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www.ildialogo.org USA: LA DIVERSITÀ SESSUALE È UNA RICCHEZZA PER LA CHIESA,di Agenzia Adista n. 84 - 19 Novembre 2011

USA: LA DIVERSITÀ SESSUALE È UNA RICCHEZZA PER LA CHIESA

di Agenzia Adista n. 84 - 19 Novembre 2011

36397. NEW YORK-ADISTA. Si è concluso con un bilancio positivo il ciclo di incontri More Than a Monologue: Sexual Diversity and the Catholic Church (“Più di un monologo: diversità sessuale e Chiesa cattolica”) dedicato al rapporto tra orientamento sessuale e Chiesa cattolica e promosso da due Università gesuite, la Fordham University (New York) e la Fairfield University (Fairfield, Connecticut), nonché dalla Yale Divinity School (New Haven, Connecticut) e dallo Union Theological Seminary (New York), di orientamento ecumenico (v. Adista n. 73/11).

Dopo le prime due giornate, centrate sul tema «Imparare ad ascoltare: voci della diversità sessuale e Chiesa cattolica» e «Vita Pro-Queer: il suicidio adolescenziale, l’educazione cattolica e l’anima delle persone Lgbtq (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer, ndr)», il terzo appuntamento, il 22 ottobre, organizzato dalla Yale Divinity School, ha avuto come tema «Matrimonio omosessuale e Chiesa cattolica: voci dal diritto, dalla religione e dai fedeli». Oggetto della riflessione, l’esistenza di diversi punti di vista cattolici sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, esaminati nell’intersezione tra diritti individuali, etica sessuale, esigenze pastorali nel ministero e nella vita delle comunità parrocchiali, Scrittura e ruolo dei laici. «Quando la Corte Suprema del Connecticut ha legalizzato le unioni omosessuali nell’autunno 2008 – ha affermato Dianna M. Swancutt, docente associata di Nuovo Testamento alla Yale Divinity School, per motivare la scelta del tema per la giornata – i vescovi del Connecticut hanno inizialmente risposto con una dichiarazione pubblica diffusa per conto dei fedeli dello Stato (senza il loro consenso o una loro decisione in merito) condannando la delibera e affermando che il matrimonio non è un diritto civile per gay e lesbiche. I vescovi, poi, hanno finanziato una costosa campagna televisiva in vista di una convention costituzionale, allo scopo di dare una definizione costituzionale del matrimonio che escludesse il matrimonio omosessuale. Per avviare una discussione più solida, si possono e si devono ascoltare altri punti di vista cattolici di esperti in etica, teologia, diritto e dei molteplici e specifici compiti dei laici nel mondo».

Tra gli intervenuti alla giornata, oltre a canonisti, giuristi, psicologi, sacerdoti esperti nell’assistenza pastorale a persone Lgbt e docenti di etica, la teologa Lisa Sowle Cahill, docente di Teologia al Boston College ed esperta di tematiche di genere ed etica sessuale, e il gesuita p. Paul Lakeland, direttore del dipartimento di Studi cattolici dell’Università gesuita di Fairfield.

Il 29 ottobre, l’ultimo degli appuntamenti, proprio alla Fairfield, ha affrontato il tema «La cura pastorale: diversità sessuale, celibato e ministero», approfondendo la riflessione sui ruoli e le responsabilità dei cattolici Lgbt nei ministeri della Chiesa, ordinati e laici. Come si concretizza per i cattolici Lgbt, si sono chiesti i partecipanti, l’uguaglianza dei membri della Chiesa sancita dal Battesimo? In che modo la loro esperienza umana e i loro doni arricchiscono la comunità di fede? In che modo il celibato sacerdotale e il celibato imposto alle persone Lgbt sono rilevanti in questa discussione? Come possono partecipare veramente in una Chiesa che non riconosce una loro parte essenziale? «La Chiesa cattolica – ha dichiarato p. Paul Lakeland – conta un numero elevato di laici Lgbt impegnati nel lavoro pastorale, oltre a molti preti gay. Ma la posizione ufficiale della Chiesa docente rende problematico per gli individui, le loro comunità e la Chiesa il loro status di lesbiche, gay, bisessuali o transgender. Ciò crea in molti tensioni e conflitti, occultando allo stesso tempo il fatto che tutti i cristiani contribuiscono alla vita della Chiesa in virtù di – e non nonostante – ciò che sono».

L’iniziativa, giunta alla sua conclusione, ha destato notevole interesse. In primo luogo perché, commenta il quotidiano The Hartford Courant (28/10), «quando un’università cattolica decide di sponsorizzare una conferenza sulla diversità sessuale, si tratta di un tema che suscita l’attenzione di un vescovo»: conferenze dedicate a temi come «Suore lesbiche: un dono per la Chiesa» (titolo dell’intervento di suor Jeannine Gramick, da sempre impegnata nel ministero rivolto a persone omosessuali) possono far temere reazioni censorie da parte delle autorità della Chiesa. Cosa che non è accaduta, benché mons. William E. Lori di Bridgeport e l’arcivescovo di New York mons. Timothy Dolan abbiano fatto sentire la loro voce, diffondendo, dopo la prima conferenza, una dichiarazione congiunta in cui affermavano di aver ricevuto «serie espressioni di preoccupazione da parte di molti fedeli» rispetto alle quattro giornate, che sembravano «incoraggiare il dissenso nei confronti dell’insegnamento della Chiesa e della sua autorità magisteriale, difendendo le opinioni erronee sulla sessualità dominanti nella nostra cultura». Poi però sono stati rassicurati dai due presidenti (delle università cattoliche) sul fatto che le conferenze, «pur nella sensibilità rispetto all’esperienza dei partecipanti, non sarebbero state «veicolo del dissenso». Lo stesso Lakeland aveva ricevuto critiche e pubblicità avversa rispetto all’iniziativa: «È il prezzo che si deve pagare quando ci si misura con questi temi», ha spiegato; tuttavia «è necessario che le universalità cattoliche affrontino tematiche importanti per la Chiesa. È ciò che facciamo, questo è proprio uno di quei temi… Il ruolo dell’università è di essere là dove la Chiesa produce la sua riflessione». Non era la sede, poi, per mettere in discussione gli insegnamenti della Chiesa sull’omosessualità, ha detto, quanto per discutere sul modo in cui «la Chiesa ha cura ed è curata dai gay e dalle lesbiche cattolici». Il gesuita p. James Martin, caporedattore Cultura del settimanale dei gesuiti America, ha definito «del tutto inusuale» che due università cattoliche «offrano un forum per parlare di un tema molto controverso nella Chiesa… È stata un’iniziativa significativa da parte degli organizzatori». (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Lunedì 14 Novembre,2011 Ore: 20:14
 
 
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