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www.ildialogo.org IL MESSAGGIO (E IL SOGNO) DI BERNICE ALBERTINE KING<br />A MONTELEONE DI PUGLIA<br />DALLA CRONACA ALLA STORIA,di <strong>Raffaello Saffioti</strong>

IL MESSAGGIO (E IL SOGNO) DI BERNICE ALBERTINE KING
A MONTELEONE DI PUGLIA
DALLA CRONACA ALLA STORIA

di Raffaello Saffioti

NEL DOCUMENTARIO DI RAI STORIA IN PRIMA VISIONE IL 3 APRILE 2018
 
BERNICE ALBERTINE KING, figlia minore di MARTIN LUTHER KING, il 10 marzo 2018 ha ricevuto a Monteleone di Puglia il 3° Premio Internazionale per la Pace e la Nonviolenza “Mahatma Gandhi”. Nell’occasione ha pronunziato un discorso col quale ha ricordato il Padre, rivolgendo un appello alle donne ed esprimendo un suo sogno.
Quel discorso, poi, è servito a introdurre il documentario “Un uomo nel mirino. Martin Luther King e l’Fbi”, andato in onda la sera del 3 aprile scorso, in prima visione su Rai Storia.
Questo il testo del discorso.
Buon giorno.
Sono molto felice di essere qui e sono molto lieta di vedere tutti questi bambini e ragazzi.
Sono la figlia più piccola di Martin Luther King e di Coretta Scott King.
Entrambi i miei genitori hanno lavorato per la pace e la nonviolenza in tutto il mondo, e sono molto felice che qui a Monteleone di Puglia si prosegua il lavoro di pace ispirato a Gandhi e a Martin Luther King.
E come mio padre, anche io ho un sogno.
E il mio sogno è che il mondo intero abbracci la filosofia della nonviolenza come stile di vita.
E che tutte le persone che vivono in questo mondo rispettino la dignità e i diritti umani di ogni singola persona.
Siamo circondati dalla violenza in tutto il mondo.
L’unico modo per creare giustizia e un mondo di pace è attuare la nonviolenza 365 giorni l’anno.
Quando mio padre accettò il premio NOBEL per la PACE disse:
La nonviolenza è la risposta ai conflitti cruciali politici e morali dei nostri giorni’, e mio padre ha detto che la filosofia e la strategia della nonviolenza dovrebbe diventare immediatamente il soggetto di studio in tutti i settori per risolvere i conflitti, compresi quelli delle nazioni.
E come potete vedere c’è molto da fare, che inizia con le nuove generazioni.
Quando i giovani prenderanno coscienza e decideranno di vivere in modo alternativo il mondo cambierà.
Adesso fatemi dire qualche parola sulle donne.
Mia madre Coretta Scott King ha detto:
Le donne sono l’anima delle nazioni che bisogna salvare.
Voi dovete diventare anime’.
Alzatevi donne, dobbiamo diventare l’anima delle nazioni del mondo.
Adesso è il momento per le donne di insegnare la nonviolenza come stile di vita.
Lavorare insieme, camminare insieme, combattere insieme.
E voglio chiudere citando una frase di mio padre:
Noi oggi possiamo scegliere tra una convivenza nonviolenta o un annientamento reciproco’.
Qui tutti insieme oggi scegliamo la strada della nonviolenza 365 giorni all’anno”.
***
Pronunciando il discorso, Bernice rassomigliava al padre per la mimica e il tono della voce.
Il discorso è stato breve, ma intenso e vibrante, da provocare l’entusiasmo e una forte emozione negli ascoltatori, in alcuni fino alle lacrime.
La manifestazione del Premio ha avuto un enorme successo e una vasta risonanza, per cui il piccolo Comune della Puglia è salito alla ribalta della cronaca, non solo nazionale.
Perché il discorso della King è servito, al di là della cronaca, a introdurre il documentario di Rai Storia, nel cinquantenario della morte del padre?
