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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org INTERVISTA A LAURA TUSSI,di Paolo Arena e Marco Graziotti

LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA
INTERVISTA A LAURA TUSSI

di Paolo Arena e Marco Graziotti

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena@fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco@gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Laura Tussi.
Per un sintetico profilo di Laura Tussi si veda la sua risposta alla penultima domanda di questa intervista]

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Laura Tussii: Tramite il professor Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink (www.peacelink.it), il professor Giovanni Salio, fondatore del Centro Studi Sereno Regis di Torino, il direttore del sito www.ildialogo.org Giovanni Sarubbi, il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo Peppe Sini. Ho sviluppato tematiche relative alla nonviolenza, allo sviluppo sostenibile, alla cultura della pace e alla memoria storica, collegandomi anche alle vicende piu' attuali, dal dialogo interreligioso alla violazione dei diritti umani nel mondo, alla negazione delle pari opportunita', attraverso il progetto dal titolo “Per non dimenticare”, organizzato dall'Istituto Comprensivo Prati di Desio (Monza e Brianza), con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale e dell'Assessorato alla Cultura di Nova Milanese. Questo progetto si pone l’ambizioso traguardo di unire tutte le forze democratiche che hanno a cuore i valori dell’antifascismo e della Costituzione, presenti sul territorio, in merito alle tematiche collegate al ricordo, al recupero della memoria storica e alla tutela dei diritti umani. In qualita' di docente presso l’Istituto Comprensivo Prati di Desio (Monza e Brianza), ho organizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Nova Milanese, l’Arci, l’Anpi, l’Aned, l’Apei, Emergency, Peacelink, "Il Dialogo" e la Rete antifascista nord ovest Milano, incontri a tema, volti ad approfondire il Progetto Memoria Storica a Nova Milanese, dal titolo “Per non dimenticare” intrapreso, a partire dagli anni ’70, dall’Amministrazione Comunale e dalla Biblioteca Civica Popolare di Nova Milanese, con la raccolta di videotestimonianze, interviste e documentazioni inerenti la memoria dei campi di concentramento e di sterminio nazisti. I primi interventi hanno aperto il dibattito sul pluralismo e il dialogo interreligioso, sulle pari opportunita' e i diritti umani, considerati al vaglio della memoria storica e dell'attualita'. La presentazione di Moni Ovadia del libro “Memorie e Olocausto” di Laura Tussi ha dato inizio al ciclo di iniziative. Nel primo incontro dal titolo “Pluralismo e dialogo interreligioso. Per non dimenticare”, il sindaco Laura Barzaghi e la giornalista Annalisa Tagliabue hanno introdotto i vari interlocutori e le associazioni partecipanti all'evento con la loro testimonianza. Le tematiche collegate al pluralismo religioso e al dialogo interculturale tra i culti e le fedi, nel diritto alla liberta' di culto, sono state affrontate da Laura Tussi, docente, scrittrice e giornalista e dal teologo Brunetto Salvarani, direttore di "Cem Mondialita'". Gli argomenti affrontati sono stati l'importanza del dialogo tra le differenze soggettive, psicologiche, identitarie nel tessuto sociale e comunitario, dove come sostiene Hermann Hesse, in Narciso e Boccadoro:”la nostra meta non e' di trasformarci l'un l'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e di imparare a vedere e a rispettare nell'altro cio' che egli e': il nostro opposto e il nostro completamento”. Il confronto tra le religioni in dialogo non viene riconosciuto dalla politica attuale a livello sociale e giuridico e la liberta' di culto si prospetta ancora come una lontana utopia, anche se costituisce un diritto umano imprescindibile per ogni persona appartenente a professioni religiose diverse, per una cittadinanza interculturale e una prospettiva di convivenza planetaria. Nel secondo incontro dal titolo “Diritti umani e pari opportunita'. Per non dimenticare”, la scrittrice, massmediologa, vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto delle Pari Opportunita', Wanda Montanelli, ha introdotto con un resoconto molto dettagliato la problematica della violazione dei diritti delle donne e l'importanza del fare memoria della storia passata e dell'attualita' in cui la componente femminile e' indubbiamente sempre presente. Il preside dell'Istituto Comprensivo Prati di Desio, Gianni Trezzi, animatore e leggistorie, ha letto alcuni brani tratti dall'ultimo libro di Laura Tussi, dal titolo Memorie e Olocausto. Interessante, partecipato e sentito e' stato l'intervento dell'ex partigiano, presidente dell'Anpi, Emilio Bacio Capuzzo, che ha portato una personale testimonianza ed esperienza di guerra durante gli anni del nazifascismo. Importante la testimonianza dell'Aned rappresentata dal ricercatore Giuseppe Valota che ha scritto un trattato sulla deportazione politica degli scioperanti di Sesto San Giovanni in un libro edito dalla Guerini e Associati. Peacelink, associazione che si occupa di temi ambientalisti, di antimilitarismo e nonviolenza per un futuro sostenibile, e' intervenuta nella persona del professor Lorenzo Galbiati che ha testimoniato le nefandezze della situazione politica in cui si trova il popolo palestinese. La Rete antifascista nord ovest Milano di Bollate ha presentato un resoconto del pericolo incombente a seguito della costituzione di una Skinhouse, (associazione neonazista) insediatasi sul territorio bollatese. Presenti anche i lavoratori della Lares metalli preziosi, che stanno vivendo momenti difficili in seguito alla chiusura dell'azienda, ma che con tenacia continuano a difendere la loro dignita' di lavoratori, secondo l'articolo 1 della Costituzione Italiana. Presente all'iniziativa e' l'associazione Emergency di Monza e Nova Milanese che raccoglie fondi per il