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VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI
Interviste a Nino Lisi, Antonio Mazzeo

Dal Numero 655 del 22 agosto 2011 dei TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO


2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A NINO LISI
[Ringraziamo Nino Lisi (per contatti: ninolisi@alice.it) per questa intervista.
Nino Lisi fa parte della comunita' di base di San Paolo a Roma, del comitato di gestione di "Amistrada" (Rete di amicizia con le ragazze e i ragazzi di strada guatemaltechi), e di molte altre esperienze di solidarieta' e di pace; da sempre impegnato nel movimento delle comunita' cristiane di base, ne e' uno dei rappresentanti piu' noti in Italia]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Nino Lisi: Cinquant'anni sono un bel tratto di strada. Ed e' un gran traguardo essere riusciti per cosi' lungo tempo a tenere abbinata alla speranza/domanda di pace l'idea della nonviolenza, negando cioe' che la pace possa realizzarsi con mezzi che la negano in radice e rigettando quindi la pretesa che in caso di conflitto si possa eliminarlo con la forza annientando uno dei contendenti, invece che gestire e ridurre le ragioni della controversia. Un successo, dunque. Nel successo e' pero' insita un'insidia: la ripetitivita' puo' snaturare un evento in un rito, ottundendone il senso e sminuendone l'efficacia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Nino Lisi: Sarebbe bene a mio avviso che si focalizzasse nel segnalare le forme piu' subdole di violenza, quelle che a prima vista non vengono individuate come tali e che sono poi all'origine delle deflagrazioni contro le quali ci mobilitiamo alla vigilia, quando ormai e' troppo tardi. Mi riferisco alla violenza dei grandi poteri economici e dei potentati finanziari, alla violenza insita nell'espansione capitalistica e nella sua assurda pretesa di una crescita illimitata in un mondo che per sua natura ha dei limiti, alla violenza dell'Occidente che persevera nell'intento di porsi ed imporsi come modello e misura al resto del mondo, nonostante i segni piu' che evidenti che il suo modello e' in crisi. A queste violenze quotidiane e sistematiche dovremmo opporci sistematicamente e quotidianamente, con le piu' disparate ed efficaci forme della  nonviolenza. Da subito, prima che sia troppo tardi, prima che nell'illusione di preservare il sistema occidentale dalla crisi la violenza deflagri.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Nino Lisi: Non saprei dire. Ho l'impressione che la cultura della nonviolenza come forma attiva di lotta per modificare l'ordine esistente delle cosa qualche passo avanti l'abbia fatto. Ma credo che si sia ancora lontani dalla massa critica necessaria per un'azione efficace.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Nino Lisi: L'ho detto prima: escogitare forme efficaci di opposizione alla subdola violenza dilagante del sistema imperniato sullo sviluppo capitalistico e sul dominio dell'Occidente sul resto del mondo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Nino Lisi: La scelta strategica della maggioranza del popolo palestinese sotto occupazione di opporvisi con forme di resistenza nonviolenta.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Nino Lisi: Che e' la forma piu' efficace per opporsi alla violenza. Il Potere sa perfettamente come battere la controviolenza degli oppressi, ma ha ben scarsi mezzi di fronte alla nonviolenza.

