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www.ildialogo.org L’8 MARZO DI MONTELEONE DI PUGLIA, EVENTO UNICO, MEMORIA E ANNUNCIO DI FUTURO,di Raffaello Saffioti

L’8 MARZO DI MONTELEONE DI PUGLIA, EVENTO UNICO, MEMORIA E ANNUNCIO DI FUTURO

IL “1° PREMIO INTERNAZIONALE PER LA PACE E LA NONVIOLENZA” E IL “GIARDINO DELLA PACE”


di Raffaello Saffioti

E’ da mia moglie Kasturba che ho imparato la nonviolenza”.
Non ho dubbio che le donne potrebbero opporsi alla guerra
infinitamente meglio degli uomini.
Dite voi cosa farebbero i vostri generali e soldati,
se le loro mogli, figlie e madri sanzionassero
la loro partecipazione a qualsiasi forma o tipo di militarismo”.
MAHATMA GANDHI
PIANTARE ALBERI E PIANTARE UOMINI
L’8 marzo, “Giornata Internazionale della donna”, a Monteleone di Puglia è stato un evento unico nel panorama nazionale, ignorato dai grandi mezzi di comunicazione. E’ stato organizzato in collaborazione tra il Comune e il Centro Internazionale per la Nonviolenza “Mahatma Gandhi”. La Giornata si è svolta tra memoria e futuro, nel segno della speranza, e si è qualificata per il carattere internazionale, che si evince dal suo ricco programma.
I momenti scelti come qualificanti sono stati:
  1. il conferimento del “1° Premio Internazionale per la Pace e la Nonviolenza”, a Suor RITA GIARETTA, fondatrice di Casa Rut di Caserta;
  2. l’ inaugurazione del “GIARDINO DELLA PACE”, con 12 alberi da frutto, ognuno per il suo significato simbolico, dedicati a 12 donne per il loro impegno nel promuovere la pace;
  3. l’ inaugurazione della Targa commemorativa dedicata all’avvocato QUINTINO BASSO, difensore delle donne di Monteleone di Puglia, processate per il “Ribello” del 23 agosto 1942;
  4. l’ intervento di GABRIELLA MARIA CALDERARO, che di ritorno dall’India, dove era andata come ambasciatrice del Centro Internazionale per la Nonviolenza “Mahatma Gandhi”, ha riferito la sua esperienza e presentato due Progetti da realizzare: 1) in collaborazione con la GRF (Gandhi Research Foundation), “Per l’educazione alla pace”; 2) per la Woman for Peace Conference, del 26 ottobre a Jalgaon, presso la GRF.
La pace e la nonviolenza non sono sinonimi e la storia della pace non coincide con la storia della nonviolenza.
E’ qualificante ed impegnativo scegliere la pace nel tempo in cui sono molti i teatri di guerra nel mondo. In alcuni di essi l’Italia è presente con le false “missioni di pace” e in uno, la Libia, è presente in un modo che ancora non risulta chiaro.
E’ più qualificante e ancor più impegnativo scegliere la nonviolenza e andare alla fonte, nell’India di Gandhi.
Si può dire che la nonviolenza rimane in gran parte sconosciuta, anche a molti anni di distanza, da quando (1967) ALDO CAPITINI scrisse:
In questi ultimi tempi si è fatto qualche progresso in Italia nel campo che esamineremo, oltre che per il numero delle persone interessate, anche perché si è cominciato a scrivere nonviolenza in una sola parola, sicché si è attenuato il significato negativo che c’era nello scrivere non staccato da violenza, per cui qualcuno poteva domandare: ‘va bene, togliamo la violenza, ma non c’è altro? Se si scrive in una sola parola, si prepara l’interpretazione della nonviolenza come di qualcosa di organico, e dunque, come vedremo, di positivo”. 1
Questo 8 Marzo segna una nuova tappa del percorso del Centro Internazionale per la Nonviolenza “Mahatma Gandhi”, nato dal felice connubio del Centro Gandhi di Pisa col Comune di Monteleone di Puglia.
Le tappe precedenti sono state:
  1. il 30 ottobre del 2015 (Deliberazione del Consiglio Comunale di Monteleone di Puglia);
  2. il 4 novembre del 2015 (collocazione della lapide “La guerra è follia!”, alla base del Monumento ai Caduti);
  3. il 6 dicembre del 2015 (Convegno nazionale, “La guerra è follia!”). 2
Il “1° Premio Internazionale per la Pace e la Nonviolenza” e l’inaugurazione del “Giardino della Pace” possono essere considerati, per il loro valore profetico, i momenti caratterizzanti l’intera Giornata.
