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www.ildialogo.org USA: IN AUMENTO I SUICIDI DI ADOLESCENTI GAY. SECONDO UN SONDAGGIO È COLPA DELLE CHIESE,di Agenzia Adista n. 84 del 6/11/2010

USA: IN AUMENTO I SUICIDI DI ADOLESCENTI GAY. SECONDO UN SONDAGGIO È COLPA DELLE CHIESE

di Agenzia Adista n. 84 del 6/11/2010

35846. WASHINGTON-ADISTA. Sono in preoccupante aumento, negli Stati Uniti, i casi di suicidio commessi da adolescenti gay e lesbiche: cinque solo nel mese di settembre, vittime di bullismo e di emarginazione. Un tema, questo che è stato affrontato apertamente anche dal presidente Usa Barack Obama, il quale si è detto, in un video pubblicato su Youtube, “scioccato e addolorato” per i recenti suicidi di giovani sottoposti a angherie per il loro orientamento sessuale. Termometro della situazione è stata anche la vicenda di Joel Burns, un consigliere della città di Fort Worth, in Texas, che, nel corso di una riunione ordinaria, ha parlato della sua esperienza: “Troppi giovani gay, ragazzi spaventati come lo ero io qualche anno fa, sono vittime del bullismo e decidono di togliersi la vita: a tutti loro voglio dire che le cose andranno meglio. Lo so perché io ci sono passato”. Il video del discorso, su YouTube, è stato visto, in cinque giorni, da quasi un milione e mezzo di utenti ed ha ricevuto 20mila commenti, oltre a essere stato ripreso dai media di tutto il Paese e da grandi network come la Cnn e la Cbs.

In questo frangente, un americano su tre ritiene che la responsabilità dell’aumento di questo fenomeno sia da attribuire in toto alle istituzioni religiose (un altro terzo ritiene che esse ne siano almeno in parte responsabili): è quanto emerge da un recente sondaggio condotto dal Public Religion Research Institute insieme al Religion News Service. Le istituzioni religiose - è questa l’opinione della maggioranza dei cittadini statunitensi - non stanno facendo un buon lavoro riguardo al tema dell’omosessualità: più del 40% degli intervistati, infatti, ha dato alle organizzazioni confessionali un voto basso (“D”, 18%, “F” 24%), mentre solo il 5% le ha premiate col massimo dei voti (“A”).

I messaggi provenienti dai luoghi di culto, ha detto il 43% del campione, sono negativi, in particolare per quanto riguarda la loro percezione del mondo omosessuale. D’altronde il sondaggio mostra come grandi porzioni degli evangelici bianchi e dei protestanti neri ritengano che l’omosessualità sia un peccato (rispettivamente 79% e 67%, laddove protestanti mainstream, cioè delle denominazioni storiche, e i cattolici non la considerano tale: 63% e 56%). Questi dati sono coerenti con la tendenza di questi gruppi a valutare positivamente l’operato e il messaggio della propria Chiesa: tra tutti i gruppi religiosi, sono proprio gli evangelici bianchi i più inclini ad attribuire una valutazione positiva alla propria Chiesa riguardo al modo in cui ha gestito il tema dell’omosessualità (tre quarti hanno dato una “A” o una “B”); non così nella Chiesa cattolica e nelle Chiese protestanti bianche, dove solo 4 su 10 hanno espresso un giudizio positivo; i cattolici, in particolare, sono stati i più severi con la loro Chiesa, visto che quasi un terzo ha dato nell’insieme una “D” (15%) o una “F” (16%).

Esaminando i dati del sondaggio, emergono anche differenze rilevanti legate alla diversa età dei partecipanti. È nella fascia dei giovani adulti (18-34 anni), infatti, che si trova quasi la metà (47%) di coloro che giudicano negativamente l’approccio delle Chiese alla questione omosessuale, mentre la fascia più anziana (oltre i 65 anni) è più clemente (meno di un terzo). Analogamente, i democratici sono più severi con le Chiese rispetto ai repubblicani (42% contro il 17%).

“Andrà meglio”

Di fronte a questa climax di eventi, la risposta del mondo Glbt (gay, lesbiche, bisex e transgender) è stata forte. È nato infatti a settembre il progetto It Gets Better, una sorta di tutoring - soprattutto a livello di scuole e college - esercitato da giovani adulti omosessuali nei confronti degli adolescenti, con momenti di condivisione delle proprie storie e di incoraggiamento a non arrendersi.

La Chiesa cattolica, nel frattempo, riflette. “Noi cattolici, per lo meno per come la vedo io, possiamo fare di meglio per raggiungere i giovani omosessuali”, scrive sul blog In all things, sul sito del settimanale gesuita America, il direttore della sezione culturale p. James Martin (4/10). “Il documento della Conferenza episcopale statunitense Always Our Children (messaggio pastorale ai genitori di figli gay del 1997, ndr), è un buon inizio” e, prosegue, “molte grandi diocesi e arcidiocesi, come quella di Los Angeles, hanno messo a punto eccellenti programmi per gay e lesbiche cattolici”. Questo fa sì che molti omosessuali, a livello locale, si sentano non solo accolti ma anche valorizzati nelle proprie comunità, prestando servizio in diversi ruoli: “Senza di loro – scrive Martin – la nostra Chiesa sarebbe incommensurabilmente più povera”.

Spesso, però, osserva ancora il gesuita, il messaggio cattolico rivolto a credenti omosessuali comincia con un “non devi”: “‘Non devi fare sesso’, diciamo invariabilmente invece di dire: ‘sei una creatura di Dio amata’ e ‘sei membro a pieno titolo della comunità’ oppure ‘hai molto da offrire alla Chiesa’. D’altronde nessuno si rivolge ai divorziati risposati dicendo ‘non devi commettere adulterio’ o ai manager cattolici dicendo ‘non devi rubare’”: “Siamo tutti ‘peccatori amati’, come amano dire i gesuiti, ma alla gente, specialmente ai giovani, specialmente alle persone poste ai margini: bisogna ricordare che il loro essere amati viene prima del loro essere peccatori”. (ludovica eugenio)



Venerdì 05 Novembre,2010 Ore: 16:41
 
 
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Cristianesimo ed omosessualita'

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