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www.ildialogo.org Benedetta omofobia,di ALESSANDRO ESPOSITO

Benedetta omofobia

di ALESSANDRO ESPOSITO

Da: Micromega.it

aespositoLa notizia è di due giorni fa: l’ennesima brillante trovata di una destra maschilista e triviale, che cerca consenso negli istinti più bassi, nella discriminazione atavica che si nutre di imperitura ignoranza.

A parere di chi ha ideato l’iniziativa, doveva trattarsi di uno spot elettorale: l’invito, ormai tristemente noto, era a votare con la testa e con il cuore, evitando il coinvolgimento di un’altra parte anatomica, volgarmente allusiva all’orientamento sessuale delle persone gay. Davvero l’episodio si commenta da sé.

Personalmente, al di là dell’inevitabile presa di distanza dall’iniziativa da parte della responsabile della nuova formazione politica, l’ex ministro Giorgia Meloni, avrei preferito che venissero chieste a chiare lettere le dimissioni dal partito dei due candidati padovani artefici del video: un gesto più fermo e, in tutta onestà, più credibile in ordine all’intenzione di dissociarsene realmente.

Non concordo del tutto nemmeno con le dichiarazioni rilasciate in merito dallo stimato Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che, più che offeso, afferma di sentirsi imbarazzato, rischiando però, in tal modo, di sminuire la gravità di un episodio nel complesso passato quasi sotto silenzio.

Come di consueto, ciò che più mi è parso mancare è un’analisi critica del retroterra culturale, sempre che così meriti di essere designato, che sostanzia iniziative di questa levatura. E l’analisi manca, o è quantomeno assai superficiale, perché una disamina onesta chiamerebbe inevitabilmente in causa il ruolo svolto, nella costituzione di questo pregiudizio nefando, dal fondamentalismo cristiano.

Quello del cattolicesimo intransigente, anzitutto, strenuo difensore della famiglia eterosessuale elevata acriticamente a principio a sé stante, indiscusso e inviolabile, sottacendo accuratamente l’intricata trama di ipocrisie e di violenze che essa, sovente, genera e occulta e che faceva esclamare al grande romanziere francese André Gide: «Familles, je vous hais! foyers clos; portes refermées; possessions jalouses du bonheur» [1].

Di questa palese mistificazione nessun accenno nei programmi politici di quanti, a caccia di voti, si limitano a blandire le gerarchie cattoliche riproponendo una visione della famiglia da catechismo tridentino, messa ormai da tempo in discussione e in crisi dall’evoluzione delle società occidentali secolarizzate.

Altrettanto preoccupante, d’altro canto, è la crescita numerica di quelle realtà ecclesiastiche espressione dell’integralismo protestante, per le quali l’omoaffettività è, a seconda dei casi, un peccato imperdonabile o una malattia incurabile, quando non entrambe le cose [2].

L’atrofia della sensibilità e della coscienza in seno al cristianesimo fondamentalista dogmaticamente ottuso è un’amara realtà, la quale, ancora oggi, funge da sostrato all’esternazione di convincimenti inqualificabili che così, in maniera tutt’altro che incomprensibile, incontrano il plauso ed il sostegno di tante menti indottrinate, notoriamente incapaci di addivenire a quell’autonomia di pensiero che il povero Kant auspicava ormai più di due secoli orsono.

La fede, quella adulta e critica, va rieducata e, perché tale processo possa aver luogo, i credenti o sedicenti tali devono andare tutti, senza eccezione, a scuola di laicità e di pluralismo etico. Ma a buona parte di loro e delle istituzioni che li plagiano sembrano mancare del tutto l’umiltà e le intenzioni per farlo.

Alessandro Esposito - pastore valdese

(22 febbraio 2013)

NOTE

[1] Tratto dal romanzo Les Nourritures Terrestres, tradotto in lingua italiana con il titolo I nutrimenti terrestri, Garzanti, Milano, 1998. La frase riportata, in traduzione italiana, suona grossomodo così: «Famiglie, io vi odio! Focolai chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità».

[2] Non discostandosi molto nella sostanza da tali aberrazioni, nel documento Cura Pastorale delle persone omosessuali, l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale e a giorni pontefice dimissionario Joseph Ratzinger, definiva l’omosessualità «condizione oggettivamente disordinata» e «comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale».




Giovedì 28 Febbraio,2013 Ore: 07:08
 
 
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Cristianesimo ed omosessualita'

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