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www.ildialogo.org Interventi e interviste a Benito D'Ippolito, Dario Cambiano, Federica Curzi, Roberto Della Seta,

VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI
Interventi e interviste a Benito D'Ippolito, Dario Cambiano, Federica Curzi, Roberto Della Seta

Dal Numero 665 del primo settembre 2011 dei TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO


1. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: RISPOSTA ALLA DOMANDA: QUALE E' STATO IL SIGNIFICATO PIU' RILEVANTE DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI IN QUESTI CINQUANTA ANNI?

Innumerevoli son le persone
che in questi cinquant'anni hanno marciato
e nel cammino hanno ragionato
e illimpidito l'ima persuasione

che tu ti devi opporre a ogni uccisione
recare aiuto al leso e all'umiliato
restituire il pane all'affamato
tu devi opporti al crimine e al taglione.

Lungo la strada tra Perugia e Assisi
un popolo si accorge che i piu' gravi
pesi puo' sostener se condivisi

e del futuro sa di aver le chiavi
riunendo quelli che erano divisi
e costruendo un mondo senza schiavi.

2. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: RISPOSTA ALLA DOMANDA: COSA CARATTERIZZERA' MAGGIORMENTE LA MARCIA CHE SI TERRA' IL 25 SETTEMBRE DI QUEST'ANNO?

La marcia di quest'anno dovra' dire
parole chiare ed inequivocabili:
che pace innanzitutto e' abolire
le guerre e le ingiustizie, inconciliabili

essendo l'aiutare e il far morire,
vi son diritti che sono inviolabili.
La marcia e' un lento, arduo costruire
un mondo di persone responsabili.

Cessi l'Italia di partecipare
alle guerre assassine della Nato;
siano abrogate senza piu' tardare

le infami leggi del colpo di stato
razzista; ed ogni spesa militare
sia abolita. E' il compito immediato.

