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www.ildialogo.org Interviste a Enrico Mezzetti, Gianfranco Monaca, Franco Perna,

VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI.
Interviste a Enrico Mezzetti, Gianfranco Monaca, Franco Perna

Dal Numero 654 del 21 agosto 2011 dei TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO


2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ENRICO MEZZETTI
[Ringraziamo Enrico Mezzetti (per contatti: mezzettienrico@libero.it) per questa intervista.
Enrico Mezzetti, avvocato, protagonista a Viterbo e nell'Alto Lazio di fondamentali lotte per l'ambiente, la pace, i diritti umani; a lungo capogruppo della sinistra in Consiglio Comunale; fondatore nel viterbese della Lega per l'Ambiente (ora Lega Ambiente) e protagonista dell'opposizione alla costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro, animatore del movimento contro le servitu' militari, animatore dell'esperienza del Comitato in difesa della Costituzione, e' da sempre a Viterbo un punto di riferimento per tutti i movimenti democratici]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Enrico Mezzetti: La presa di coscienza che la pace e la nonviolenza sono valori diffusi che attraversano, trasformano e/o mettono in crisi grandi culture.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Enrico Mezzetti: L'Italia e', da anni, in guerra su piu' fronti. Le cronache (sia pure in forma reticente e mistificante) ce ne danno notizia quotidiana. Eppure (per pressoche' universale intesa) e' come se cio' non fosse e le voci di verita' scorrono come acqua sui vetri, sovrastate dalla forza dei fatti. La marcia del 25 settembre sara' in grado di contrapporre alla forza dei fatti la forza della ragione, della verita' e... della sua politica? Sara' in grado di prefigurare e di imporre un interlocutore politicamente credibile?
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Enrico Mezzetti: Mi piace la metafora del "fiume carsico". Ma e' solo un auspicio. Alla ferocia dell'ultimo decennio ed alla ideologia che la ha supportata e' stato veramente arduo contrapporre la cultura della nonviolenza.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Enrico Mezzetti: Risvegliare le coscienze. L'art. 11 della Costituzione calpestato. Le forze politiche desiderose di "rispettabilita'" internazionale che "rimuovono"; che stravolgono il significato delle parole, che chiamano "pace" la guerra; e "democrazia" "diritti umani" "comunita' internazionale" il massacro di innocenti. E' in grado il Movimento Nonviolento di aggredire tale sovrastruttura che e' diventata diffuso senso comune?
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Enrico Mezzetti: I movimenti delle donne; i diritti gay; i beni comuni; le energie alternative, l'uguaglianza davanti alla legge.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Enrico Mezzetti: Via dall'Afghanistan e dalla Libia. Accoglienza per gli immigrati e i rom.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la  nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Enrico Mezzetti: In estrema sintesi, intendo la nonviolenza come "dignita'" per se' e per gli altri. Sdegno per ogni prevaricazione. La nonviolenza e' molto piu' della semplice tolleranza; e' presa di coscienza della propria parzialita', e' curiosita' e rispetto per tutte le altre parzialita', e' ricerca di contaminazione.