funzionamento di centri di primo soccorso per le vittime di guerra in Afghanistan e in molti paesi belligeranti. La libreria L’Antologia di Nova Milanese ha messo in vendita i libri dei vari autori intervenuti in questi incontri. Il 18 aprile 2010 e' stato ospite dell'evento “Per non dimenticare” il maestro Renato Sarti, attore, regista, opinionista e fondatore e direttore del Teatro della Cooperativa di Milano. L'intervento dal titolo “Memoria storica e diritti umani... per non dimenticare”, presso la sala consiliare del Comune, si e' basato su una riproposizione e rilettura degli eventi del nazifascismo, osservati nel testo teatrale del maestro Sarti, dal titolo “I me ciamava per nome: 44787. Risiera di San Sabba”. Il testo racconta di esperienze di deportazione per motivazioni politiche, con agghiaccianti riferimenti alla tragedia degli eventi a livello individuale e collettivo, nel dramma di ogni singolo personaggio. Sempre per il tema dell'antifascismo e della deportazione, sono stati organizzati degli eventi di testimonianza diretta e indiretta con il presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, di Nova milanese Emilio Bacio Capuzzo e il presidente dell'Associazione Nazionale Ex Deportati di Sesto San Giovanni, Giuseppe Valota. Gli incontri con i testimoni si sono svolti presso l'Istituto Erasmo da Rotterdam di Bollate e presso l'Istituto Comprensivo Prati di Desio, alla presenza di centinaia di studenti dei licei e degli istituti superiori del territorio, sempre all'interno del ciclo di eventi “Per non dimenticare”. Il 23 maggio 2010 si e' proposto al pubblico di Nova Milanese il tema “Ecologia e lotte sociali”, utilizzando il titolo di un celebre libro del relatore dell'incontro, il professor Virginio Bettini, docente di analisi e valutazione ambientale presso l'universita' Iuav di Venezia. Interessante anche la relazione di Ilaria Merati, dottore di ricerca in politiche pubbliche del territorio e pianificazione territoriale, che ha proposto una rilettura in termini attuali del caso Seveso, e l’esposizione dell’Associazione Nova Ecologia, attiva a livello territoriale con importanti eventi di tutela ambientalista, per fare fronte al pericolo di emissioni di diossine e furani nell'ambiente da parte di poli e complessi industriali e degli inceneritori, presenti sul territorio a livello locale, globale e planetario. Durante l’evento e' stato letto un comunicato del presidente dell’Associazione Peacelink, professor Alessandro Marescotti, che sostiene il progetto “Per non dimenticare” e conduce campagne civili di rivendicazione ambientalista a Taranto e in ambito nazionale ed internazionale. Questo incontro ha voluto divulgare il messaggio dell'importanza e del valore della tutela ambientale a livello di ecosistema planetario, senza scadere in localismi ed in particolarismi di interesse privato e speculativo, individuale e personalistico. Gli eventi del ciclo “Per non dimenticare” vogliono proporre all'attenzione del pubblico delle importanti riflessioni sull'attualita' dei valori sociali e dei diritti civili e umani, di cui occorre continuamente fare memoria, ripercorrendo l'analisi del passato storico, per evitare di compiere di nuovo gli errori della storia, a livello di violazione della dignita' delle persone, sotto varie forme e vari aspetti, dall'intolleranza per le diversita', dall'oppressione delle differenze, alla considerazione del dialogo tra le parti e le categorie e tipologie umane, nel rispetto dell'ambiente circostante e dell'ecosistema, per un futuro a misura di persona, in un contesto ecosostenibile e nonviolento, basato sui valori della pace e della valorizzazione delle differenze di ogni genere e tipologia umana, nella liberta' di espressione e di pensiero. Nella rete telematica sono disponibili i video del ciclo di eventi “Per non dimenticare”.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Laura Tussii: Sono Mohandas K. Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela, per il loro impegno civile nonviolento e per le lotte sociali di rivendicazione di pari dignita' ed opportunita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Laura Tussii: Vorrei proporre i testi di Galtung e Morin, le pubblicazioni del Centro Studi Sereno Regis di Torino e i miei studi Sacro (Emi 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il disagio insegnante (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2010) e i miei articoli per diverse riviste di settore, con cui collaboro, come "La Rassegna dell’Istruzione" (Le Monnier Mondadori - Miur), "Scuola e didattica" (La Scuola, Brescia).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Laura Tussii: L'impegno di Emergency nel mondo, nel portare cure mediche e sostegno umanitario a tutte le vittime dei conflitti bellici.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Laura Tussii: Negli ambiti della violazione dei diritti umani e della tutela ambientale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Laura Tussii: Personalmente segnalo www.peacelink.it, www.ildialogo.org, il Centro Studi Sereno Regis di Torino, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, il progetto “Per non dimenticare” di Nova Milanese.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Laura Tussii: Come sostiene Gandhi “la verita' non e' mai stata rivendicata con la violenza”. La nonviolenza e' l'arte dell'ascolto, del dialogo, del compromesso, ma richiede tempo per trovare le soluzioni piu' eque, le sintesi che facciano crescere il livello di giustizia, di liberta', di pieno rispetto dei diritti umani.