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www.ildialogo.org  Laboratorio maieutico secondo il metodo di Danilo Dolci,di Rosalina Ammaturo

 Laboratorio maieutico secondo il metodo di Danilo Dolci

Condotto da Raffaello Saffioti e Rosalina Ammaturo Liceo “ G. Bianchi Dottula” di Bari


di Rosalina Ammaturo

15 gennaio 2016

Il laboratorio proposto agli studenti di una classe terza del liceo delle scienze umane “ Giordano Bianchi Dottula” di Bari sul tema “La scuola buona (e quella cattiva)” e sul ruolo del maestro /educatore, ha preso avvio dalla lettura condivisa, da parte dei ragazzi, di passi da loro precedentemente sottolineati da “ Lettera ad una professoressa” e “ Lettera ai Giudici” di Don Lorenzo Milani, da scritti di Maria Montessori e di Danilo Dolci. Lettura a cui hanno fatto seguito le domande che i brani hanno sollecitato nei ragazzi e in noi adulti. Si sono prima raccolte tutte le domande e poi si sono scelte quelle più condivise su cui si è aperto un dialogo a più voci.
Il docente nel corso del laboratorio ascolta, facilita, rilancia domande; si attiva così una fucina di idee creative al cui interno ognuno sente di poter esprimere il proprio punto di vista. Difficile seguire il rincorrersi delle idee, il loro susseguirsi … Raffaello concentratissimo prende appunti e interviene raramente, ma con efficacia, così come deve fare un grande maestro:’ Ascoltare’, ‘ Porre domande’, ‘ Valorizzare’, verbi di cui, come docenti, dimentichiamo l'efficacia, persi nel nostro parlare, nel nostro inutile trasmettere/istruire, con la paura che il silenzio, la pausa, possa significare una perdita di valore agli occhi degli altri.
Quello che si è avviato è un processo di ricerca in cui adulti e ragazzi erano insieme alla pari in cerchio impegnati in una condivisione di significati importanti oggi per costruire “ la scuola buona”. Il laboratorio ha avuto la funzione di sollecitare il pensiero, ha mostrato come sia importante porsi delle domande e cercare nel confronto con gli altri le risposte.
Il"laboratorio maieutico" è visto da Raffaello Saffioti come "sala parto": “ voglio essere testimone di quanto ho appreso da Danilo Dolci, che considero uno dei miei maestri, ma non l’unico” e poi citando il filosofo di Palmi(Rc) Domenico Antonio Cardone, candidato al Nobel della pace nel 1963, aggiunge: “ ho imparato che siamo tutti maestri e discepoli nella comune avventura umana.” Quella di Dolci è “una nuova maieutica caratterizzata dalla reciprocità”.
Tornando al laboratorio con i ragazzi possiamo dire che essi diventano attivi, capaci di porsi domande ed elaborare idee, quando si sentono ascoltati e rispettati e non trattati come contenitori vuoti in cui il sapere, patrimonio solo di alcuni (i docenti), va travasato.
Il dialogo maieutico di Dolci è altra cosa rispetto al dialogo socratico descritto da Platone, è comunicazione a sua volta connessa con creatività e crescita: “ non si può essere creativi senza comunicare, né comunicare senza essere creativi”. Il comunicare richiede coraggio e autenticità, “ il chiudersi (individuale, di gruppo, collettivo) inaridisce vite e prospettive.” Solo nelle reciprocità si è autentici e avviene il miracolo della “ co- fecondazione”. “ L’interagire comunicativo comprende il dialogo…ma non vi si identifica.” ( Comunicare, legge della vita, Lacaita, 1993, p.22)
La struttura maieutica ravviva l’interrogarsi, la scoperta e la creatività.. Il dialogo pluridirezionale alimenta e potenzia ogni ricerca e ogni crescere. La domanda è condizionamento fecondante, che favorisce il crescere… quando l'interrogare più si amplifica da ciascuno a ciascuno, le sorgenti vitali si strutturano.” “ Le risposte più valide non sono quelle attese, ma quelle che illuminano l'essenza generale dei problemi.” ( La comunicazione di massa non esiste, Lacaita 1995, pp.200-201)
Come docenti dobbiamo riscoprire il piacere della ricerca che va condivisa con gli studenti, questo significa aprirsi alle domande vere di cui non si conoscono in anticipo le risposte.
Rosalina Ammaturo
del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari
 