AGNESE GINOCCHIO, Testimonial per la Pace
Ad apertura della Giornata, la cantautrice AGNESE GINOCCHIO, famosa per il suo impegno per la pace e la nonviolenza, ha parlato e cantato con tono forte e vibrante, creando l’atmosfera più adatta, come dando un timbro, a tutta la manifestazione.
Ha richiamato i temi più gravi della crisi del nostro tempo, con la denuncia delle varie forme di violenza, da quella della criminalità a quella della guerra, per dire che la scelta della pace è necessaria per avere un futuro.
Ha, tra l’altro, detto3:
Da qualche anno, come movimento per la pace, nella nostra provincia di Caserta, ma non solo, in questo contesto storico che stiamo vivendo, in cui si celebrano i 100 anni della Grande Guerra, abbiamo avviato un percorso di pace attraverso la mobilitazione della fiaccola della pace, che vedete (la mostra, ndr). Io la porto per l’invito del vostro Sindaco, del Vice-Sindaco e di Rocco Altieri, presidente del Centro Gandhi, che ringrazio.
La fiaccola sta girando in tanti Comuni della nostra terra, della nostra terra perché siamo cittadini del mondo. Speriamo che possiamo additare Monteleone di Puglia, per organizzarci con l’Amministrazione e con le scuole. Noi lavoriamo anzitutto con le scuole con corsi di educazione alla pace.
Con il passaggio della fiaccola noi lanciamo messaggi ai Comuni e invitiamo le scuole ad aderire a questo appello per il riconoscimento del diritto alla pace. L’appello obbliga gli Enti locali e le istituzioni a farsi carico di questo tema, e quindi a lavorare in sinergia per rilanciare la cultura alternativa a quella della violenza. La cultura della pace è uno strumento di istruzione contro la distrazione di massa che ci propinano i mass media.
Io uso lo strumento della musica come arma nonviolenta per lanciare messaggi. (…) Se ognuno di noi facesse diventare la propria professione un motivo per discutere la tematica della pace che è fondamentale per salvare il futuro, veramente si potrebbe avverare il grande sogno di Martin Luther King, dove tutti gli uomini potranno sedere al tavolo dell’Alleanza, nel segno della pace e della nonviolenza.
Pace, come dice un altro grande testimone del nostro tempo, mons. RAFFAELE NOGARO, è il nome laico del Vangelo, è il nome santo di Dio. Chiunque opera per la pace, è un figlio di Dio”.
A SUOR RITA GIARETTA IL “1° PREMIO INTERNAZIONALE PER LA PACE E LA NONVIOLENZA”
Nella targa apposta sull’albero a lei dedicato, nel “GIARDINO DELLA PACE”, si legge:
Col suo coraggioso impegno nel soccorrere le donne vittime della tratta della prostituzione, in una zona ad alta densità camorristica, ci insegna ogni giorno a ‘osare’ la speranza, perché la liberazione nasce dal Sud”.
SERGIO TANZARELLA, coautore con RITA GIARETTA, del libro Osare la speranza. La liberazione viene dal Sud (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2013), ha presentato la premiata che ha parlato sul tema che riprendeva il titolo del libro.
Suor RITA, veneta di origine, ha scelto il Sud e con alcune consorelle Orsoline del Sacro Cuore di Maria ha fondato a Caserta CASA RUT.
Ha fatto un discorso breve che è un racconto dell’esperienza che le ha fatto meritare il Premio. Più che una prolusione, è stato un discorso dal tono colloquiale, con un linguaggio di una semplicità che si potrebbe dire evangelica.
LE PAROLE DI SUOR RITA GIARETTA 4.
Suor Rita, dopo avere ricordato come è nata Casa Rut, ha detto della “bellezza di questa giornata, 8 marzo”.
Abbiamo scelto l’8 marzo. Non diciamo ‘festa della donna’. Non è una festa. E’ giornata, è una giornata dove si fa memoria.
Se guardiamo il Vangelo, cerchiamo di capire chi è Gesù. Dove lo troviamo? Lo troviamo quasi sempre sulle strade. Poche volte lo troviamo nel Tempio. E quelle volte che c’è, crea sempre (ride, ndr) …Ha voglia di incontrare le persone, i bisogni, le loro storie, i volti. Ha bisogno di liberare. Questo è il Vangelo, la gioia del Vangelo che è liberazione…
Sono state loro (le ragazze trovate sulla strada, ndr) che ci hanno preso per mano.