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIANFRANCO MONACA
[Ringraziamo Gianfranco Monaca (per contatti: astensis@promotus.it) per questa intervista.
"Gianfranco Monaca, Asti 31 luglio 1934, Giac responsabilita' diocesana Asti 1950-54, seminario, ordinazione presbiterale Asti 1959, animazione pastorale e socio-culturale vari ambienti, pastorale migranti in Belgio (Seraing) e licence en sciences cathechese a Luouvain con Francois Houtart 1965-1970, rientro in Asti, animazione socio-culturale ambiente rurale, intanto laurea sociologia a Torino con Luciano Gallino, passaggio alla formazione/socializzazione giovani handicappati (Ial Cisl, poi comune di Asti) 1974-1990, direzione centro documentazione didattica musei civici Asti 1990-1999 (funzionario comunale), Pensione Inpdap. Attivita' volontariato editoria e grafica con Ldc Leumann catechesi e biblica per ragazzi, pubblicazioni varie storia locale, immigrazione, collaborazione a "Tempi di Fraternita'" (testi e immagini). Attivita' nell'Associazione culturale Tempi di fraternita' (onlus) prevalentemente sui temi della sicurezza sul lavoro, immigrazione, riscoperta e valorizzazione del pensiero alfieriano; in collaborazione con "Noi siamo Chiesa" promozione della memoria e dell'opera di Ernesto Buonaiuti". Molto attento alle realta' sociali, politiche e religiose, ha anche fatto diverse mostre personali e ricevuto numerosi riconoscimenti come artista (ha esposto la prima volta ad Asti nel 1952); dal sito www.astilibri.com riprendiamo il seguente piu' ampio profilo autobiografico: "Sono nato ad Asti il 31 luglio del 1934. Ho scoperto molto tardi che non era stata una giornata felice per l'Europa: il cancelliere austriaco Dollfuss fu assassinato quel giorno dai nazisti, allo scopo di prendere il potere in Austria. Penso che questo fatto abbia creato un clima avvelenato di paura e di insicurezza che ha condizionato in un modo o nell'altro la vita della gente in quegli anni. L'anno dopo la guerra in Africa Orientale per la conquista dell'impero, nel '36 la guerra di Spagna, nel '38 le leggi razziali, nel '39 l'invasione della Polonia da parte della Germania nazista, poi della Francia, del Belgio, dell'Olanda... e l'entrata in guerra dell'Italia, per potersi sedere al tavolo della "pace" con qualche centinaio di morti e spartire con la Germania il bottino di guerra. Avevo cinque anni quando venne ad Asti Mussolini. Ricordo l'aspetto strano della citta' addobbata con grandi drappi neri e tricolore. Probabilmente in casa non se ne diceva un gran bene, perche' ricordo che mi tenevo nascosto al di sotto del davanzale del balcone e avevo paura di guardare, poi vinse la curiosita'. Il duce passava in piedi su una macchina scoperta, ma visto dall'alto non era niente di speciale e mi tranquillizzai. Ma furono pochi attimi. Poi vennero i tempi dei bombardamenti, degli sfollati, della resistenza. Mio fratello era partigiano e i miei genitori dovettero darsi alla macchia per non essere presi come ostaggi. Finche' non mi resi conto di queste cose non capii perche' in casa nostra si rideva cosi' poco. Riempivo lunghe ore di solitudine divorando i libri della "Scala d'oro" della Utet e tentando di disegnare i castelli e i cavalieri di cui pullulavano quelle letture. Mi mandarono a prendere qualche lezione di musica dal maestro Baroncini, ma non se ne fece niente; non era affar mio. Provarono con il professor Rosa e con la pittura e il disegno le cose andarono meglio, ma l'impegno nelle attivita' delle organizzazioni giovanili era cio' che mi gratificava di piu'. Dopo la maturita' classica all'Alfieri frequentai per un anno la facolta' di architettura a Torino, ma l'impegno sociale e politico mi attirava con maggiore forza, e piu' ancora il lavoro di riflessione filosofica e teologica e quello dell'intervento pedagogico. A diciannove anni decisi di intraprendere gli studi teologici, che portai a termine con successo. L'attivita' di animazione culturale e pastorale mi andava bene, mi pareva fosse esattamente quello che avevo sempre desiderato, purche' l'avessi potuta svolgere con creativita' e fantasia. Questo mi condusse a inventarmi percorsi nuovi e a vivere esperienze esaltanti: lavorai per cinque anni in Belgio tra gli emigrati nella cintura carbosiderurgica di Liegi e conseguii la laurea in scienze religiose all'universita' di Lovanio nel pieno del periodo della contestazione, con una tesi di cui fu relatore Francois Houtart, uno dei piu' vivaci teologi e sociologi del mondo, ancor oggi punta di diamante del rinnovamento conciliare, irriducibile oppositore del revisionismo e della normalizzazione. Pubblicai piu' tardi su questa esperienza "Come alberi che camminano" per l'Editrice Esperienze, a cura dell'Istituto per la Storia della Resistenza di Asti. Rientrato in Italia, mentre lavoravo al recupero e inserimento dei