La parola agli studenti
L'incontro con Raffaello Saffioti è stato molto interessante anche dal punto di vista psicologico. Noi ragazzi infatti, ponendoci delle domande, abbiamo cercato nella nostra interiorità le risposte ad ognuna di esse. L'operatore di pace calabrese ha utilizzato, in collaborazione con la nostra professoressa di scienze umane, il metodo "maieutico".Questo metodo a me ha ricordato il metodo che utilizzava Socrate, nel senso che ci ha permesso di cogliere l'infondatezza di alcune convinzioni che siamo abituati a considerare come scontate e che invece, ad un attento esame, rivelano la loro vera natura … E’ detto “maieutico” perché conduce per mano l'interlocutore che, sollecitato attraverso brevi domande, riconosce la falsità di alcuni suoi presupposti e viene sollecitato a cercare nuovi criteri di verità. Il metodo utilizzato nell'incontro aveva il fine di far partecipare tutti noi alunni stimolandoci così a costruire un nostro pensiero personale.
Mi ha colpito molto l'attenzione del signor Saffioti nei nostri riguardi; lui era davvero concentratissimo, attento ad ogni nostra parola, ad ogni nostro gesto, ad ogni nostro sguardo. Ne deduco che sia un ottimo ascoltatore. In quelle due ore la sua dedizione nei nostri riguardi mi ha stupito, mi ha incuriosito il suo quaderno...pieno di appunti su di noi, con i nostri nomi, le annotazioni su quello che dicevamo e sui nostri movimenti. Ammetto di essermi sentita analizzata, ma allo stesso tempo compiaciuta nel momento in cui, di colpo, il signor Raffaello ci ha azzittito ed ha iniziato a balbettare dicendoci il suo grande stupore, la sua ammirazione nei nostri riguardi…"finalmente dopo 30 anni ho trovato una terza come la mia del 1987". Questo complimento ha spiazzato tutti noi, ma non solo, ci ha fatto sentire speciali, diversi, importanti, ciò che ogni adulto dovrebbe fare nei confronti di noi giovani per spronarci sempre più a dare il meglio. L'incontro dunque complessivamente è stato davvero una fonte di grande ispirazione, un invito a scoprirci e conoscerci.
Tutte le domande possibili:
1-Quale scuola è buona? 2- L'esame di maturitá può valutare il percorso di maturazione di un ragazzo? 3-La scuola educa alla pace o educa alla guerra? 4-Quanti, tra coloro che predicano la pace, operano per la pace? 5- C’è differenza tra buona scuola e scuola buona? 6-Cos’ è una sinfonia patriarcale? 7-Le donne sono presenti nella storia della filosofia?Se è no, perchè?
Nell'incontro con Raffaello Saffioti,ex professore di scienze umane ed operatore di pace,ci siamo posti diversi interrogativi, uno di quelli a cui più ho il piacere di rispondere è il seguente :
Qual è la differenza fra la buona scuola e la scuola buona?
Abbiamo riflettuto su come cambia il significato di una frase cambiando la posizione dell’aggettivo. Difatti prendendo come esempio il sostantivo DONNA, la "donna buona" è giusta e corretta, quando usiamo l’espressione "buona donna" intendiamo una prostituta, di facili costumi, che vende il proprio corpo. Se utilizziamo come sostantivo il termine SCUOLA e anticipiamo e posticipiamo l’aggettivo BUONA, ci troviamo di fronte a due significati contrapposti: la "scuola buona" ci fa pensare a una istituzione giusta, seria, rispettosa della legalità. L’espressione "buona scuola" invece potrebbe indicare una scuola venduta e corrotta...Sarà forse una casualità se la riforma di Renzi con tanti aggettivi possibili da utilizzare o una posizione diversa da adottare abbia utilizzato l’espressione poco felice “Buona scuola”? Non potrebbe essere un avvertimento o un indizio che il ‘ caro politico’ ha voluto "donarci" fin da prima che la sua riforma entrasse in vigore? Ma questo noi non lo sapremo mai! Certo è che chiamare la riforma in questo modo, disonora la scuola in sé e quei pochi alunni che ancora ci credono.
Un’ altra domanda che è degna di una risposta e che mi frulla nella mente da molto tempo è la seguente:
Quante persone "predicano" per la pace e poi operano per essa realmente?
Siamo tutti bravi ad urlare negli scioperi,e a scrivere sui social network la parola PACE ma quanti di noi ne conoscono davvero il significato? E quanti di noi vogliono sembrare agli occhi degli altri dei buonisti dediti al sogno di un mondo migliore? Tanti, anzi tantissimi. Il problema è che la maggior parte sono tutti solo buonisti. Io penso che se non si è in grado di mantenere la propria parola, allora è meglio non esprimersi proprio, perché così si fa una miglior figura. Quando non si è davvero convinti di ciò che si dice, o non si conosce neanche più di tanto l'argomento, che senso ha propagandare la Pace, se poi alla fine, diciamocelo, pratichiamo comportamenti violenti!? Per fare pace davvero, non serve cambiare la propria immagine di profilo! Per esprimere solidarietà agli Stati colpiti dalla guerra servono i post su fb? Per riconoscere la libertà ad ognuno di esprimere il proprio orientamento sessuale serve uno sciopero virtuale? Forse non ci siamo ancora resi conto che la Pace è responsabilità di ognuno di noi e che essa si costruisce a partire dalle piccole cose. Un semplice gesto come un abbraccio,una cortesia in più,un sacrificio fatto volentieri, un oggetto superfluo in meno, possono fare la differenza nelle relazioni con le persone a noi vicine. La Pace è donare non solo solidarietà, ma amore, e farlo per davvero. La Pace siamo noi adolescenti che dopo essere caduti nella droga ci fermiamo a riflettere e l'abbandoniamo, siamo noi giovani che dopo aver litigato ci stringiamo la mano e mettiamo da parte l'orgoglio e le ragioni personali. La pace è un bambino che lascia alla mamma l'ultimo spicchio di mela e che ogni mattina le dà un bacio per aiutarla ad affrontare i problemi della vita. La pace siamo noi, quelli che voi adulti chiamate “la nuova generazione”, siamo noi che abbiamo il compito, forse, di insegnarla a voi, che dovreste essere i nostri ‘ maestri’ ma che forse ne avete perso il valore. Il mondo è nelle nostre mani,e noi possiamo farne ciò che vogliamo, perché saremo noi un giorno ad eleggere il politico sbagliato, e saremo noi ad iniziare una guerra contro un altro paese per soldi, e saremo noi che non puniremo i fuorilegge, gli assassini, gli stalker. Saremo noi, se oggi abbiamo la forza di apprendere, a proporre, fra 10 anni, un Trattato di Pace a quel paese ora tanto odiato, saremo noi a punire l'assassino e lo stupratore, ed infine saremo noi ad eleggere il politico giusto, quello che davvero fa gli interessi di tutti i cittadini.
Quindi la Pace, per me, non è data solo dalle "grandi cose" ma si costruisce giorno per giorno attraverso gesti, parole, fatti che possono cambiare la vita di chi li pone in atto e delle persone che le stanno accanto.
LA PACE SIAMO NOI.
Federica Milella

