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www.ildialogo.org SETTE DOMANDE AD ANNA BRAVO,di "La nonviolenza e' in cammino"

VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI.
SETTE DOMANDE AD ANNA BRAVO

di "La nonviolenza e' in cammino"

[Ringraziamo Anna Bravo (per contatti: anna.bravo@iol.it) per questa intervista.
Anna Bravo e' stata professore associato di Storia sociale all'Universita' di Torino e ha lasciato l'insegnamento anticipatamente. Vive e lavora a Torino.  Si è occupara di resistenza armata e non armata, deportazione, genocidio, e di movimenti sociali. Collabora a varie riviste, fra cui "Lo straniero" e "La nonviolenza e' in cammino". Attualmente sta lavorando sulla nonviolenza. Fra le sue pubblicazioni 2000-2011, tiene a segnalare: Intervista, in Alberto Leiss, Liberta' e conflitti nella citta'-mondo. A dieci anni dal G8 di Genova, Ed. Sagep, 2011; Intervista a Primo Levi ex deportato (a cura di, con Federico Cereja) Einaudi 2011; Sulla zona grigia, al sito Primolevi.it; Un equilibre fragile: les femmes, entre liberte' et violence, in Marc Lazar et Marie-Anne Matard-Bonucci (eds.), L'Italie des annees de plomb - Le terrorisme entre histoire et memoire, Autrement, 2010. Ora anche in Il libro degli anni di piombo.Storia e memoria del terrorismo italiano, Rizzoli 2010; Sulla storia patria (con Guido Crainz), ne "Lo straniero", aprile 2010, n. 118; Fra maternita' ed emancipazione: Sibilla Aleramo e Maria Montessori, in "Pedagogika", n. 2, anno XIV, 2010; Introduzione a Marisa Ombra, La Bella Politica, Seb 2010; Lottare insieme, pensare individualmente, ne "Lo straniero", luglio 2010, n. 121; A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza 2008; Storie da scoprire, storie da ripensare, in "Parolechiave. Nonviolenza", 2008/40; Un nuovo ordine del discorso, in "Primapersona. Percorsi autobiografici", n. 19, 2008; Prefazione a Anna Gasco (a cura di), Guerra alla guerra: storie di donne a Torino e in Piemonte tra il 1940 e il 1945, Seb 2007; Il corpo e la memoria, in D. Meghnagi (a cura di), Primo Levi. Scrittura e testimonianza, Firenze, Libriliberi, 2006; Armed and unarmed: struggles without weapons in Europe and in Italy, in "Journal of Modern Italian Studies", 4, dec. 2005; La resistenza senza armi, in Ottosettembre 1943, a cura di Alberto Melloni, Reggio Emilia, Diabasis 2005; The rescued and the rescuers in private and public memories, in J. Zimmerman (ed.), The Jews of Italy under Fascist and Nazi Rule: 1922-1945, Cambridge University Press, 2005; Presentazione a Giuliana Tedeschi, Questo povero corpo, ed. dell'Orso 2005; La resistenza civile delle donne, in Francesca Pelini, Le radici della resistenza. Donne e guerra, donne in guerra, ed. Plus, Pisa  2005; Noi e la violenza. Trent'anni per pensarci, "Genesis", 1, 2004 (2005). Introduzione al numero, con Giovanna Fiume; La resistance civile des femmes pendant la Seconde Guerre Mondiale et la communaute' des historiens, in  C. Veauvy (ed.), Les femmes dans l'espace public. Itineraires francais et italiens, Parigi, Ed. de la Maison des sciences de l'homme 2004; Presentazione di A.M. Bruzzone - R. Farina, La resistenza taciuta, Torino, Bollati Boringhieri 2003; Fragili e ostinate. Memorie in conflitto intorno alle stragi naziste, "Genesis", I/1, 2003; Voce "I Giusti" in Enciclopedia dell'Olocausto (ed. italiana a cura di Alberto Cavaglion) Torino, Einaudi 2003; La Resistenza e la Cura. Uno sguardo su donne e uomini nelle guerre contro i civili, "Una citta'", n. 103, aprile 2002 (disponibile anche nel sito: www.unacitta.it); Il fotoromanzo, Bologna, Il Mulino 2003; Introduzione a D. Ofer - L.Weitzmann, Donne nell'Olocausto, Firenze, le Lettere 2001; Storia sociale delle donne in Italia, Bari-Roma, Laterza  2001 (con M. Pelaja, S. Pescarolo, L. Scaraffia); La resistenza civile, in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi ed., Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi 2000; I fili della memoria. Donne e uomini nella storia (con A. Foa, L. Scaraffia), manuale di storia per le scuole superiori, Roma-Bari, Laterza 2000; Social Perception of the Shoah in Italy, in B. D. Cooperman and B. Garvin ed., The Jews of Italy. Memory and Identity, Bethesda, University Press of Maryland, 2000; Gli archivi dell'Aned piemontese e la loro importanza per la didattica, in L. Monaco ( a cura di), La deportazione nei lager nazisti. Didattica e ricerca storiografica, Franco Angeli 2000]