Quelle ragazze ci hanno aiutato ad aprire questo centro di accoglienza. Non possiamo ridurre a merce le persone. Le persone non sono merce.
Una domanda: perché tanti clienti? (applausi, ndr) Perché.
Non c’è pace se non partiamo per liberare le nostre relazioni nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie.
Io mi auguro che anche questo paese, Monteleone, affronti questi problemi. Ma che relazioni stiamo costruendo oggi? Non c’è pace se non partiamo per liberare le nostre relazioni all’interno delle nostre comunità, nelle nostre giunte comunali, nelle nostre amministrazioni, nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie.
E come vorrei che tutti questi luoghi diventassero, parlo con linguaggio femminile, delle sale-parto, dove imparassimo tutti, uomini e donne, a partorire speranza, a partorire rispetto, a partorire accoglienza, a partorire dignità, a partorire diritti. E allora potrei dire che sarebbe la strada nuova, dove tutti impariamo a diventare operatori e costruttori di pace.
E allora, Sindaco, quell’albero mi ha commossa: era fiorito! E per noi c’è questo slogan che è molto forte, è pieno di vita: non c’è scarto, non c’è rifiuto che non possa fiorire. L’albero deve fiorire, l’albero delle loro vite.
E allora io vorrei lasciare al vostro Sindaco, che rappresenta tutti voi, questo libro, “Osare la speranza”.
Diceva Sant’Agostino che la speranza ha due figli, l’indignazione e il coraggio.
Si dà un volto concreto alla speranza. Le cose non vanno bene, mettiamoci insieme. E con coraggio cerchiamo di cambiare, di dare un volto di pace anche a questa umanità.
Però, oltre a questo libro, lascio anche questo che è un segno della Cooperativa Sociale “newHope” (si creano tanti manufatti, tante cose belle): questo è il grembiule del servizio.
Noi umilmente cerchiamo ogni giorno di indossarlo. Don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, pensava alla “Chiesa del grembiule”.
Molto bello questo segno.
Dobbiamo indossarlo tutti noi. Ognuno, ognuna, è chiamato a indossare, a vestire questo “grembiule del servizio”. Se impariamo a indossarlo tutti, veramente ci sarà una umanità nuova, ci sarà quello che voi avete chiamato “la pace”.
E questo Premio io lo dedico a tutte queste giovani donne che hanno vissuto l’esperienza a Casa Rut e sono diventate protagoniste della loro vita, e spero anche a tante altre.
E spero che non ci sia più bisogno di Casa Rut, perché siamo tutti cresciuti in umanità, in relazioni libere e liberanti. E continuiamo il cammino”.
IL “GIARDINO DELLA PACE”
Un detto cinese5 dice:
Chi guarda avanti dieci anni
pianta alberi.
Chi guarda avanti cento anni
pianta uomini”.
All’ingresso del “Giardino della Pace”, su un tabellone:
Non sono nata per condividere l’odio, ma l’amore”.
(Antigone)
Fiorire e dar frutti in qualunque terreno si sia piantati”.
Etty Hillesum (1914-1943) ebrea olandese, cuore pensante delle baracche di Auschwitz.
“… Noi tutti così diversi,
noi tutti così uguali, possiamo forse aiutare a crescere
arbusti cespugli e boccioli
sparsi qua e là,
un giorno o l’altro ci daranno
fiori e frutti
per tutti
di mille forme e di mille colori.
Li raccoglieremo con grandi feste
In mazzi e ceste,
li appenderemo nei recinti
di etnie e di nazionalismi
artificiali
al posto delle armi micidiali
così care ai militari,
al posto di fasci di tratte e di cambiali,
così care agli usurai,
al posto di veleni globalizzati
che ci vendono ai supermercati
sostituendo alle chiusure
cancelli senza serrature”.
Joyce Lussu (1912-1998) scrittrice e traduttrice fiorentina
***
Dodici alberi per dodici donne
PRUNO – Prunus pissardi
Maria Montessori (1870-1952) educatrice dell’infanzia.
MAGGIOCIONDOLO Laburnum anagyroides
Teresa Mattei (1921-2013) educatrice, staffetta partigiana, fu la più giovane donna eletta all’Assemblea Costituente, il 2 giugno 1946.
