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www.ildialogo.org Interviste a Massimiliano Pilati, Saverio Tommasi, Vittorio Venturi,

VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI.
Interviste a Massimiliano Pilati, Saverio Tommasi, Vittorio Venturi

Dal Numero 393 del 10 agosto 2011 delle VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA


1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: IL POPOLO DELLA PACE IN CAMMINO

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an@nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.]

La Marcia Perugia-Assisi non e' una semplice manifestazione. Non e' un qualsiasi corteo. Non e' una protesta. Non e' una ricerca di "visibilita'". Non la si fa per "bucare il video". Non e' un fatto "mediatico". Non e' una tradizione, non e' una ritualita'.

La Marcia Perugia-Assisi e' un'assemblea itinerante, e' il popolo della pace che si convoca e si mette in cammino, e' un'azione nonviolenta che si rinnova ed ha un valore in se'.

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MASSIMILIANO PILATI

[Ringraziamo Massimiliano Pilati (per contatti: massi.pilati@gmail.com) per questa intervista.

"Ho trentotto anni, vivo in Trentino con Francesca e con le nostre due splendide bimbe e mi occupo di promozione e formazione nel campo del turismo rurale e agriturismo. Di sentimenti antimilitaristi fin da ragazzino comincio ad interessarmi attivamente di opposizione alle guerre con la prima guerra nel Golfo nel 1991 quando a Trento sono tra gli attivisti del Coordinamento degli studenti medi contro la guerra. Nel 1992 mi trasferisco a Bologna per gli studi e frequento gli ambienti antagonisti e sono fondatore di un collettivo universitario nella Facolta' di Agraria. Nel 1997 grazie al libro 'La mia obbiezione di coscienza' di Pietro Pinna scopro che l'opposizione alla guerra si 'sposa' molto bene con la nonviolenza. Da questo il passo ad abbonarmi alla rivista 'Azione nonviolenta' e a scoprire l'esistenza del Movimento Nonviolento e' breve. In quel periodo mi interesso anche dei conflitti in ex Yugoslavia e scopro, restandone affascinato, la resistenza nonviolenta del Kossovo. Nel giugno del 1999 frequento un seminario estivo del Movimento Nonviolento dove, con Francuccio Gesualdi e altri, si parla di campagne e progetti di altreconomia. In quel contesto matura il mio interesse per un approccio nonviolento all'economia e all'opposizione ad un sistema ingiusto. Fondamentali saranno in  quel periodo le letture di libri proposti dal Movimento Nonviolento (al quale nel frattempo mi sono associato). Nell'ottobre del 1999 partecipo al mio primo congresso del Movimento Nonviolento e non solo mi sento accolto con amicizia, ma mi viene proposto di far parte del comitato di coordinamento nazionale (organismo di cui continuo ad essere, immeritatamente, membro). In quegli anni la spinta del 'popolo di Seattle' porta tutti noi a discutere di globalizzazione, di movimenti, di lotta di piazza e delle metodologie di disobbedienza. Pur leggendo con interesse i 'sacri testi' della nonviolenza mi sono sempre sentito un 'operaio' della nonviolenza e il mio scarso approccio filosofico a questa mi porta a preferirne i risvolti 'movimentisti'. Dai miei incontri bolognesi mi trovo ad essere promotore assieme a tanti altri amici del nodo bolognese della Rete Lilliput e a diventarne referente. Durante un'assemblea nazionale di Rete Lilliput vengono creati i gruppi tematici di lavoro e io divento, con il felice appoggio del Movimento Nonviolento, il referente nazionale del gruppo tematico 'nonviolenza e conflitti'. E' un momento molto ricco di confronto e incontro tra varie associazioni e tra singoli dove si scambiano esperienze, dove si prova a protestare e a proporre in maniera diversa, dove si organizzano corsi, seminari e incontri per promuovere i gruppi di azione nonviolenta (Gan). In quel periodo sono obiettore di coscienza presso il Centro di documentazione del Centro Poggeschi di Bologna e nella Segreteria obiettori della Caritas di Bologna. Per la Caritas di Bologna ho proposto e attuato una, per me, splendida intervista a Pietro Pinna, sul senso dell'obiezione di coscienza da cui nacque un video che condividemmo poi con gli altri obiettori Caritas. Per il Movimento Nonviolento ho seguito attivamente la campagna nazionale 'Pace da tutti