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A DARIO CAMBIANO
[Ringraziamo Dario Cambiano (per contatti: dariocam@inwind.it) per questa intervista.
Dario Cambiano, amico della nonviolenza, laureato all'Universita' di Torino in Scienze della comunicazione (con indirizzo Comunicazioni di massa: semiotica del testo, scrittura creativa, sceneggiatura, storia del cinema, semiotica del linguaggio dello spettacolo), e' ricercatore, formatore, giornalista, regista, autore di importanti documentari, impegnato in varie rilevanti esperienze di pace, di solidarieta', per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera; collabora con il Centro studi "Sereno Regis" di Torino]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Dario Cambiano: 50 anni fa, a neanche un mese dalla costruzione del muro di Berlino, all'apice della guerra fredda, la Marcia della Pace fu un momento di eccezionale importanza nel raccogliere in un unico evento il mondo del pacifismo italiano, e fargli acquisire coscienza del proprio valore e del proprio potere. Mantenere questa tradizione nei successivi cinquant'anni e' stato importante: come lo sventolare di una bandiera, di un simbolo: rimanendo coscienti che la pace non si costruisce sventolando bandiere ma affrontando i conflitti. E ricordandosi che non basta mai marciare un giorno, magari in mezzo a tanti politici che si fanno vedere solo quella volta li'.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Dario Cambiano: Al di la' del doveroso ricordo di un evento per certi versi epico (immaginate cosa voleva dire sfilare, e con un gesto quasi sacrificale - i tanti chilometri percorsi sotto il sole - davanti a un mondo che di fronte allo strapotere atomico non osava che guardare attonito alle superpotenze sull'orlo di un conflitto irrimediabile), la marcia di quest'anno dovrebbe ricordare ai nostri politici il corrotto rapporto avuto con il governo libico e la criminale politica dei respingimenti effettuata con la collusione di Gheddafi. Ma, al di la' delle proteste, chi si ritrovera' sotto la bandiera di Capitini dovrebbe interrogarsi sulla persistente frammentazione dei movimenti progressisti e la loro incapacita' di esprimere appieno le proprie potenzialita' a livello politico: testimoniare la volonta' di pace non basta piu', bisogna andare oltre.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Dario Cambiano: La nonviolenza e' un percorso continuo, che coinvolge l'individuo e la societa' dal livello politico fino a quello spirituale. La nonviolenza non puo' essere una "tecnica" da insegnare come una qualsiasi altra materia: la nonviolenza partecipa di tutto l'essere che l'adotta, e di questo si nutre, coinvolgendo profondamente i valori e le risorse umane dell'individuo. La nonviolenza ha  una potenza eccezionale, se si crede veramente, in senso capitiniano, nel non considerare mai l'avversario come un nemico ma come un soggetto che partecipa alla risoluzione del conflitto al nostro pari. Certo, bisogna interrogarsi perche' siamo e restiamo un movimento di nicchia, mentre il tessuto morale della nostra societa' continua a impoverirsi. Forse il nostro rapporto con la societa' civile e' troppo cauto, moderato, da "studiosi"; o, peggio, da intellettuali convinti di aver raggiunto un livello morale superiore, tutte cose che ci allontanano dalla gente.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Dario Cambiano: Un ruolo di ispirazione: e' utile pensare che un giorno tutto il mondo sara' pacifista e nonviolento, ma non bisogna confondere i sogni con la realta'. E bisogna pensare a come arrivarci, a quel giorno. Ripeto, interroghiamoci sulla frammentazione dei movimenti: agire divisi non e' piu' un paradigma vincente. E interroghiamoci sul perche' l'insegnamento della nonviolenza non e' inserito nei programmi scolastici, ad esempio.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Dario Cambiano: Le rivolte egiziana e tunisina, ovviamente; gli indignados spagnoli. Ma anche la grande, gioiosa mobilitazione che ha portato alla vittoria dei referendum, la grande mobilitazione delle donne: gli italiani hanno riscoperto la possibilita' di agire, di far sentire la propria voce. Ora la sfida e' trasformare questi episodi sporadici in una partecipazione attiva e continua: e in Italia non sembra facile come in Nordafrica o in Spagna.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Dario Cambiano: Indubbiamente la creazione di un movimento politico dal basso. Credo che l'epoca dei "mille rivoli" che sparpagliati possano modificare la societa' vada ridiscussa, analizzata alla luce dei risultati che ha portato. E se fosse ora di tentare una nuova esperienza riunificatrice dei movimenti, una nuova "rete" che ci coordini e ci ispiri?
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Dario Cambiano: La nonviolenza e' una esperienza di vita. Nasce dall'ahimsa che se seguita correttamente porta a occuparsi in modo nonviolento di tutta la Creazione, dalle piante agli animali agli uomini. La nonviolenza e' vegetariana, non solo per ripudio della sofferenza animale, ma perche' il consumo di carne e' causa di violenza strutturale nella nostra societa'. La nonviolenza e' antinucleare, perche' non si puo' crescere industrialmente a discapito delle risorse ambientali, ne' mettendole in irrimediabile pericolo. La nonviolenza e' no-tav, perche' vede nei trasporti la violenza che essa perpetra sulla natura e sulle infrastrutture umane e sulle culture. La nonviolenza e' a km zero, felicemente decrescente e semplicemente volontaria: perche' il progresso non puo' passare per la sottrazione di risorse ad altrui, e deve passare per la condivisione di quanto si produce.  La nonviolenza e' gestione dei conflitti con il coraggio dell'ascolto dell'altro, della comprensione, capitiniana, che non abbiamo di fronte un nemico, ma un interlocutore con cui arrivare a una pacificazione.

