- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (280) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Lettera aperta a monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara Comacchio,di Augusta De Piero

Lettera aperta a monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara Comacchio

di Augusta De Piero

Ho letto una breve intervista su La Repubblica (link in calce) in cui Paolo Rodari intervista mons Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara e Comacchio, già direttore della Fondazione Migrantesi. La nomina risale allo scorso mese di febbraio e gli ho scritto così
Lettera aperta a monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara Comacchio

Egregio monsignor Gian Carlo Perego
Approfitto dell’indirizzo trovato  in un sito che fa capo alla Chiesa di cui Lei è pastore per scriverle questa lettera aperta in merito alla sua affermazione che la contestazione cui abbiamo assistito nel corso del dibattito del 15 giugno scorso  in Senato «Forse fa guadagnare voti, ma non aiuta il Paese. Seminare panico e confusione non serve».
Le Sue parole – pronunciate in riferimento alle “Disposizioni in materia di cittadinanza” (proposta di legge più nota come ‘ius soli’)  - hanno il suono della solidarietà per chi ha chiesto e chiede la possibilità di essere cittadino del paese in cui vive e soprattutto dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e ragazze che subiscono le conseguenze dell’essere dichiarati diversi dai loro compagni di scuola.
Ma, se questo discrimine è doloroso per molti che hanno potuto pronunciare parole per esprimerlo, ci sono bambini che nascono in Italia cui, per essere figli di migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno, è negato persino il certificato di nascita: oltre e prima della cittadinanza, l’esistenza stessa giuridicamente riconosciuta.
Nel sollecitare il conforto anche della sua solidarietà, Le trascrivo, a  maggior chiarimento della questione, alcuni passi di un appello che abbiamo inviato insieme ad alcune amiche al Presidente del Senato on. Pietro Grasso, appello (condiviso il 30 maggio scorso da 22 consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia) di cui le riporto alcuni passi.
« Egregio Presidente del Senato “Chi nasce e studia qui è italiano”. Abbiamo ascoltato con vivo apprezzamento  quanto da Lei dichiarato il 20 maggio alla marcia di Milano e perciò vogliamo proporLe una nostra considerazione cominciando da una ovvietà: per diventare cittadine/i di qualsivoglia stato bisogna esistere, non solo in virtù della propria presenza fisica ma anche per il riconoscimento della propria esistenza giuridica, garantita dal certificato di nascita.. Purtroppo dal 2009, a seguito della approvazione della legge 94/2009, ci sono persone cui la lettera g del comma 22 dell’art.1 di quella legge nega il certificato di nascita. Il mezzo con cui ciò avviene non è diretto ma obliquo: l’imposizione  al genitore che voglia registrare la nascita di un figlio della presentazione del permesso di soggiorno, documento di cui non dispone se migrante non comunitario irregolare. Per evitare questo vulnus di civiltà che, per essere affermato in legge tutti ci umilia, basterebbe tornare al regime precedente al 2009 nel rispetto di un diritto umano sancito anche dalla legge 176/1991, ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989).  Ci è noto che ora è all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato la norma già approvata dalla Camera “Disposizioni in materia di cittadinanza”  che – oltre ad agire positivamente sulla possibilità di acquisizione della cittadinanza  – con il comma 3 dell’art. 2 garantirebbe, se approvata, la cancellazione della norma che condanna alcuni nuovi nati in Italia all’inesistenza.»
Quindi il sostegno efficace a queste piccole vittime di un pregiudizio senza scrupoli  sarebbe garantito dalla legge in dibattito al Senato se fosse approvata com’è.
Le chiedo, quando farà riferimento allo ‘ius soli’,  come definito nelle “Disposizioni in materia di cittadinanza”, ricordi anche le bambine e i bambini che otto anni fa la legge italiana ho voluto inesistenti.
Contando su di Lei, le porgo cordiali saluti
Augusta De Piero



Domenica 18 Giugno,2017 Ore: 18:14
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Osservatorio sul razzismo

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info