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www.ildialogo.org PAGARE PER LA PACE ANZICHE' PER LA GUERRA,di Alfonso Navarra – Fermiamo chi scherza col fuoco atomico

PAGARE PER LA PACE ANZICHE' PER LA GUERRA

di Alfonso Navarra – Fermiamo chi scherza col fuoco atomico

LA CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI


La Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari ha una lunga storia. Le sue motivazioni affondano le radici nel NO alla guerra e nel No all'aumento costante dei bilanci militari. Oggi, per "sparare" delle cifre che giustamente impressionano, la spesa militare mondiale ha raggiunto i 1.700 miliardi di dollari e in Italia sfiora i 24,5 miliardi di euro.

Il governo in carica programma acquisti di Eurofighter per 18 miliardi di euro e di F35 per oltre 15 miliardi di euro mentre taglia tutti i servizi pubblici, a cominciare dalla sanità e dalla scuola.

Nasce, l'obiezione alle spese militari, nel 1981, dietro proposta di piccole organizzazioni nonviolente (MIR,MN, LDU), sull'onda del grande movimento di opposizione agli euromissili (in Italia la famigerata base di Comiso, che ha ospitato 112 cruise nucleari).

La proposta è quella di rifiutare di pagare quella pecentuale di imposte destinata alle spese militari (calcolata allora sul 5%). La somma "obiettata" avrebbe dovuto essere versata sul conto corrente della campagna e quindi consegnata - il 2 giugno Festa della Repubblica - al Presidente della Repubblica perché ne faccia un uso di pace e non di guerra.

Coloro che aderiscono alla Campagna dovrebbero sottoscrivere ed inviare sia al Presidente della Repubblica sia al suo centro Coordinatore una "dichiarazione di obiezione".

E così viene fatto.

419 persone aderiscono e "obiettano" una somma di circa 17 milioni di lire.

La prima assemblea degli obiettori si tiene a Bologna l'11 e il 12 dicembre 1982.

Passano gli anni e gli obiettori aumentano (1.649 nel 1982 che raccolgono 93 milioni, 2.585 nel 1983 che raccolgono 160 milioni... e così via) e si aggiungono nuovi movimenti promotori: la LOC, la Caritas, Pax Crhisti...

Dopo che il Presidente della Repubblica restituisce l'assegno che la manifestazione dei nonviolenti gli consegna rifiutando i fondi "obiettati", l'assemblea degli obiettori decide di impegnare i soldi in tre filoni che concretizzano il "pagare per la pace anziché per la guerra": progetti per il disarmo, progetti per il nuovo modello di sviluppo, progetti per il Terzo Mondo.

Il picco dell'obiezione in numero di aderenti (circa 10.000) viene raggiunto in concomitanza con l'opposizione all'intervento contro l'Iraq del 1991, passato alla storia come "Prima Guerra del Golfo".

Da allora inizia il declino numerico che continua a manifestarsi fino ad oggi. La difficoltà è parallela a quella di un "pacifismo" ancora più in crisi, probabilmente perché non riesce a difendersi dall'invadenza di partiti e partitini che lo satellizzano e lo trascinano nell'ipocrisia.

A passeggiare con le festose marce pacifiste odierne non si avverte la drammatica consapevolezza che gli "interventi umanitari" a protezione dei civili e della pace, di cui si è resa complice la nostra comunità nazionale violando la sua Costituzione, hanno provocato mezzo milioni di morti in Iraq, 250.000 in Afghanistan e 50.000 (per adesso) in Libia.

Una svolta importante nell'impostazione della Campagna si è avuta con la scelta assembleare della Difesa Popolare Nonviolenta tra le finalità della medesima.

L'iniziativa quindi assume la denominazione di Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta: in sigla Campagna OSM-DPN. Il sito internet ha come URL: www.osmdpn.it

Oggi perciò la campagna presenta le seguenti tre finalità convergenti e complementari: 1) la riduzione delle spese militari 2) il cambiamento progressivo del sistema di difesa offensivo attuale in un modello difensivo non armato e nonviolento 3) una legge per l'opzione fiscale con la possibilità di finanziare la difesa nonviolenta anziché la difesa militare.

Attualmente le obiettrici e gli obiettori (in sigla: OSM) sono meno di 1.000 .