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FEDERICA CURZI
[Ringraziamo Federica Curzi (per contatti: federica.curzi@comune.macerata.it) per questa intervista.
Federica Curzi e' assessore del Comune di Macerata alla Partecipazione e decentramento, Politiche giovanili, Rapporti con l'Europa, Pari opportunita', Nonviolenza. E' dottore di ricerca in materie filosofiche, operatrice sociale, progettista per le politiche giovanili, saggista; alla sua tesi di laurea nel 2002 e' stato attribuito il premio dell'Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini; collabora alla rivista on line www.peacereporter.net Tra le opere di Federica Curzi: Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004. Scritti su Federica Curzi: cfr. l'ampio saggio dedicato al suo libro da Enrico Peyretti ne "La domenica della nonviolenza" n. 23]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Federica Curzi: Rischiando di essere banale credo che il valore piu' autentico della marcia sia stato quello originario ispirato da Aldo Capitini: la domenica e il cammino. Guardando il filmato originario di quella domenica del 1961 e vedendo i contadini, i lavoratori, le donne, i bambini, gli anziani che accorrono e si uniscono alla marcia viene da pensare che manifestare per la pace sia la cosa piu' bella e piu' naturale del mondo. Il giorno di festa permette a tutti di fare presenza, parola cara e fondamentale per Capitini e per tutta la filosofia della nonviolenza. Essere in tanti, tutti diversi e uniti dal cammino, da una meta comune. Truffaut diceva che le gambe sono il compasso con cui misuriamo il mondo: camminare insieme verso un traguardo ci dice che tutto e' raggiungibile.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Federica Curzi: La partecipazione. Si noteranno molto i giovani, a cui e' dedicata la marcia e l'happening che la precede. Hanno un grande desiderio di partecipare e di vivere il loro presente. Sono la generazione decisiva per le sorti del mondo, senza voler esagerare: o loro, o mai piu'. E io sono estremamente fiduciosa nella capacita' che questi nuovi movimenti hanno di costruire la pace. Inoltre, mi piacerebbe molto uno sguardo che da Assisi raggiunga il Nordafrica e i giovani tunisini, egiziani, tutti quanti stanno facendo la storia della liberazione dei loro paesi.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Federica Curzi: Purtroppo non e' possibile avere il polso della situazione. E questo e' gia' il primo limite. La nonviolenza come idea e come metodo si insinua nelle pratiche e nella quotidianita' delle persone, dei gruppi, a volte - rarissimamente - anche dei partiti politici senza mai divenire esplicita scelta o bandiera. Questo fa parte della natura della nonviolenza, che non si fa ideologizzare. Ma e' anche il segno di quanto faccia paura, soprattutto ai poteri. Occorre ripensare - a dieci anni dal G8 di Genova - alla costruzione di una rete di movimenti, associazioni, cittadini che abbiano nella scelta della nonviolenza il loro filo rosso. Soltanto con la capacita' di fare massa (critica, si diceva un tempo) si puo' pensare di essere incisivi.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Federica Curzi: Anzitutto il Movimento ha il compito di non disperdere la memoria del suo fondatore, di divulgare il suo pensiero, di ristampare il suoi scritti. I movimenti nonviolenti presenti in Italia possono fare questo lavoro dal basso e a bassa intensita' di ingresso nella cultura diffusa: possono entrare nelle scuole e nei programmi didattici, nelle universita' con argomenti per tesi di laurea, promuovere la conoscenza di un pensiero alternativo, che non ha bisogno di tante parole per persuadere le persone che e' la strada giusta, ha soltanto bisogno di essere imparato!
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Federica Curzi: Purtroppo quelli che mi vengono in mente non sono fotografie della nonviolenza, bensi' i suoi negativi. In questi ultimi mesi sono accadute cose di gravita' estrema, che fanno pensare ad un arretramento della civilta': i bagni di sangue dei governi (o dei dittatori) che sparano sulla folla, l'attentato in Norvegia, i massacri famigliari che hanno riempito le cronache italiane. Ci fanno dire che la nonviolenza non e' questione filosofica, bensi' sociale, civile, una virtu' quotidiana di cui parlare a colazione e non nelle sale dei convegni. Tuttavia, a testimonianza che la nonviolenza e' un percorso che si infila nei metodi e nelle pratiche, ci sono alcuni fatti significativi: la vittoria del referendum sui beni comuni; il movimento pacifico e dilagante delle donne "se non ora quando". Esperienze che dovrebbero far riflettere il movimento sulle potenzialita' delle rete web a livello di potere diffuso, partecipazione e diritti culturali.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Federica Curzi: Proporrei di iniziare a riflettere sulla rete di cui parlavo prima. Penserei a una modifica dei piani e programmi scolastici per rivedere l'abc su cui crescono i nostri giovani; penserei a corsi di aggiornamento per insegnanti sulla mediazione nonviolenta dei conflitti e sui "maestri" della nonviolenza; insisterei, anche attraverso il coordinamento degli enti locali per la pace, su una stretta collaborazione con i Comuni, le Province e le Regioni per costituire reti civiche di prossimita', educazione alla pace, cittadinanza, diritti.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Federica Curzi: Per avvicinarsi alla nonviolenza direi tre cose: parlare con o leggere le lettere di un condannato a morte; conoscere la biografia di Danilo Dolci; leggere un libro di Gandhi e uno di Capitini. Quanto a che cos'e' la nonviolenza, direi che la domanda e' mal posta, che non esiste una definizione di nonviolenza, ne' si puo' pensare di essere nonviolenti, ma esserlo di volta in volta dicendo a se stessi, di fronte ad ogni scelta, "compi l'azione giusta". Insomma, La nonviolenza e' in cammino...

