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www.ildialogo.org JURE VETERE LA PACE LA CITTA’<br />TRE BENI COMUNI,di <em><strong>Raffaello Saffioti</strong></em>

Marcia per la pace e i diritti umani
San Giovanni in Fiore(CS), 28 maggio 2014

JURE VETERE LA PACE LA CITTA’
TRE BENI COMUNI

di Raffaello Saffioti

LA NOSTRA BANDIERA DELLA PACE CON I SETTE COLORI DELL’ARCOBALENO
COME PREMESSA
La Marcia per la Pace e il Disarmo da Jure Vetere all’Abbazia Florense del 28 maggio 2014 a San Giovanni in Fiore è il punto di arrivo di un percorso iniziato il 22 maggio dell’anno scorso nel giardino della Scuola Media “Gioacchino da Fiore” con la manifestazione “La Scuola Ripudia la Guerra” e proseguito con la Giornata della Pace del 9 agosto successivo con il titolo “Il Ripudio della Guerra dalla Scuola alla Città”. Nel suo percorso si è venuta arricchendo del tema del DISARMO.
Questa Marcia, promossa e organizzata dall’Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo, si richiama alla prima Marcia della Pace, Perugia – Assisi, del 24 settembre 1961, ideata e organizzata da ALDO CAPITINI, fondatore del Movimento Nonviolento. Vuole essere preludio alla prossima Marcia Perugia – Assisi, del 19 ottobre 2014, alla quale l’Associazione Florense ha dato la sua adesione motivata.
Da San Giovanni in Fiore ad Assisi c’è una traccia per il futuro, per camminare sulle orme di Gioacchino da Fiore, l’abate calabrese di spirito profetico dotato, e sulle orme di Francesco d’Assisi, autore del “Cantico delle creature”. E’ una traccia per camminare alla ricerca di “cieli nuovi e terre nuove” (secondo l’Apocalisse, di Giovanni), del mondo della “Terza età” della storia, “età dello spirito” (secondo Gioacchino), del mondo del “Cantico delle creature” (secondo Francesco) e, infine, del mondo “creatura di creature” (secondo Danilo Dolci).
IN CAMMINO PER LA PACE E IL DISARMO
DA JURE VETERE ALL’ABBAZIA FLORENSE
SULLE ORME DI GIOACCHINO DA FIORE
Il sito archeologico di Jure Vetere è stato già scoperto dall’architetto sangiovannese PASQUALE LOPETRONE. La Marcia per la Pace vuole riscoprirlo.
E’ stato già detto che Jure Vetere è la radice, la sorgente della importante storia della città di San Giovanni in Fiore.
Che conoscenza hanno i cittadini sangiovannesi del valore, dell’importanza di questo sito?
Il livello culturale dei cittadini sangiovannesi oggi è all’altezza dell’ “elevato livello culturale degli uomini che vivevano a Fiore sul finire del secolo dodicesimo?”.
Il sito archeologico di Jure Vetere è un bene culturale meritevole di salvaguardia, tutela e valorizzazione. Come tale è da considerare un BENE COMUNE.
Ma serve la maturazione della coscienza civica perché servono pressioni dei cittadini attivi sulle istituzioni per l’adozione dei provvedimenti necessari atti a superare l’attuale situazione di degrado e pervenire alla fruizione pubblica di questo bene culturale.
PER L’IDENTITA’ DELLA CITTA’
La Marcia per la Pace e il Disarmo ha, quindi, l’obiettivo di favorire tra i cittadini la presa di coscienza delle origini e della storia della loro città.
Padre Felice Scalia, “gesuita scomodo”, che ha ricevuto il Premio speciale “Calabria – Sila – Gioacchino da Fiore”, la sera del 25 agosto dell’anno scorso, dopo la “lezione magistrale” in Piazza Abbazia, sulla spiritualità dell’Abate Gioacchino, ha concluso dicendo:
Lungo questi 800 anni Gioacchino non ha mai cessato di essere una persona che turba. […] Io non so oggi se siamo pronti a prendere noi il testimone. Quando si parla della necessità di spiritualità, non so cosa s’intende. […] La spiritualità di cui si parla è un modo di vivere la mia vita quotidiana, vivere tutto secondo questo Spirito di Dio: cioè, l’altro è mio fratello, né da depredare, né da ingannare, ma da amare e servire.
Quando tutto questo non sarà oggetto di un battimani, ma sarà esperienza, allora, forse, potremo dire che siamo degni di essere cittadini di una città come San Giovanni in Fiore”.
SAN GIOVANNI IN FIORE COME METAFORA
Questa Marcia ha le scuole, di ogni ordine e grado, protagoniste principali, con gli studenti ed i docenti, ed è già un segno di speranza per il futuro.
