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www.ildialogo.org PALERMO: IL CARDINALE CHIUDE LA PORTA ALLE UNIONI CIVILI,di Adista Notizie n. 3 del 21/01/2012

PALERMO: IL CARDINALE CHIUDE LA PORTA ALLE UNIONI CIVILI

di Adista Notizie n. 3 del 21/01/2012

36490. PALERMO-ADISTA. «Lasciate che, come padre e pastore di questa amata Chiesa di Palermo, rivolga proprio oggi e proprio all’interno di questo Palazzo di città, un accorato appello perché tutte le istituzioni si adoperino responsabilmente per salvaguardare il carattere sacro e di insostituibile valore dell’unione fra un uomo e una donna: è all’interno della famiglia che il dono della vita può fiorire e svilupparsi perché essa è punto di riferimento, è il primo ambiente in cui l’uomo si relaziona, è il primo luogo di formazione psicologica e morale di ogni persona. La sua legge non può essere cambiata, perché è scritta nella natura dell’uomo stesso». Inequivocabile, il monito è stato lanciato, allo scoccare del 2012, dal card. Paolo Romeo (arcivescovo di Palermo). Dopo un richiamo alla Giornata della Pace, un pensiero ai giovani e un messaggio di speranza e di impegno per una città «più bella, più accogliente e più onesta», l’arcivescovo non perde l’occasione per inviare un chiaro messaggio agli amministratori locali, e in particolare al sindaco Diego Cammarata, convenuti alla consueta messa del 1° gennaio presso la sala di Palazzo delle Aquile (che non è un luogo di culto ma la sede “laica” di rappresentanza del Comune di Palermo).

A preoccupare il cardinale è la mozione, vincolante per il sindaco, a favore dell’istituzione di un registro per le unioni civili etero e omosessuali, presentata da un gruppo trasversale di consiglieri del Comune di Palermo e approvata lo scorso 8 novembre con 19 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astenuti.

E le reazioni alle parole dell’arcivescovo non si sono fatte attendere. Il 2 gennaio, l’Arcigay di Palermo ha diramato un comunicato “In risposta al cardinale Romeo”, in cui si legge: «Rispettiamo tutte le opinioni, e difenderemo sempre il diritto di tutti di esprimere la propria, anche quelle di chi discrimina. Ma la Palermo che sogniamo è “più bella, più accogliente, più onesta, più laboriosa”, come ha detto il cardinale, e quindi attenta ai bisogni di tutti i cittadini, indipendentemente dal fatto che siano sposati o meno, che siano o meno eterosessuali». «Stupisce che sia proprio il Pastore dell’Arcidiocesi palermitana a fare simili dichiarazioni, Chiesa che nella sua pratica quotidiana si contraddistingue per la capacità di accogliere tutti, senza distinguo o preconcetti. E stupisce oltretutto che queste dichiarazioni vengano pronunciate in un luogo istituzionale, nello stesso Palazzo delle Aquile in cui il Consiglio comunale, coraggiosamente e con grande partecipazione trasversale, negli ultimi 12 mesi ha deliberato per ben due volte contro le discriminazioni. Da parte nostra chiediamo con forza che gli amministratori del Comune, della Provincia, della Regione e dello Stato si battano e si impegnino per garantire a tutti la pienezza dei diritti di cittadinanza e la possibilità di vivere con dignità».

Pollice verso anche del deputato regionale del Pd Pino Apprendi, che in Assemblea Regionale Siciliana (Ars) ha condotto una battaglia, insieme ad Alessandro Aricò (coordinatore di Fli per la Provincia di Palermo), per l’approvazione di un disegno di legge sulle unioni civili – respinto dai colleghi dell’Ars lo scorso 21 dicembre – che renderebbe effettivo il godimento dei diritti civili per gli iscritti nella futura Anagrafe delle coppie di fatto di Palermo: «Io, credente, trovo nella famiglia “tradizionale” un ruolo fondamentale per la nostra società – sostiene Apprendi – ma ritengo, altresì, che non è l’unico modello possibile, anche perché, tutti sanno che in Sicilia sono decine di migliaia le coppie che convivono al di fuori del matrimonio cattolico. Si deve potere scegliere come vivere. Non si possono privare di diritti civili essenziali coloro i quali non si rispecchiano nel matrimonio della religione cattolica o chi, da cattolico, convive con una persona che ama, sia essa donna o uomo. Ciò che danneggia questo dibattito è la guerra di religione».

Non è la prima volta che l’arcivescovo di Palermo manifesta ostilità nei confronti del mondo omosessuale. A maggio scorso, durante le consuete celebrazioni per le vittime dell’omofobia, Romeo aveva “invitato” il parroco della chiesa di Santa Lucia a bloccare la veglia di preghiera in programma (v. Adista nn. 39 e 44/11), facendosi forte delle parole della Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, scritta il 1° ottobre 1986 da Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: «Dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione cerchi di sovvertire i nostri insegnamenti. A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso può essere fonte di malintesi e di scandalo». (giampaolo petrucci)

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 17 Gennaio,2012 Ore: 17:35
 
 
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Cristianesimo ed omosessualita'

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