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ROBERTO DELLA SETA
[Ringraziamo Roberto Della Seta (per contatti: r.dellaseta@partitodemocratico.it) per questa intervista.
Roberto Della Seta, senatore, gia' presidente di Legambiente, e' una delle figure piu' autorevoli dell'impegno ambientalista in Italia. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente voce: "Roberto Della Seta (Roma, 15 agosto 1959) e' un politico e pubblicista italiano, e' stato a lungo dirigente di Legambiente. Dal 2003 al 2007 e' stato presidente nazionale dell'associazione. Giornalista, autore di saggi sulla storia del pensiero e del movimento ambientalisti, nel 2007 e' stato eletto nell'assemblea costituente del Partito Democratico. Membro del primo comitato esecutivo nazionale del Pd, nel 2008 e' stato eletto senatore. Fa parte della Commissione Ambiente del Senato, dove ricopre l'incarico di capogruppo del Pd. Tra le opere di Roberto della Seta: La difesa dell'ambiente in Italia. Storia e cultura del movimento ecologista, Franco Angeli, Milano 1999; (con Daniele Guastini), Dizionario del pensiero ecologico. Da Pitagora ai no-global, Carocci, Roma 2007". Cfr. anche il sito www.robertodellaseta.it]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Roberto Della Seta: Quando e' nata, la marcia Perugia-Assisi ha avuto l'enorme merito di mettere in campo una visione pacifista e nonviolenta autentica, libera da ogni collateralismo politico-partitico. Questa impronta iniziale ha consentito di far vivere la marcia fino ad oggi, di farne una delle espressioni piu' autorevoli e genuine, non solo in Italia, di un'idea di impegno per la pace nella quale convivono ispirazione ideale e capacita' di proposta politica. Cosi', la marcia Perugia-Assisi da' voce a un pacifismo che non e' sola testimonianza ma e' indicazione di un radicale cambio di orizzonte nel modo d'intendere le relazioni tra i popoli.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Roberto Della Seta: Penso che quest'anno piu' che mai, al centro della marcia vi sara' l'obiettivo di coniugare sempre piu' strettamente lotta per la pace e lotta per la democrazia: dal Nord Africa al Medio Oriente, dall'Afghanistan alle tante guerre dimenticate d'Africa, questo nesso emerge con sempre maggiore forza, e chiede anche a noi europei, a noi occidentali di allargare e adattare il nostro impegno per la pace.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Roberto Della Seta: La nonviolenza cresce nella societa', ma la politica non solo in Italia fatica terribilmente ad accoglierla. Da destra come da sinistra, viene vista soprattutto come una sensibilita' personale, lodevole ma irrealistica e in ogni caso impolitica.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Roberto Della Seta: I movimenti nonviolenti devono battersi soprattutto per dimostrare che il proprio punto di vista non e' il frutto di una generosa e irrealistica utopia, ma anzi e' piu' realistico ed efficace come risposta ai problemi del mondo attuale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Roberto Della Seta: Per me, il dato piu' rilevante e incoraggiante e' nel lavoro della Corte penale internazionale: con l'arresto di Karadzic e Mladic, presto mi auguro con quello di Gheddafi e con l'incriminazione del siriano Assad, si va affermando l'idea che punire i crimini di guerra e i crimini contro l'umanita' non e' un "affare dei vincitori" come fu (allora inevitabilmente) con i criminali nazisti a Norimberga, ma un compito della comunita' internazionale.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Roberto Della Seta: Credo che due obiettivi prioritari siano la riforma dell'Onu e la nascita di un'Europa unita anche in campo militare, passaggi indispensabili per dare coerenza, chiarezza, efficacia al principio che io ritengo irrinunciabile dell'ingerenza umanitaria.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Roberto Della Seta: Risponderei che la nonviolenza, per me da quando scelsi 25 anni fa di essere obiettore di coscienza, e' cercare di impegnarmi per un mondo dove nessuno - nessuno Stato, nessun potere - possa impunemente usare con altri violenza e prepotenza per raggiungere i propri scopi, e poi coltivare la consapevolezza che in fatto di violenza organizzata il fine non giustifica in nessun caso i mezzi.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 665 del primo settembre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Giovedì 01 Settembre,2011 Ore: 15:39
 
 
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