I movimenti promotori della Campagna 2011-2012 sono identificabili nelle seguenti sigle: LDU, LOC, Associazione Papa Giovanni XXIII, Berretti Bianchi, Associazione per la Pace, Pax Christi, GAVCI.

Il Centro Coordinatore è in via Pichi, 1 - 20143 Milano. Telefono: 02-50101226. Email: locosm@tin.it

Quando la Campagna partì l'obiezione era praticata da molti in maniera effettiva: si tratteneva realmente una parte delle tasse dovute.

L'atto violava le leggi fiscali quindi comportava una disobbedienza civile. L'obiettore, che non era e non è un evasore, rendeva pubblica questa scelta con l'invio della dichiarazione di obiezione anche alla Agenzia delle Entrate.

Accadeva di solito che venissero pignorati i libri della pace che la stessa Campagna metteva a disposizione dell'obiettore. Questo pignoramento veniva "sfruttato" come occasione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di raccolta di solidarietà.

L'inasprimento oggi dei metodi di sanzione fiscale - la vessazione ormai oltrepassa di gran lunga i limiti dello Stato di diritto - rende praticabile questa scelta solo per alcune persone particolarmente motivate e meno ricattabili economicamente. Di fatto la Campagna la consiglia solo a chi deve presentare il modello 730 o l'Unico (quindi non solo il CUD) ed è a debito. Si suggerisce di obiettare una cifra non inferiore ai 20 euro (perché altrimenti le istituzioni non se ne curano) ma neanche troppo elevata (per non avere conseguenze economiche pesanti).

Es.: sono debitore di 1000 euro di tasse, scelgo di obiettare 50 euro: assieme al mio CAF preparo il modello Unico, dove c'è scritto che devo pagare 1.000 euro, poi vado in banca/Posta e pago 950 euro di tasse (= 1.000 - 50) e quindi faccio un versamento di 50 euro a una realtà pro-pace.

Chi sceglie la strada della disobbedienza civile, dopo alcuni anni, subisce delle conseguenze/ricatti: attualmente abbiamo vari casi di obiettori che subiscono il fermo amministrativo dell'automobile operato dall'esattoria.

Gli obiettori hanno però valutato che non conta tanto la cifra obiettata, quanto la comunicazione simbolica chiara e distinta: la Campagna incide perché si pone come un "granellino di sabbia" nell'ingranaggio bellico. E' importante comunque manifestare che ci sono persone che non intendono arrendersi all'ingiustizia degli investimenti militari.

L'obiezione oggi per lo più si fa, in pratica, compilando la dichiarazione di obiezione, spedendola al Presidente della Repubblica ed al Centro Coordinatore OSM di via Pichi; ed effettuando un documentato versamento "simbolico" anche solo di 10-20 euro ad un uso alternativo di pace.

Tra le spese militari includiamo anche gli investimenti per il nucleare cosiddetto civile, che in realtà è di sostanziale copertura di quello bellico. Di qui la proposta di versare al Coordinamento "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico", articolazione della Campagna OSM-DPN, e la ricerca di modalità che acquisiscano l'esperienza del consumo critico. Proponiamo di disdire i contratti con l'ENEL o altre compagnie nucleariste; e di scegliere, per rifornirsi di elettricità, i distributori da fonti rinnovabili al 100%; ancor meglio, di autoprodursi l'energia veramente pulita (vedi esperienza di Retenergie e progetto di Cooperativa “100R” a cura del Coordinamento Energia Felice). Il bonifico da effettuare se si vuole versare alla causale "Disarmo atomico-denuclearizzazione" è al Banco Posta intestato a Lega Obiettori di coscienza codice IBAN IT39L0760101600000013382205.

La vittoria al referendum non ha affatto chiuso la nostra partita contro il nucleare e per l'energia pulita. Ricordiamo, a chi volesse dormire sugli allori, le dichiarazioni dell'ad di Enel Conti al TG di Sky il 2 luglio scorso: ''Noi di Enel abbiamo comunque il progetto di andare avanti sul nucleare in altri Paesi, ma anche in un futuro non troppo lontano in Italia'' .



Giovedě 06 Ottobre,2011 Ore: 17:05
 
 
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