ACACIA DI COSTANTINOPOLI Albizia julibrissina
Kasturba Gandhi (1869-1944) moglie del Mahatma Gandhi.
CORBEZZOLO – Arbutus unedo
Sadako Sasaki (1943-1955) la bambina di Hiroshima morta a causa delle radiazioni della bomba atomica lanciata il 6 agosto 1945.
ACERO ROSSO – Acer rubrum
Sorella Maria detta “la Minore” (1875-1961) fondatrice dell’eremo francescano delle piccole allodole nei pressi di Campello sul Clitunno.
CILIEGIO ORNAMENTALE – Prunus serrulata
Phan Thi Mai (1934-1967) giovane educatrice vietnamita si immolò per la pace il 16 maggio 1967.
GLICINE – Wisteria ssp.
Rigoberta Menchù (Uspantan, 9 gennaio 1959) attivista guatemalteca, ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace.
MIRTO CRESPO – Lagerstroemia indica
Marianella Garcia Villas (1948-1983) attiva nell’Associazione Cattolica Universitaria, fondò la Commissione per i diritti umani nel Salvador.
MAGNOLIA – Magnolia X soulangeana
Rachel Corrie (Olimpia, USA, 10 aprile 1979-Rafah, 16 marzo 2003 attivista dell’International Solidarity Movement.
MELO ORNAMENTALE – Malus ssp
Wangari Muta Maathai (1940-2011) ambientalista, attivista politica e biologa keniota. Prima donna africana Premio Nobel per la Pace.
MELO ORNAMENTALE – Malus ssp
Hannah Arendt (1906-1975) filosofa politica tedesca.
OLIVO – Olea europaea
Suor Rita Giaretta (vivente)
***
In Appendice il testo delle targhe.
***
LA TARGA COMMEMORATIVA DELL’AVVOCATO QUINTINO BASSO E IL MURALE
Con la targa e con il murale dipinto dall’artista WALTER MOLLI il Comune ha inteso ricordare, in presenza dei familiari, l’avvocato QUINTINO BASSO, difensore delle donne della rivolta del 23 agosto 1942. 6
La figlia dell’avvocato Basso, ROSA, a nome dei familiari, ha fatto un breve discorso, non solo di ringraziamento.
Ha detto7:
Signore e signori, cittadine e cittadini di Monteleone,
debbo rassegnare a voi un sentimento di commozione profonda per la capacità che avete dimostrato, come dice Papa Francesco, di pronunciare una parola oggi desueta, la parola ‘grazie’, in una giornata in cui la retorica la fa da padrona. Pensate solo che la RAI (Radio Televisione Italiana), servizio pubblico, quest’oggi celebra le donne di successo.
Noi invece vogliamo celebrare le donne perdenti, signor Sindaco?
Secondo me le donne ‘du ribell’ dell’agosto ’42 non furono donne perdenti.
I popoli di montagna riescono ad esprimere uno spirito di purezza, che i popoli di pianura o di mare non sono in grado di esprimere. (…) Non crediamo che la civiltà sia determinata dalla natura dei luoghi, ma non v’è dubbio che la civiltà sia anche condizionata dalla natura dei luoghi.
Allora sullo sfondo le montagne come ambiente, in una civiltà antica e pur sempre nuova, al centro le donne, le donne dentro le condizioni più dure di vita, il fascismo e la guerra, la mancanza di libertà, l’attentato alla vita. Donne senza uomini, senza più uomini, uomini rapiti dalla guerra, e le donne sole a combattere sempre per la vita. Donne non solo contenitori della vita.
Le donne sono invece custodi della vita e le vostre donne furono custodi della vita in quel ‘ribell’ che nostro padre chiamò un episodio di resistenza, perché di resistenza si trattò, non di quella Resistenza celebrata nei libri di storia, ma di una resistenza dimenticata, anzi ignorata, direi colpevolmente.
Una doppia sfida lanciarono quelle donne, contro la guerra e contro il fascismo, e se quel loro gesto fosse stato imitato, se avesse avuto la capacità di contagiare altre donne, altre comunità, probabilmente il fascismo sarebbe durato un anno di meno.
Perché le donne scelgono sempre la vita e la libertà.
Ma spesso il loro destino è segnato da altri, e quindi la scelta di vita e di libertà viene interrotta, impedita, probabilmente addirittura esiliata.
Allora quale il merito di nostro padre: il merito di avere compreso il valore politico di quel ‘ribell’, il valore morale di quel ‘ribell’, contro e per: contro la guerra e il fascismo, per la vita, per la libertà, per la giustizia.