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Laura Tussii: Riconoscere la soggettivita' della donna corrisponde a considerarne anche la differenza: la pari dignita' non viene stabilita sulla base di una omogeneizzazione dei due sessi, ma sulla identificazione della differenza come valore. Non si vuole qui fare l’elogio del pensiero della differenza sessuale (che e' comunque un momento alto della partecipazio­ne femminile all’elaborazione culturale), ma sottolineare ancora una volta che la rilevazione della differenza sessua­le come positivita' attribuisce diritto di cittadinanza culturale a tutte le altre differenze (etnica, culturale appunto, ma anche di eta', di salute, di stato sociale e altro). Cio' sembra importante soprattutto in un momento in cui le differenze etniche e culturali stanno spaccando nazioni, anche da lungo tempo costruite sull’unione di etnie diverse, in tanti piccoli satelliti. Rimane certamente un problema quello delle varie forme di discriminazione e di violenza sulle donne e sulle bambine. Una questione grave e' il precariato sul lavoro, il cosiddetto mobbing e la precedenza data al licenziamento, o alla messa in cassa integrazione, delle donne nelle situazioni di chiusura totale o di delocalizzazione delle aziende. Legati al fenomeno dell’immigrazione ci sono i problemi dello sfruttamento e del traffico di donne. Di crescente rilievo sociale, giuridico e morale e' la piaga culturale che riguarda quelle donne immigrate le quali, lavorando in particolare quali badanti o infermiere nelle nostre case e nei nostri ospedali, fanno partecipi le nostre famiglie dello stato di disagio in cui si trovano le loro stesse famiglie rimaste nei paesi di provenienza: prive di madri, figlie, sorelle... La sfida del ricongiungimento del nucleo familiare ci coinvolge nel nostro piu' intimo vissuto quotidiano.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Laura Tussii: Come dicono gli aborigeni australiani “la terra non appartiene all'uomo, ma e' l'uomo ad esserne figlio”. Per gli aborigeni la terra non e' un territorio da sfruttare, ma e' vita, cultura. Gli aborigeni sono la terra, perche' condividono con essa parte della loro anima. La loro cultura e' fortemente connessa alla terra e cio' fa si' che non possano vivere senza di essa.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Laura Tussii: Il difficile problema della contemporaneita' consiste nell'assemblare il particolare e l’universale, il locale e il globale, evitando, al contempo, che l’universalita' si traduca in omologazione totalitaria, con la conseguente riduzione delle varieta' di forme di vita e di cultura, di intelligenze, saperi e linguaggi, dove la legittima difesa della particolarita' deve evitare il rischio del localismo, del culto esasperato delle radici, in quella ossessione identitaria, causa di violente divisioni, di conflitti e discriminazioni, in cui l'identita' degli altri risulta fissata in stereotipi ai quali si attribuiscono carattere di fissita' e negativita', considerando in modo dispregiativo l'immigrato e il “diverso”. La paura della differenza produce attribuzioni di identita' svalutative e negative, creando insormontabili barriere mentali e simboliche, muri, limiti e confini che legittimano e razionalizzano giudizi di inferiorita' e pratiche di intolleranza, razzismo, sopraffazione e violazione dei diritti imprescindibili della persona. Il genere umano possiede risorse e capacita' creative inesauribili nella possibilita' di una nuova creazione di cittadinanza planetaria, cosmopolita, internazionale attraverso l'educazione della trasmissione del passato, nel recupero della memoria storica e, al contempo, l'apertura della mente per accogliere il nuovo, il cambiamento, la diversita', l’anormalita', al centro della innovativa missione di una progressiva progettualita' interculturale del pensiero delle differenze. Nessun popolo puo' arrogarsi il diritto di una priorita' cronologica e superiorita' qualitativa, perche' ogni civilta' si costituisce su un terreno interculturale, ossia come la risultante di interazioni transculturali, in quanto ogni cultura si e' sempre formata grazie alla complessiva intermediazione con altri saperi, linguaggi, valori, fedi e culture diversi e differenti da se'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Laura Tussii: Noi del progetto “Per non dimenticare” di Nova Milanese sosteniamo l’Osservatorio milanese sulla criminalita' organizzata (Omicron). L'impegno civile puo' seriamente contrastare l'insorgere di interessi malavitosi, sostenuti dall'omerta' e dal silenzio. Tutti siamo molto interessati all'argomento e vorremmo trasmettere ai ragazzi l'importanza e il valore della legalita' e dell'onesta', contro tutte le mafie. Vorremmo far capire cosa e' la mafia e dove si trova e comprenderne i meccanismi, appunto Per non dimenticare le stragi, per evitare vittime e perche' la societa' civile, nei limiti delle proprie possibilita', tramite l'informazione costante, la conoscenza e l'attenzione ai comportamenti omertosi, non permetta l'errore del crimine e della corruzione, anche e soprattutto ad alti livelli.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Laura Tussii: Il progetto “Per non dimenticare” di Nova Milanese sostiene i lavoratori in disoccupazione, con campagne civili di rivendicazione del rinnovo dei contratti, per il diritto al lavoro, al salario e alla dignita', come da articolo 1 della Costituzione italiana. Anche Moni Ovadia, durante la presentazione del mio libro dal titolo “Memorie e Olocausto”, Aracne 2009, ha sostenuto la causa civile nonviolenta di tutti i lavoratori in disoccupazione che tutelano i propri diritti, con la raccolta di firme e fondi, tramite concerti, spettacoli e iniziative culturali, visibili nei video www.youtube.com/lauratussi