i Balconi'. Sulle pagine di 'Azione nonviolenta' ho curato, in quel periodo, la rubrica 'Lilliput'. Nel 2002 con la mia compagna sono tornato a vivere in Trentino dove ho frequentato la Casa per la Pace (esperienza purtroppo chiusa) e il nodo trentino della Rete di Lilliput. Sono diventato referente del Movimento Nonviolento nel Forum Trentino per la Pace e, voglioso di un maggiore impegno locale, ho fondato con  alcuni amici nel mio paese il gruppo 'Impronte - laboratorio di partecipazione' ispirato all''ascoltare e parlare' di Capitini e attivo nel dibattito sociale, ambientale e politico locale. Esperienza quest'ultima che mi ha fatto capire (non senza problemi e non senza una infelice caduta) l'importanza, tutta personale, di un sano impegno locale libero dalla costrizione dei partiti. Per conto del Movimento Nonviolento ho seguito la nascita della Rete Italiana per il Disarmo e la Campagna Control Arms. Sul tema disarmo nel 2005 ho coordinato un intero numero monografico della rivista 'Azione nonviolenta'. Come Movimento Nonviolento del Trentino, in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace, ho organizzato due edizioni di una camminata nonviolenta 'Ricordando Aldo Capitini' svoltesi in luoghi teatro di combattimento della prima guerra mondiale e durante le quali cercammo di presentare la figura di Aldo Capitini. Dopo una breve parentesi estremamente deludente di impegno in una formazione partitica ritorno militante attivo del Movimento Nonviolento. Nel 2010 sono tra i promotori del Comitato Lavisano No Tav che si impegna contro la linea ad Alta Velocita' che passera' nel nostro territorio. Nel maggio 2011 ho organizzato il Forum Nazionale della Nonviolenza a Trento (in preparazione della Marcia Perugia-Assisi) per gli studenti medi con il Forum Trentino per la Pace e i diritti Umani. Convinto della necessita' di 'aggiornare' il linguaggio con cui il Movimento Nonviolento si propone ai suoi potenziali interlocutori, propongo e, da buon 'operaio della nonviolenza', gestisco per conto del Movimento Nonviolento la mailing list 'nonviolenti', curo la sezione news del sito nonviolenti.org e gestisco le pagine Facebook 'Movimento Nonviolento', 'Azione Nonviolenta' e 'Aldo Capitini'"]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Massimiliano Pilati: Saro' sincero e forse eccessivamente cattivo ma, da quando bazzico nel mondo della pace e della nonviolenza, al di la' delle marcie storiche di cui pero' ho solo letto, ho sempre vissuto la Perugia-Assisi come un momento formale, quasi folkloristico e ormai privo di contenuti e di un suo significato.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Massimiliano Pilati: La sfida del marcia del cinquantesimo anniversario nella quale anche il Movimento Nonviolento e' parte attiva, e' proprio quella di portare forti contenuti e chiedere un impegno forte e diretto a chi vi partecipa. Non chiederemo a noi stessi di venire "senza se e senza ma", ben vengano i dubbi. Le persone che parteciperanno pero' sia che vengano a titolo personale o in rappresentanza di una istituzione, di un partito, di una associazione e' giusto che prendano dei precisi impegni. Lo spirito con cui io e ogni partecipante dovrebbe partecipare credo sia ben riassunto in un breve scritto di Mao Valpiana letto in questi giorni: "Marciare per la pace, significa marciare contro la guerra. Marciare contro la guerra, significa marciare per abolire gli eserciti. Marciare per abolire gli eserciti, significa marciare contro le spese militari. Marciare contro le spese militari, significa marciare per il disarmo. Marciare per il disarmo, significa iniziare a disarmare se stessi. Se vuoi marciare per la pace, prepara il tuo disarmo unilaterale".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Massimiliano Pilati: Vi e' un grande fermento nel mondo nonviolento italiano. Non sempre riusciamo a far sapere le nostre iniziative e spesso le comunichiamo male. Parallelamente ritengo che le azioni nonviolente ben riuscite trovano uno sbarramento nei media. Lo dice bene Alberto Perino dalla Valle di Susa: un sasso lanciato da un no-tav in risposta ai lanci di lacrimogeni fa notizia, Turi Vaccaro che sale per tre giorni su un albero per protestare in maniera nonviolenta non passa in nessuno dei media italiani perche' fa piu' paura l'azione nonviolenta del sasso...

