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www.ildialogo.org Yolande Mukagasana a Vicofaro: un incontro indimenticabile di umanità,di Mauro Matteucci

Yolande Mukagasana a Vicofaro: un incontro indimenticabile di umanità

Le sofferenze che avete vissuto nel vostro viaggio devono darvi speranza e consapevolezza


di Mauro Matteucci

Yolande Mukagasana, sopravvissuta e testimone del genocidio dei Tutsi del Rwanda nel 1994, lunedì scorso ha incontrato i profughi e la cittadinanza nella chiesa di Vicofaro, divenuta ormai un luogo simbolo dell’accoglienza a Pistoia e non solo. L’iniziativa, promossa dall’ Assemblea permanente antirazzista antifascista ha avuto numerosi momenti di grande emozione e coinvolgimento. Yolande, prima dell’incontro pubblico, ha voluto che le fossero presentati uno per uno i profughi accolti da don Massimo Biancalani nelle canoniche di Vicofaro e di Ramini : dopo aver chiesto di ognuno il paese africano di provenienza, ha rivolto a tutti calde parole di amicizia e di affetto abbracciandoli, ogni volta ricambiata con calore e simpatia da parte dei giovani.
Nella chiesa Yolande ha voluto rivolgersi con il suo appassionato discorso sia ai cittadini presenti sia ai giovani rifugiati. Rievocando la tragica vicenda del genocidio ruandese, ha sottolineato come la causa sia stata innanzi tutto l’odio per il diverso istillato da anni nei media, nelle scuole, nelle famiglie e anche nelle chiese fino ai giorni della violenza che in pochi mesi portò alla morte di un milione di persone, tra le quali la sua intera famiglia. Purtroppo l’inerzia, se non la complicità, dei potenti – dall’ONU all’Europa, allo stesso Vaticano – lasciò che la strage andasse avanti, mentre le vittime cadevano a colpi di machete. Per questo ha scelto di diventare voce dei senza-voce di coloro che l’ odio eliminò dalla vita, ma non riuscì a cancellare dalla Storia. Yolande parlando sembrava avesse trovato un punto fermo nella giustizia dinnanzi alla mistificazione o al silenzio assordante dei media e all'indifferenza della società internazionale, che avevano ignorato il genocidio ruandese preferendo guardare da un'altra parte.
Ma ha voluto subito, e in particolare in questa circostanza, legare la memoria storica della tragedia del suo paese all’attualità scottante del presente e in particolare alla vicenda dei profughi. Nessuno potrà dimenticare le bellissime parole rivolte a don Massimo, considerato da lei, per la scelta coraggiosa dell’accoglienza, un esempio di sacerdote che applica con coerenza le parole della Bibbia e del Vangelo. Poi il suo sguardo e il suo discorso si sono concentrati a lungo, e giustamente, sui giovani africani che la seguivano attentamente e con intensa commozione, li ha chiamati più volte i miei figli. Ha parlato loro da pari a pari, in quanto lei stessa nel passato a lungo è stata rifugiata in Belgio. Ha ricordato il grande cimitero liquido del Mediterraneo, in cui sono morti tanti fratelli. Eppure proprio dal superamento delle vicende drammatiche del loro viaggio, li ha esortati a prendere speranza e coraggio per la costruzione del futuro in una società lontana dai luoghi di origine. Nelle sue parole sembrava che la memoria tragica del Rwanda premesse sulla grandezza della Storia del presente, per accomunarla ai giovani rifugiati arrivati da noi dopo infinite sofferenze. In quegli attimi era come se il continente africano occupasse il piccolo spazio della chiesa con tutta la speranza e la tragedia del nostro tempo.
Ha concluso, rivolgendosi a tutto il pubblico – in cui le differenze sembravano scomparse grazie anche alle sue parole - ribadendo come vadano rifiutate e combattute tutte le forme di intolleranza e di razzismo, perché le diversità sono delle ricchezze da condividere.
Al termine dell’incontro, i partecipanti hanno partecipato alla pizza e alla cena di solidarietà, preparata dai profughi e dai loro amici, momento di incontro e di socialità. Il ricavato è stato offerto a Yolande per le sue iniziative a sostegno dei sopravvissuti al genocidio.
Mauro Matteucci – Centro di accoglienza « don Lorenzo Milani » di Pistoia



Martedì 10 Ottobre,2017 Ore: 12:56
 
 
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