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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org È tempo di costruire la pace,di Italo Nessi consigliere del Coordinamento Comasco per la Pace

È tempo di costruire la pace

di Italo Nessi consigliere del Coordinamento Comasco per la Pace

Coordinamento Comasco per la pace
Via Trieste,1
22073 Fino Mornasco (CO)
Tel. 031-927644
Fax 031-3540032
segreteria@comopace.org
www.comopace.org

Appare sempre più evidente come nella nostra società si mistifichino le parole.
Come si vogliano palesemente truccare le carte e fare apparire positivi atti e scelte che non lo sono
affatto.
Non si parla più di guerra. Ma di azioni di pace.
Non si parla più di esercito. Ma di forza di pace.
Non si parla più di violenza. Ma di incidenti di percorso.
Non si parla più di soldati. Ma di uomini di pace.
Non si parla più di armi di distruzione di massa. Ma di armi intelligenti.
Non si parla più di politica. Ma di decisioni che vanno prese per il bene comune. Che coincide sempre più spesso con gli interessi di pochi.

Il convegno Guerra e pace (Vedi programma)

Come Coordinamento Comasco per la Pace abbiamo il dovere di provare a rimettere le cose al loro posto. Dobbiamo dare alle parole il loro vero significato.
Il concetto di Pace ha molte sfaccettature e contiene molte altre parole: giustizia, equità, uguaglianza, nonviolenza, solidarietà, bene comune, sviluppo sostenibile, universalità...
In un contesto storico come l'attuale diventa però fondamentale riappropriarsi delle radici della parola Pace che è prima di tutto assenza di guerra.
E di conseguenza assenza di armi, di conflitti violenti, di morti (per lo più civili), di distruzione di infrastrutture e di territori, di disastri ambientali, di spreco di risorse.
E quindi, in positivo, valori che si chiamano solidarietà, impegno, dialogo, confronto, rinuncia, sofferenza, speranza, giustizia, progettualità comune, gratuità.

Avvicinare i giovani alla Pace

Ci sono molti modi per avvicinare i ragazzi, i giovani alla Pace.
Spesso dimentichiamo che altri avevano avvicinato noi alla Pace. Altri ci avevano fatto risuonare in testa le parole positive scritte poco sopra. Altri ci avevano mostrato come la lotta per i valori positivi si pagava in prima persona. Con le percosse, col carcere, con la sospensione dei diritti civili, con la morte.
Altri ci avevano mostrato che i sogni possono talvolta diventare realtà.
Altri avevano creduto alla nonviolenza, all'obiezione di coscienza, al servizio civile, alla difesa popolare nonviolenta. Altri avevano creduto alla libertà, alla giustizia. E noi siamo cresciuti facendo nostri questi valori.
E adesso che molte illusioni sono svanite, guardandoci indietro capiamo che le scelte importanti della nostra vita le abbiamo fatte in quel solco. Abbiamo quindi ora il dovere di avvicinare i giovani alla Pace.
Di gridare ancora che ognuno deve sentirsi responsabile per tutto.
Di far comprendere che il primato della propria coscienza è una delle pochissime cose che si possiedono realmente. Altrimenti ai giovani rimarrà solo il tetro quadro che gli dipingono tutti i giorni.
Facendogli credere che sono sempre gli altri quelli che non capiscono, che sbagliano, che vanno corretti, con le buone o con le cattive.
Facendogli credere che noi siamo i migliori, quelli che hanno capito tutto e che quindi abbiamo il diritto di comandare gli altri.
Facendogli credere che non vale la pena impegnarsi. Che tutto è dovuto.
Facendogli credere che chi ci aveva provato in passato non aveva capito niente.
Uccidendogli la speranza.
La speranza in una vita che valga la pena essere vissuta.
La speranza in un mondo migliore, di Pace e di Giustizia.



Mercoledì 10 Novembre,2010 Ore: 17:13
 
 
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Educazione alla pace

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