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Laura Tussii: Come ha scritto lo storico israeliano Ilan Pappe nel suo libro sulla pulizia etnica della Palestina, “questa vicenda, la piu' decisiva nella storia moderna della terra di Palestina, e' stata da allora sistematicamente negata, e ancora oggi non e' riconosciuta come un fatto storico e tantomeno ammessa come un crimine con il quale e' necessario confrontarsi sia politicamente sia moralmente”.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Laura Tussii: In un’epoca in cui i conflitti internazionali producono nuove forme di guerra e in cui assistiamo a grandi trasformazioni delle relazioni tra i popoli e le istituzioni, una lettura dei processi individuali e sociali di rappresentazione degli affetti puo' offrire un importante contributo alla costruzione di una nuova cultura, un’arte della pace, come capacita' di soluzione non ideologica dei conflitti. Franco Fornari (1921-1985), uno dei maggiori psicoanalisti ed esponente di primo piano della cultura italiana, ha elaborato un modello teorico, che ha applicato non solo al lavoro clinico individuale, ma anche all’analisi delle dinamiche dei gruppi, dei conflitti istituzionali e sociali, della guerra e dei prodotti culturali, dalla letteratura all’arte e alla musica.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Laura Tussii: L’educazione alla pace e all’antimilitarismo, innanzitutto, transita attraverso la formazione di una personalita', di un’organizzazione psichico-cognitiva in evoluzione nella quale hanno la preminenza gli atteggiamenti positivi, di negoziazione, di cooperazione, rispetto all’antagonismo e alla prevaricazione, nella relazione personale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Laura Tussii: Nella psicologia dello sviluppo si indagano l’origine e l’evoluzione di comportamenti quali l’aggressivita', la competitivita', la prevaricazione, la violenza e gli atteggiamenti opposti a questi, quali la solidarieta', la cooperazione e l’altruismo. La didattica recentemente si sta occupando anche di educazione alla pace, di gestione del conflitto e diseducazione alla guerra. Nella nostra cultura e' profondamente radicato il convincimento secondo cui le guerre internazionali, i conflitti di predominio etnico ed economico, siano avvenimenti addirittura necessari ed inevitabili come, in parallelo, le contese e le diatribe tra gruppi e tra singoli. Gli studi sociologici e psicologici piu' recenti indagano i comportamenti significativi relativi al tema della conflittualita', dimostrando che sussiste continuita' tra comportamenti macrosociali e microsociali. Questo dimostra che e' impossibile educare alla pace e alla gestione dei conflitti esclusivamente predicando la pace o proponendo un ideale nonviolento e pacifista rispetto alle relazioni belliche internazionali, ma occorre intervenire nei comportamenti e nei rapporti sociocomunitari che anche il ragazzo vive e sperimenta nel suo quotidiano. Se non si considerano il conflitto interpersonale, la "guerra tra civilta'", la belligeranza tra potenze nazionali, quali fenomeni connaturati con l’esperienza umana sussistono anche convinzioni circa il ruolo dell’utilita' di un’azione a favore della pace, per impegnarsi in senso nonviolento. Ma l’educazione alla pace, innanzitutto, transita attraverso la formazione di una personalita', di un’organizzazione psichico-cognitiva in evoluzione nella quale hanno la preminenza gli atteggiamenti positivi, di negoziazione, di cooperazione, rispetto all’antagonismo e alla prevaricazione. Gli atteggiamenti di conflitto e prevaricazione interindividuale si costruiscono in primo luogo nel microcosmo o microsistema nell’ambito della quotidianita' del bambino e solo in seguito vengono proiettati, trasferiti e riversati nell’ambito delle relazioni tra i popoli. L’atteggiamento pacifico non si puo' esercitare a livello di istituzioni pubbliche, di relazioni internazionali, a livello mondiale se non ci si abitua a praticare nelle relazioni private e nei rapporti interpersonali comportamenti pacifici che trasmettano ideali di cooperazione, di altruismo, di solidarieta', di collaborazione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Laura Tussii: Occorre ripensare ai popoli del terzo mondo che vengono sfruttati e cui non viene data loro la possibilita' di autodeterminarsi, di gestirsi autonomamente e di ottenere il pieno rispetto dei diritti fondamentali.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Laura Tussii: “La follia e' una condizione umana. In noi la follia esiste ed e' presente come lo e' la ragione. Il problema e' che la societa', per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d'essere” (Franco Basaglia). La legge 180, Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori, del 13 maggio 1978, meglio nota come legge Basaglia (dal suo promotore Franco Basaglia) e' una nota e importante legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamento' il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Successivamente la legge conflui' nella legge 833/78 del 23 dicembre 1978, che istitui' il Servizio Sanitario Nazionale. La legge fu una vera e propria rivoluzione culturale e medica, basata sulle nuove e piu' umane concezioni psichiatriche promosse e sperimentate in Italia da Franco Basaglia. Prima di allora i manicomi erano poco piu' che luoghi di contenimento fisico, dove si applicava ogni metodo di contenzione e pesanti terapie farmacologiche e invasive. Le intenzioni della legge 180 erano quelle di instaurare rapporti umani rinnovati, riconoscendo appieno i diritti e la necessita' di una vita di qualita' dei pazienti, seguiti e curati da ambulatori territoriali...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Laura Tussii: Per nonviolenza nell’informazione si deve intendere la liberta' di tutti gli apparati di stampa, televisione e simili nel dare opinione, comunicazione e informazione. In queste prerogative si deve sottolineare la responsabilita' morale di chi opera nel settore. Pensiamo a tutti i giornalisti e i fotoreporter che operano nei luoghi di guerra per un'informazione equa, mettendo a repentaglio la propria vita.