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Anna Bravo: E' stato il "si puo'". Si puo' guardarsi, confrontarsi, rendersi amici agli altri. Ci si puo' mischiare. Credo pero' che in varie occasioni ci sia stato uno sbilanciamento, la tendenza a mettere in secondo piano alcune lotte nei paesi oggi ex-sovietici, a Cuba, in Cina; l'impressione che mi e' rimasta e' quella. Era l'atmosfera degli anni cinquanta/settanta, e anche oltre. Ma la marcia restava uno dei pochissimi momenti in cui si poteva parlare di giustizia disgiuntamente dalla violenza che molti ritenevano necessaria per raggiungerla, di tempo lunghi, di pazienza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Anna Bravo: Credo la novita' rappresentata dalle "rivoluzioni" del nord Africa, che hanno offerto molta speranza, ma anche ammonito sulle difficolta'. E le lotte no tav, in cui si e' riproposta la divisione fra violenti, chiamati "radicali", e "pacifici". Percio' mi piacerebbe che nella preparazione si lavorasse anche e ancora sul linguaggio, vale a dire sugli assetti mentali. Quando sento usare la parole "radicale" per indicare le componenti estremiste/violente dei movimenti, lo trovo una stortura; la radicalita' sta nel coraggio di negoziare, mediare, "pesare" le parole, anche a rischio di essere chiamati traditori dai propri compagni e affini - lo ha scritto Alex Langer. La violenza e' la via facile, e' la regressione, e', per cosi' dire, il "ritorno all'apparenza", e l'apparenza e' fatta di semplificazioni, slogan, a volte di notizie non verificate, di false e comode analogie; per esempio, l'Italia di oggi non e' fascista, e' brutta abbastanza anche senza avventurarsi in assimilazioni che servono solo a attizzare il fuoco e a risparmiarsi la fatica di pensare. Mi piacerebbe anche che fra noi si discutesse piu' laicamente sulla Costituzione, che sul tema guerra/pace e' meno univoca di quanto pensiamo, basta guardare gli articoli 60, 78, 103, 111, sulla dichiarazione di guerra, i tribunali di guerra e cosi' via. Ci sarebbe tanto da discutere in termini critici e solidali.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Anna Bravo: Non so rispondere. Vedo che di nonviolenza si parla molto, ma vedo anche che spesso la si identifica con il no alle guerre e alle armi. E' troppo poco. Mi sembra che non riesca a passare abbastanza il significato ideale, spirituale (e necessariamente quotidiano) della nonviolenza.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Anna Bravo: Il ruolo importantissimo di chi ricorda agli altri la verita', come faceva Capitini, di chi prende posizione sia sulle violenze nel mondo, sia sul seme di violenza che e' in tanti di noi (me compresa), sugli usi strumentali della nonviolenza e sui falsi nonviolenti. Lo sta gia' facendo, ma e' un lavoro eterno! E poi saper mostrar la desiderabilita' della nonviolenza. Dovremmo anche riflettere e far riflettere sulle pratiche di character assassination oggi in voga su molte figure della nonviolenza, da Gandhi a King. Lo si fa anche nei confronti di leader storici tradizionali, ma mi sembra che con i nonviolenti lo si faccia con particolare volutta'. Perche' fanno paura.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Anna Bravo: La presenza delle donne italiane in piazza e soprattutto nell'opinione comune. I movimenti del nord Africa, le dimissioni del Dalai Lama da leader politico del Tibet in nome della democrazia e della necessita' di non condurre lotte violente; il fatto deprimente che ancora una volta il mondo interviene solo dopo che il sangue e' stato versato, e interviene malissimo - la guerra dall'alto e' la forma piu' bieca di intervento. Come in Libia.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Anna Bravo: Sulla Libia, per mettere fine alla guerra. Sul rispetto delle persone, vale a dire sui rapprto fra generi, generazioni, ceti; sul lavoro, le condizioni di vita, la liberta' di espressione.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Anna Bravo: Domanda difficile! Dipende dalla persona. Spesso chi chiede e' ancora in parte convinto dell'indispensabilita' della violenza, anche se non la approva. In questi casi, prima cerco di mostrare la stupidita' e inefficacia della violenza, non e' difficile! A volte parto dalle celebrazioni del Centocinquantenario, dalla sfilata che ha visto presenti le truppe, addirittura in divisa coloniale!, dall'eccesso di retorica - questo per far capire che bisogna attrezzarsi per non farsi catturare. Poi suggerisco di leggere qualcosa, ma non la stessa a tutti, cerco di scegliere cose "su misura". Recentemente ho consigliato di leggere il carteggio Bobbio-Peyretti, La banalita' del male di Hannah Arendt, l'autobiografia di Mandela, La nonviolenza oggi di Capitini. Tutto di Simone Weil. E le riviste della nonviolenza.

Tratto da
LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
Supplemento Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
La nonviolenza è in cammino

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 258 del 31 luglio 2011



Domenica 31 Luglio,2011 Ore: 13:25
 
 
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