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www.ildialogo.org Lettera aperta al sindaco di Milano Giuliano Pisapia,di Gianni Geraci

Lettera aperta al sindaco di Milano Giuliano Pisapia

di Gianni Geraci

Vi cpio la lettera aperta a Giuliano Pisapia che ho scritto ieri a nome del Guado.
Si trova a questo indirizzo:
Gianni Geraci

Gentile signor sindaco,
chi le scrive è un cattolico che ha alle spalle lunghi anni di impegno politico ispirato ai valori cristiani e che, a un certo punto della sua vita, ha dovuto fare i conti con la propria omosessualità, una realtà che durante gli anni dedicati alla politica, aveva fatto finta di ignorare.
Grazie all’azione misericordiosa di Dio ho conservato la Fede nonostante le tante situazioni di rifiuto e di ipocrisia che ho avuto modo di osservare nella Chiesa cattolica e da più di vent’anni cerco di seguire quella che ho ormai riconosciuto essere la mia personale vocazione: aiutare le persone omosessuali a non perdere la Speranza.
In questi vent’anni, ne ho incontrate davvero tantissime di persone omosessuali! Credenti e non credenti, tormentate e serene, insoddisfatte della loro omosessualità e affettivamente appagate da relazioni di coppia che durano decenni.
Ed è a nome delle persone che ho incontrato che voglio ringraziare lei e la maggioranza che la sostiene per aver mantenuto la promessa, fatta in campagna elettorale, di istituire a Milano un registro delle unioni civili aperto anche alle coppie dello stesso sesso.
Più di una volta, in passato, queste persone sono state deluse da promesse elettorali che non venivano poi mantenute: quando, di fronte agli episodi di violenza di cui gli omosessuali e i transessuali sono vittime, parlamentari e ministri, sindaci e intellettuali, avevano sostenuto che era giunto il momento di condannare in maniera specifica la violenza generata dall’omofobia, oppure tutte le volte che un politico diceva che era arrivato il momento di riconoscere e regolamentare le loro relazioni di coppia.
Alla fine c’era sempre qualcuno che, in nome dei pregiudizi ideologici che circondano la condizione omosessuale, interveniva più o meno correttamente per far sì che quelle promesse non venissero mantenute.
La cosa che più mi addolora è che le persone che più si sono adoperate per far sì che venissero tradite le promesse che ci venivano fatte dicono di farlo in nome di una visione dell’uomo che, a loro dire, deriva direttamente dall’annuncio cristiano.
Io nella chiesa non sono nessuno: sono solo un laico che cerca ogni giorno di vivere il Vangelo, ma dia retta a me, non si fidi di queste persone, perché il Vangelo a cui dovrebbero riferirsi quando parlano di certi argomenti, dice l’esatto contrario di quello che dicono loro e, in particolare, afferma che le norme morali non si impongono per legge, ma si predicano con la testimonianza di una vita cristianamente ispirata.
Guardi la storia! Provi a interrogare il nostro passato e vedrà quante volte persone che si dicevano cristiane hanno strumentalizzato la Fede per difendere posizioni che adesso nessuno oserebbe più difendere.
Pensi a quanti hanno ostacolato in tutti i modi il processo che ha portato alla nascita del nostro Paese: ci è voluto un grande papa come Paolo VI per riconoscere l’azione provvidenziale di quanti hanno disobbedito alla chiesa e l’hanno finalmente liberata dal potere temporale.
Pensi a quanti hanno benedetto le armi di chi partiva per sterminare popolazioni inermi solo perché le scelte dei loro governanti non erano funzionali ai disegni politici della chiesa stessa: ci è voluto un altro grande papa come Giovanni Paolo II per dire con chiarezza che quei profeti della persecuzione e dello sterminio non potevano certo parlare in nome del Vangelo.
Pensi poi a tutte le volte in cui la chiesa ha cercato di ostacolare il percorso dell’umanità verso l’uguaglianza, verso la democrazia e verso l’inclusione delle minoranze. Se non ci fossero stati dei politici capaci di resistere alle pressioni che venivano fatte questi progressi non ci sarebbero mai stati.
Ancora una volta lei e la sua maggioranza siete chiamati a resistere alle pressioni che vengono fatte per spingervi a non mantenere un impegno preso durante la campagna elettorale: quello di istituire un registro comunale delle unioni civili aperto anche alle coppie omosessuali. Allora avevano lasciato che questo punto del suo programma venisse attaccato da quegli stessi partiti che alimentavano l’odio e l’insofferenza nei confronti degli stranieri e degli emarginati. Adesso hanno deciso di muoversi in prima persona.
E così c’è chi sostiene, come AGAPO (un’associazione che dice di raccogliere genitori e amici delle persone omosessuali), che: «La differenza dei sessi non è soltanto un valore per la società, ma anche elemento fondamentale per la vita di coppia. Far credere che questa differenza sia irrilevante, crea confusione e rischia di spingere i nostri figli verso grandi delusioni e comportamenti spesso autolesionisti». Come si vede che questi presunti genitori non sanno niente della vita degli omosessuali forse perché non li conoscono! Di certo sembrano ignorare le tante relazioni di coppia tra persone dello stesso sesso che durano nel tempo e che diventano un vero e proprio baluardo contro la solitudine e l’emarginazione.
C’è poi chi, come il professor Alfonso Colzani, responsabile del Servizio per la Famiglia della Diocesi di Milano, dopo aver lanciato un allarme che non ha nessun fondamento dicendo che i registri delle unioni civili possono favorire la poligamia (mentre in realtà hanno sempre escluso le persone che sono già sposate o che vivono già altre forme di partenariato), dice che il registro non va istituito perché la vera risposta ai problemi che hanno le coppie di fatto è una legge nazionale dimenticandosi le tante pressioni che sono venute dal mondo cattolico perché una legge del genere non venisse mai approvata. Non si offenderà certo il signor Colzani se dico che il suo atteggiamento assomiglia tanto a quelli che, di fronte a un povero che sta morendo di fame perché non ha più un lavoro, si rifiuta di aiutarlo perché sostiene che occorre costruire una società in cui non capitano certe cose.
Ho deciso di scriverle dopo aver letto questi interventi: credo infatti che gli uomini di buona volontà debbano incoraggiare sia lei che la sua maggioranza per aiutarvi a resistere a queste pressioni e a quelle che seguiranno sempre più incalzanti nelle prossime settimane.
Se ci riuscirete avrete dimostrato ai milanesi che gli amministratori a cui hanno affidato la loro città sono persone che mantengono le promesse fatte in campagna elettorale.
Se ci riuscirete contribuirete finalmente a dare maggior autorevolezza a una politica che, a furia di lanciare proclami e di fare promesse che non venivano mantenute, aveva perso qualunque credibilità.
Se ci riuscirete, dimostrerete finalmente che, almeno a Milano, quella sana laicità delle istituzioni di cui parla anche il Magistero cattolico, è un valore per molti cittadini italiani che sono disposti a difenderlo anche contro le pressione di quei cattolici che, quella stessa laicità, l’hanno purtroppo dimenticata.

La saluto con stima e le auguro buon lavoro.

Gianni Geraci
Portavoce Gruppo del Guado – Cristiani omosessuali Milano



Marted́ 24 Luglio,2012 Ore: 17:48
 
 
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Cristianesimo ed omosessualita'

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