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www.ildialogo.org Interviste a Giuseppe Moscati,Carlo Sansonetti, Antonio Sorrentino,

VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI.
Interviste a Giuseppe Moscati,Carlo Sansonetti, Antonio Sorrentino

Dal Numero 650 del 17 agosto 2011 dei TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO


4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIUSEPPE MOSCATI
[Ringraziamo Giuseppe Moscati (per contatti: giuseppe.moscati@tiscalinet.it) per questa intervista.
Giuseppe Moscati, dottore di ricerca in Filosofia e Scienze Umane e collaboratore del Dipartimento di Scienze filosofiche dell'Universita' degli Studi di Perugia, e' formatore sui temi della pace, del disarmo e della cooperazione internazionale. Giornalista pubblicista, e' redattore della rivista "Rocca", per la quale si occupa di filosofia e letteratura contemporanee, e scrive per la terza pagina di alcuni quotidiani regionali e nazionali. Tra le sue ricerche, quella sulla nonviolenza e' stata oggetto di alcuni volumi e di numerosi studi apparsi in riviste di filosofia ("Bollettino della Societa' filosofica italiana", "Rivista di storia della filosofia" e altre) nonche' di seminari e corsi di formazione e aggiornamento con particolare riferimento agli aspetti educativi. Insieme a Thomas Casadei ha curato per la Fondazione Centro studi Aldo Capitini il carteggio Aldo Capitini - Guido Calogero, Lettere (1936-1968), Carocci 2009. Segretario dell'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini, ha curato il volume Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni (Levante, Bari 2010), dedicato all'attualità di una cultura della nonviolenza per i giovani di oggi. Cfr. anche l'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 284]

- La nonviolenza e' in cammino: Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Giuseppe Moscati: Credo che l'intima energia che ha animato sin dal suo esordio la Marcia, in definitiva, sia lo stesso che ha fatto si' che essa potesse raggiungere un simile, significativo traguardo, vale a dire il grande potere di rinnovamento che essa ha portato con se', unito al valore di testimonianza viva di un'alternativa possibile. Solo che le cadute retoriche, gli infiacchimenti e in generale le tentazioni di "svendere" questo o quell'elemento autentico della Marcia sono sempre dietro l'angolo e fanno paura: a questa sfida di attenzione e' chiamato oggi piu' che mai ogni amico della nonviolenza.

