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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Interviste a Giuliano Falco e Danilo Zolo,

VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI
Interviste a Giuliano Falco e Danilo Zolo

Da TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 682 del 18 settembre 2011


2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A Giuliano Falco
[Ringraziamo Giuliano Falco (per contatti: giulianofalco@gmail.com) per questa intervista.
Giuliano Falco nasce da una famiglia operaia e contadina, di estrazione cattolica, in un paese vicino a Savona. Ha militato per anni nel movimento libertario. Insegnante impegnato in attivita' di sostegno, si occupa di interazione culturale, di incontro interreligioso (pur definendosi non credente o diversamente credente) e di nonviolenza. Cura il blog "Nessuno escluso" (http://giulianofalco.blogspot.com) e collabora saltuariamente a diversi siti. Cfr. anche l'intervista in "Coi piedi per terra" n. 371]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Giuliano Falco: La situazione sociale e politica e' sicuramente cambiata dalla prima Marcia. Eppure la Marcia non ha perso il suo significato e la sua valenza per molte persone, al di la' di quelle che fisicamente partecipano. Come mai? Il mondo e' cambiato eppure le persone hanno sempre bisogno di eventi come questi, che sono al tempo stesso simbolo e gesto concreto. A mio parere, la Marcia ha un'importanza specifica, soprattutto ora che sono cadute le "grandi narrazioni", come le chiamava Ricoeur. Non solo: in un mondo sempre piu' in preda alla follia bellicista, e basta guardare un tg per rendersene conto, il movimento pacifista deve dare un segnale forte di presenza. Ovviamente non deve fermarsi alla Marcia: io stesso non amo molto le grandi manifestazioni perche' rischiano di essere un momento pregnante ma poi di perdersi nella quotidianita'. Noi pacifisti e nonviolenti dovremmo far si' che la nonviolenza impregni la vita quotidiana di ciascuno. Altrimenti si rischia di far la fine dell'antifascismo di facciata che si rinverdisce ogni 25 aprile, per assopirsi sino all'anno successivo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Giuliano Falco: Non lo so: spero una visibilita' delle tematiche nonviolente, da un lato contro le guerre che ci vedono impegnati direttamente (e anche laddove siamo presenti per motivi "umanitari"), dall'altro contro il bellicismo strisciante o meno (le diverse iniziative che vedono, ad esempio, l'esercito nelle scuole o altre simili del ministro La Russa). Dall'altro ancora, la violenza che colpisce il dissenso (dal G8 di Genova alle manifestazioni contro la Tav, con i violenti che si infiltrano), alla violenza diffusa (ma di cui poco si parla: i morti sul lavoro, i Centri di Identificazione ed Espulsione, il carcere, le servitu' militari - caso eclatante, la Sardegna con i suoi poligoni militari - e via dicendo). Dobbiamo far parlare le persone comuni di queste tematiche di solito censurate sui mass media.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Giuliano Falco: La nonviolenza mi sembra sia un genere di nicchia, senza voler togliere nulla a coloro che se ne occupano quotidianamente, in primis al Mao Valpiana e al Movimento Nonviolento. Dobbiamo uscire dalla nicchia: far sentire la nostra voce ove sia possibile, utilizzare tutti gli strumenti possibili (e qui Internet puo' darci una mano). Si potrebbe, ad esempio, creare una sorta di network tra i vari siti, riviste, blog che trattano il tema. Ricordo che qualche anno fa si parlava di un giornale nazionale, se non ricordo male. Un sito e' molto piu' semplice e si puo' creare a costo zero.