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www.ildialogo.org IL TEMPIO PER LA PACE, UN SOGNO DI MARTIN LUTHER KING,di Raffaello Saffioti

IL TEMPIO PER LA PACE, UN SOGNO DI MARTIN LUTHER KING

di Raffaello Saffioti

DAL SOGNO AL PROGETTO
Alcuni di noi cercano di costruire un tempio della pace.
Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma è come se con la testa volessimo abbattere un muro di cemento: sembra che non serva a niente.
E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace si rimane soli,
si resta scoraggiati, si resta smarriti.
Ebbene, così è la vita.
E quel che mi rende felice è che attraverso la prospettiva del tempo riesco a sentire una voce che grida: “Forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che sia nel tuo cuore.
E’ bene che tu ci provi!
Magari non riuscirai a vederlo. Il sogno può anche non realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia un desiderio da realizzare.
E’ bene che sia nel tuo cuore.
MARTIN LUTHER KING
(Dal sermone nella chiesa battista di Ebenezer, ad Atlanta, il 3 marzo 1968)
***
DAL SOGNO AL PROGETTO
I have a dream” (Io ho un sogno) è il titolo del famoso e storico discorso di Martin Luther King, pronunciato a Washington il 28 agosto 1963.
E’ il discorso in cui Martin Luther King disse:
“Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi”.
Ora, la ricorrenza del 50° anniversario della morte dell’apostolo mondiale della nonviolenza è occasione per ricordare un altro suo sogno, quello del TEMPIO PER LA PACE che risponde a un bisogno fondamentale del nostro tempo.
Ha detto HANS KUNG:
Non c’è pace nelle nazioni senza pace tra le religioni”.
La cosiddetta “globalizzazione” che caratterizza il tempo in cui viviamo svela la qualità laica della storia. Essa spinge verso l’unità del genere umano, è favorita dalla comunicazione telematica e sfida le varie religioni storiche sulle quali pesano le terribili complicità con le guerre.
La risposta non può essere quella di chi parla di “scontro di civiltà” e di “valori dell’occidente” da opporre al terrorismo.
Chi lavora per la costruzione della civiltà della pace e della nonviolenza, resiste ai pericoli derivanti dalle varie forme di integralismo che alimentano la cultura della guerra.
E il pensiero si fa preghiera. Il bisogno religioso è un bisogno comune a tutti gli uomini.
Come anche il bisogno della pace.
Il pensiero della pace è stato storicamente tradotto in preghiera dalle varie religioni ed espresso in luoghi di culto separati.
Ma un autentico ecumenismo, laico, ha bisogno di costruire un luogo comune.
Il Tempio per la Pace deve essere una “struttura senza alcun tratto distintivo pensata come luogo di culto e di incontro di più gruppi religiosi. Un segno che non risolve la conflittualità religiosa ed umana ma indica un orizzonte, esce dalla retorica del dialogo ecumenico ed interconfessionale ed impone di domandarsi se dentro società così lacerate abbia ancora un senso continuare a modellare la presenza religiosa come in passato. Un segno che si aggiunge agli altri, sparsi qua e là nel mondo, di strutture religiose che servono a più gruppi, sgombre di simboli che discriminano, strumenti di confronto e di convivenza pacifica, proprio come immaginava le chiese Tommaso Moro nella sua Utopia (Luciano Zannotti, in “Notiziario della Comunità dell’Isolotto”, n. 3, dicembre 2005).
In questo nostro tempo si affermano nuovi diritti di cittadinanza e nelle nostre città siamo chiamati a convivere con persone provenienti da altri paesi, professanti varie fedi religiose.
La libertà religiosa, legata alla libertà di culto, è un fondamentale diritto umano, garantito anche dalla nostra Costituzione, oltre che riconosciuto dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, approvata dall’Assemblea generale dell’ONU il 10 dicembre 1948.
Una Città che vuole essere una “Città per la Pace” deve preoccuparsi non solo di assicurare a tutti i suoi cittadini luoghi separati di culto, ma anche di progettare un luogo comune per le varie confessioni religiose presenti nel suo territorio.
Il sogno non realizzato di un TEMPIO PER LA PACE, di Martin Luther King, di cinquant’anni fa, può essere trasformato in progetto, coniugando le ragioni dell’utopia con quelle del realismo.
Il Comune di Monteleone di Puglia può accogliere la proposta di edificare “Il Tempio per la Pace”? Il Sindaco può dare l’annuncio dell’accoglimento della proposta in occasione della visita di BERNICE ALBERTINE KING, in programma per il prossimo 10 marzo?
Il Tempio per la Pace: perché a Monteleone di Puglia?
Rocco Altieri ha scritto:
“Bernice Albertine King, figlia minore di Martin Luther King Jr., verrà per la prima volta in Italia ospite del Comune di Monteleone di Puglia (FG) per celebrare il 50° anniversario del martirio del padre (1968-2018), apostolo mondiale della nonviolenza e ricevere il Premio di donna impegnata per la Nonviolenza e la Pace.
Perché a Monteleone di Puglia?
L’arrivo di Bernice Albertine King non è un episodio estemporaneo, ma costituisce la consacrazione del percorso avviato dal 2015 in questo Comune di montagna situato nell’Appennino dauno-irpino in provincia di Foggia, che ha avuto ampi riconoscimenti internazionali come esempio virtuoso dell’accoglienza, della pace e della nonviolenza, e che ha portato alla nascita del Centro Internazionale per la  Nonviolenza Mahatma Gandhi con un osservatorio sui conflitti e un polo didattico di ricerca e di educazione alla pace”.
(Comunicato stampa del Centro Gandhi onlus, Pisa 10 gennaio 2018)

 
Roma, 28 gennaio 2018

 
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi – PALMI
raffaello.saffioti@gmail.com

 

 

 



Domenica 28 Gennaio,2018 Ore: 21:39
 
 
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Educazione alla pace

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