Quello che conta in questa giornata sono le testimonianze. Nella giornata della retorica imperante, Monteleone ha scelto un’icona alternativa: l’icona di quel ‘ribell’, di quel grido che ancora risuona oggi in questa corona di montagne che fanno da eco.
Un ‘ribell’ è, oggi, ancora qui tra noi”.
Nel documento del Comune, a firma del Sindaco GIOVANNI CAMPESE, si legge:
L’avvocato Quintino Basso (nato a Roseto Valfortore nel 1917 e deceduto a Bari il 3 novembre 2004) è stato una figura singolare di umanista, che interpretò cristianamente la professione forense come altissima vocazione nella difesa dei più deboli, in particolare delle plebi meridionali costituite da analfabeti, braccianti, donne, che da secoli avevano subito lo strapotere dei possidenti e l’arbitrio delle autorità.
L’avvocato Basso non ebbe paura di assumere la difesa delle donne di Monteleone per i fatti del 23 agosto 1942 e lo fece a titolo assolutamente gratuito. Caduto il fascismo, si prodigò perché a quelle coraggiose contestatrici fosse riconosciuto il valore di aver protestato contro la fame e la guerra indotte da un regime tirannico e liberticida.
Come sindaco e come amministratori vorremo oggi operare presso il Presidente della Repubblica perché sia finalmente attribuita al Comune di Monteleone di Puglia la medaglia d’oro al valore civile per l’eroismo delle sue donne.
La difesa delle donne di Monteleone fu per l’avvocato Quintino Basso solo l’inizio di un fervente impegno democratico e antifascista.
Oggi, in un momento così drammatico per le sorti della nostra Carta Costituzionale, sottoposta ad arbitrari stravolgimenti, vogliamo ricordare degnamente la figura e l’operato di un giurista sensibile come l’avvocato Basso, che tanto agì politicamente per l’affermazione della democrazia e della legalità repubblicana”.
Mel murale sono raffigurati, con l’avvocato Basso, alcuni tra i padri fondatori della Repubblica: Aldo Moro, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Di Vittorio, Tommaso Fiore, Giorgio La Pira.
GABRIELLA MARIA CALDERARO IN INDIA
Gabriella Maria Calderaro, segretaria di redazione della rivista “Quaderni Satyagraha”, nel suo intervento ha parlato del suo soggiorno in India come ambasciatrice del Centro Gandhi.
Ha detto8:
Quello che voglio brevemente raccontare è tutto il lavoro che il Centro Gandhi di Pisa, insieme al Comune di Monteleone, sta portando avanti per il Centro Internazionale “Mahatma Gandhi” qui, a Monteleone di Puglia.
Abbiamo iniziato un iter per un Progetto a cui hanno partecipato 40 organizzazioni a livello nazionale, attraverso contributi, idee. Abbiamo scritto una “Carta d’intenti”, come documento per la costituzione di una cattedra UNESCO, per la formazione di alto livello, riconosciuta a livello internazionale.
A questo scopo ho fatto un viaggio in India nel mese di febbraio, dove sono riuscita a entrare in contatto e a conoscere oltre 20 organizzazioni provenienti da tutto il mondo, dal Canada, alla Birmania, all’Africa, agli Stati Uniti, impegnate nella promozione della cultura della nonviolenza. Io ho raccontato loro il miracolo, se posso usare questo termine, che è avvenuto qui a Monteleone. Ho raccontato come si vuole educare alla pace con l’impegno che parte dal basso e vede coinvolta la comunità”.
CALDERARO nel reportage sul viaggio in India ha scritto in modo dettagliato.
Due i motivi principali della scelta di questo paese. Il primo è perché l’India […] detiene per motivi storici e culturali la leadership mondiale del pensiero nonviolento, non solo perché Gandhi, il padre della nazione, è stato il primo uomo politico a utilizzare con successo metodi di lotta nonviolenti per trascendere i conflitti, ma perché l’India è ancora oggi agli occhi del mondo un paese con una profonda spiritualità pratica, con un sincero rispetto dell’uomo nella sua interezza di anima, mente e corpo. Questo profondo rispetto è sempre presente. Namaste, il saluto più comune significa ‘la mia anima saluta il divino che è in te’.
Anche dal punto di vista accademico si può affermare il primato indiano per quanto riguarda i Peace Studies. Esiste un’ampia piattaforma di studi e di ricerca del pensiero nonviolento, da corsi universitari a dottorati di ricerca, a centri studi di specializzazione nelle diverse aree scientifiche, sociali, economiche, politiche e religiose, della teoria e della prassi della nonviolenza.
