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www.ildialogo.org Racconto di una magnifica esperienza,di Giuliana De Simone

San Giovanni in Fiore (CS)
Racconto di una magnifica esperienza

di Giuliana De Simone

Presentazione del libro La MONTAGNA, LA LUCE e IL FIORE


Martedì 12 agosto c.a. la maestra Giulia Guzzo, mia maestra di matematica alle scuole elementari, mi telefona ed esordisce così: “Mi piacerebbe che tu fossi la coordinatrice dell’evento che sto organizzando per la presentazione del libro La MONTAGNA, LA LUCE e IL FIORE, curato dal mio professore delle scuole superiori, il professore Raffaello Saffioti. Ho pensato a te perché anche tu sei la mia ex-allieva come io lo sono del professore Saffioti. L’evento si svolgerà giorno 19 Agosto presso il giardino della DUCHESSA della SILA ”.Non nascondo affatto che ogni volta che leggo “Maestra Giulia”sulla schermata del mio telefono cellulare una gradevole emozione mi accarezza, ma in quella occasione si è creata intorno a me un’atmosfera magica; mi sono sentita ONORATA di questo generoso invito che aveva l’intento di affermare la tradizione,l’ereditarietà di un passaggio di testimone tra i vari componenti di una squadra. Mi sono immediatamente precipitata presso casa della maestra Giulia per avvalermi dell’ausilio del libro che la maestra mi ha donato con munificenza. Prima di iniziare a scrivere ho iniziato a leggere!Il titolo: LA MONTAGNA, LA LUCE, IL FIORE; il sottotitolo:ESPERIENZE DI NON NONVIOLENZA NELLA TERRA DI GIOACCHINO DA FIORE .Di primo acchito ho pensato che il lemma “nonviolenza” potesse essere un errore di stampa, poi mi sono documentata e mi sono immediatamente addentrata nello scritto, capendo che quello fosse uno scritto scelto,IL LIBRO, non un libro!E’ un dialogo, non un monologo!Incuriosisce, ingolosisce, fa sognare. Nel leggerlo sono stata irretita dell’alchimia della Creatività. Io non conoscevo i particolari dei momenti che hanno preceduto la preparazione della scrittura del libro , che solitamente mi interessano, ma il PROGETTO LA MONTAGNA LA LUCE E IL FIORE li traccia in maniera indelebile. Mentre leggevo avvertivo costantemente la necessità di imparare, di fare dell’ elucubrazione della riflessione evocata l’unico strumento per vivere e rendere vivente il sapere che il professore Saffioti attraverso il testo mi donava. Egli, a mio avviso, ha fatto della preparazione una necessità, non un vezzo!Nel libro è costante il legame tra il “vecchio”ed il “nuovo” e tra il “FIORE”che è il genitore del frutto, il quale, a sua volta, è il detentore di una ereditarietà che racchiude le leggi scolpite dal tempo, dal vissuto, dagli archetipi. Non solo!!! Il frutto ha la responsabilità di modificare, per adattamento ai propri tempi , valorizzando ed abbellendo il fiore da cui proviene. Non conoscevo i componenti della famiglia che avrebbero popolato la serata , perché con negligenza avevo dimenticato di chiederlo alla maestra Giulia, ma non è stato difficile capirlo! Erano tutti li dentro, nel libro, a casa del nonno, davanti ad un camino, col fuoco acceso, ad ascoltare con occhi assorti nei racconti da lui vissuti, a sfogliare un album di foto, a partecipare al suo tempo passato, che in quel momento, mentre leggevo, diventava il presente. Potevo disegnare le