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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Interventi e interviste a Enrico Bianchi, Piero P. Giorgi, Damiano Stufara,

VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI.
Interventi e interviste a Enrico Bianchi, Piero P. Giorgi, Damiano Stufara

Dal Numero 664 del 31 agosto 2011 dei TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO


2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. UN INTERVENTO DI ENRICO BIANCHI
[Ringraziamo Enrico Bianchi (per contatti: segrpresidentecc@comune.livorno.it) per questo intervento in risposta a una richiesta di intervista.
"Enrico Bianchi e' presidente del Consiglio Comunale del Comune di Livorno e medico di medicina generale. Nato a Livorno il 12 maggio del 1950, e' laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in malattie del tubo digerente, sangue, ricambio. Autore di dodici lavori clinici di interesse nazionale. Dal 1977 e' anche funzionario Unire preposto alla disciplina delle corse dei cavalli (sua grande passione fin dall'infanzia) presso gli ippodromi di Livorno, Pisa, Firenze, Grosseto e Roma. E' stato curatore di trasmissioni televisive inerenti il mondo ippico, e dal 1993 membro effettivo del cda della Societa' Labronica Corse Cavalli. E' stato eletto Presidente del Consiglio Comunale di Livorno, per la prima volta, nel 2003 dopo essere stato Presidente della V commissione consiliare (sociale e sanitaria). Candidatosi nuovamente nel 2009 per le elezioni del Consiglio Comunale nelle liste del Pd (primo eletto della maggioranza per preferenze) viene ricandidato e rieletto come Presidente del Consiglio Comunale di Livorno, ruolo che ancor oggi ricopre oltre a quello di medico a cui tiene moltissimo. Oltre ai cavalli, ha un'altra grande passione: l'archeologia, ed ama coltivare  orchidee"]

La marcia Perugia-Assisi simbolicamente rappresenta un cordone che unisce la gente, nel tempo e nello spazio, la coinvolge. E' la tangibile contrapposizione alla violenza da parte della nonviolenza. La condanna, visibile perche' fatta persona, delle ingiustizie, delle guerre, dei soprusi.
Nella assai preoccupante situazione mondiale odierna, il rimanere uniti contro la disgregazione che minaccia ogni ambito del vivere civile rappresenta l'atteggiamento piu' costruttivo, piu' utile per confrontarsi con le problematiche sociali. Il messaggio della nonviolenza dovrebbe divenire messaggio trasversale, e strumento di formazione delle giovani generazioni, indispensabile nella globalita' del nostro vivere quotidiano.
C'e' bisogno di strumenti adeguati e nuovi per fronteggiare le nuove realta', fatte di diversita', di culture altre, di svantaggio, talvolta di deprivazione. La cultura dell'accoglienza e della nonviolenza rappresenta l'elemento formativo e informativo per un programma di ristrutturazione sociale.
Metaforicamente parlando la nonviolenza e' come una nuvola leggera e soffice sospinta dal vento, "la liberta' dell'essere".