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- La nonviolenza e' in cammino: E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Giuseppe Moscati: Il cinquantenario della Marcia e' una gran cosa, ma sarebbe un grave errore considerarlo un punto di arrivo. La nonviolenza e' in cammino o non e'; e allora non ci si puo' accomodare. I tratti distintivi di un simile evento non possono che essere quelli che rimandano alla situazione di globalizzazione dei problemi: problemi di tutti che richiedono l'impegno di tutti, in chiave di ecosostenibilita' e di solidarieta' internazionale. Ma il mio augurio personale, quasi una sorta di aggiunta capitiniana, e' che la Marcia - per tramite di tutti gli enti che la promuovono e di tutte le sue differenti voci - non perda l'occasione di tornare alla insistenza con cui Capitini (che e' stato qualcosa di piu' del suo ideatore) accentuava l'aspetto positivo-propositivo del termine nonviolenza. Non "non violenza" ne' "non-violenza". Piu' che mero pacifismo.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Giuseppe Moscati: Andare oltre le parcellizzazioni e' una delle urgenze cui dovrebbero guardare i soggetti della nonviolenza nostrana. Senza il superamento concreto delle posizioni strettamente ideologiche (non che ideologia in se' e per se' sia una parolaccia: mi riferisco alle derive dell'ideologia) si rischia la peggiore delle regressioni. Anche in quest'ottica c'e' ancora molto da fare e tuttavia mi sento di dire che non sono poche le luci gettate su un panorama non certo sereno. Lo "stato dell'arte", insomma, e' fatto di grandi potenzialita', qualche passaggio da non sottovalutare e tante, tante attese che devono fungere da sane provocazioni.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Giuseppe Moscati: Il Movimento Nonviolento ha un compito importantissimo e peraltro puo' far tesoro di un'eredita' storica e culturale in senso lato di un cosi' grande valore che esso non puo' non sentirsi all'altezza del compito che l'attende. Se penso poi ai numerosi giovani che si sono sentiti coinvolti dal progetto dell'Anaac - l'Associazione Nazionale degli Amici di Aldo Capitini di cui ho la fortuna di essere segretario - di costituire una rete di studiosi del pensiero capitiniano, devo dire che mi riscopro ottimista. La nonviolenza attuale in Italia e' ricca di realta' piccole, ma tenaci: sarebbe proficuo un maggior lavoro di raccordo di tutte queste nobili forze.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Giuseppe Moscati: In Italia c'e' Marco Pannella e poco piu'; in effetti la politica nostrana si occupa poco di strategia nonviolenta, mentre il mondo dell'associazionismo si e' dimostrato capace di azioni corali rilevanti, solo che troppo poco passa oltre il muro massmediatico che conta. Nel mondo non sono mancati abborracciamenti di nonviolenza, che pero' spesso si sono persi qua e la' in rivoli di piccole e grandi violenze. Della serie: buoni propositi e scarsi risultati; forse il nodo cruciale rimane quello dell'accordo nonviolento di fine nobile e nobili mezzi, per cui ci si concentra troppo sulla bonta' del fine e troppo poco sulla genuinita' nonviolenta dei mezzi. Alcuni segnali rilevanti arrivano dal continente asiatico, dal mondo arabo e in generale da aree del mondo che in qualche modo e in qualche misura, per tanti, erano "insospettabili". Un'icona? Senz'altro la politica birmana premio Nobel per la Pace (1991) Aung San Suu Kyi.

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- La nonviolenza e' in cammino: Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Giuseppe Moscati: Molto va fatto contro la violenza economica, che dilaga quasi incontrastata ad ogni latitudine; la nonviolenza deve ripartire da qui, da un'opposizione forte contro tutto cio' che crea attrito per la fluidita' delle conquiste dei diritti umani, civili, politici, per la liberta' di informazione, di opinione, di credo politico e di fede/laicita'. Condivido la proposta avanzata dall'amico Francesco Pullia di "dare vita ad un'emittente magari telematica, via internet, o la conquista di spazi radiotelevisivi o, ancora, una maggiore diffusione a livello nazionale di uno strumento informativo come 'Azione Nonviolenta'". Perche' - e non sara' un male ripeterlo fino alla noia - la democrazia passa attraverso l'informazione e la comunicazione. Lo ha chiarito Capitini, ma anche Karl Jaspers, Hannah Arendt, Danilo Dolci...

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- La nonviolenza e' in cammino: Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Giuseppe Moscati: A rischio di un eccesso di sintesi e tuttavia con l'intento di non appesantire l'idea di nonviolenza che vorrei trasmettere, direi che si tratta di un atteggiamento di cura verso tutti - albero e formica compresi - che si fa tensione a donare capitinianamente la propria aggiunta per contrastare l'insufficienza della realta'. Oltre a suggerirle la lettura dei testi di Capitini (preziosa l'antologia curata da Mario Martini per La Ets di Pisa, Le ragioni della nonviolenza), la inviterei a prendere contatto con gli amici del Centro di Viterbo, con la Fondazione Centro studi Aldo Capitini di Perugia, con l'Anaac... Insomma con chi alla nonviolenza dedica, in maniera disinteressata, molto del proprio tempo e delle proprie energie.

