- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (286) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Nobel per la Pace all’Unione Europea?,di Gianmarco Pisa

Nobel per la Pace all’Unione Europea?

di Gianmarco Pisa

20 Ottobre 2012

fonte: antiwarsongs.org

Dopo quello attribuito a Barack Obama tre anni fa, il Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea rappresenta forse il più discusso e il più controverso tra quelli assegnati dal comitato promotore di Oslo. Tanto da avere scontentato quasi tutti, da “destra” e da “sinistra”.

Si consentirà per una volta un aneddoto personale. Imbarazzante e sorprendente è stato il modo come ho ricevuto la clamorosa notizia. In un caffè di Mitrovica, la città divisa “capoluogo” del conflitto kosovaro, a pochi passi dal ponte (e dalle barricate, di cui è ancora disseminato il Nord) che divide la parte albanese (a Sud) dalla parte serba (a Nord), decidiamo di interrompere il lavoro di gruppo tra i partner nel progetto per i “Corpi Civili di Pace”, per dare luogo ad una breve ricapitolazione delle notizie del giorno attinenti al tema “pace, nonviolenza e riconciliazione”. Uno dei collaboratori inevitabilmente si imbatte nella notizia. “Hai saputo chi ha vinto il Premio Nobel per la Pace quest’anno?”. Alla successiva risposta, “l’Unione Europea”, è quasi impossibile trattenere il sorriso, pensando ad una battuta, peraltro, perfino scontata e quasi paradossale, in un contesto come quello kosovaro, in cui il fallimento del peace-keeping internazionale e della missione europea è, ogni giorno, sotto gli occhi di tutti. Purtroppo però non si tratta di una battuta.

Viene da pensare a cosa rappresenti oggi l’Europa nel variegato universo della pace, dei diritti umani e della solidarietà internazionale. E il pensiero, come si può immaginare, ancora una volta va alla Siria, il più drammatico dei conflitti “alle porte di casa”, dove nuovamente la subalternità agli interessi atlantici, la vocazione militare della propria proiezione esterna e l’indolenza nell’assumere un chiaro ruolo protagonistico nel tavolo diplomatico internazionale, stanno connotando, e tragicamente, il ruolo e l’azione dell’Unione Europea in quello scacchiere. La minaccia di un replay del canovaccio libico è, purtroppo, all’ordine del giorno, anche qui, peraltro, su un piano tutto militare che niente ha a che vedere con l’orizzonte di pace che dovrebbe traguardare l’assegnazione di un premio così prestigioso: lì, a Tripoli, l’aggressione militare e l’intervento aereo da parte, in primo luogo, della Francia e della Gran Bretagna, avallato, con più o meno convinzione, da praticamente tutte le cancellerie europee; qui, a Damasco, le stesse Francia e Gran Bretagna non lesinano attivismo in termini di lavoro di intelligence, comunicazioni, high-tech, spionaggio e rifornimenti in mezzi, finanziamenti, strumenti per condurre (non da sole) quella che è ormai una vera e propria “guerra per procura” in corso nel Paese (avallata, peraltro, dall’Unione Europea nel suo complesso insieme con i Paesi satelliti dell’”Occidente” in Asia, Africa e America Latina, i quali seguono la politica francese e britannica nelle stanze internazionali, attraverso sanzioni, voti, conferenze e quant’altro). Lo ha opportunamente documentato, tra i più recentemente intervenuti, Iyad Khuder, in una sintesi che si può leggere in questo link.

D’altro canto, è stato da poco richiamato il precedente kosovaro anche in riferimento all’evoluzione del conflitto siriano: il condizionamento dell’opinione pubblica, il boicottaggio dei piani di pace e di mediazione delle Nazioni Unite, l’attribuzione di tutte le colpe (quelle vere e quelle presunte) al “tiranno” di turno, la costruzione dell’immagine del nemico e la preparazione dell’intervento militare internazionale, che allora (nel 1999) venne preparato da una serie di inaccettabili condizioni-capestro che avrebbero sostanzialmente cancellato la stessa sovranità statuale serba (dal diritto di sorvolo degli aerei NATO sull’intero spazio aereo alla missione di interposizione armata coercitiva, una sorta di peace-forcing esplicitamente anti-serbo), ed oggi (nel 2012) punta invece sulle carte della guerra di intelligence e della pressione internazionale (si guardi al ruolo della Turchia e alla recente proposta di un nuovo peace-keeping muscolare delle Nazioni Unite) per logorare e destabilizzare un governo (quello di Assad) che certamente non è “il nostro” ma la cui caduta darebbe luogo a scenari drammatici, nel Paese e nella regione. E la guerra del Kosovo fu la guerra della NATO e delle cancellerie europee, metafora di una Europa che divora una parte di sé stessa e accende il cosiddetto “intervento internazionale” al di fuori e contro qualunque criterio di legalità e di giustizia (nemmeno la “foglia di fico” di una risoluzione delle Nazioni Unite, in quel caso, violazione su violazione dei diritti umani e del diritto internazionale).

Si diceva sopra di un premio che scontenta tutti. Da “destra”, gli europeisti “liberali” lamentano l’Europa unita come “grande incompiuta” e accendono voti allo sprone che questo premio potrebbe rappresentare in quella direzione. Da “sinistra”, militanti politici e attivisti sociali si interrogano sui criteri e sulle finalità dell’attribuzione di un premio che, viste in particolare le ultime attribuzioni, con la pace non sembra davvero avere più nulla a che vedere e pare rispondere invece a logiche ed esigenze totalmente “altre”. Nella provocazione abita talvolta la verità: dopo Barack Obama e l’Unione Europea, ci sorprenderemmo meno e sorrideremmo poco se il prossimo Nobel per la Pace venisse assegnato alla NATO, o a qualche suo esponente o “campione”.




Luned́ 22 Ottobre,2012 Ore: 16:46
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Educazione alla pace

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info