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www.ildialogo.org Ma noi non dovremmo essere diversi?,di Claudio Pozzi (Padula)

Una riflessione dopo la marcia Perugia-Assisi
Ma noi non dovremmo essere diversi?

di Claudio Pozzi (Padula)

Domenica 25 settembre ho partecipato alla Marcia della Pace Perugia-Assisi.

Lunedì 26, trovandomi già al "nord" (nord per me che abito quasi in Calabria), andai a Pisa, all'Università, per seguire la lezione inaugurale del Corso di Laurea in Scienze per la Pace al quale, nonostante la mia età avanzata, sono iscritto.

Sulla Marcia dico solo che ho partecipato con convinzione per onorare il Cinquantenario e ritrovarmi nella terra di S. Francesco. Sono contento di esserci stato, nonostante alla fine avessi le bolle ai piedi, anzi, forse ero contento anche per questo. Ho pregato un po' nella Porziuncola, incontrato  alcuni amici e dialogato con loro. Non mi importa se qualcun altro si è fatto bello in tv.

Ma è sulla lezione universitaria a Pisa che vorrei fare un cenno:

In quell'occasione, tra gli altri, durante il dibattito che ha preceduto la lezione, è intervenuto Nicola, un giovane rappresentante degli studenti che ha invitato chi non l'avesse già fatto ad iscriversi alla mailing list degli studenti del corso in modo da creare occasioni di dialogo e discussione motivando l'importanza della cosa più o meno così: "visto che facciamo un corso per diventare mediatori nei conflitti iniziamo a conoscerci e discutere tra noi in modo da cominciare a risolvere i conflitti che possono intercorrere tra noi.".

Io di questa considerazione sono sempre stato convinto. come possiamo pretendere di indicare agli altri che i conflitti si risolvono col dialogo se non riusciamo a dialogare tra di noi? Dobbiamo aspettare che vengano a ricordarcelo le nuove leve di giovani che si avvicinano al movimento della pace?

Dopo la mia obiezione di coscienza al servizio militare per una scelta di nonviolenza (quando ancora non era in vigore la legge sul servizio civile) mi sono impegnato per decenni in politica. Ho lasciato questo impegno deluso dalle innumerevoli divisioni tra i partiti della sinistra ed all'interno di essi, divisioni che non ci hanno permesso di ottenere risultati. Da qualche anno sono tornato ad impegnarmi nel movimento per la pace ma ho ritrovato in esso divisioni simili a quelle che avevo lasciato.

Ma noi non dovremmo essere diversi? Non miriamo alla pace da raggiungere con mezzi nonviolenti?

Dialogare non vuol dire farlo solo per riaffermare ognuno le proprie posizioni/convinzioni con la presunzione che siano la verità a differenza delle convinzioni degli altri che invece sbagliano.

Dialogare vuol dire anche fare ognuno un passo verso l'altro. Non necessariamente un passo indietro ma un passo verso l'altro e cercare di capirlo. Riconoscere che, seppure per strade diverse che casomai non condividiamo, ciascuno mira ad arrivare allo stesso traguardo.

Possibile che da decenni nel movimento pacifista ci siano una miriade di gruppi, associazioni, singoli che fanno iniziative importantissime ciascuna, a proprio avviso, in direzione della pace ma in maniera isolata l'una dall'altra e forse anche in contrapposizione?

Se unissimo tutte le forze potremmo rappresentare una "grande macchina di pace" in grado di incidere realmente sulla società.

Del resto sono sicuro che pur se divisi rappresentiamo la maggioranza del sentire comune della gente che senz'altro aspira alla pace.

Sono senz'altro d'accordo, quindi, con Lorenzo: incontriamoci e cerchiamo di trovare i punti in comune e marciare insieme. Diamo prova a questi nuovi giovani che si avvicinano al mondo della pace che già stiamo vivendo tra noi quello che indichiamo per gli altri.

Ovviamente do la mia disponibilità all'organizzazione sebbene, dalla lontana provincia di Salerno, posso dare per ora solo un contributo telematico.

Claudio Pozzi (Padula)
 
Lettera tratta dalla Mailing-list di Peacelink


Domenica 09 Ottobre,2011 Ore: 17:32
 
 
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