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A CARLO SANSONETTI
[Ringraziamo Carlo Sansonetti (per contatti: sansonetti.carlo@gmail.com) per questa intervista.
Carlo Sansonetti Garroni, nato nel 1951, ha vissuto sedici anni in comunita' per tossicodipendenti, in Italia e all'estero; e' stato parroco di Attigliano (Tr) dal 1999 al 2010 ed e' stato fra i fondatori dell'Associazione Sulla Strada onlus (www.sullastradaonlus.it) alle cui attivita' si sta dedicando a tempo pieno fin dall'anno scorso. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 353]

- La nonviolenza e' in cammino: Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Carlo Sansonetti: Ogni marcia non e' che un piccolo segno, un simbolo per indicare qualcosa di enormemente piu' grande. Nel caso della marcia Perugia-Assisi mi piacerebbe dire cosa ha conservato nelle sue viscere nonostante i tradimenti, perche' di fatto molte, anzi troppe volte, Chiesa e Stato ci hanno messo lo zampino per svilirne il significato, per istituzionalizzarla e per addomesticarla. Ma la marcia continua a conservare li', appunto nelle sue viscere, l'annuncio del mondo nuovo, liberato dalle guerre, e quindi annuncia anche che e' possibile un mondo liberato da qualsiasi violenza. Quando marcio per dire basta alle guerre, agli eserciti e alla fabbricazione di armi, lungo la marcia - e dunque lungo la vita - sono invaso e riempito tutto dalla certezza che i popoli sono affratellati, che le culture dei diversi popoli sono i gioielli dell'umanita', che la nonviolenza e' l'unica forma ragionevole di vita.

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- La nonviolenza e' in cammino: E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Carlo Sansonetti: Certamente il tentativo manifesto di riprendere decisamente il suo senso originale. E poi il tentativo di dire una parola chiara di condanna sulle intromissioni che si sono fatte, sulle ingerenze che ci sono state nelle edizioni passate, come abbiamo detto prima, e di prendere decisioni strutturali in quel senso.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Carlo Sansonetti: Nell'ultimo anno ho passato molto del mio tempo in America Latina e non ho il polso della situazione. Pero' appare chiaro che in Italia c'e' un soggetto sociale che di fronte alle scelte scellerate di questo governo, soprattutto in campo sociale ed economico, come anche di fronte alla complicita' chiara della sinistra all'opposizione, si organizza in un modo sempre piu' compatto e numeroso, e che sa trovare modalita' di lotta di stampo chiaramente nonviolento. Questo e' successo in particolare con i movimenti studenteschi (l'"onda"), e con quelli di stampo femminista ("se non ora, quando?"). Pero', ho anche da dire che, di fronte alle ingerenze e intromissioni di facinorosi nelle azioni di quei o di altri movimenti (NoTav, per esempio), non c'e' stata una chiara condanna ne' una determinazione strutturale a impedirne l'inquinamento. Forse - mi permetto di aggiungere - questo non e' loro possibile proprio perche' non vogliono strutturarsi. Io non condivido questa posizione, anche se al contrario condivido la preoccupazione che ne e' alla base. Per cui, la mia opinione e' che ogni struttura sia da costruire, sia valida e vada rispettata, solamente per il progetto, per l'iniziativa puntuale. Detto con due parole: ogni struttura deve essere e, soprattutto, deve rimanere, leggera, agile e al servizio totale e incondizionato del soggetto sociale che rappresenta.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Carlo Sansonetti: Credo che questi benemeriti movimenti, preziosissimi per conservare puro il messaggio di Aldo Capitini e degli altri padri della nonviolenza nel mondo, debbano soprattutto dedicarsi alla formazione alla nonviolenza delle associazioni e gruppi che si impegnano sui vari campi o livelli del sociale in Italia o all'estero. Io, appartenendo all'Associazione Sulla Strada, che ha progetti sia in Italia che all'estero indirizzati all'infanzia, sento forte la necessita' di questo sostegno formativo da parte dei movimenti nonviolenti.