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A PIERO P. GIORGI
[Ringraziamo Piero P. Giorgi (per contatti: pieropgiorgi@gmail.com, www.pierogiorgi.org) per questa intervista.
Laureato in Biologia a Bologna (1965), Piero P. Giorgi ha ottenuto un PhD in neurologia in Inghilterra e ha insegnato neuroscienze in Svizzera e Australia fino al pensionamento (2005). E' co-fondatore della laurea in Studi sulla Pace dell'University of Queensland (1991) e dell'Australian Centre for Peace and Conflict Studies (2002). E' tornato in Italia nel 2005 per promuovere la nonviolenza (teoria e pratica). E' attualmente Associate Professor presso il National Centre for Peace and Conflict Studies dell'University of Otago (Dunedin, New Zealand) e membro del Centro Europeo di Gargnano (Brescia). E' co-fondatore del corso Master di Nonviolenza Applicata presso l'Universita' di Bergamo (2012). L'ultimo libro in italiano: La violenza inevitabile. Una menzogna moderna, Jaca Book, Milano 2008. Si veda anche l'intervista in "Coi piedi per terra" n. 387]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Piero P. Giorgi: La notevole partecipazione del pubblico, specialmente dei giovani, e la buona esposizione mediatica.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Piero P. Giorgi: La ricorrenza del cinquantesimo anniversario della prima marcia Perugia-Assisi promossa da Aldo Capitini nel 1961. Il bisogno urgente di rilanciare l'idea fondamentale dell'Unione Europea (pace e collaborazione), in un momento nel quale tutta l'attenzione sembra concentrata sull'economia. Il bisogno di capire le motivazioni e le dinamiche dell'attuale desiderio di democrazia emerso nel mondo arabo. La necessita' d'inquadrare le nuove strategie energetiche all'interno della pace e della nonviolenza nei riguardi della natura.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Piero P. Giorgi: L'attuale sviluppo dal concetto di nonviolenza, intesa come strategia operativa di trasformazione, e' ben rappresentato dal nuovo corso Master (livello II) in Nonviolenza Applicata introdotto presso l'Universita' di Bergamo (febbraio 2012-febbraio 2013) (http://sdm.unibg.it/struttura/struttura.asp?cerca=nonviolenza_Applicata) con la collaborazione dell'Associazione Neotopia (www.neotopia.it). La novita' del corso riguarda l'importanza data alla violenza strutturale che opera nella vita quotidiana e alle nuove soluzioni nonviolente, lente, legali e locali che proveranno la possibilita' di creare una societa' nonviolenta in una piccola citta'. Questo progetto non e' piu' un'utopia, ma diventa appunto una neotopia ("societa' nuova").
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Piero P. Giorgi: I gruppi interessati alla nonviolenza devono fare rete per ottenere un impatto sul pubblico a livello informativo (non una fusione, perche' la varieta' dei metodi e' preziosa). L'informazione necessaria riguarda l'origine della violenza e della nonviolenza, i meccanismi sociali che promuovono la violenza e i vantaggi che si otterranno adottando invece la nonviolenza (comunita' piu' felici, sane e benestanti).
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Piero P. Giorgi: Per un rapporto nonviolento con l'ambiente e' stata importante la decisione del governo tedesco di abbandonare gradualmente la produzione di energia atomica. Per l'Italia e' notevole aver organizzato la Conferenza Cica a Roma (22-25 settembre 2011, Consiglio Nazionale delle Ricerche) dedicata al venticinquesimo anniversario della Dichiarazione di Siviglia, che nel 1986 nego' per la prima volta l'idea (ancora prevalente) della violenza innata negli esseri umani. Altro fatto importante e' descritto in una precedente risposta.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Piero P. Giorgi: Occorre identificare i tanti fenomeni di violenza strutturale nella vita quotidiana, la madre di tutte le altre forme di violenza (guerra inclusa). Bisogna poi formulare soluzioni alternative per promuovere una ri-conversione nonviolenta della societa', specialmente nelle piccole citta' italiane.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Piero P. Giorgi: A differenza del concetto di pace (una giusta aspirazione degli esseri umani), la nonviolenza e' un modo di pensare, di vivere e di agire in societa' che permettera' la graduale eliminazione di tutte le forme di violenza, perche' non convenienti. La nonviolenza rappresenta la sola speranza di sopravvivenza della specie umana minacciata dai crescenti danni messi in atto dopo l'introduzione puramente culturale della violenza circa 7000 anni fa (medio neolitico). La nonviolenza puo' essere perseguita per una convinzione antropologica, o per ragioni etiche, o per rispetto di una prescrizione religiosa. Noti maestri di nonviolenza furono Buddha, Gesu', Gandhi, Martin Luther King, Aldo Capitini. Per accostarsi alla nonviolenza, prendere contatto con il Centro Sereno Regis (Torino), la Casa della nonviolenza (Verona), il Centro di ricerca per la pace (Viterbo), l'Associazione Neotopia (Piacenza) o uno dei numerosi gruppi operanti la nonviolenza in Italia.