E’ un discorso da leggere, rileggere, studiare, per l’importanza del suo contenuto, che lo rende documento storico, e storico l’evento del 10 marzo.
E’ da riprendere, per evidenziarne le parti qualificanti.
Monteleone di Puglia è un borgo situato sul monte più alto della regione, a 850 metri sul livello del mare. Da quel luogo, come da una terrazza panoramica, lo sguardo spazia senza ostacoli verso i quattro punti cardinali. Possiamo pensare che salendo su quel monte, quel giorno la King abbia sentito l’eco del Discorso delle Beatitudini, narrato dai Vangeli.
Beati i costruttori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt. 5, 9) è una delle Beatitudini.
Quel Discorso, dalla Terra Santa, ha attraversato i secoli, passando per vari altri monti, arrivando sui Monti Dauni, a Monteleone di Puglia.
La King ha seguito le orme del padre, ereditando l’attività pastorale ed anche la capacità oratoria. Dichiarò: “Penso che, in un certo senso, la mia chiamata al ministero fosse la perpetuazione della fiamma, lo spirito di mio padre che vive”.
Nel discorso, che è apparso ispirato, evidenziamo:
  • il ricordo del padre;
  • l’ appello alle donne;
  • l’ invito a studiare la nonviolenza;
  • il sogno.
  •  
  1. Il ricordo del padre.
Bernice ha iniziato il discorso ricordando l’insegnamento del padre, citandone alcuni pensieri.
Leggendo il discorso, è importante notare, soprattutto, il modo come Bernice ha ricordato il padre, a cinquant’anni dalla sua morte.
Per la ricorrenza del cinquantenario si vanno svolgendo varie e molteplici iniziative in tante parti del mondo.
Ma, per l’occasione, non dobbiamo dimenticare quale sia il destino dei profeti: combattuti e perseguitati in vita, a volte uccisi, celebrati e beatificati, dopo la morte, per disinnescare la carica rivoluzionaria della loro opera.
Ricordiamo l’invettiva di Gesù contro gli Scribi e i Farisei ipocriti (Matteo 23, 29-32) per essere in guardia contro l’ipocrisia dei loro figli, che completano oggi l’opera dei padri.
Bernice ha ricordato il padre per tutta la sua opera: perché ha lavorato (con la moglie Coretta Scott) per la pace e la nonviolenza in tutto il mondo.
“Quando mio padre accettò il premio Nobel per la Pace disse: ‘La nonviolenza è la risposta ai conflitti cruciali politici e morali dei nostri giorni’, e mio padre ha detto che la filosofia e la strategia della nonviolenza, dovrebbe diventare immediatamente il soggetto di studio in tutti i settori per risolvere i conflitti, compresi quelli delle nazioni”.
A conclusione del discorso, ha citato un altro pensiero del padre: “noi oggi possiamo scegliere tra una convivenza nonviolenta o un annientamento violento degli altri”.
  1. L’appello alle donne.
Bernice ha raggiunto il culmine del discorso quando, rivolgendosi in modo particolare alle donne con un appello, ha detto:
Alzatevi donne, dobbiamo diventare l’anima delle nazioni del mondo. Adesso è il momento per le donne di insegnare la nonviolenza come stile di vita. Lavorare insieme, camminare insieme, combattere insieme”.
E’ la parte più significativa del discorso ed è da sottolineare, perché coerente con la motivazione del Premio.
E’ il caso di notare che, prima dell’arrivo e del discorso della King, ci sono stati due importanti interventi: Angela Dogliotti Marasso, presidente del Centro Studi “Sereno Regis” di Torino, ha scandito le tappe fondamentali della storia della nonviolenza e del pacifismo femminile.
La prof. Gabriella Falcicchio, dell’Università di Bari, ha presentato gli studi sulle lotte nazionali e internazionali delle donne contro la violenza ostetrica, in rapporto alla formazione delle bambine e delle ragazze.