Durante il soggiorno nel Maharastra sono riuscita a visitare Wardha, il luogo dove Gandhi ha fondato l’asrham nel quale ha vissuto durante l’ultimo periodo della sua vita e la Gandhi Research Foundation a Jalgaon con cui siamo riusciti ad avviare una feconda collaborazione.
Insieme abbiamo avuto una settimana di workshop e laboratori dai quali è emersa una serie di progetti che il Centro Gandhi e il Centro Internazionale per la Nonviolenza Mahatma Gandhi di Monteleone vogliono portare avanti.
Un primo progetto riguarda il programma di educazione alla pace rivolto ai ragazzi della scuola media della durata di tre anni. L’obiettivo è quello di promuovere la lettura di testi significativi per la formazione del pensiero nonviolento. Il Centro Internazionale di Monteleone si impegnerà, insieme al Centro Gandhi di Pisa, a tradurre e contestualizzare alla realtà italiana i testi di riferimento per il superamento della prova online che permetterà l’ottenimento di un attestato di primo livello sui principi di Peace Studies, riconosciuto sul piano internazionale.
Un secondo progetto riguarda la Women for Peace Conference dedicato alle donne impegnate per la pace. Si vogliono raccontare storie di donne, del passato e del presente, che hanno portato cambiamenti sociali importanti usando mezzi nonviolenti. Attraverso una mostra fotografica di “women stories” saranno esposte alla GRF a Jalgaon il 26 ottobre 2016 le storie di vita di donne di tutto il mondo.
A partire da ora fino ad ottobre sarà promossa una campagna a livello internazionale: ‘un minuto per le donne’ rivolta a sensibilizzare le nuove generazioni sulle questioni di genere, dove ragazze dell’età compresa tra i 14 e i 25 anni possono, con un video di un minuto, esprimere il significato che ha per loro essere donne impegnate per la pace.
I video saranno valutati da una giuria al Film Festival di New Delhi che premierà ragazze di tutto il mondo per i loro lavori.
Il Centro Internazionale per la Nonviolenza Mahatma Gandhi aderisce alla promozione dei progetti di sensibilizzazione sulle questioni di genere e di educazione alla pace. Nel nostro contributo invieremo la storia di donne italiane, come quella di suor Giaretta e delle donne del Giardino della Pace inaugurato lo scorso 8 Marzo a Monteleone di Puglia”.
GANDHI DOLCI E NOI
COME VALORIZZARE GANDHI PER CAMBIARE IL MONDO
“Gandhi Dolci e noi” è il titolo di uno scritto di Johan Galtung, pubblicato dalla rivista “Il Ponte”, nel n. 3 di marzo 1967. Lo riprendiamo per attualizzarlo.
DANILO DOLCI (1924-1997), detto il “Gandhi italiano”, viene ricordato nella “Carta d’intenti” del Centro Internazionale per la Nonviolenza “Mahatma Gandhi”.
In un seminario nazionale a Saint Nicolas (Aosta) nel luglio del 1994, sul tema “Nessi fra esperienza, comunicazione maieutica e poesia”, Dolci propose un suo scritto dal titolo “Come valorizzare Gandhi per cambiare il mondo”.
Quello scritto è rimasto inedito, ma il tema “esperienza” è ricorrente in varie opere di Dolci.
Leggiamo brani che rivelano la loro attualità:
Ho pensato opportuno concentrarmi soprattutto su un aspetto di Gandhi – l’imparare a farsi esperienza – che mi sembra globale, produttivo, urgente per il prossimo millennio, per l’Occidente, ormai per il mondo intero. Mi sembra un aspetto ancora troppo poco considerato”.
Non dico niente di nuovo se rilevo come Gandhi genialmente ha contribuito a focalizzare, per la crescita del mondo, la necessità di costruire sul vero e con il vero; la necessità di invitare, nelle difficoltà dei rapporti personali, e popolari, a sviluppare la capacità di osservare empaticamente i problemi dibattuti, anche dal punto di vista dell’esperienza dell’altro, persona o popolo … E in tanto altro.