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Laura Tussii: Gandhi ha scelto per la sua lotta nonviolenta il termine satyagraha che significa “forte adesione alla verita' o filosofia”. La parola “filosofia” indica l'amore, la forte adesione alla verita' espressa nella sapienza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Laura Tussii: La pedagogia del dialogo si esplica in percorsi comunitari militanti e pratiche dialettiche di conduzione anagogica verso il cambiamento tra identita' e differenza quale metabletica implicita nelle transizioni maieutiche di pluralismi religiosi e nelle interdipendenze di alternative cultuali, quali istanze proteiformi contemporanee presenti nelle societa' occidentali, nell’ambito di una costante dialettica maieutica di incontro e confronto secondo empatia e passione tra uomini e donne di differenti pratiche teologiche e di fede, dove incontrare l’altro nella sapienza. L’”alfabeto dialogico” si dipana e propaga nell’ascolto e nella conoscenza in un orizzonte ecumenico globale a contatto con posizioni interreligiose e confini multietnici e pluriculturali in limitrofe concezioni di decentramento solidale, dove dall’omologia teologica si prospettano divergenze ideologiche e teleologiche, immaginando teorie egualitarie nella concezione di uguaglianza tramite il pensare le differenze, tra equita' di opposizioni e contrasto tra posizioni. Dunque “dialogo interreligioso” e racconto intrabiografico, quale prospettiva dialettica costante e connubio dialogico militante tra pluralismi teologici in rievocabili e riattualizzabili ierofanie e fenomenologie teofaniche manifeste come eventi rapsodici nella civilta' occidentale. Il dialogo e' il presupposto comunicativo tra esseri umani, una modalita' relazionale e trasmissiva di contenuti, nozioni e semplici messaggi, come espressione di idee, di valori ed anche sentimenti, emozioni e stati d’animo. Il dialogo diventa pero' opera di cammino comunitario, di percorso ecumenico, quale intento volutamente costruttivo, quando implica atteggiamenti di accoglienza, nel confronto, nell’interscambio proficuo di identita' diverse, in relazioni dialogiche di dinamicita' dialettica, nel contenere in se' la diversita' di cui l’altro si fa portatore. Accogliere, ma anche tollerare e (perche' no?) anche sopportare l’entita' altra, la differenza altrui, quale vessillo e memoria che l’”altrui” identita' ha effigiata ed impressa nel suo essere “altro” da noi. Il dialogo, il confronto, l’interscambio, la condivisione, oltre che a costituire nobili intenti etici, di corretto vivere comunitario, implicano il rapporto con la diversita', nel tollerarla, assimilarla, riconoscerla ed accettarla, farla propria, pur mantenendo le distinte identita' degli interlocutori, i caratteri imprescindibili di ogni cultura, di ogni credo, di ogni ideale politico, nel confronto dialettico tra memorie, storie di vita, narrazioni di esperienze, individuali e collettive, dove le ideologie, le fedi, le culture hanno aperto un solco, lasciato un’impronta, depositato un seme da cui germogliano prolifiche idee, innovativi contenuti, fecondi valori. La dinamicita' dialettica del confronto sottintende atteggiamenti di umilta', a scanso di equivoci di prepotenza o di imposizione sull’altro, e implica la deposizione, disposta all’ascolto, della propria precipuita' e recondita ipocrisia individualistica, alimentando propositi costruttivi rispetto al rapporto con le alterita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
- Laura Tussii: La nonviolenza contribuisce all'educazione tramite i valori dell'accoglienza dell'altro e del dialogo interculturale, tra le molteplici diversita' presenti nel tessuto sociale. Una primaria responsabilita' spetterebbe alla scuola.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?
- Laura Tussii: Il sistema economico mondiale risulta completamente squilibrato e sbilanciato. Una piccola percentuale degli abitanti della terra consuma le giuste necessita' che spetterebbero ad ogni essere umano. Mentre una ridottissima parte di grossi capitalisti usa in modo inappropriato e con eccessivi e inutili squilibri le risorse delle persone del sud del mondo, cosi' che questi sono soggetti in schiavitu' e divengono vittime di guerre che sarebbero risolvibili con una ripartizione equa dei beni e delle risorse, con un impegno concreto di tutte le nazioni.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Laura Tussii: La Costituzione Italiana e la Dichiarazione universale dei diritti umani stabiliscono il diritto degli uomini e delle donne di vivere nella pace e nella ricerca della felicita', nel dovere di rispettare le regole che garantiscano un sistema equo e sostenibile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
- Laura Tussii: Dice Gandhi: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali. La carne non e' un alimento adatto all'essere umano. Il nostro errore e' di comportarci come gli animali inferiori, pensando di essere superiori. Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante. Per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo. Per un semplice soldo, ripaga con oro. Per ogni piccolo servizio, dai un compenso dieci volte maggiore: chi e' davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male”.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Laura Tussii: L'International Center for Technology Assessment (Icta) e' un’organizzazione no profit, nata con lo scopo di esplorare l’impatto etico, sociale, ambientale e politico delle nuove tecnologie.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
- Laura Tussii: L’analisi olistica della complessita' degli eventi storici.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Laura Tussii: Consenso indica che si e' d’accordo su qualcosa, ma non significa necessariamente accordo pieno di tutti su tutto, cioe' unanimita'. L’unanimita' puo' anche arrivare, ma non e' certo un obiettivo: il consenso punta a far convivere le differenze, non ad eliminarle. Percio' in una decisione consensuale vi possono essere diversi gradi di accordo e molte sfumature riguardo agli impegni che i diversi membri si assumono rispetto a una determinata decisione, pero' il tutto avviene in modo esplicito e globalmente accettato. Il metodo del consenso da' effettivamente un grande potere al singolo (a ogni singolo indistintamente!) perche' ne riconosce il valore, la dignita', l'unicita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?