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- La nonviolenza e' in cammino: Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Carlo Sansonetti: A me pare fondamentale concentrarsi e stare saldamente in guardia di fronte alle prossime mosse del nostro governo (piccolo strumento in mano al Fmi e alla Banca Mondiale) in campo economico, perche' saranno scelte di una violenza inaudita. Credo che sia urgente anticipare, cioe' agire preventivamente contro, ogni scelta che faccia pagare ai cittadini e a tutta la societa' civile i danni causati dallo stesso sistema neoliberista, che e' in mano, come si diceva, non a questo o a quel governo, ma alle lobby economiche mondiali (e il capo del nostro governo e' chiaramente un uomo di quelle lobby). L'Italia e la Spagna sono i paesi che stanno seguendo, a un solo palmo di distanza, la tragedia della Grecia, che, in ultima analisi, non e' altro che il modello di crisi che l'Argentina dei primi anni di questo secolo ha terribilmente sofferto, ma anche nobilmente sconfitto. Un ottimo documentario in questo senso e' quello che si trova in http://www.youtube.com/watch?v=zAWivIQxuG0

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- La nonviolenza e' in cammino: Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Carlo Sansonetti: La nonviolenza e' la piu' concreta, razionale ed efficace risposta e controproposta alla violenza che ogni sistema (politico, economico e religioso) porta connaturata in se'. E' la piu' concreta perche' non e' emotiva o maliziosa ma progettata a breve, medio e lungo termine. E' la piu' razionale perche' non segue la reazione istintiva della violenza ma cerca, con un atteggiamento che rimane sempre umano e con tecniche affinate negli anni, di far uscire l'altro dalla sua immaturita' e farlo risorgere nella sua umanita'. E' la piu' efficace perche' ottiene la pace e la riconciliazione senza che ci siano vincitori e vinti, e percio' evita risentimenti e vendette. Secondo me ci si puo' accostare alla nonviolenza soltanto con la parte femminile che e' in ciascuno di noi: credendo nella vita e dandola in abbondanza; accudirla, nutrirla e proteggerla;  guardare l'altro sempre con tenerezza e pazienza.

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD ANTONIO SORRENTINO
[Ringraziamo Antonio Sorrentino (per contatti: antsorrentino@yahoo.it) per questa intervista.
Antonio Sorrentino (Ancona, 1955), da sempre impegnato per la pace e i diritti, e' stato assessore alla solidarieta' sociale del Comune di Montemarciano]

- La nonviolenza e' in cammino: Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Antonio Sorrentino: La testimonianza, dimostrare che pur avendo idee diverse si puo' marciare insieme, basta credere nella pace.

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- La nonviolenza e' in cammino: E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Antonio Sorrentino: L'integrazione, dimostrare che popoli con culture diverse possono convivere migliorandosi a vicenda.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quale e' lo "stato dell'arte" della non violenza oggi in Italia?

- Antonio Sorrentino: Preistorico.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Antonio Sorrentino: Il difficile compito del seme sull'asfalto: cercare di germogliare nonostante tutto.

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- La nonviolenza e' in cammino: Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Antonio Sorrentino: Sorvolando su Marco Pannella, in Italia non ne vedo altri. Nel mondo...

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- La nonviolenza e' in cammino: Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Antonio Sorrentino: Sempre integrazione del popolo dei migranti.

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- La nonviolenza e' in cammino: Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Antonio Sorrentino: Farei l'esempio classico dell'"occhio per occhio" che "rende il mondo cieco", rilanciando l'antico "porgi l'altra guancia"; solidarieta', e soprattutto il fatto che non siamo tutti uguali, nel senso che non abbiamo in partenza le stesse opportunita'. Chiudendo con la storia che insegna che mai una guerra ha risolto un problema, che sempre ha fatto gli interessi di chi la faceva combattere ad altri. In poche parole la guerra non conviene a nessuno perche' e' un mostro che una volta nato si nutre da se'.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 650 del 17 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Mercoledì 17 Agosto,2011 Ore: 17:01
 
 
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