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"La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Massimiliano Pilati: Il Movimento Nonviolento inteso come associazione e', da sempre, minoranza nelle minoranze. Ma spesso le parole, gli scritti, gli interventi dei suoi esponenti sono ascoltati con molta attenzione. E spesso ha avuto in vari contesti un ruolo importante anche senza rendersene conto. Il ruolo del Movimento Nonviolento deve gradualmente mutare. Non dobbiamo piu' considerarci, ne' essere considerati, i sacri custodi della fiaccola della nonviolenza. Io credo che siamo chiamati ad un salto di qualita', ad una nuova fase in cui riusciamo a digerire e fare nostra la lezione di persone che sono state e saranno sempre fondamentali per la nostra storia e per la nostra, e altrui, formazione ma al contempo dobbiamo capire che c'e' bisogno, assieme a queste, di altra elaborazione, di altre proposte, di altra azione. Il Movimento Nonviolento deve avere il coraggio di sperimentare e percorrere nuove strade, deve innovarsi, anche nel modo in cui comunica e al contempo deve mantenere diritta la barra su alcuni concetti chiave del pensare e dell'agire nonviolento. Questo non significa rinnegare nulla, anzi, significa solo cominciare, a 50 anni di vita vissuta e con alle spalle una splendida storia, una nuova fase.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Massimiliano Pilati: Trovo molto interessanti varie esperienze della "primavera araba", lo spirito cooperativistico visto durante il lavoro in preparazione dei referendum di giugno, la stragrande maggioranza della lotta valsusina contro la Tav. Soprattutto nel caso dei referendum poi hanno contato molto varie reti formali e informali create negli anni precedenti anche dal lavoro di amiche e amici della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Massimiliano Pilati: Credo che il nostro Movimento debba seguire e supportare attivamente lo straordinario sforzo che sta compiendo la popolazione della Valle di Susa. Invece di dividerli in buoni e cattivi dovremo fare sentire l'appoggio a chi sta sperimentando attivamente sul campo la nonviolenza. Piu' appoggiamo loro e meno humus riceveranno i pochi, ma molto presenti, violenti. Ritengo inoltre che varie situazioni che si stanno verificando in Val di Susa siano (sia dalla parte dei movimenti che delle istituzioni) un laboratorio di prova molto importante per come gestire il dissenso in Italia. Inoltre dobbiamo cercare di far tornare nell'agenda politica e sociale italiana il tema della guerra e la nostra volonta' di superare questa orrenda barbarie.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Massimiliano Pilati: Potrei citare molte frasi dei nostri grandi saggi nonviolenti ma faccio mie le parole di una canzone di Niccolo' Fabi: "non e' cosa ma e' come". Sull'accostarsi ad essa credo sia importante cominciare a documentarsi, magari facendosi aiutare da qualche amico o amica, curiosare in internet, guardando qualche filmato come ad esempio "Una forza piu' potente" o magari, come nel caso di noi del Movimento Nonviolento, contattando i vari referenti locali sparsi per varie localita' italiane e i cui riferimenti sono reperibili sul portale nonviolenti.org. Infine un ottimo momento per accostarsi alla nonviolenza sono i molti campi estivi organizzati dal Movimento Nonviolento e dal Mir (anche questi reperibili sul portale nonviolenti.org).

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A SAVERIO TOMMASI

[Ringraziamo Saverio Tommasi (per contatti: info@saveriotommasi.it) per questa intervista.