- Laura Tussii: La psicologia sociale e la psicanalisi sono accomunate da un grande consenso circa la necessita' di abolire stili educativi repressivi, in quanto forieri di violenze. La realizzazione di se' si incontra con la presenza e l’esigenza di interagire con l’alterita', di relazionarci con gli altri da noi. In questo contesto relazionale si pone il problema di come permettere l’espansione identitaria di ogni soggetto, senza prevaricazione e sopruso. In termini psicologici occorre individuare i meccanismi che possono facilitare e agevolare condizioni di rispetto per la soggettivita' dell’altro e per il controllo della propria aggressivita'. L’uomo e' animale sociale, e se e' in grado di essere aggressivo e distruttivo e' anche capace di collaborazione, altruismo e cooperazione. Dunque e' necessario individuare le situazioni che agevolano nel bambino l’emergere di stabili comportamenti collaborativi e cooperativi.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Laura Tussii: Partendo dalla conoscenza del pensiero nonviolento, sia dal punto di vista dei principi teorici sia da quello delle realizzazioni storiche, esistono vari corsi di formazione che offrono percorsi formativi per l'acquisizione delle competenze necessarie ad un approccio nonviolento nei rapporti interpersonali, al fine di promuovere un cambiamento personale, sviluppare la capacita' di esercitare una cittadinanza attiva e consapevole, migliorare il servizio e orientarlo verso la nonviolenza. I corsi si articolano in piu' fasi che affrontano i diversi livelli e tipi di conflitto che ognuno puo' incontrare nella propria vita (personale, interpersonale, di gruppo, sociale).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?
- Laura Tussii: Lo scopo dei progetti sulla nonviolenza e' quello di fornire strumenti e metodologie educative, coerenti con la nonviolenza, che siano d'aiuto alle associazioni che nella societa' civile operano in vari settori (ecologisti, pacifisti, donne, comunita', consumatori, anziani, portatori di handicap, adolescenti, minoranze) per valorizzare al meglio il potenziale di ciascuno. Si intende, a questo proposito, lavorare per la creazione di una comunicazione "ecologica", che coltivi le risorse di ogni persona rispettandone la diversita', e nel contempo mantenga una coesione globale in modo che le persone possano agire insieme per un obiettivo comune. Imparare, dunque, ad esercitare una critica costruttiva, la risoluzione dei conflitti, lo sviluppo dei progetti e la cooperazione con le altre associazioni.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Laura Tussii: La nonviolenza e' soprattutto promossa dalla rete internet tramite le associazioni e i progetti gia' citati e altre importanti fonti istituzionali.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Laura Tussii: L’Universita’ dell’autobiografia di Anghiari (Arezzo) per il recupero della memoria storica popolare e dell’identita’ culturale, nelle storie di vita e nelle relazioni d’ascolto, e' una realta' universitaria molto importante, perche' ripropone il valore soggettivo ed individuale contro la massificazione ed uniformazione delle coscienze.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Laura Tussii: Risulta necessario che tutti i movimenti nonviolenti facciano corpo e rete, promuovendosi e sostenendosi a vicenda, cercando di organizzare iniziative e incontri con realta' diverse, affinche' si instauri un dialogo pluralista, costruttivo, democratico e propositivo, per aumentare la propria efficacia valoriale all'interno del tessuto sociale e comunitario.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?
- Laura Tussii: I movimenti nonviolenti devono continuamente agire in modo strutturato, tramite la rete internet, le relazioni umane e i contatti con tutte le realta' istituzionali per occuparsi di cultura della pace I movimenti per la pace devono aggregarsi in un’unita' transnazionale, superando i particolarismi ideologici e settari di varia ispirazione, relativi ai problemi della pace e della guerra, per sensibilizzare adeguatamente l’opinione pubblica. Se tale ideale di azione popolare transnazionale di tipo governativo e’ percepito come reale, allora e’ possibile realizzare un immenso impatto sociale, di opinione pubblica, all’interno dei movimenti per la pace. Si intravede la possibilita’ che i nuovi movimenti per la pace esistano in un contesto storico e sociale che orienti l’opinione pubblica in una strategia globale di cultura della pace e di opposizione alle guerre.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Laura Tussii: La relazione umana e i contatti personali sono la migliore modalita' per l'attuazione dei valori dell'impegno civile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?
- Laura Tussii: Nonviolenza e movimenti sociali devono costantemente interagire e sostenersi.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Laura Tussii: Le istituzioni costituiscono una struttura operativa in grado di contribuire sia economicamente sia costituzionalmente con gruppi attivi nell'ambito della nonviolenza, tramite progetti orientati alla relazione nonviolenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
- Laura Tussii: La conoscenza, la cultura, la formazione devono procedere parallelamente ad un percorso basato sulla nonviolenza e su contesti di dialogo costruttivo, aperto al progresso sostenibile e al cambiamento.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?