giovani handicappati (e ci lavorai fino al '91, dopo che la struttura passo' alla gestione comunale), avendo attivato alcuni corsi di formazione professionale speciale nell'ambito dello Ial-Cisl di Asti, preparai gli esami e mi laureai nel 1975 in Sociologia a Torino con una tesi sulle "Centocinquanta ore", istituite per legge nel 1973. Pubblicai "Bestiario intimo" per le Edizioni Omega, collaborai ad alcune collane dei Fratelli Fabbri e della Elledici, di argomento pedagogico. Su invito di Francesco Coppo ho fatto alcune mostre personali e ho partecipato a lungo, per le cortesi insistenze dello squisito amico Giovanni Arri jr, alle mostre collettive della Promotrice. Fu un antico e valente mio insegnante di esegesi biblica, Pietro Daquino, a coinvolgermi in alcune sue ricerche sulla storia locale e nella redazione della rivista "Il Platano". Forse era destino, visto che gia' nel '61 don Alfredo Bianco mi aveva chiesto una piccola collaborazione per la sua "Asti medioevale". Giovanni Boano, come presidente della Cassa di Risparmio di Asti, mi affido' il compito di "raccontare" il duomo, e ne nacque "Asti: un duomo, una citta'" nel 1988. Per la Cassa avevo gia' fatto "La storia di Asti, quasi una controstoria" e "Vittorio Alfieri", combinando insieme il testo e i disegni, ma senza produrre un "fumetto" come si intende di solito questo genere. Dal 1991 questo divento' il mio mestiere, essendo passato a dirigere il Centro per la documentazione didattica dei Musei Civici. La citta' mi si veniva presentando come un'immensa enciclopedia di tutti i saperi, e mi entusiasmava - e ancora mi entusiasma - scoprire e far scoprire dagli altri (i concittadini e i giovani innanzitutto) gli aspetti sorprendenti di cio' che frettolosamente si costeggia ogni giorno senza avvedersene. Che e', tutto sommato, una metafora della vita stessa. Cosi' ho "raccontato" la chiesa e il quartiere di San Secondo in "Asti: San Secondo dei mercanti". E subito dopo ho fatto con Saviolo "Attenzione immigrati", una serie di epigrammi disegnati di impegno sociale; nello stesso senso va la mia collaborazione con il mensile "Tempi di fraternita'", del quale curo particolarmente la pagina dedicata all'"Elogio della Follia" e che ha pubblicato "Grand Hotel Giubileo", una raccolta di umorismo grafico. Teologia, sociologia, storia, umorismo grafico e vita civile sono modi diversi per "incarnare" (con maggiore o minor successo, ma almeno ci provo) l'eterno nel quotidiano, come agitando senza sosta un barattolo in cui materia e spirito rischiano continuamente di separarsi depositandosi a differenti livelli"]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Gianfranco Monaca: Ha generalizzato il concetto di pace sottraendolo alla gestione confessionale e a quella tecnocratico-politica, ha diffuso il concetto di nonviolenza a livello di base, ha raggiunto gli operatori sociali e culturali fino a capovolgere il concetto di "progresso" un tempo associato alla impossibilita' di fare a meno di un certo livello di violenza istituzionale. Ha contribuito a chiarire la differenza tra "forza" e "violenza". Ha aiutato i credenti a passare da un concetto dualista agostiniano di "peccato originale" (negativo) al concetto di "progetto creazionale" (positivo) (Mattew Fox, Original blessing).
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Gianfranco Monaca: Le liberazioni in corso dall'Asia all'Europa. Se sara' in grado di far camminare insieme i resistenti dal Tibet all'Egitto, alla Tunisia, ai palestinesi e israeliani, ai "clandestini" italiani, ai No-Tav, ai sans-papiers francesi, avra' segnato un bel punto a favore della democrazia sostanziale, segnando lo spartiacque dalla democrazia formale sbandierata dai poteri forti.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Gianfranco Monaca: Non sta attraversando un momento facile. Cresce la tentazione di farsi giustizia da se' in assenza di una politica credibile ed efficiente e di fronte all'arroganza dei ricchi sempre piu' ricchi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Gianfranco Monaca: Aiutare la riflessione e marciando molto a contatto con chi non ha voce, sempre tentato di farsi sentire con gesti che fanno sempre il gioco dei "padroni" (che non aspettano altro).
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Gianfranco Monaca: La campagna dei quattro referendum ha dimostrato quanta strada si puo' fare.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Gianfranco Monaca: Riportando a galla i temi che sono continuamente in pericolo di restare sommersi e che si fa di tutto per oscurare: carceri, omicidi sul lavoro, connessione mafie-politica-imprese. Sono una fabbrica permanente di violenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la  nonviolenza?", cosa risponderebbe?
- Gianfranco Monaca: La politica. Non c'e' alternativa.

