle truppe nemiche (v. per questo e molti altri episodi poco gloriosi del nostro esercito Italiani, brava gente? di Angelo Del Boca, Neri Pozza, 2005) e occupando un territorio da secoli abitato pressoche' esclusivamente da gente di lingua tedesca.
Il 4 novembre e' anche la festa delle forze armate, un'occasione per un possente esercizio di retorica che ha il fine di impedire ogni riflessione critica sull'essenza e la funzione dell'esercito. Come Ekkehart Krippendorff magistralmente spiega in Lo Stato e la guerra (Gandhi Edizioni, 2008), la funzione primaria dell'esercito e' quella di tutelare il potere esistente, anche contro l'interesse dei cittadini della nazione che si pretende di difendere. Per convincere il popolo che armarsi fino ai denti e sacrificare la propria vita e' cosa buona e giusta, l'apparato politico-militare adotta una quantita' di strategie, tese sostanzialmente a ingannare i cittadini. La ricorrenza del 4 novembre e' l'emblema di una politica di presa in giro del popolo con tragiche conseguenze. L'impiego delle forze armate italiane nelle due guerre mondiali e nelle cosiddette operazioni di pace dei nostri giorni mai, o a voler concedere il beneficio del dubbio, assai di rado (nel caso dell'interposizione in Libano?), ha qualcosa che ne giustifichi la celebrazione; l'unica differenza e' che una volta si moriva per niente, oggi si parte per l'Afghanistan per avere un sostanziale aumento di stipendio e se non si torna, si ha la qualifica immeritata di eroe, misera consolazione per la famiglia e ancor meno per la vittima, che e' vittima due volte: dell'inganno statale e della propria incapacita' di comprendere che uno stipendio accresciuto in una dubbia azione di guerra e' denaro guadagnato sulla pelle altrui e talvolta sulla propria.
E' tempo di proporre una riflessione critica sulle forze armate e la proposta di farlo in occasione del 4 novembre e' quanto mai opportuna. Se non siamo pronti o non riteniamo possibile rinunciare all'esercito, se la nonviolenza di cui questo foglio si fa portavoce non ci convince fino in fondo, non e' questa una buona ragione per non interrogarci sulle vere finalita' di questa ricorrenza e sul senso di un apparato costosissimo e mortifero, che manteniamo sottraendo risorse a finalita' civili e sociali, senza poter lontanamente opinare sul suo utilizzo.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 705 dell'11 ottobre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Marted́ 11 Ottobre,2011 Ore: 15:55
 
 
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