- Laura Tussii: Si auspica che la politica intraprenda un'azione dialogica tra le diverse forze istituzionali in modo da raggiungere delle intese che favoriscano il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, per raggiungere un livello di qualita' dell’esistenza adeguato ai processi in atto, particolarmente nelle realta' e nei contesti piu' poveri del mondo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?
- Laura Tussii: Le organizzazioni sindacali hanno agito in diversi periodi della storia, rivendicando e facendo ottenere ai lavoratori condizioni di vita sempre migliori. Il diritto a scioperare e a manifestare le proprie richieste e a rivendicare le proprie aspettative e i propri diritti risulta un'operazione nonviolenta e di fondamentale significato civile di appartenenza a una comunita' sociale e sindacale che si mobilita pacificamente per ogni violazione e negazione dei diritti civili. Il mito dello sciopero generale internazionale dei lavoratori di tutti i paesi contro le guerre non si e' realizzato, pur rimanendo un’importante e istruttiva esperienza politica, con i sogni di tutte le persone in grado di agire globalmente, oltre i confini nazionali, per prevenire tutte le guerre.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?
- Laura Tussii: La scuola e la famiglia sono le agenzie di socializzazione fondamentali che devono sempre operare con presupposti basati sul dialogo, sulla nonviolenza e la cultura di forme pacifiche di convivenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?
- Laura Tussii: L'arte deve sempre promuovere la pace e il dialogo tra genti e minoranze, altrimenti risulta propaganda sterile e dannosa, come si e' manifestato in passato e nel corso della storia. Ho disegnato molto per esprimere il mio disagio esistenziale o la mia serenita' interiore.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?
- Laura Tussii: Da Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse: “La nostra meta non e' di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e di imparare a vedere e a rispettare nell’altro cio' che egli e': il nostro opposto e il nostro completamento”.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?
- Laura Tussii: L'umanita' e' unita sotto il nome delle differenze coesistenti e l'intercultura deve promuovere pratiche di educazione alla pace e alla nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Laura Tussii: La politica, quando non scade in un mero interesse personale e in un protagonismo individualistico, agisce per un nobile intento: il bene della collettivita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Laura Tussii: Le pratiche quotidiane, dalla nutrizione alla vestizione, dovrebbero seguire un approccio ecosostenibile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?
- Laura Tussii: L'uomo sfrutta il territorio, privandolo della sua originaria bellezza, prolificita' e identita', trasformandolo in una discarica di veleni che inevitabilmente rientrano nel ciclo naturale, sotto forma di alimenti, compromettendo il sacro equilibrio tra uomo e natura.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?
- Laura Tussii: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Laura Tussii: E’ sufficiente pensare sempre alle grandi persone che hanno sacrificato la vita per il bene di interi popoli e per la pace nel mondo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?
- Laura Tussii: Gesu' ha sacrificato la propria vita per la pace e la liberta' del suo popolo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Laura Tussii: Attualmente la pace sembra un'utopia. Solo la mediazione, l'impegno civile e la riconciliazione tra i popoli potranno raggiungere questo traguardo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
- Laura Tussii: Subiamo sempre violenza da una informazione strumentalizzata che propone disvalori.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
- Laura Tussii: Come sostiene don Milani, “I care, mi sta a cuore” deve essere il movente di ogni realta' nonviolenta italiana e straniera.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Laura Tussii: La pratica della nonviolenza deve opporsi alle azioni quotidiane di violenza che riguardano ogni ambito della societa'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Laura Tussii: Risulta necessario divulgare la nonviolenza e trattare di pace e questa operazione culturale deve diventare una pratica quotidiana, nelle famiglie, nella scuola, nella societa' anche tramite corsi di formazione che educhino alla creazione di contesti e relazioni pacifiche.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?
- Laura Tussii: Intercultura e' interazione e non mera integrazione, nel rispetto e nella valorizzazione della ricchezza apportata dalle diversita' di ogni sorta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?
- Laura Tussii: “Conosci te stesso”.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?
- Laura Tussii: “Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le piu' illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra causa e non partecipando a cio' che la nostra coscienza ritiene ingiusto” (Albert Einstein). L'autorevolezza di Einstein si fece sentire non solo nel campo della fisica, ma anche in ambito sociale, politico culturale, e in particolare sul tema della nonviolenza di Gandhi. Le scienze umane hanno il compito di aprire il pensiero verso tutte le forme di diversita' e interazione con l'altro, nella complessita' dei contesti.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?
- Laura Tussii: Siamo pervasi da simboli, segni e archetipi di morte, di distruzione, di violenza e guerra, propugnati da sette politiche di ogni genere e soprattutto dai gruppi neonazisti e di estrema destra.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?
- Laura Tussii: Semplicita', coerenza e resilienza, come riporta il sociologo Hopkins nel suo manuale sulle Transition Towns (cfr. www.transitionitalia.org).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?
- Laura Tussii: L'industrialismo esasperato ed egoistico non considera l'ambiente ecosistemico e il territorio planetario. Dunque e' necessario che l'industrializzazione si ponga degli obiettivi equilibrati e rispetti gli impatti ambientali come da norme previste dalle istituzioni preposte, in rapporto ad un futuro ecosostenibile.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?