di lui espressioni che precedevano o accompagnavano i racconti delle esperienze condivise. Le sue ex allieve o le “ragazze” dell’Istituto Magistrale Statale degli anni intercorsi tra 1970edil 1975, sono lì, sedute tra i banchi disposti a mò di “Cavalieri della Tavola Rotonda”, sono state ancora lì quando IL PROFESSORE, nel 1998, ha lasciato l’insegnamento per protesta contro un abuso di potere compiuto dall’autorità scolastica; sono lì nell’Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo e sarebbero state lì quella sera della presentazione… “Chissà se le sedie nel giardino della Duchessa della Sila”-mi chiedevo- “sarebbero state disposte in cerchio tali da includere anche me ed il professore Saffioti?”In questo le mie aspettative non sono state disattese:la mia maestra Giulia le ha disposte in semi cerchio tali da rispettare il volere del suo professore,tali da confermare la vestigia di ogni invitato. In una lettera aperta che il professore Saffioti invia alle sue ex-allieve scrive: “Nel libro troverete una foto dell’Aula di filosofia, con la classe IV B dell’anno scolastico 1971-72. La considero “foto simbolo”della mia esperienza educativa, che ha alla base il metodo del comunicare. Ho sempre lottato contro la scuola della cattedra e dell’aula-auditorio, per la scuola senza cattedra e dell’aula-laboratorio ”. Anche il direttore del periodico on line “Il diaologo”, Giovanni Sarubbi è lì, da sempre ormai; ha lasciato la sua orma nella prefazione del libro, costituita da pensieri che fanno del progetto La montagna la luce e il fiore uno “strumento”per quanti vogliono essere “costruttori di pace”; è lì, nel libro, nello scambio di missive col professore Saffioti, era lì il 28 maggio 2014, a San Giovanni in Fiore, il giorno della “MARCIA PER LA PACE , I DIRITTI UMANI ED IL DISARMO”, a filmare, a collezionare documenti, a viverli per poterli tramandare; sarà lì quella sera della presentazione a rinnovare E PROMUOVER il valore dell’Amicizia che lo lega al professore Saffioti. Immaginavo ancora che ci fosse stato il professore Giovanni Greco, che è stato scelto dal professore Saffioti, poiché anche autore del libro “Patrimonio artistico di San Giovanni in Fiore”,con il quale il curatore Saffioti fa dei collegamenti in merito a Jure Vetere poiché il professore Saffioti e l’Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo lo hanno “giudicato persona qualificata per la presentazione del sito archeologico” e perciò egli ha dato inizio, presso “IL PROTOMONASTERO DI FIORE VETERE” il 28 Maggio 2014 alla Marcia.Dal momento che l’esperienza di nonviolenza raccontata dal professore Saffioti è circoscritta nella terra di Gioacchino da Fiore come si farebbe a non condividerla con Padre Felice Scalia, insigne studioso di Giacchino da Fiore? Di certo non potrà mancare Franco Oliverio, di Pubblisfera, che è raccontato dal professore in questo progetto e nel precedente (“Se vuoi la pace educa la pace”). Le telefonate e gli incontri intercorsi con la mia maestra Giulia hanno confermato le previsioni formulate. Anzi, i protagonisti si sono integrati! “Ci saranno anche Maria Teresa Guzzo e Jo Mannarino che sceglieranno dei brani dal libro da interpretare ed accompagnare con la chitarra e che si alterneranno a te”, mi ha detto la maestra Giulia.