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A DAMIANO STUFARA
[Ringraziamo Damiano Stufara (per contatti: rifo@crumbria.it) per questa intervista.
Damiano Stufara, nato a Terni il 21 maggio 1978, e' il consigliere regionale dell'Umbria piu' giovane anche in questa legislatura. Inizia a fare politica prima nel movimento studentesco e poi nel Partito della rifondazione comunista. Nel 1995 viene eletto coordinatore provinciale dei Giovani comunisti, nel'aprile 1997 consigliere comunale a Terni e un anno dopo segretario provinciale del Prc. Rieletto consigliere comunale nel '99 e nel 2004, riconfermato nel ruolo di segretario provinciale del Prc, entra a far parte del Comitato nazionale del partito. Dal 2003 coordina, a nome dei piu' importanti enti locali della provincia di Terni, con la supervisione dell'Unops, un'agenzia dell'Onu, un progetto di cooperazione internazionale fra la Provincia di Terni e la Provincia di Granma, a Cuba. Nelle elezioni regionali del 2005 e' stato il candidato piu' votato in Umbria del Prc. Nelle regionali del 2010 e' stato eletto nella lista provinciale di Terni di "Rifondazione Comunisti Italiani"]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Damiano Stufara: La marcia rappresenta, oggi come cinquant'anni fa, un punto di svolta nel metodo del movimento pacifista. Il contrasto alle politiche belliciste e inumane, da presa di coscienza individuale esercitata nell'ambito della propria sfera vitale, diviene un processo collettivo di resistenza attiva che non solo trasforma il sentire comune all'interno della societa', ma riesce anche ad operare una trasvalutazione dei valori di coloro che questa resistenza esercitano. Si tratta di un'esperienza che insegna la possibilita' di un'unita' d'intenti e di prospettive basata sul riconoscimento reciproco, al di la' di ogni forma di totalitarismo ideologico. Il suo significato antisistemico nel corso degli anni e' andato crescendo, nella stessa misura con cui si e' fatta carico di sempre piu' complesse problematiche.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Damiano Stufara: Uno dei contributi piu' importanti del movimento pacifista, almeno nei paesi che dal secondo dopoguerra godono dell'assenza di conflitti armati sul loro territorio, e' l'aver costretto tutti quanti a guardare al mondo nella sua interezza ed a prendere atto delle ingiustizie su cui si e' fondato negli anni il nostro benessere. Non ci sono mai stati cosi' tanti conflitti nel mondo come nell'era postmoderna, non c'e' mai stata una cosi' grande diseguaglianza fra nord e sud del pianeta, non e' mai stata cosi' evidente la funzione repressiva delle missioni internazionali rispetto alle istanze di quanti stanno alla base della piramide sociale mondiale. Se c'e' un tema che caratterizza la marcia quest'anno, alla luce di quella grande domanda di democrazia reale che viene dalla primavera araba, secondo me e' proprio l'internazionalismo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Damiano Stufara: E' impossibile parlare del movimento nonviolento italiano prescindendo dalla societa' italiana. Dopo anni di normalizzazione ideologica e di censura preventiva, sembra che la sabbia del dubbio inizi a bloccare gli ingranaggi della macchina militarista. La grande maggioranza degli italiani non crede piu' ad un esito positivo delle missioni internazionali e alla possibilita' di "esportare la democrazia", una conquista sempre piu' sconfessata dentro la nostra stessa societa'. Il passaggio successivo e' rendere feconda questa disillusione, trasformarla in una forza consapevole di poter incidere sulle scelte di politica internazionale del nostro Paese, come pure su quelle in materia di lavoro, di prevenzione, di pari opportunita'. Si tratta di cogliere, nell'indignazione crescente, una capacita' creativa di nuovi mondi possibili.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Damiano Stufara: I movimenti sono dei luoghi d'interlocuzione in perenne cammino, dove chiunque puo' contribuire alla produzione di senso. La decostruzione di ogni principio d'autorita' dato per presupposto nel senso comune rappresenta attualmente la loro opera piu' feconda, che la stessa dimensione politica, se vuole rispondere al compito che si pone di tutelare l'interesse collettivo, e' chiamata a fare dentro se stessa. Partiamo ad esempio da una considerazione di base, che per la sua semplicita' attraversa tutte le generazioni: perche' ci dev'essere chi ha di piu' e chi niente? Perche' i ricchi e i poveri? Come fa a mantenersi un tale squilibrio? Il movimento, come ogni critica, deve prendere le cose alla radice; questa riscoperta della dimensione pratica nella coscienza che ogni individuo ha di se' e' dirimente per la qualita' dell'azione nonviolenta, in quanto consente di accedere ai modi della cultura giovanile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza? E su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Damiano Stufara: Non si puo' nascondere il fatto che la mancanza di una campagna nazionale contro la guerra in Libia, come pure rispetto alla vicenda afghana, sia un segno di debolezza; viviamo in una fase in cui il dissenso a questo come ad altri interventi e' ancora indeterminato nei contenuti, ma potenzialmente vastissimo, come dimostrano invece le innumerevoli mobilitazioni contro la crisi economica o le tante vertenze ambientali tutt'ora aperte ad ogni esito, a partire dalla Tav. Il dramma economico che attraversano i paesi europei porta con se' anche il rischio di un restringimento degli orizzonti. Quella che pero' si configura come una debolezza - ovvero l'incapacita' di connettere il contrasto alle politiche antisociali con l'opposizione alla guerra - puo' trasformarsi in una grande possibilita' di cambiamento se questa connessione verra' posta in atto. Per dirla in maniera forse un po' brutale, il movimento nonviolento e' chiamato a parlare maggiormente di economia, a riconoscere la violenza armata come un prodotto della violenza dei rapporti sociali.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Damiano Stufara: Gli direi che il rifiuto della violenza e' cio' che ci consente di essere noi stessi senza con questo negare nulla agli altri. Ci sono delle domande la cui risposta dura tutta una vita, come quelle poste da Gandhi: "Se esiste un uomo nonviolento, perche' non puo' esistere una famiglia nonviolenta? E perche' non un villaggio, una citta', un paese, un mondo nonviolento?".

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 664 del 31 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Mercoledì 31 Agosto,2011 Ore: 16:15
 
 
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