Ma un aspetto del suo enorme contributo al risanamento e alla crescita della vita del mondo credo sia particolarmente necessario scoprirlo e valorizzarlo (parlo soprattutto dell’Occidente, che conosco meglio) nella fondamentale importanza che ha attribuito al saper apprendere a fare esperienza, soprattutto ove più urgente si evidenziano, o stanno per evidenziarsi (forse anche in Oriente), i danni della modernità…
Parallelamente al filosofo-educatore John Dewey, Gandhi rivaluta e approfondisce l’autentica esperienza… Volendo approfondire l’esperienza di Gandhi e di Dewey prima che sia troppo tardi al mondo che amputandosi si inquina, occorre seminare nel pianeta questo interrogativo, provando a concretare le risposte. Come si potrebbe rovesciare l’attuale tendenza per cui pochi dominatori castrano della loro creatività le maggioranze, via via dall’infanzia? …
Per conquistare strutture civili essenzialmente maieutiche occorre avviare a ogni possibile occasione volontarie iniziative attraverso le quali la gente possa orientarsi meditando, provando e scegliendo. Il diffondersi di coscienza nuova, col connettersi dei diversi fronti in strutture maieutiche civili – organizzate a reggere conflitti – può d’altronde avviare metamorfiche spirali. Utopie? Finché non si maturerà in progetto”.
COS’E’ IL MIRACOLO?
Nell’8 Marzo di Monteleone di Puglia si è visto il collegamento di questo così piccolo paese con l’India, grande paese destinato, secondo le previsioni, a divenire nei prossimi anni uno dei paesi più popolosi del mondo.
I miracoli avvengono, in essi bisogna credere e bisogna saperli riconoscere.
Se l’evento “8 Marzo di Monteleone di Puglia” non è stato un miracolo, cos’è un miracolo?
Roma, 20 marzo 2016
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi
Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo
raffaello.saffioti@gmail.com

 

APPENDICE
Centro Internazionale per la Nonviolenza Mahatma Gandhi
Comune di Monteleone di Puglia
GIARDINO DELLA PACE”
PRUNO – Prunus pissardi
Maria Montessori (1870-1952) educatrice dell'infanzia
Se v'è per l'umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non
potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l'uomo”
MAGGIOCIONDOLO – Laburnum anagyroides
Teresa Mattei (1921-2013), educatrice, staffetta partigiana, fu la più giovane
donna eletta all'Assemblea Costituente, il 2 giugno del 1946. Scelse la mimosa
come fiore delle donne e invitò le famiglie a spegnere la televisione in nome del
diritto dei bambini all'ascolto e alla comunicazione. Prima di morire lanciò questo
ultimo appello ai giovani: “Voi siete la nostra speranza ed il nostro futuro; cercate non di
assomigliarci ma di essere meglio di noi, cercate di fare quello che noi non siamo riusciti a
fare: un’Italia veramente fondata sulla Giustizia e la Libertà”!
ACACIA DI COSTANTINOPOLI – Albizia julibrissina
Kasturba Gandhi (1869 – 1944) moglie del Mahatma Gandhi, insegnò al
marito la pratica della nonviolenza. Morì in prigione dove gli inglesi l'avevano
chiusa a causa delle sua partecipazione alla lotta per l'indipendenza dell'India.
Disse a proposito della sua vocazione: "La cosa più importante nella vita è
scegliere una direzione e dimenticare le altre".
CORBEZZOLO – Arbutus unedo
Sadako Sasaki (1943-1955) la bambina di Hiroshima morta a causa delle
radiazioni della bomba atomica lanciata il 6 agosto 1945. Dopo aver ascoltato
la leggenda che prometteva di esaudire un desiderio a chi avesse costruito mille
gru di carta, iniziò a costruire origami per ottenere la fine delle sofferenze e la
pace nel mondo intero.
ACERO ROSSO – Acer rubrum
Sorella Maria detta “la Minore” (1875-1961) fondatrice dell'eremo francescano delle
piccole allodole nei pressi di Campello sul Clitunno, anticipatrice dell'ecumenismo e del
rinnovamento religioso, in corrispondenza epistolare con il Mahatma Gandhi e Albert
Schweitzer.
Vogliamo accostarci riverenti agli oppressi, ai tormentati, agli stanchi, ai soli, cercando
di crescere nella consapevolezza e nella venerazione del peso di ogni vita”
CILIEGIO ORNAMENTALE – Prunus serrulata
Phan Thi Mai, (1934 - 1967) giovane educatrice vietnamita si immolò per la
pace il 16 maggio 1967.
Voglio essere una luce
magari confusa in questa nera notte
per provare
la presenza dell’«uomo».