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Giuliano Falco: Lo dicevo prima: creiamo un network che amplifichi la nostra presenza; organizziamo iniziative di formazione e informazione per il mondo della scuola, per le associazione no profit di varia natura (sociale, religiosi, culturali, ecc.). Le strutture gia' presenti, oltre a quelle gia' citate, e penso, che so, al Centro Sereno Regis, al notiziario "La nonviolenza e' in cammino", ecc. possono contribuire a diffondere la cultura della nonviolenza, pero' dovrebbero essere coordinate tra loro, fatta salva la propria autonomia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Giuliano Falco: Ritengo prioritarie non solo le iniziative contro le varie guerre che vedono impiegate le "nostre" forze armate, ma tutte quelle che possano contrastare il razzismo, la violenza, il bellicismo sotto qualunque forma essi si presentino. La difesa dei non aventi diritti, la difesa dell'ambiente, la costruzione di una societa' tollerante e aperta, il contrasto ad una politica che baratta i posti di lavoro con la salute delle popolazioni e degli stessi lavoratori, la battaglia contro le servitu' militari e il nucleare, la corruzione e via dicendo. C'e' solo l'imbarazzo della scelta. Lo so che le nostre forze sono deboli, che siamo in pochi. Ma non c'e' alternativa. Il problema, ancora una volta, e' come uscire dalla nicchia, rompendo la logica di "parrocchia" che temo avveleni anche il nostro ambiente, uscire dalla logica "purista" in base ad una legge matematica e sociale in base alla quale finche' si e' in pochi, il movimento puo' essere puro, quando questo si sviluppa e cresce, la purezza si diluisce...
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Giuliano Falco: Ritengo di aver appena risposto. Compito nostro dovrebbe anche essere quello di (contro)informare la popolazione: come e' possibile sottomettersi alla politica dei sacrifici richiesti dalle varie manovre e/o leggi finanziarie e, contemporaneamente, permettere che lo stato spenda barcate di euro nell'acquisto di aerei da guerra? E questo e' solo un esempio.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Giuliano Falco: Di leggere libri, di consultare Internet e di ragionare con la propria testa. Uno dei mali del nostro tempo, e' banale affermarlo, e' l'eclissi del pensiero critico. Se fossi ignaro di tutto, proverei a digitare nonviolenza (magari scriverei "non violenza" invece della dizione capitiniana) e visiterei i siti cosi' rintracciati. Personalmente, consiglierei di leggere la Lettera ai giudici di don Lorenzo Milani (o la biografia del Priore scritta da Neera Fallaci, Dalla parte degli ultimi). Non mi sembra male, come inizio. Lo so, a un giovane (mi e' gia' accaduto) la lettura dei libri del Priore puo' apparire "vetero". Pazienza, meglio essere vetero che ignoranti... E questo potrebbe essere un altro campo di intervento: come scriveva James Baldwin, "Il vero delitto e' l'ignoranza"...

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A Danilo Zolo
[Ringraziamo Danilo Zolo (per contatti: Zolo@tsd.unifi.it) per questa intervista.
Danilo Zolo (Rijeka, 1936) ha insegnato filosofia del diritto e filosofia del diritto internazionale nella Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' di Firenze. Dal 2004 ha tenuto il corso di Politica della globalizzazione nella Facolta' di economia dello stesso ateneo. Ha insegnato storia delle dottrine politiche, dottrina dello Stato, filosofia politica e sociologia del diritto nelle universita' di Sassari, Firenze e Siena. E' stato Visiting Fellow presso universita' inglesi e americane, fra le quali Cambridge, Harvard, Pittsburgh e Princeton. Nel 1993 gli e' stata assegnata la Jemolo Fellowship presso il Nuffield College di Oxford. E' stato Visiting Professor presso l'Universita' Federale del Paraiba, Joao Pessoa (Brasile) ed ha tenuto corsi di lezioni presso sedi universitarie dell'Argentina, del Brasile, della Colombia e del Messico. Ha condotto ricerche in Corea del Nord, Afghanistan, Palestina e Colombia. Ha fondato e dirige il centro Jura Gentium. Center for Philosophy of International Law and Global Politics e la rivista elettronica internazionale Jura Gentium