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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org SEI TU CHE HAI CREATO LE MIE VISCERE E MI HAI TESSUTO NEL SENO DI MIA MADRE.,DI CARLO CASTELLINI.

SEI TU CHE HAI CREATO LE MIE VISCERE E MI HAI TESSUTO NEL SENO DI MIA MADRE.

DI CARLO CASTELLINI.

ANCHE LA SESSUALITÀ E' UN DONO DI DIO: ALLORA PERCHE' CAMBIARE PER DIVENTARE NORMALE CIOE' ETEROSESSUALE? IL RIFIUTO DELLA MORALE DELLA CHIESA DA SEMPRE SESSUOFOBICA E LE NUOVE VIE DEL VANGELO.


Tra le tante lettere fatte recapitare al grande testimone e difensore degli omosessuali, FRANCO BARBERO, che sono state scelte per comporre l'ossatura del libro, curato da PASQUALE QUARANTA, e reso pubblico dalle edizioni dei Fratelli Gabrielli di san Pietro in Cariano di Verona, dal titolo OMOSESSUALITÀ E VANGELO, questa che sto per presentare è una di quelle che mi ha colpito di più; sia per la sincerità di chi scrive, sia per il modo con cui affronta il problema suo personale e per l'attualità dell'argomento, dopo il suicidio del quattordicenne romano emarginato perchè gay, che provoca sempre discussioni, divisioni e mancanza di leggi adeguate, resa ancora più grave dalla mancanza di una cultura solidale, anche da parte cattolica, e di un parlamento praticamente paralizzato e commissariato, che vive alla giornata. Ma umane e solidali sono anche le risposte di FRANCO BARBERO, che da anni si porta il carico di una lotta contro corrente, molto spesso emarginato e incompreso, per far luce su un problema che invece di emarginare e costringere al suicidio, e ad odiuare la vita, dovrebbe interpellare tutte le coscienze, di credenti e non credenti, politici e legislatori, nel tentativo di dare una risposta comune, per difendere la vita e per farla amare. Le domande di Pasquale sono chiarissime quasi dettate dal profondo della sua disperata ricerca di identità, le risposte sono solidali e illuminate ed ispirate al Vangelo. A tenere vivo il dibattito sul problema a Brescia ci ha pensato Gisella Bottoli, che richiama i parlametari cattolici, che aderiscono al Pd e ad altri partiti, di essere più maturi e meno infantili, nelle scelte e più adulti nel prendere le distanze dalle gerarchie e a giornali fiancheggiatori delle stesse. Così si rivolge ai parlamentari bresciani stanandoli e facendo nomi e cognomi Alfredo Bazoli, Marina Berlinghieri, Renato Balduzzi, Rosy Bindi, Paola Binetti, Luigi Bobba, Rocco Buttiglione, Andrea Causin, Paolo Cova, Beppe Fioroni, Francesco Saverio Garofani, Gianluigi Gigli, Federico Ginato, Gregorio Gitti, Lorenzo Guerini, Mario Marazziti, Flavia Nardelli, Edoardo Patriarca, Ernesto Preziosi, Matteo Richetti, Milena Santerini, Mario Sberna, Angelo Senarldi, Gea Schirò, Mario Taricco, Giorgio Zanin. E' una cosa bella e significativa che alcuni di questi parlamentari abbiano rinunciato a parte o a metà dello stipendio, ma poi al momento di votare certe leggi confluiscono nel calderone comune del grigiore della politica e nel vortice degli degli interessi di casta.(Carlo Castellini)