Quante persone "predicano" per la pace e poi operano per essa realmente?
Come ha detto Raffaello Saffioti, è facile ‘predicare’, ma difficile operare per la pace! E’ facile perché tutti sanno teorizzare su un argomento così importante, e fare i moralisti affermando che "ci sono troppe guerre che devastano anche l'animo dell'individuo" . Quasi nessuno, però, si reca nei paesi in cui è presente la guerra per aiutare e dare un sostegno psicologico ed economico a coloro che hanno sofferto o soffrono a causa di essa.
La scuola si interessa di formare gli studenti, più che istruirli?
Secondo me, tutti gli insegnanti vorrebbero parlare con gli alunni dei problemi e delle difficoltà che essi affrontano durante l'adolescenza, un periodo difficile per tutti; così come vorrebbero favorire la formazione del loro senso politico, affrontare con loro le difficoltà legate al momento della scelta e insegnare loro il rispetto delle leggi (fondamentale per la vita in società). Se non lo fanno è a causa dei tempi scolastici sempre più stretti e del programma molto vasto.
Io però mi chiedo:” Come può un maestro guidare uno studente?” Secondo me, l'insegnante deve mettere a disposizione degli studenti tutte le informazioni di cui hanno bisogno, deve essere una guida ma, come affermava Socrate, maestro per eccellenza, non bisogna mostrare ai propri allievi la strada, ma solo aiutarli a far "partorire" loro le idee, perché se l'insegnante fa conoscere le proprie opinioni può esserci il rischio di manipolazione.
Mariapia Ranieri
 