Journal,  www.juragentium.unifi.it. E' autore di numerosi saggi apparsi su riviste italiane e straniere, riguardanti la filosofia politica, la teoria della complessita' sociale, la teoria delle relazioni internazionali. I suoi attuali interessi di ricerca si concentrano sulla filosofia del diritto internazionale, i processi di globalizzazione, la teoria dello Stato di diritto e dei diritti soggettivi. Fra le sue opere piu' recenti: La democrazia difficile, Roma, Editori Riuniti, 1989 (ed. messicana: Azcapotzalco, Alianza Editorial, 1994); Reflexive Epistemology, Boston Studies in the Philosophy of Science, Boston, Kluwer Publishers, 1989; Democracy and Complexity, Cambridge, Polity Press, 1992 (ed. statunitense: University Park (Pen), The Pennsylvania State University Press, 1992; ed. it.: Il principato democratico, Milano, Feltrinelli 1992, 1996; ed. argentina: Buenos Aires, Nueva Vision, 1994; ed. tedesca: Goettingen, Steidl Verlag, 1997, 1998); (a cura di), La cittadinanza. Appartenenza, identita', diritti, Roma-Bari, Laterza, 1994, 1999; Cosmopolis. La prospettiva del governo mondiale, Milano, Feltrinelli, 1995 (ed. inglese: Cambridge, Polity Press, 1996; ed. statunitense: New York, Blackwell, 1997; ed. spagnola: Barcelona, Paidos, 2000); I signori della pace. Una critica del globalismo giuridico, Roma, Carocci Editore, 1998, 2000, 2002 (ed spagnola: Madrid, Dykinson, 2005); Chi dice umanita'. Guerra, diritto e ordine globale, Torino, Einaudi, 2000 (ed. angloamericana: Continuum International, London-New York, 2001); (a cura di, in collaborazione con P. Costa), Lo Stato di diritto. Teoria, storia, critica, Milano, Feltrinelli, 2001 (ed. brasiliana: Sao Paulo, Martins Fontes, 2006; ed. inglese: Dordrecht, Springer, 2007; ed. cinese, Shanghai, Shanghai Joint Publishing Company, 2009); Globalizzazione. Una mappa dei problemi, Roma-Bari, Laterza, 2004 (ed. spagnola: Bilbao, Ediciones Mensajero, 2006; ed. inglese: Colchester: European Consortium for Political Research, 2007; ed. brasiliana: Campinas, Conceito Editorial, 2009); (a cura di, in collaborazione con F. Horchani), Mediterraneo. Un dialogo fra le due sponde, Roma, Jouvence, 2005; La giustizia dei vincitori. Da Norimberga a Baghdad, Roma-Bari, Laterza, 2006 (ed. spagnola: Madrid, Trotta, 2007; ed. argentina: Buenos Aires, Edhasa, 2007; ed. inglese, London-New York, Verso, 2009; ed. francese: Paris, Actes Sud, 2009); Da cittadini a sudditi. La vanificazione della cittadinanza politica, Milano, Edizioni Punto Rosso-Carta, 2007; (a cura di, in collaborazione con F. Cassano), L'alternativa mediterranea, Milano, Feltrinelli, 2007; L'alito della liberta'. Su Bobbio. Con 25 lettere inedite di Norberto Bobbio a Danilo Zolo, Milano, Feltrinelli, 2008; Terrorismo umanitario. Dalla guerra del Golfo alla strage di Gaza, Reggio Emilia, Diabasis, 2009; Tramonto globale. La fame, il patibolo, la guerra, Firenze, Firenze University Press, 2010; Sulla paura. Fragilita', aggressivita', potere, Milano, Feltrinelli, 2011]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Danilo Zolo: Non e' certo facile giudicare il significato di una cerimonia pacifista che si ripete da molti decenni. Quello che si puo' dire e' semplicemente che si tratta di una cerimonia che ha conservato a lungo il suo significato e alla quale hanno preso parte migliaia di persone con uno spirito pacifista tendenzialmente autentico. Molto meno facile, ovviamente, e' giudicare il rilievo che la cerimonia ha avuto sulla cultura e sulla politica italiana.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Danilo Zolo: No saprei dire con precisione. Se dipendesse da me la marcia dovrebbe denunciare severissimamente la partecipazione del nostro paese alle guerre in Afghanistan e in Libia. Si tratta in entrambi i casi di una violazione della Costituzone italiana oltre che del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. E si tratta di una sanguinaria violazione del diritto alla vita di migliaia di persone.