Il Premio è stato istituito per dare l’8 marzo, nella Giornata Internazionale della Donna, un pubblico riconoscimento alle donne impegnate per la pace e la nonviolenza. E alle donne è dedicato il Giardino della pace, con alberi e piante ornamentali, inaugurato l’8 marzo del 2016. Ogni albero riporta una targa dedicatoria a una donna scelta come testimone dell’impegno nel costruire la pace.
Ricordiamo che le donne sono state protagoniste della storia di Monteleone.
Ha scritto Rocco Altieri:
“La popolazione di Monteleone è passata alla storia per il coraggio delle sue ‘donne ostinate’, come le chiamò l’inquisitore padre Rodriguez nelle sue lettere a papa Ghisleri (Pio V), donne irriducibili per la loro fede evangelica, in prima fila nella resistenza contro le persecuzioni.
[…] A distanza di anni, durante la seconda guerra mondiale, questo coraggio delle donne di Monteleone è ritornato prepotentemente a farsi vivo, facendosi protagoniste della ribellione del 23 agosto 1942 contro la fame indotta dalla guerra.
Duecento donne furono arrestate e processate in seguito ai moti di protesta di quella memorabile giornata. Monteleone fu il primo paese in Italia a ribellarsi al fascismo e alla guerra, episodio che fu di grande preoccupazione per i dittatori, come risulta dalla corrispondenza diplomatica tra Mussolini e Hitler, mentre le trasmissioni di Radio Londra ne enfatizzarono il significato di lotta per la libertà.
[…] E’ in memoria di queste povere donne contadine, la gran parte analfabete, che il sindaco Giovanni Campese ha voluto istituire per l’8 marzo il premio internazionale per le donne impegnate contro la guerra”. 1
La rivolta, chiamata “Lu R’bell del 42”, dell’artista argentina Huvro, è raffigurata in uno dei murales che tratteggiano la storia di Monteleone.
  1. L’invito a studiare la nonviolenza.
Gli studenti, come dimostrano le immagini della manifestazione, numerosissimi, di varie scuole della provincia di Foggia, accompagnati dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici, sono stati protagonisti dell’evento. Con le coreografie e con i canti sui temi della pace hanno creato un clima di festa e speranza per il futuro.
L’invito fatto da Bernice a studiare la filosofia della nonviolenza è un altro punto qualificante del suo discorso, anche questo da sottolineare.
“… mio padre ha detto che la filosofia e la strategia della nonviolenza, dovrebbe diventare immediatamente il soggetto di studio in tutti i settori per risolvere i conflitti, compresi quelli delle nazioni. E come potete vedere c’è molto da fare, che inizia con le nuove generazioni. Quando i giovani prenderanno coscienza e decideranno di vivere in modo alternativo il mondo cambierà”.
E’ un invito che s’inquadra perfettamente nel percorso di educazione alla pace avviato a Monteleone con la istituzione del Centro Internazionale per la Pace e la Nonviolenza “Mahatma Gandhi”, con la finalità di studiare e promuovere la cultura della nonviolenza.
L’invito vale come consacrazione di questo percorso.
Uno dei murales di Monteleone, delle dimensioni di m. 3 x 4, di Walter Molli, è quello posto sull’arcata d’ingresso del plesso scolastico: raffigura MALALA YOUSAFZAI, ragazza pakistana, che appena diciassettenne si è battuta per il diritto all’istruzione delle donne musulmane, divenendo bersaglio di attentati da parte dei Talebani, meritando, per questo, il Premio Nobel per la Pace 2014.
La didascalia dell’immagine recita: “Se vuoi la pace educa alla pace”.
Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
E’ una delle sue frasi più celebri.
Il sogno di Bernice.
Quello del sogno è altro punto qualificante del discorso di Bernice.
Anche la parola “sogno” fa ricordare suo padre.
