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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Il presidente del Senato risponde,a cura di Augusta De Piero

Il presidente del Senato risponde

a cura di Augusta De Piero

Continuando nell’informazione sul problema del diritto al certificato di nascita  disponiamo, come potrete leggere nel documento allegato, della autorevole risposta del Presidente del Senato  al nostro appello (che anche il Segretario del Movimento di cooperazione educativa ha firmato).
Ve ne informiamo ricordando i punti salienti della questione che da tempo ci impegna.
Vi preghiamo, se condividete, di diffondere a vostra volta

#Augusta De Piero  -  Udine  -
#Valentina Degano  -  Pasian di Prato (UD)
#Daniela Rosa  -  Udine – (presidente dell’associazione le Donne resistenti)
#Chiara Gallo   -  Udine -
#Eugenia Benigni  - Udine –

Il tentativo di affermare il diritto universale al certificato di nascita ha conosciuto e conosce un percorso difficile e ancora aperto. Ora è emerso un fatto nuovo che può fondare nuove speranze:
la risposta del Presidente del Senato di cui trascriviamo il testo a conclusione di un piccolo documento che speriamo vogliate a vostra volta diffondere.
  • Nel 2009 viene approvata la legge 94/2009. Si rompe il patto sociale che vuole sia riconosciuta l’esistenza giuridica di ogni nuovo nato (art. 7 della legge 176/1991, ratifica della Convenzione di New York del 1989 – ne riportiamo il testo in calce, documento 1);
  • Nel 2013 e 2014 vengono presentate due proposte di legge, rispettivamente alla Camera
    (n. 740) e al Senato (n.1562) che, se fossero state approvate, avrebbero risolto il problema senza oneri di spesa, riportandoci allo status precedente la legge 94 nel rispetto del citato art. 7 della legge 176/1991. Ma non vengono nemmeno discusse e resta la negazione della universalità del diritto al certificato di nascita (legge 94/2009 art.1 comma 22 lettera g).
  • Contemporaneamente si apre un vasto e partecipato movimento per la presentazione di una legge a iniziativa popolare che si impegna per introdurre lo ius soli anche in Italia. Della richiesta prende atto il parlamento che presenta la proposta di legge “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza”
    La proposta viene approvata alla commissione Affari Costituzionali della Camera nel mese di ottobre del 2015. Nel testo viene introdotto un passaggio (comma 3 art. 2) che riconosce il diritto di ogni nuovo nato al certificato di nascita.
    La Camera approva, passa il testo al Senato (Commissione Affari Costituzionali) che praticamente lo ignora fino al 2016.
    Il dibattito lentamente avviato conosce ostacoli notevoli con la presentazione di un numero enorme di pretestuosi emendamenti, cui se ne aggiunge uno specifico per ribadire la volontà di negare il certificato di nascita a nuovi nati in Italia, figli dei migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno. Questo emendamento, presentato da otto senatori di FI-PdL propone la soppressione del comma 3 dell’art.2
  • Alcune di noi inviano immediatamente un appello al Presidente del Senato (in calce documento 2), che viene fatto proprio anche da 22 consiglieri di maggioranza del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia (prima firmataria Silvana Cremaschi)
  • Quando all’appello si unisce la firma del segretario nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa il Presidente del Senato risponde scrivendo:
Grazie per la segnalazione, comunque seguo personalmente l'iter del disegno di legge e si vedrà di evitare di approvare l'emendamento soppressivo che metterebbe nel nulla la conquista di un importante diritto.”
Ora veramente contiamo sul Presidente Grasso e su quanti parlamentari con lui vogliono che i diritti umani fondamentali siano riconosciuti in termini di uguaglianza. Attendiamo di venir confermate nella speranza che l’Italia patria del diritto non si umili ad essere la patria dei diritti negati.
 
#Augusta De Piero - Udine -
#Valentina Degano - Pasian di Prato (UD)
#Daniela Rosa - Udine – (presidente dell’associazione le Donne resistenti)
#Chiara Gallo - Udine -
#Eugenia Benigni - Udine –

 
documento 1
Lette 176/1991 Art. 7 1. Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori e a essere allevato da essi
documento 2

Egregio Presidente sen. Pietro Grasso,
"Chi nasce e studia qui è italiano".
Abbiamo ascoltato con vivo apprezzamento quanto da Lei dichiarato ieri (20 maggio) alla marcia di Milano e perciò vogliamo proporLe una nostra considerazione cominciando da una ovvietà: per diventare cittadine/i di qualsivoglia stato bisogna esistere, non solo in virtù della propria presenza fisica ma anche per il riconoscimento della propria esistenza giuridica, garantita dal certificato di nascita..
Purtroppo dal 2009, a seguito della approvazione della legge 94/2009, ci sono persone cui la lettera g del comma 22 dell’art.1 di quella legge nega il certificato di nascita.
Il mezzo con cui ciò avviene non è diretto ma obliquo: l’imposizione al genitore che voglia registrare la nascita di un figlio della presentazione del permesso di soggiorno, documento di cui non dispone se migrante non comunitario irregolare.
Per evitare questo vulnus di civiltà che, per essere affermato in legge tutti ci umilia, basterebbe tornare al regime precedente al 2009 nel rispetto di un diritto umano sancito anche dalla legge 176/1991, ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989)
Ci è noto che ora è all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato la norma già approvata dalla Camera “Disposizioni in materia di cittadinanza” che – oltre ad agire positivamente sulla possibilità di acquisizione della cittadinanza - con il comma 3 dell’art. 2 garantirebbe, se approvata, la cancellazione della norma che condanna alcuni nuovi nati in Italia all’inesistenza.
Sperando che il Senato riesca per tempo ad approvare quella norma così conforme, ci sembra, allo spirito di quanto da Lei affermato alla marcia di Milano, Le segnaliamo con viva urgenza e preoccupazione, la proposta di un emendamento soppressivo del comma 3 dell’art. 2, firmato da esponenti appartenenti a FI-PdL, che, se approvato, manterrebbe efficace l’atroce volontà di negare l’esistenza giuridica di alcuni neonati, vanificando per costoro anche il significato della volontà da Lei espressa a Milano.
Non sia superfluo ricordare che la mancata registrazione anagrafica di neonati comporta una violazione multipla dei diritti umani, in quanto, oltre a negare il loro diritto alla registrazione al momento della nascita (art. 7 legge 176/1991), li rende particolarmente vulnerabili, esponendoli alla apolidia e a varie forme di sfruttamento e crimini, tra cui la tratta di esseri umani nelle sue varie forme. Contiamo su di lei
#Augusta De Piero - Udine -
#Valentina Degano - Pasian di Prato (UD)
#Daniela Rosa - Udine – (presidente dell’associazione le Donne resistenti)
#Chiara Gallo - Udine -
#Eugenia Benigni - Udine –
# Giancarlo Cavinato – segretario nazionale Movimento di Cooperazione Educativa- Roma



Sabato 10 Giugno,2017 Ore: 19:23
 
 
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