 

Le donne pensano?
A mio parere tutti, uomini e donne, sono dotati di intelletto e di conseguenza tutti possono esprimere la propria opinione. Nel passato (ed, a mio parere, anche ora) è stata molto sottovalutata la figura della donna e questo, secondo me, è un pensiero sbagliato. Basti pensare, per esempio, a Madre Teresa di Calcutta che grazie al suo animo nobile ha salvato dalla povertà tanti innocenti. Altro esempio di Donna che ha rivoluzionato la storia è senza dubbio Anna Frank, giovane ebrea, che con le sue pagine di diario fa immergere il lettore nella sua storia facendogli rivivere le atroci vicende che hanno caratterizzato quei tempi bui, perché non si ripetano. Donna invece che rivoluzionò la scuola è stata la pedagogista Maria Montessori. Con il suo metodo lasciava ai bambini la libertà di realizzare le proprie scelte in maniera autonoma.
Anche la Donna ‘’comune’’ ,ogni giorno, deve affrontare delle sfide nel mondo del lavoro e della famiglia, deve farsi rispettare superando pregiudizi e luoghi comuni che resistono ancora oggi in alcuni ambienti con predominante mentalità maschilista.
Le azioni e le vicende che hanno coinvolto queste grandi donne, influenzando la vita di tante altre, ci fanno capire la maturità, l’animo buono, la saggezza e l’intelligenza che appartiene alle Donne.
Chi è il ‘buon maestro’?In che senso il maestro ci deve giudicare?
Secondo me il ‘buon maestro’ è quella persona che ti deve guidare verso scelte che ti fanno crescere e che ti portano alla conoscenza. Inoltre il maestro deve stimolare l’interesse dell’allievo per far sì che esso nella sua vita futura prenda autonomamente decisioni giuste e faccia le sue scelte.
Il maestro a parer mio deve giudicare le capacità e le conoscenze di base di ogni allievo per rafforzarle e migliorarle; deve favorire l’acquisizione delle competenze necessarie per le scelte che sarà chiamato a fare nel futuro.
Patrizia Guida
 
Ho deciso di prendere in considerazione due domande molto interessanti, scaturite nel dibattito durante il laboratorio, ed esprimere la mia opinione a riguardo.
La prima è: Le donne pensano?
E’ scontato esprimere la rabbia riguardo l’atteggiamento degli uomini che, nei secoli, hanno trattato la donna come un essere inferiore, priva di diritti, relegandola alla cura del focolare, considerandola con capacità di molto inferiori a quelle dei maschi. Perciò, alla domanda "le donne pensano?", la risposta è: “assolutamente sì”. Da sempre in qualsiasi epoca e contesto storico e geografico sono state le donne ad occuparsi di tutte le necessità e le problematiche della famiglia e della comunità quando, a causa di forze maggiori, gli uomini erano assenti, occupati in "faccende maschili".
La seconda domanda è: Chi è il buon maestro?
Una domanda molto delicata, alla quale è complicato rispondere. Non si tratta di essere 'buoni' o 'cattivi' maestri, ma di essere in grado di trasmettere alle nuove generazioni non solo il sapere, facilmente ricavabile dai libri e ora da internet, bensì valori, idee, oltre che favorire la formazione di una personalità autonoma e responsabile. Tutto questo in collaborazione con le figure genitoriali, così che i giovani, futuri uomini e donne, possano trovare il loro posto della società a venire. Per riuscire in tutto questo, è  necessario passione , amore per quello che si fa e tanta pazienza.
Maria Antonietta Nigri

 



Domenica 08 Maggio,2016 Ore: 15:35
 
 
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