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FRANCO PERNA
[Ringraziamo Franco Perna (per contatti: perfranco1@hotmail.com) per questa intervista.
Franco Perna e' una delle figure storiche della nonviolenza in Italia, di grandissima autorevolezza morale. "Provengo da un ambiente contadino, costretto a lasciare la scuola a dieci anni per lavorare. In seguito (meta' anni '50) ho ripreso a studiare pur continuando a lavorare. Nel 1958 collaborai brevemente con Danilo Dolci e piu' tardi anche con Aldo Capitini. Emigrato all'estero nel '59, ho svolto attivita' di coordinamento a livello internazionale con vari organismi, tra cui il Mir (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Ccivs (Coordinating Commitee for International Voluntary Service - Unesco),  Sci (Servizio Civile Internazionale), Fwcc - Europe & Middle East (Friends World Committe for Consultation - Quakers). Per alcuni anni ho anche collaborato, su base free-lance, con le istituzioni europee (Francia, Lussemburgo e Belgio), con le Nazioni Unite (Iran) e con il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Africa). Sono andato in pensione nel 1993 e attualmente vivo in Italia (con alcuni mesi all'anno in Sud Africa) assieme alla mia compagna, Asma, e alla nostra bimba (Mira, quasi 5 anni)"]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Franco Perna: Sono in sintonia con Mao Valpiana e desidero associarmi a quanto scritto da lui; detto cio', forse potrei aggiungere qualche commento telegrafico. La cosa piu' rilevante dalla prima marcia Perugia-Assisi e' la convinzione che tutti possono contribuire alla pace e alla nonviolenza, senza timore di usare questi termini nella vita di tutti i giorni.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Franco Perna: La prossima marcia contribuira' ulteriormente alla collaborazione, indispensabile, tra coloro che veramente vogliono promuovere la pace a tutti i livelli.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Franco Perna: Oggi la nonviolenza e' evidenziata dal lavoro di singoli o gruppi impegnati in progetti di giustizia sociale qua e la' nel mondo. Di tanto in tanto essa viene anche praticata efficacemente dalle masse, ma avrebbe bisogno di un maggior sostegno da parte dei media informatici.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini?
- Franco Perna: Nonostante i suoi limiti il Movimento Nonviolento (che conta solo qualche centinaio di soci) svolge un ruolo catalizzatore - assieme ad altri organismi - in questa nostra societa', ahime', politicamente e socialmente "appiattita".
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Franco Perna: Penso che le rivolte popolari in certi paesi arabi, pur tenendo conto di risvolti negativi e oppressivi di chi si ostina di rimanere al potere, siano molto significative anche per l'Italia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Franco Perna: Continuare a intensificare il nostro lavoro di formiche, soprattutto nelle nostre realta' locali, promuovendo ogni iniziativa nonviolenta che mira alla giustizia sociale quale base essenziale per la pace.
*
- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Franco Perna: Piu' che dare una definizione teorica della nonviolenza, cercherei di coinvolgere tale persona in qualcosa di pratico, operando insieme, dove i metodi nonviolenti potrebbero essere utilmente usati e messi a buon fine per il bene comune.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 654 del 21 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Domenica 21 Agosto,2011 Ore: 16:25
 
 
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Pace dal basso

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