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www.ildialogo.org IL NESSO PROFONDO, LA VIA NECESSARIA,di Giuliano Pontara

Verso il 2 ottobre "Giornata internazionale della nonviolenza"
IL NESSO PROFONDO, LA VIA NECESSARIA

di Giuliano Pontara

[Giuliano Pontara e' uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale, riproduciamo di seguito una breve notizia biografica gia' apparsa in passato sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto cuore Giuliano Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e' nato a Cles (Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla eticita' del servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni all'Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal 1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore a contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le Edizioni Gruppo Abele la collana "Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi della pace. E' membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e in tale qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di  Barcellona 1996). Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di etica pratica e teorica, metaetica  e filosofia politica. E' stato uno dei primi ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese. Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di posizione), in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag,  Staffanstorp  1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal of Peace Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr. spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson, Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D. Sainsbury, Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93; Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future, Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras, Ariel, Barcelona 1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano 1998; Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp. 35-49; L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. E' autore delle voci Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in Dizionario di politica, seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche Tea, Milano 1990, 1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence, Violence, in Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de France, Paris 1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una vasta silloge di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, nuova edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli scritti di Giuliano Pontara aggiornata fino al 1999 (che comprende circa cento titoli), gia' apparsa nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino", abbiamo successivamente riprodotto nel n. 121 di "Voci e volti della nonviolenza"]

Si chiude tra tre mesi la "Decade per una cultura di pace e nonviolenza per i bambini  - e le bambine - del mondo", decretata il 10 novembre 1998 dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il periodo 2001-2010. Secondo dati forniti da Save the Children, durante i tre giorni in cui si e' svolto all'Onu il recente incontro degli statisti sul Millenium Development Goals, 66.000 bambini sono morti nel mondo a causa di sottonutrizione, assenza di medicine e cure mediche basilari. Come minimo, la decade dovrebbe essere resa permanente. E di giornate della nonviolenza ce ne vogliono 365 l'anno - in tutto il mondo;  e lo stesso vale per la democrazia, dovunque messa in pericolo da quelle che (nel primo capitolo del mio lavoro L'antibarbarie) ho caratterizzato come "tendenze naziste".

Insisto sul nesso profondo tra nonviolenza e democrazia come metodi incruenti e costruttivi di gestione e governo dei conflitti a tutti i livelli - metodi che fanno affidamento sulle forze morali costruttive che in ogni tempo gli umani hanno opposto a quelle distruttive. Democrazia e nonviolenza presuppongono trasparenza e fiducia - a loro volto strettamente interconnesse. Il ricorso alla violenza e' esiziale sia per l'una sia per l'altra, e questa e' una buona ragione per ritenere che la democrazia che si nutre di trasparenza e fiducia non si esporta ne' si insedia attraverso la guerra, ne' si mantiene creando eserciti professionali forniti di armi di distruzione di massa; eserciti che nei paesi occidentali confluiscono nella Nato - una delle strutture militari-militariste piu' nefande per la pace e la democrazia, ma estremamente vantaggiosa per chi ammassa potere non controllabile democraticamente, e per chi ci guadagna bilioni di dollari: immaginarsi chi, da ultimo, li sborsa, e come potrebbero essere usati nella lotta contro la moria dei neonati e dei bambini, la fame e la sete cronica, la poverta' assoluta, le enormi disuguaglianze economiche e di potere nel sistema di apartheid mondiale in cui viviamo.

Vim vi repellere licet. Gia', ma a forza di opporre violenza a violenza, massacri a massacri, e' vero o no che nel corso della storia umana, come la conosciamo sino ad oggi, c'e' stata una enorme corsa agli armamenti e una escalation di barbarie - dall'eta' della pietra, in cui la violenza si perpetrava con armi rudimentali, fino alle brutali guerre del secolo scorso e a quelle "postmoderne" attualmente in atto, in cui si sono massacrati con sistemi di distruzione sempre piu' efficienti oltre cento milioni di esseri umani? Ed e' vero o no che nel giro di soli trent'anni che separano l'inizio della prima guerra  mondiale dalla fine della seconda gli eserciti delle varie "Patrie" sono passati dai massacri reciproci con le baionette alle stragi di civili perpetrate dai nazisti e suggellate dai massacri atomici di Hiroshima e Nagasaki? Ed e' vero o no che una rivoluzione che voleva essere  proletaria e' sboccata nel Gulag stalinista? Ed e vero o no che in Afghanistan, come in Iraq (mica crediamo che la sciagurata guerra in Iraq sia finita) sono le popolazioni civili, e specialmente le fasce piu' povere - quelle gia' martoriate dalle precedenti guerre in tutte e due le regioni - a soffrire le maggiori perdite di vite e le maggiori sofferenze? Ed e' vero o no che lo stesso vale in Darfur come in Colombia, in Pakistan come a Gaza?

E oggi ci sono o non ci sono ammassate in varie parti del mondo armi nucleari, chimiche, biologiche sufficienti per creare un inferno in tutto il pianeta e mettere l'esistenza stessa del genere umano - e di altre specie - in pericolo?

E allora che altra via c'e' se non quella della nonviolenza, nel "grande" per chi vive ed opera nel grande e nel "piccolo" per chi vive e opera nel piccolo? La nonviolenza a tutti i livelli, individuale, istituzionale, strutturale, globale: il pacifismo giuridico (verso un governo mondiale), economico (l'abolizione delle strutture inique del capitalismo-imperialismo predatore), etico (lo sviluppo delle forze morali costruttive senza le quali la democrazia muore), assieme ai movimenti di lotte nonviolente dal basso, da quelle in Colombia per uscire dalla spirale di una guerra civile che dura da oltre quarant'anni, a quelle delle donne contro la dittatura militare in Birmania (Myanmar), da  quelle degli israeliani che con i movimenti Peace now, Icahd, Refusnik si oppongono alle violenze del proprio governo-esercito nei territori occupati, a quelle dei palestinesi che con Mustafa Barghouthi rinnovano la resistenza nonviolenta popolare che fu la caratteristica principale, ed efficace, della prima Intifada - e tante altre in tante parti del pianeta.

Un mondo  migliore e'  - deve essere - possibile.

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532
e-mail: nbawac@tin.it
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Mercoledì 29 Settembre,2010 Ore: 14:42
 
 
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