"Saverio Tommasi e' attore professionista, autore di libri e testi teatrali, regista. Diplomatosi nel 1998 all'Accademia d'Arte Drammatica dell'Antoniano di Bologna ha collaborato negli anni con alcuni dei piu' importanti registi del nuovo panorama italiano. La consacrazione mediatica arriva nel 2003 con il successo del suo primo libro, edito dalla Comicus Editore. Un anno piu' tardi fonda, con alcuni dei suoi piu' stretti collaboratori/ici, una compagnia di teatro alla quale venne dato il suo nome: Compagnia Teatrale Saverio Tommasi, con la quale a tutt'oggi viaggia in Italia e all'estero rappresentando spettacoli di teatro civile. La Compagnia Teatrale Saverio Tommasi e' composta da: Daniela Amadori (ufficio e contabilita'), Elsa Sernesi (costumi), Saverio Tommasi (attore e autore dei testi). Con la Compagnia Teatrale Saverio Tommasi hanno collaborato, negli anni, numerose persone; con particolare affetto ricordiamo le collaborazioni con Simona Mammoli e Anna Merendino. Dal 2005 e' proprietario e direttore artistico di Cabina Teatrale, spazio artistico e sociale fiorentino. Saverio Tommasi e' da anni impegnato nella sensibilizzazione sociale e nell'informazione partecipata, attraverso forme artistiche che spaziano dal teatro ai video. L'archivio video, completamente on-line, conta ad oggi, martedi' 9 agosto 2011, 204 lavori" (dal sito: www.saveriotommasi.it). Dall'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 359 riprendiamo la seguente succinta notizia autobiografica: "Di mestiere faccio l'attore. Ma non recito, neanche di mestiere. Il mio pensatoio, e la mia videoteca, e' www.saveriotommasi.it Li' troverete le mie video-inchieste, girate anche con telecamera nascosta, e poi parole, dialoghi, denunce, tanti passi e forse anche un po' di strada"]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Saverio Tommasi: La possibilita', attraverso un cammino fisico, di condividere, e al tempo stesso contribuire a un cammino piu' grande. Un cammino dove la strada e' la vita, e l'unico mezzo per muoversi, l'unica possibilita' per non essere arrotati, e a nostra volta non schiacciare, e' quello della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Saverio Tommasi: Al di la' degli slogan ufficiali, mediaticamente necessari, voglio credere che al centro ci sia sempre la condivisione. Perche' dove si condivide non ci si spara, ci si abbraccia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Saverio Tommasi: Necessaria. Ma presente in rimasugli, dibattiti di periferia, fuori scena. Non e' necessario che sia protagonista, ma la totale assenza e' devastante. E' l'aria, e in questo tempo potremmo dire che l'aria odora di anidride carbonica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Saverio Tommasi: Non so cosa puo', ma certamente dovrebbe, deve, essere presente. Contaminare la vita, politica e sociale. Contare. Riprendersi le parole, ridare significati, dignita' alle esistenze, valorizzare la dolcezza e l'affetto come chiavi rivoluzionarie.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Saverio Tommasi: Il movimento di liberazione in Egitto, e altri movimenti che sono seguiti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Saverio Tommasi: Stare sulle cose. Sui fatti. Realizzare orti potrebbe essere un buon inizio!

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Saverio Tommasi: La nonviolenza c'e' tutte le volte che sorridi, ami, accarezzi, soffri per un atto di arroganza o superbia, subito da te o da altri. Impara a condividere e ti troverai spaventosamente ricco, strabordante di nonviolenza.

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A VITTORIO VENTURI

[Ringraziamo Vittorio Venturi (per contatti: vittoventuri@libero.it) per questa intervista.