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Danilo Zolo: Direi che lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia sia prossimo allo zero. Le autorita' religiose, a cominciare dell'attuale pontefice, sembrano ignorare la tragedia delle guerre in corso. E non ci sono personalita' di valore come un tempo sono stati Giorgio La Pira, Ernesto Balducci, Lorenzo Milani, che hanno coraggiosamente lottato per la pace in nome dei principi evangelici e subendone le conseguenze. E non conosco movimenti pacifisti, religiosi o meno, che oggi abbiano in Italia una funzione pacifista di un qualche rilievo e la manifestino pubblicamente.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Danilo Zolo: Mi pare di averlo implicitamente gia' detto. Il rilievo e' di fatto inesistente, nonostante che Aldo Capitini venga tutt'oggi ricordato con grande rispetto e stima. Ricordo che Norberto Bobbio - del quale io sono stato discepolo e amico - aveva una grandissima stima di Capitini e lo citava spesso affettuosamente. Bobbio era un pacifista molto impegnato, pur non essendo un credente. Non so individuare altri movimenti, associazioni o gruppi nonviolenti che in Italia svolgano una funzione di qualche rilievo contro la guerra e a favore della pace globale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Danilo Zolo: Non ne saprei indicare uno solo. Oggi nel mondo domina la logica del dominio e si tratta di un dominio anzitutto di carattere economico-finanziario che si traduce nel progetto delle grandi potenze occidentali - anzitutto gli Stati Uniti d'America - di imporre al mondo la logica di un neo-imperialismo globale. E questo comporta ovviamente una battaglia per l'acquisizione di beni preziosi come lo sono anzitutto il petrolio e il gas naturale. La guerra della Nato oggi in corso in Libia la si deve in massima parte a questa finalita' tutt'altro che "umanitaria".
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Danilo Zolo: Se il riferimento e' non solo alla situazione italiana ma anche a quella europea in generale, l'augurio e' che emergano forze politico-culturali che siano capaci di un profondo cambiamento. E questo dovrebbe comportare una qualche autonomia dell'Europa dallo strapotere della grande potenza americana. Ma tutto questo e' semplice speranza, mentre io sono purtroppo un rigoroso pessimista. Il mondo occidentale, a mio parere, sta tramontando: tramonta la dottrina dei diritti umani, tramontano le istituzioni democratiche, tramonta la speranza della pace. Penso in questo momento alla persecuzione israeliana del popolo palestinese, per un verso, e, per un altro verso, alla tragedia delle popolazioni dell'Africa meridionale. Sono migliaia e migliaia le donne, i bambini e gli anziani che stanno morendo di fame, in questo momento anzitutto in Somalia. E purtroppo non riesco a immaginare iniziative di un qualche rilievo che nei prossimi mesi possano affermarsi in Europa e tantomeno in Italia. L'Italia e' il settimo paese piu' ricco del mondo, governato indegnamente.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Danilo Zolo: Risponderei che non so bene che cosa sia la nonviolenza. Nel mondo in cui vivo trionfa la violenza, lo sfruttamento, il dominio, la guerra, il terrorismo, lo spargimento del sangue, la ricchezza dei pochi e la poverta' estrema di milioni e milioni di persone. Vorrei essere ottimista, ma non lo sono. In un mio libro recente ho scritto che "Il pessimismo e' la saggezza degli uomini coraggiosi che amano intensamente la propria vita e la vita altrui, guardano la morte in faccia e non sanno che farsene del paradiso. Sono cristiani senza dio". Io sono un cristiano "nonviolento" senza dio.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 682 del 18 settembre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Luned́ 19 Settembre,2011 Ore: 15:50
 
 
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