Voglio usare il mio corpo come una torcia
per dissipare le tenebre
per svegliare l’amore tra gli uomini
per portare la pace al Viet-Nam.”
GLICINE – Wisteria ssp.
Rigoberta Menchú (Uspantán, 9 gennaio 1959) attivista guatemalteca, ha
ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, "in riconoscimento dei suoi
sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul
rispetto per i diritti delle popolazioni indigene."
Ma c'è anzitutto una cosa importante riguardo alla donna indigena ed è la sua
relazione con la terra, che è la relazione tra la terra e la madre. La terra nutre
e la madre dà vita.
C'è un dialogo costante tra la donna e la terra”.
MIRTO CRESPO – Lagerstroemia indica
Marianella García Villas (1948 – 1983) attiva nell'Associazione Cattolica
Universitaria, fondò la Commissione per i diritti umani del Salvador e fu
collaboratrice di monsignor Óscar Romero. Fu catturata il mattino del 12 marzo
1983 in un'area di conflitto dove si era recata per documentare l'uso di armi
chimiche da parte dell'esercito. La sua morte sopraggiunse nella notte fra il 12
ed il 13 marzo: testimoni raccontano che restò in vita per circa otto ore nelle
quali subì inenarrabili sevizie.
MAGNOLIA – Magnolia X soulangeana
Rachel Corrie (Olympia, USA 10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003)
attivista dell'International Solidarity Movement, fu travolta da un
bulldozer nel tentativo di impedire all'esercito occupante israeliano di
distruggere alcune case palestinesi.
MELO ORNAMENTALE – Malus ssp
Wangari Muta Maathai (1940 – 2011) ambientalista, attivista politica e
biologa keniota. Nel 2004 è diventata la prima donna africana ad aver ricevuto
il Premio Nobel per la Pace. Attivista e fondatrice del Green Belt Movement,
intraprese una forte campagna di sensibilizzazione verso i problemi
dell'ecologia, del disboscamento e dei cambiamenti climatici.
MELO ORNAMENTALE – Malus ssp
Hannah Arendt ( 1906 _1975) filosofa politica tedesca,
naturalizzata statunitense: “un rifiuto universale di obbedire dà
l’avvio a ciò che poi diventerà una rivoluzione”
OLIVO - Olea europaea
Suor Rita Giaretta vivente; Col suo coraggioso impegno nel
soccorrere le donne vittime della tratta della prostituzione, in una zona
ad alta densità camorristica, ci insegna ogni giorno a “osare” la
speranza, perché la liberazione nasce dal Sud!
***

NOTE

1 ALDO CAPITINI, Le tecniche della Nonviolenza, Milano, Libreria Feltrinelli, 1967.
Ancora oggi, dopo quasi cinquant’anni, sono molti quelli che scrivono non staccato da violenza.
Anche un giornale autorevole come “Il Sole 24 Ore” domenica 13 marzo 2016 pubblicava un articolo a firma Angelo Varni col titolo “Non violenza alla Tolstoj” (p. 31).
2 Cfr.: RAFFAELLO SAFFIOTI, Nascita del Centro Internazionale per la Nonviolenza col nome di Gandhi a Monteleone di Puglia (in “il dialogo”, 28 febbraio 2016).
3 Trascrizione dal Video di Communication Program.TV (www.communicationprogram.tv).
4 Trascrizione dal Video di Communication Program.TV (www.communicationprogram.tv).
5 Citato da Danilo Dolci in Il limone lunare, Laterza, 1971.
6 Cfr. sui fatti del 23 agosto 1942: VITO ALFONSO LEUZZI, Donne contro la guerra. La rivolta di Monteleone di Puglia [23 agosto 1942], Edizioni dal Sud, Modugno (Bari), 2004.
7 Trascrizione dal Video di Communication Program.Tv (www.communicationprogram.tv).
8 Trascrizione dal Video di Communication Program.Tv (www.communicationprogram.tv).



Domenica 20 Marzo,2016 Ore: 21:02
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Mariella Ratti La Spezia 31/3/2016 08.01
Titolo:
Grazie Raffaello, hai ben rappresentato questa bellissima giornata, che è stata per tutti noi che abbiamo partecipato una sorgente di vita e di speranza, una esperienza unica. Ci siamo commossi, i racconti e i ricordi ci hanno fatto riflettere intensamente, i progetti ci hanno entusiasmato. E' stato un evento che ha segnato un cammino; la strada è tracciata, occorre andare avanti.

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