Il fiore è annuncio di futuro.
E’ lecito ricordare il quadro di Leonardo da Vinci “Madonna col Bambino”, esposto al Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo? Che ci dice lo sguardo del Bambino sul fiore?
La città di San Giovanni in Fiore può essere assunta come metafora.
GIANNI LIZIO, pittore di Napoli, docente mio amico e compagno nei lontani anni ‘70 a San Giovanni in Fiore, mi ha scritto:
L’iniziativa della Marcia non è soltanto una occasione di studio e di approfondimento del pensiero e dell’opera dell’Abate Gioacchino, ma uno spunto magistrale per fare di San Giovanni in Fiore il centro di una spiritualità inedita ed eccitante dal punto di vista creativo al pari della città di Assisi.
Quella gente, quel luogo, hanno qualcosa di misterioso, ombroso e insieme rigenerante, nascosto ma sorprendente.
Che idea fantastica legare le origini di San Giovanni in Fiore ai simboli archetipici della montagna e della luce con il fiore. Una fonte di spiritualità creativa e attiva oltre il contemporaneo. Una intuizione poetica che supera il dialogo e il racconto.
San Giovanni in Fiore non ha bisogno di scimmiottare la società dei consumi, le metropoli urbanizzate e disumane del capitalismo putrefatto.
San Giovanni in Fiore è un centro, anche geograficamente, unico nel suo genere perché è un ‘luogo dell’anima’. La terra di Gioacchino, la Sila, la montagna, rappresentano un fiore antico, sono i semi fecondi della libertà che è dentro di noi, annunciando il futuro silenziosamente.
La libertà è la pacificazione che sboccia nei nostri cuori come un’armatura naturale, spontanea. E’ il rapporto con la luce dell’ascesi comunitaria che non esclude le vicende quotidiane. E’ l’alternativa necessaria per ritrovarci.
Ed ecco la modernità del pensiero di Gioacchino. Il profilo nascosto dell’anima sangiovannese è questo. Basta coglierlo. E’ scritto.
Drogati e perduti nel consumismo la totale libertà è a portata di mano proprio nel colloquio con i luoghi, nel disegno dei monti silani. La memoria è l’arma più forte per vincere la debolezza del presente. Essere reali con la fantasia ci concilia ad un’etica efficace e quanto mai contemporanea.
L’onda lunga del pensiero di Gioacchino da Fiore apre alla felice fatica di capire il mondo, dimostra la necessità di una rivoluzione spirituale, dimostra in maniera esemplare che la realtà non è come ci appare. Il cambiamento di mentalità non è una magia controcorrente. Come ci dimostra l’intuizione profetica di Gioacchino non c’è separazione tra razionalità e creatività.
La montagna non esiste se non c’è la luce e il fiore non sboccia se non incontra la montagna.
La montagna è passione e il fiore l’annuncio del futuro. Nella luce le orme dell’uomo sono illuminate dalla verde spiritualità. Sotto il cielo le orme dell’uomo recuperano l’entusiasmo della parola, trovano il tempo per rimarginare vecchie, inutili, ferite”.
LA BANDIERA DELLA PACE CON I COLORI DELL’ARCOBALENO
Nella Marcia del 28 maggio gli studenti sventoleranno le bandiere che sono state regalate in gran numero con grande generosità dalla nostra amica MARIELLA RATTI, già Dirigente scolastica, di La Spezia.
L’arcobaleno è considerato simbolo di pace e armonia e deriva dal racconto biblico del “Diluvio universale”.
Questa bandiera con i suoi sette colori non è di parte e non può essere strumentalizzata da nessun partito.
E’ una affermazione, questa, necessaria, perché l’Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo, organizzatrice della Marcia, è espressione della società civile ed è gelosa della sua autonomia, ma è esposta ai pericoli di strumentalizzazione.
Il messaggio di Gioacchino è di grande attualità in un’età di crisi come quella che stiamo vivendo.
Ma in questo mese di maggio ci è parso di vedere sbocciare nuovi fiori e rigermogliare nuove esperienze profetiche, come in una nuova primavera.
Ci pare di sentire il soffio del vento dello Spirito di una nuova Pentecoste.
Il nostro è il realismo dell’utopia.
Raffaello Saffioti
Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo
raffaello.saffioti@gmail.com



Lunedì 26 Maggio,2014 Ore: 20:50
 
 
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