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www.ildialogo.org Lettera aperta a Carlo Masseroli, consigliere PDL presso il Comune di Milano dopo le sue dichiarazioni sul patrocinio del Gay Pride.,Gianni Geraci

Lettera aperta a Carlo Masseroli, consigliere PDL presso il Comune di Milano dopo le sue dichiarazioni sul patrocinio del Gay Pride.

Gianni Geraci

Gentile ingegner Masseroli, ho appena letto la frase con cui ha commentato la decisione con cui la Giunta comunale di Milano ha deciso di dare il suo patrocinio al Gay Pride del prossimo 25 Giugno. L’ho appena letta a mi sono davvero meravigliato che una persona con la sua esperienza possa essere così superficiale nel formulare dei giudizi.

Deve capire, caro Masseroli, che non tutti i cattolici sono come lei e che, al contrario di quello che si crede negli ambienti che lei probabilmente frequenta, la differenza tra una chiesa e una setta è proprio questa: in una setta debbono pensarla tutti alla stessa maniera, in una chiesa, invece, ci può essere una pluralità di atteggiamenti e di posizioni. La cosa è tanto più vera quando l’oggetto del confronto sono delle scelte politiche e amministrative.
Vede, caro ingegnere, io sono cattolico e sono omosessuale.
Sono un cattolico praticante e cerco di vivere il messaggio evangelico nella mia povera vita.
Sono un cattolico devoto che si chiede spesso se quella che sta facendo è la volontà di Dio.
Sono un cattolico impegnato che a un certo punto ha capito il valore della relazione d’amore che lo lega al suo compagno.
Sono un cattolico che, come Tommaso d’Aquino, quando si chiede se sia meglio obbedire alla propria coscienza (“Vox conscientiae”) o alle indicazioni del Magistero (“Praeceptum prelati”) sa che le indicazioni del Magistero, di norma, sono e restano indicazioni del Magistero, mentre la voce della coscienza non è altro che la voce dello Spirito Santo che parla dentro di noi (se si ricorda un po’ di latino le copio il testo del «De Veritate» in cui il santo teologo domenicano affronta l’argomento: «Comparare igitur ligamen conscientiae ad ligamen quod est ex praecepto praelati, nihil est aliud quam comparareligamen praecepti divini ad ligamen praecepti praelati»).
Sono un cattolico, e proprio perché prendo sul serio la mia Fede non ho bisogno di sentirmi dire dal primo prete con la tonaca quello che, in politica, è giusto o è sbagliato.
Sono un cattolico e proprio perché sono un cattolico che legge il Vangelo so che il Signore, non solo non ha mai condannato l’omosessualità, ma ha riletto i modelli etici in base ai quali l’Antico testamento l’aveva condannata, affermando il primato dell’amore per Dio e per il prossimo su qualunque altra norma.
Sono un cattolico che legge il Vangelo e, proprio perché leggo il Vangelo, so che Gesù, mentre non condanna l’omosessualità, usa parole durissime nei confronti dell’ipocrisia, la stessa ipocrisia dimostrata da lei e da quelli che, come lei, si scandalizzano quando la giunta Pisapia da il suo patrocinio al Pride milanese e non hanno detto niente quando la giunta Alemanno, la scorsa settimana, molto opportunamente, aveva fatto la stessa cosa.
E se non l’ha ancora capito di cattolici come me, in questa nostra Italia, ce ne sono milioni.
Si metta l’anima in pace e cerchi di non strumentalizzare certi temi per raccogliere qualche voto in più. Se davvero vuole essere un politico cattolico serio, eviti di parlare dei cattolici come se fossero tanti pecoroni e si ricordi che molti cattolici, per fortuna, vivono la loro Fede in maniera diversa da come la vive lei.
Gianni  Geraci - Portavoce Gruppo del Guado (Cristiani omosessuali Milano)


Venerd́ 17 Giugno,2011 Ore: 11:54
 
 
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