Giunse la sera dell’evento: tutto era incantevole!Il curatissimo giardino della Duchessa della Sila; gli addobbi floreali posti ai lati di un tavolo ad allestirlo insieme a striscioni sui quali erano scritti aforismi di vari autori, che si animavamo nelle riflessioni evocate a chiunque li avesse letti; erano l’esergo del libro LA MONTAGNA LA LUCE ED IL FIORE. Tra i tanti: “In pace i figli seppelliscono i padri; in guerra i padri seppelliscono i figli!”(ERODOTO); le varie copie del libro, oggetto di discussione, ben disposte coreograficamente.
Mi piacerebbe dire che gli interventi dei vari componenti della famiglia si sono gradevolmente alternati: in realtà così è stato, in parte, però! Ognuno ha dissertato sul messaggio di PACE che il professore Raffaello Saffioti attraverso il libro vuole promuovere; ma ogni intervento era imbibito di un triste retrogusto: ognuno ha “armato la pace per disarmare la guerra”.
Il direttore del periodico on line “il dialogo” Govanni Sarubbi ha sollecitato il nostro interesse, affinché ognuno di noi possa essere corroborato dal desiderio di pace; affinché ognuno di noi capisca che la guerra non è lontana da noi; ognuno di noi è uno strumento di pace, poiché ognuno di noi è IL componente della propria famiglia, non UN componente della propria famiglia; anche il migrante che arriva a popolare la nostra terra è tassonomicamente incluso nel Genere Umano ed ha il diritto di vivere in armonia con questa famiglia. Egli, come ogni essere umano, è un essere senziente ed è il risultato degli attentati terroristici, delle infami azioni. Egli ha il diritto di far parte del “NOI”e noi abbiamo delle responsabilità.
Il professore Giovanni Greco ha sapientemente edulcorato la dedica epigrafata dal Professore Saffioti sul libro che è scritta in carattere stampato maiuscolo “…NON UCCIDERE”, parlando del sentimento di letizia che si prova a stare insieme a parlare in pace della PACE.
Padre Felice Scalia, ha ironizzato anche sul suo nome per ricondurci gioiosamente al messaggio dell’Abate Gioacchino ed al SOGNO del di Lui: “la trasformazione delle armi in strumenti di lavoro e di benessere, la conversione dei popoli con il trionfo della PACE”.
“Un SOGNO”, ad hoc, il paragrafo del libro LA MONTAGNA, LA LUCE e IL FIORE, che il professore Raffaello Saffioti, nel Suo intervento ha voluto parafrasare. E’ il paragrafo che fa da epilogo al libro, ma è LA FINE che fa da incipit ad un INIZIO; in merito egli sancisce: “La terra di Gioacchino da Fiore è il simbolo della spiritualità calabrese e mondiale è luogo dell’anima. Basti pensare che sorge su una montagna e la montagna di Jure Vetere che ne è il sito archeologico, con i suoi sassi che gridano è il simbolo-strumento che ci ricollega a Dio, siamo più vicini alla Luce, possiamo essere il Fiore che dà i buoni frutti. Ne abbiamo preso coscienza durante l’iniziativa della “MARCIA PER LA PACE , I DIRITTI UMANI ED IL DISARMO” che non è stata solo occasione di studio e di approfondimento del pensiero e dell’opera dell’Abate Gioacchino, ma uno spunto magistrale per fare di San Giovanni in Fiore il centro di una spiritualità inedita ed eccitante dal punto di vista creativo al pari della città di Assisi” e d ancora dice il professore Saffioti: “Sono talmente legato a San Giovanni in Fiore da sentirla e viverla come una seconda patria.”
Ho voluto raccontare l’evento in prima persona perché io, in quella occasione, sono stata protagonista del SOGNO, l’ho vissuto, ricordandomi che sono un seme di chi ha guardato avanti cento anni ed anche più, poiché io sono “un altro uomo piantato”per rifarci al detto cinese, scritto-scelto dal professore Raffaello Saffioti , proprio perché io sono stata insignita della responsabilità del QUID PRO QUO, cioè del medicamento, della CURA usati dalla farmacologia medievale al posto di un altro, NON per sostituire l’altro ormai obsoleto, ma per migliorarlo e per poter migliorare la qualità della vita! Grazie perché HO IMPARATO da OGNUNO DI VOI, che se voglio la pace devo pensarLA e quale potrebbe essere elicitazione migliore se non quella dell’antico e del sano sentimento di RISPETTO dell’allievo verso il Maestro, che un tempo ha offerto il Suo Servizio per il BENE, per l’Educere senza delitto, per l’arricchimento senza manipolazione, per far emergere l’ “IO”che afferma la propria personalità, senza sudditanza all’esposizione dell’ambiente circostante, cosciente del fatto che l’ambiente circostante mi modifica, ma IO scelgo IO sono “la responsabile del cambiamento che voglio vedere nel mondo”? Per rifarmi a Gioacchino da Fiore, a San Francesco d’Assisi ed a Mahatma Gandhi, al professore Saffioti, alla maestra Giulia, a padre Felice Scalia, al direttore Sarubbi, al Professore Giovanni Greco. Grazie per avermi reso testimone della Carta Programmatica, saro’ sempre lieta ed entusiasta di imparare da voi e di essere coinvolta in ogni vostro progetto!
Giuliana De Simone



Lunedì 14 Settembre,2015 Ore: 15:14
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 14/9/2015 23.04
Titolo:...Nel giardino della Duchessa della Sila.
Brava Giuliana,interessante articolo.Da quello che hai scritto viene fuori un elemento importante: hai vissuto intensamente quella esperienza della presentazione del libro "La montagna,la luce e il fiore" si sente e i capisce parola dopo parola; viene fuori altresi' quello che sei veramente:una ragazza dotata di una energia e di una vitalità che coinvolge e quasi commuove chi legge .Anche il prof. Saffioti si è commosso ,ne sono sicura.Con questo tuo scritto hai sollecitato nei componenti dell'Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo,una nuova consapevolezza e una nuova voglia di andare avanti nel progetto e nel sogno di un futuro di pace.La mia speranza è quella che potremo "tutti noi insieme" sperimentare e realizzare ancora altre  iniziative significative come quella di cui parli in questo tuo articolo.
 

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