Vittorio Venturi, nato nel 1953, laureato in Filosofia, vive e lavora a Modena. Si avvicina alla nonviolenza negli anni '80, praticando l'obiezione alle spese militari e partecipando al coordinamento modenese. Partecipa in seguito al coordinamento cittadino delle associazioni impegnate sui temi della pace, dei diritti umani e dei popoli, della solidarieta' internazionale. In tale contesto contribuisce, nel 1993, alla nascita della Casa per la Pace di Modena, luogo comune di confronto, progettazione ed iniziativa per la diffusione di una cultura della pace. Si avvicina poi in anni piu' recenti al Movimento Nonviolento, con la convinzione che la teoria e la prassi della nonviolenza offrano strumenti fondamentali di positiva trasformazione, insieme, delle persone e della societa'. Ha a cuore in particolare la formazione, di cui si occupa dal punto di vista organizzativo da alcuni anni, ritenendola strategica, non solo per i giovani]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Vittorio Venturi: Offrire a tante persone, in forma organizzata o singola, l'opportunita' di confermare con un gesto concreto (partecipando alla marcia, appunto) la testimonianza di un impegno per un mondo piu' giusto. Marciare ha un profondo significato simbolico, di responsabilita' assunte per trasformare la societa' e le sue relazioni. Farlo ogni due anni (qualche volta piu' spesso, purtroppo, causa emergenze dettate da guerre o altri eventi drammatici), in cinquanta anni ha permesso a generazioni diverse di condividere una comune responsabilita', affermando il valore supremo della pace, non solo come assenza di guerra, ma anche come affermazione di giustizia e di rispetto. C'e' poi la memoria storica, il legame ideale tra chi ha marciato la prima volta e chi lo fatto in questi anni. Quindi la marcia e' anche un'occasione di conoscenza, specie per i piu' giovani, di figure come quella di Aldo Capitini e del suo pensiero, incontrando la nonviolenza come metodo per costruire un mondo migliore.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Vittorio Venturi: Il forte richiamo al pensiero di Aldo Capitini, nello spirito con cui nel 1961 ideo' la marcia, e dunque alla nonviolenza come strumento di azione e trasformazione. C'e' poi quest'anno, nel cinquantesimo anniversario, il forte richiamo ai valori fondanti della Repubblica, sanciti da una Costituzione che deve ancora trovare piena applicazione, con particolare riferimento all'art. 11 e ai principi di equita' e di reale uguaglianza tra i cittadini.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Vittorio Venturi: Mi sembra che ci siano molte esperienze di ricerca e sperimentazione. Ovviamente le esperienze piu' "strutturate", quelle che assumono programmaticamente la nonviolenza come strategia, sono ridotte nelle dimensioni, patrimonio di gruppi e associazioni che non hanno enorme dimensione (penso al Movimento Nonviolento, al Centro Sereno Regis, a questa stesso foglio), ma tuttavia possono far valere serieta' e competenza, quindi credibilita', con un impegno specifico che mi sembra prioritario: quello delle proposte formative. E' poi interessante notare che diversi movimenti "di massa" (No-Tav, studenti) quando hanno praticato le proprie lotte in modo nonviolento hanno conquistato credito presso l'opinione pubblica. Il problema e' diffondere in modo ampio a trasversale l'idea che con la nonviolenza si puo' vincere, mentre con la violenza si perde sempre.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Vittorio Venturi: Proprio quel ruolo di orientamento, nella teoria e nella pratica, che puo' portare movimenti e singoli, in lotta per importanti conquiste sociali, ad assumere consapevolmente la nonviolenza come strumento vincente per la trasformazione sociale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Vittorio Venturi: La preparazione della prossima marcia Perugia-Assisi, con tante iniziative in tutta Italia, mi sembra un fatto significativo perche' ha posto la nonviolenza al centro dell'attenzione. Ho gia' richiamato il successo di manifestazioni di massa che hanno rigorosamente avuto carattere nonviolento. Anche a livello internazionale mi sembra che la strada verso la democrazia e una maggiore equita', nei grandi movimenti popolari che hanno coinvolto buona parte del Nord Africa, abbia ottenuto maggior consenso e successo la' dove si e' scelta una strada nonviolenta.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Vittorio Venturi: Mi sembra sempre piu' urgente affrontare il problema delle scelte internazionali dell'Italia e della presenza in armi in numerosi paesi, rendendo palese la contraddizione tra la realta' (in alcuni paesi facciamo la guerra) e la finzione (missioni umanitarie e di pace), esigendo coerenza con il dettato costituzionale. Mi sembra utile dare seguito all'impegno per un ripensamento del modello di sviluppo, specie dal punto di vista ambientale, alla luce del successo ottenuto dai referendum sui "beni comuni". Mi sembra anche necessario ampliare il ventaglio delle proposte formative, specie rivolte ai giovani, per fare conoscere il potenziale della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Vittorio Venturi: La nonviolenza offre sorprendenti mezzi per migliorare se stessi, le relazioni con gli altri e per affrontare in modo costruttivo i conflitti. Non mi sembra poco, nella sempre piu' frustrata e rissosa societa' contemporanea. E poi fa incontrare delle belle persone. Provare per credere.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Numero 393 del 10 agosto 2011



Mercoledì 10 Agosto,2011 Ore: 19:52
 
 
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