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ANTONIO MAZZEO
[Ringraziamo Antonio Mazzeo (per contatti: a_mazzeo@yahoo.com) per questa intervista.
Antonio Mazzeo e' peace-researcher e giornalista impegnato sui temi della pace, della militarizzazione, dell'ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalita' mafiose. Ha pubblicato alcuni saggi sui conflitti nell'area mediterranea, sulla violazione dei diritti umani e piu' recentemente un volume sugli interessi criminali per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina (I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina, Edizioni Alegre, Roma). Ha ricevuto il "Premio Giorgio Bassani - Italia Nostra 2010" per il giornalismo. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 322]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Antonio Mazzeo: La Marcia Perugia-Assisi sin dalla sua prima edizione, 50 anni fa, e' stata l'appuntamento in cui si sono "contaminate" culture e visioni del mondo diverse ma che avevano come denominatore comune il rifiuto delle guerre e dell'uso delle armi, l'affermazione della pace e della giustizia sociale. Grazie alla Marcia e' stato possibile visibilizzare, socializzare e affermare nella cultura e nella societa' italiana repubblicana i principi e le pratiche della nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Antonio Mazzeo: L'appello dell'edizione di quest'anno della Marcia enfatizza particolarmente il clima d'ingiustizia sociale e la crisi strutturale ed economica che investe pesantemente la vita di miliardi di donne e uomini in tutto il mondo. Onestamente avrei pero' preferito che si desse maggiore rilevanza alle guerre e ai processi di riarmo in atto internazionalmente, avrei voluto un "No" chiaro e netto all'intervento militare italiano in Libia, un "No" alle guerre in Iraq, Afghanistan e Pakistan, un "No" al nucleare civile e militare e ai nuovi sistemi di morte. la Marcia e' un'occasione unica, irripetibile per dar voce e forza al popolo della pace, che per questa sua edizione 2011 poteva sicuramente essere utilizzata meglio.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Antonio Mazzeo: Purtroppo, ma vale anche per il piu' ampio movimento "no war", quella odierna e' per i movimenti nonviolenti una fase storica in cui sono piu' deboli e incapaci d'incidere sui grandi processi internazionali, nonostante la guerra sia divenuta sempre piu' globale e permanente. Spero di cuore che il 25 settembre possa rappresentare in Italia un primo momento collettivo di svolta per ridare il via ad una nuova fase di mobilitazioni, accanto e congiunti ai movimenti sociali che sicuramente occuperanno le piazze del paese nei prossimi mesi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Antonio Mazzeo: Quello di mettere a disposizione il proprio patrimonio di idee, valori, azioni e forme di lotta, con piena disponibilita', senza voglie e bisogni inutili di protagonismo, cercando collaborazioni e alleanze con i soggetti sociali, gli studenti, gli ambientalisti e tutti coloro che ancora hanno la forza d'indignarsi per le ingiustizie, le sofferenze di donne e uomini, le sopraffazioni, le prevaricazioni, le guerre, la distruzione dell'ambiente e delle risorse naturali.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Antonio Mazzeo: Nonostante gli scenari siano densi di nubi, e si evidenziano all'orizzonte vecchie e nuove tragedie, ci sono segnali in controtendenza che ci consentono di nutrire speranze e desideri di esserci, opporci, resistere. Le campagne referendarie per l'acqua bene comune e contro il rilancio del nucleare, le occupazioni di istituti secondari e universita' contro la privatizzazione del sapere, le mille iniziative locali contro dissennati megaprogetti infrastrutturali e grandi opere, o contro le nuove basi di guerra e di morte, segnano momenti assai significativi di lotta nonviolenta. Ad essi si aggiungono le iniziative in tutta Europa di giovani, disoccupati e studenti per i diritti al lavoro, all'istruzione, alla salute, o le lotte dei popoli indigeni e dei movimenti sociali in America latina e in alcuni paesi asiatici contro lo strapotere delle transnazionali e per l'accesso alla terra e alle risorse naturali. Il pianeta e' sull'orlo del baratro, ma queste energie sviluppatesi al Nord come al Sud possono ancora impedire l'olocausto finale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Antonio Mazzeo: Credo che si debba ripartire con le mobilitazioni diffuse contro vecchie e nuove operazioni di guerra e d'intervento militare (Libia, Afghanistan, Iraq ma penso pure al Corno d'Africa, dove si moltiplicano le spinte per un "intervento umanitario" a suon di missili e bombe), contro i nuovi piani di riarmo e militarizzazione del territorio (penso ai grandi centri-hub che le forze armate Usa, Nato e italiane stanno realizzando o ampliando in Italia, vedi Aviano-Vicenza, Camp Darby-Pisa, Napoli-Capodichino, Trapani-Sigonella, o all'avvio dei lavori per insediare a Niscemi, Caltanissetta uno dei quattro terminali terrestri del nuovo sistema Muos di telecomunicazione satellitare per le guerre convenzionali e nucleari del XXI secolo, ecc.). Ma bisognera' tentare di bloccare anche i piani di riconversione militare di complessi e centri di produzione industriale (vedi ad esempio quanto accade in Fincantieri o a Cameri-Novara con il programma per il cacciabombardiere F-35). Per i noviolenti sara' poi doverosa la partecipazione in prima persona alle iniziative sociali e sindacali per impedire le controriforme costituzionali in atto, contro le privatizzazioni selvagge e l'affermazione del modello socio-economico neoliberista che il governo, con il consenso di diverse forze "d'opposizione" sta implementando nel paese. E non dimenticare infine che dal Piemonte alla Sicilia continueranno le azioni e le proteste contro il dissennato modello "sviluppista" delle Grandi Opere, dilapidatrici di risorse finanziarie e generatrici di forti appetiti criminali.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Antonio Mazzeo: Direi che e' un modo "altro" d'intendere le relazioni tra donne e uomini, tra esseri viventi e con la natura, il territorio e le risorse, dove siano bandite la violenza, ogni forma di guerra, la sopraffazione, l'ingiustizia sociale, economica, ogni forma di discriminazione e asservimento. E per accostarsi ad essa chiederei l'umilta' di voler ascoltare e comprendere l'altro e di mettersi a servizio della vita contro la morte, contro ogni morte.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 655 del 22 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Luned́ 22 Agosto,2011 Ore: 17:11
 
 
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