E’ famoso e storico “I have a dream” (“Io ho un sogno”), il discorso pronunciato a Washington il 28 agosto 1963, nel quale disse:
“Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
[…] Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi”.
Quel discorso è diventato oggetto di frequenti e ripetute citazioni, fino a diventare retorico.
Bernice ha espresso il suo sogno con queste parole:
“E, come mio padre, anche io ho un sogno. E il mio sogno è che il mondo intero abbracci la filosofia della nonviolenza come stile di vita. E che tutte le persone che vivono in questo mondo rispettino la dignità e i diritti umani di ogni singola persona. Siamo circondati dalla violenza in tutto il mondo. L’unico modo per creare giustizia e un mondo di pace è attuare la nonviolenza 365 giorni l’anno”.
L’ultimo sogno di Martin Luther King.
Un altro sogno di Martin Luther King, è quello espresso col sermone, pure profetico, del 3 marzo 1968 nella chiesa battista di Ebenezer, ad Atalanta, un mese e un giorno prima della morte. E’ un sogno dimenticato o, forse, poco conosciuto, da richiamare.
E’ il sogno del Tempio per la Pace.
L’ho fatto oggetto di scritti pubblicati da “il dialogo” in vista della manifestazione del 10 marzo, ed uno di essi è stata una “Lettera aperta a Bernice Albertine King”.
Perché non parlare di questo ultimo sogno?
Questo è l’incipit del sermone col titolo “Sogni non realizzati”, in cui il sogno è espresso:
“Immagino che uno dei grandi tormenti della vita sia che non smettiamo mai di cercare di terminare quel che non può essere terminato. Ci viene imposto di farlo. E così anche noi, come Davide, in tante circostanze della vita dobbiamo arrenderci ai fatti: i nostri sogni non si sono realizzati.
La vita è una serie continua di sogni infranti”.
Il sermone prosegue citando i sogni infranti di: Gandhi, Woodrow, Paolo apostolo, e di tanti antenati che cantavano canti di libertà.
“E ciascuno di voi, in un certo modo, sta costruendo una specie di tempio”.
Quindi M. L. King esprime un suo sogno, l’ultimo, non realizzato: il sogno di un Tempio per la Pace.
Alcuni di noi cercano di costruire un tempio della pace.
Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma è come se con la testa volessimo abbattere un muro di cemento: sembra che non serva a niente.
E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace si rimane soli,
si resta scoraggiati, si resta smarriti.
Ebbene, così è la vita.
E quel che mi rende felice è che attraverso la prospettiva del tempo riesco a sentire una voce che grida: “Forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che sia nel tuo cuore.
E’ bene che tu ci provi!
Magari non riuscirai a vederlo. Il sogno può anche non realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia un desiderio da realizzare.
E’ bene che sia nel tuo cuore”.
***
Accoglienza e Pace
Monteleone di Puglia è riconosciuto, ormai, come “esempio virtuoso dell’accoglienza”.
Vi è presente il centro collettivo “Piroscafo Duca d’Aosta”, che rientra nell’ambito del sistema SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Gli ospiti sono di varie nazionalità: c’è una famiglia nigeriana, composta di cinque persone, una famiglia libanese, pure di cinque persone, una coppia del Ghana, e una mamma col figlio, provenienti dalla Somalia.2
L’accoglienza di queste persone, di diverse nazionalità, pone il problema della realizzazione del loro diritto alla libertà di religione e di culto.
Ci chiediamo: a Monteleone di Puglia non potrebbe realizzarsi il sogno di Martin Luther King di un Tempio per la Pace, come luogo, laico, comune per pregare, di persone di religioni diverse?
Se si realizzasse il sogno, vedremmo coniugate accoglienza e pace.
Quali le aspettative e le prospettive dell’evento del 10 marzo?
Con la manifestazione del 10 marzo sono stati sparsi molti semi che potranno dare molti frutti.
Quali le prospettive di quell’evento?