- Laura Tussii: “L’emergenza ambientale e' oramai una costante dei nostri tempi. Le catastrofi naturali sono ingigantite dalle responsabilita' umane e dai disastri causati dall’uomo e dalle tecnologie che spesso gli stessi uomini che le hanno realizzate non riescono a controllare. La nostra Terra e' ferita profondamente e sanguina, come ha scritto recentemente, con riferimento al gravissimo incidente petrolifero del Golfo del Messico, un capo spirituale cheyenne in un appello a tutte le religioni del mondo alla preghiera per la Terra ferita e per tutti gli esseri viventi che la abitano. Ma piu' la situazione diventa grave, piu' si moltiplicano gli appelli al rispetto dell’ambiente, piu' acuti e violenti diventano gli atteggiamenti di quanti rifiutano il cambiamento di uno stile di vita irrispettoso della Terra che ci ospita che nessun essere umano ha creato e che nessun essere umano dovrebbe poter impunemente distruggere. La violenza, come e' scritto nel documento finale del convegno 'Chiese strumento di pace?' svoltosi a Milano il 2 giugno 2010 "e' diventata parte del nostro quotidiano e ci siamo abituati a considerarla inevitabile". E le religioni l’hanno spesso giustificata e ancora spesso continuano a farlo. La produzione di strumenti di morte continua inarrestabile. Neppure la crisi economica ha prodotto alcun taglio nei fondi destinati all’acquisto di armi di distruzione di massa. Mentre non si trovano soldi per i servizi sociali di base, per la scuola, per la sanita', i fondi per la partecipazione alle guerre sono sempre disponibili ed anzi sono aumentati. Pur di non mettere in discussione l’idolo del mercato e del massimo profitto si sceglie di continuare a produrre prodotti che aumentano all’infinito l’inquinamento atmosferico attaccando allo stesso tempo anche i diritti fondamentali della persona umana e le stesse liberta' democratiche delle persone che quei prodotti sono chiamati a produrre. Cristiani e musulmani sono interpellati nel profondo della loro fede da questi che sono i segni dei nostri tempi. Oggi come nel corso della storia dell’umanita' in discussione e' l’idolatria che si manifesta nel mancato rispetto per la nostra Terra attraverso il perpetrarsi di distruzioni della natura, di guerre devastanti e violenze disumane, di divisione profonda dell’umanita' in oppressi e oppressori. Forze politiche miopi che agitano la paura del diverso e di cio' che non si conosce e che per aumentare questa paura mistificano la realta' con l’uso di menzogne sempre piu' spudorate, vorrebbero che cristiani e musulmani continuassero a fare guerre fra loro come ai tempi delle Crociate. Si vorrebbe irreggimentare il grande spirito di pace, che pervade queste due grandi religioni della storia dell’umanita', in congreghe religiose di Stato, asservite a logiche politiche che contribuiscano a prolungare all’infinito quello stile di vita insostenibile che sta portando l’umanita' sul baratro della propria autodistruzione. Crediamo invece sia necessario che cristiani e musulmani, insieme a tutte le altre religioni, assumano posizioni e comportamenti all’altezza dei tempi che viviamo e delle sfide che ci pongono i nemici dell’umanita' e della sua riconciliazione con l’unico Dio che insieme adoriamo. Per questo le associazioni cristiane e musulmane che da nove anni promuovono ed insieme celebrano la giornata del dialogo cristiano-islamico, vogliono mettere al centro del prossimo incontro del 27 ottobre 2010 i temi della salvaguardia del creato, del rispetto e dell’amore per la nostra Terra e per tutto cio' che essa contiene e a cui da' vita. E vogliamo farlo nel nome dell’unico Dio che insieme adoriamo e a cui insieme, ognuno per la propria strada, vogliamo ricondurre questa umanita', verso quel Regno di Dio dove non ci saranno piu' lacrime ne' lutto ne' lamento ne' affanno e dove l’amore trionfera'. Amare la Terra e tutti gli esseri viventi!” (dal sito www.ildialogo.org ).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?
- Laura Tussii: La vita nelle comunita' e' regolata dai rapporti personali e interindividuali, che devono essere orientati verso un'etica del dialogo, della tolleranza e del rispetto reciproco.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?
- Laura Tussii: Riconoscimento dell'altro e principio di responsabilita' sono temi in parte trattati nella Banalita' del male di Hannah Arendt.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?
- Laura Tussii: La coscienza del limite consiste nel non violare la liberta' dell'altro. La coscienza del male e del limite dell'uomo e' la sola cosa che puo' dare serenita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?
- Laura Tussii: Internet e' un infinito contenitore di democrazia, ma anche di intolleranza e di violenza. Occorre dunque imparare a gestirlo per raggiungere obiettivi e fini alti, utili all'umanita', affinche' l'informazione costruttiva giunga ad ogni persona.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Laura Tussii: Laura Tussi e' docente, giornalista e ricercatrice. Ha conseguito la sua quinta laurea specialistica nel 2009 in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Autrice dei libri: Sacro (Emi 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il disagio insegnante (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2010). Collabora con l’Istituto comprensivo Prati di Desio (Mb), con diverse riviste di settore, come "La rassegna dell’istruzione" (Le Monnier Mondadori - Miur), "Scuola e didattica" (La Scuola, Brescia), e con moltissime realta' online.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?
- Laura Tussii: Vorrei ringraziare voi per il lodevole impegno.

Articolo tratto da:
COI PIEDI PER TERRA
Numero 291-292 del 13-14 luglio 2010

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino", proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it



Mercoledì 14 Luglio,2010 Ore: 16:35
 
 
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