Gentile don Franco,
oggi è Natale. Tra un po' di giorni compirò diciannove anni. Questa lettera viene fuori da lunghi pensieri e ragionamenti. Mi chiamo Paquale, amo il mare, la montagna, la pesca, il calcio,....nutro una profonda passione per il Creato. Alle scuole medie (ho frequentato medie e liceo in una scuola di Stimmatini), ricordo di avere avuto i primi rapporti sessuali con ragazzi. Anzi, a dire il vero, qualche rapporto lo ricordo alle elementari. Mi creda, don Franco, non è facile scrivere queste cose. A me spesso sembrano azioni terribili e assurde. Malefatte che pagherò davanti a Dio.
Non sono stato violentato (come un prete mi chiedeva in confessionale). Sì perchè ho avuto il coraggio di parlarne con un parroco pochi mesi fa. Lui mi ha liquidato con alcune frasi: “è difficile, mi disse, cambiare la propria natura”, aggiungendo la solita morale che già pensavo di ricevere circa l'amore eterosessuale. Mi consiglio' infatti di affezionarmi ad una bella ragazza. Mi disse che nella sua comunità aveva altri ragazzi che vivevano la mia stessa condizione e con il suo aiuto cercavano di uscirne.
Detto questo le confido che non vado in chiesa da diversi mesi, se non quasi da un anno. Quando entro in un santuario o in un luogo di preghiera però mi sento bene....ma a confessarmi (col terrore che dall'altra parte possa esserci un prete pronto a voler demonizzare e cambiare la mia condotta di gay) mi viene un distacco interiore. E mi allontano. Prego, ho fiducia nel Signore. So, grazie anche alle parole di amici gay, che Dio mi vuole bene per ciò che sono e non per ciò che voglio essere (normale, cioè, statisticamente eterosessuale come quel prete suggeriva di tornare ad essere).
Lei don Franco, scrive che “l'omosessualità è un dono di Dio”, quindi pensa che una persona nasca gay? E la libertà di scegliere? La Chiesa, o per meglio dire la gerarchia, non dice che siamo liberi dal momento che siamo in vita? Oppure riceviamo sin dalla nascita alcuni doni che in qualche modo limitano la nostra libertà e ci creano dei problemi?
Non le nascondo che più volte ho tentato di voler essere “normale” (cioè, eterosessuale), ma i fallimenti sono stati continui. Non ho mai provato amore per ragazze, nè tanto meno per ragazzi. Di qui le mie perplessità. Ho avuto rapporti sessuali con ragazzi, mi è piaciuto e, sì..., a pensarci bene, lo rifarei!
Vorrei condividere la mia vita con un ragazzo, penso spesso, perchè sono attratto fisicamente dal corpo maschile e non da quello femminile. Vedo quindi più adeguato a me un rapporto (che sia quindi più completo) con un ragazzo che con una ragazza.
Anche da qui la mia consapevolezza di essere omosessuale.
Resto affascinato dal suo impegno per i ragazzi come noi...Prima di leggere le sue risposte sul sito www.viottoli.it anche io ho tentato di dare una mano a ragazzi come me. Di darci una mano a vicenda. Con le chat mi sono accorto che potevo venire a contatto con persone che sentivano i miei stessi sentimenti o per lo meno si ponevano dei dubbi. E questo avrebbe aiutato. Poche settimane fa ho rimboccato le maniche ed ho deciso di costruire un piccolo sito web a tema gay.
Caro don Franco, sto scrivendo bene la mia vita? Devo tornare ad andare in chiesa anche se da quelle prediche avrò continue condanne e se non esplicite, insite nell'ambiente parrocchiale che non accetta i gay? Faccio bene a pubblicare un sito per ragazzi come me o dovrei abbandonare tutto e fare la mia vita? Posso avvicinarmi all'eucarestia anche se non confesso al parroco di essere gay?
Pochi giorni fa un amico mi ha detto che rifiuta la morale sessuale della Chiesa (per meglio dire della gerarchia). Cerco di essere più chiaro. Siccome chiedo agli amici gay che conosco come vivono il rapporto omosessualità e fede (avendo frequentato una scuola cattolica per otto anni cerdo di avere interiorizzato una certa fede, che sento viva in me), i ragazzi mi spiegano che rifiutano di andare in chiesa perchè la gerarchia condanna l'idea che ci possa essere sesso senza amore.
Ovvero una persona deve essere libera di fare sesso, dicono, e divertirsi senza necesssariamente essere legata sentimentalmente all'altra. Senza avere più rimorsi.
Un po' come il masturbarsi per piacere fisico. Cosa potrei dire ai miei amici? Alle volte non trovo le parole adatte. E preferisco non discutere più con loro..
Spero che lei, don Franco, possa aiutarmi, possa aiutarci...possa trovare il tempo per rispondermi. Si ricordi di me nella sua preghiera come faccio dal giorno che sono venuto a conoscenza di ciò che scrive per ragazzi come me. Che Dio accompagni i nostri passi anche nel nuovo anno. La saluto con affetto, PASQUALE.
(Carlo Castellini)

S AL M O 139, 13-16.

Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo perchè mi hai fatto come un prodigio;
Sono stupende le tue opere,
Tu mi conosci fino in fondo,
Non ti erano nascoste le mie osssa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
E tutto era scritto nel tuo libro.
(S A L M O 139, 13-16).




Martedì 13 Agosto,2013 Ore: 21:01
 
 
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Cristianesimo ed omosessualita'

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