E’ il caso di riprendere le parole di Rocco Altieri, ideatore della manifestazione, realizzata con l’immane sforzo organizzativo dell’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco GIOVANNI CAMPESE.
Altieri è figlio di Monteleone. Vive a Pisa, docente, è presidente del Centro Gandhi Onlus, del Centro Gandhi Edizioni, direttore della rivista “Quaderni Satyagraha”.
Ha detto:
“Auspichiamo che il Centro internazionale per la pace, nato a Monteleone, possa irradiare la sua azione oltre questa cittadina, in modo da diventare un osservatorio sui conflitti, un luogo di formazione alla gestione nonviolenta dei conflitti, e che riceva l’incoraggiamento e il sostegno anche finanziario delle istituzioni pubbliche. Si spende tanto per la guerra, mentre per la pace non si investe nulla. Ma, come la guerra viene preparata nelle caserme, con la ricerca bellica, con la mobilitazione di scienziati, anche la pace va preparata nel tempo e va sostenuta. Ci auguriamo inoltre che possa nascere una collaborazione con le facoltà teologiche delle varie confessioni, frutto di un ecumenismo che si concretizza nella costruzione della pace che è il perno del vangelo di Cristo. Si tratta di un progetto complessivo che ha bisogno del sostegno e dell’impegno di tutte le religioni, e che potrebbe avvalersi delle competenze di Marinetta Cannito Hjort, a cui va il mio grande ringraziamento per l’immane lavoro di mediazione compiuto per organizzare l’arrivo e la presenza di Bernice King qui in Italia. Marinetta Cannito collabora e lavora nelle maggiori università mennonite e battiste degli Usa, dove ci sono circa 50 università che studiano la pace e la nonviolenza. Questo in Italia non c’è, e sarebbe importante colmare questo vuoto. Una delle frasi di M. L. King che ispira il lavoro del Centro internazionale per la pace è: ‘come le menti vengono utilizzate per preparare la guerra si tratta di impegnarle a preparare la pace’.
Speriamo che questo sogno possa realizzarsi con l’aiuto di tanti e tante uomini e donne di pace”.3
Qui c’è tutto un programma.
La manifestazione del 10 marzo è stata l’ultima delle iniziative nate in attuazione della Deliberazione del Consiglio Comunale di Monteleone di Puglia del 30 ottobre 2015, a partire dalla lapide posta il 4 novembre ai piedi del locale Monumento ai Caduti con l’epigrafe “La guerra è follia!”.
La documentazione delle tappe del percorso è contenuta nelle 302 pagine del numero 32 della rivista “Quaderni Satyagraha”, pubblicata dal Centro Gandhi Edizioni di Pisa, col titolo Piccoli Comuni fanno grandi cose, nel 2018.
Questo libro è da proporre per lo studio, ad incominciare dalle scuole dell’Istituto comprensivo di Accadia-Anzano-Monteleone-Sant’Agata, che hanno già avviato un progetto educativo ispirato al Preambolo dell’Atto costitutivo dell’UNESCO, che recita:
Poiché le guerre nascono nelle menti degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”.
Roma, 8 aprile 2018
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi – PALMI (RC)
raffaello.saffioti@gmail.com
1 ROCCO ALTIERI, “Monteleone ombelico d’Italia. Un paese di montagna dalla ricca storia”, in Raffaello Saffioti, Piccoli Comuni fanno grandi cose!, Centro Gandhi Edizioni, Pisa, 2018, pp. 25-26.
2 Leggere CLAUDIA RIGILLO, “Da Monteleone un esempio virtuoso di accoglienza”, in Raffaello Saffioti, Piccoli Comuni fanno grandi cose!, cit., p. 63.
3 Da MARTA D’AURIA, “Monteleone di Puglia premia Bernice A. King” (https://riforma.it/it/articolo/2018/03/08/monteleone-di-puglia-premia-bernice-king)



Lunedì 09 Aprile,2018 Ore: 10:26
 
 
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