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www.ildialogo.org Garantire un diritto umano fondamentale,di Augusta De Piero, Chiara Gallo, Daniela Rosa

Garantire un diritto umano fondamentale

A proposito della legge "Disposizioni in materia di cittadinanza"


di Augusta De Piero, Chiara Gallo, Daniela Rosa

Fortemente preoccupate constatando che la legge "Disposizioni in materia di cittadinanza"  sembra subire un nuovo stallo alla commissione Affari Costituzionali del Senato, coinvolgendo quindi anche la norma  dell’art. 2 comma 3 che, se approvata, garantirebbe il riconoscimento del diritto di tutti i neonati al certificato di nascita, diritto negato ai figli dei sans papier con legge 94/2009, abbiamo deciso di sollecitare la responsabilità del segretario del Pd a garantire quello  che finora le forze di maggioranza non sono riuscite a fare.
Sperando che ciò assicuri anche l’intervento delle forze democratiche che, pur senza appartenere al partito di maggioranza o alla componente che ha espresso il nuovo segretario,  si facciano responsabili nel sostenere insieme all’accesso alla cittadinanza, un diritto umano fondamentale dal 2009 negato, proponiamo il testo della ‘lettera aperta’ ieri inviata e da noi firmata.
Augusta De Piero, Chiara Gallo, Daniela Rosa
Lettera aperta 1 maggio 2017
Egregio segretario del Pd
ci rivolgiamo a lei consapevoli della responsabilità che l’incarico – riconosciutole da una votazione aperta anche ai non iscritti al Pd – le impone nell’essere riferimento per le decisioni di una significativa maggioranza parlamentare.
Le vogliamo segnalare solo un problema  (non perché sia l’unico ma perché è quello fra i vari elementi di criticità su cui si concentra la nostra attenzione): si tratta della negazione del certificato di nascita ai nati in Italia,  figli di migranti non comunitari privi di permesso di soggiorno.
Il diritto personale dei nuovi nati ad avere un’esistenza giuridicamente riconosciuta non solo si impone in nome di quella giustizia che precede ogni norma, perché è tutela fondamentale di chi non può difendersi da sé, ma è anche affermato dalla Convenzione di New York del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata in legge 176/1991. E’ quindi principio che ci interroga anche in nome dell’art. 10 della Costituzione.
La deroga da umanità e dignità (nostra che subiamo il peso di quella legge non solo di chi ne è direttamente vittima) fu fortemente voluta dall’on. Maroni (allora ministro dell’interno del quarto governo Berlusconi) che, interpretando le pulsioni razziste che purtroppo insozzavano e insozzano anche forze politiche, fece affermare con voto di fiducia il cd. pacchetto sicurezza (legge 94/2009 art. 1 comma 22 lettera g).
Con l’approvazione di tale legge furono  negate a chi non disponeva del permesso di soggiorno non solo la  possibilità di registrare le dichiarazioni di nascita ma anche le pubblicazioni di matrimonio.
A questa seconda deroga rimediò nel 2011 la Corte Costituzionale con sentenza n.245.
A soddisfare la pulsione distruttiva espressa due anni prima restarono solo i neonati.
Iniziò la XVII legislatura e, nel 2013 alla Camera e nel 2014 al Senato, furono presentate due proposte di legge che avrebbero ripristinato il principio negato nel 2009 senza oneri di spesa ma solo riportandoci alle modalità di registrazione da sempre seguita nell’Italia moderna, prima che intervenisse l’iniziativa del quarto governo Berlusconi.
Il principio espresso nelle due proposte citate fu ignorato fino al 2015 quando venne inserito nella proposta di legge “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza” come comma 3 dell’art. 2, assicurando il rispetto dell’uguaglianza di tutti i nuovi nati all’atto della registrazione di nascita.
Quella norma, approvata alla Camera, venne trasferita alla Commissione Affari Costituzionali del Senato nell’ottobre  del 2015 dove restò ignorata fino a poco tempo fa.
Ora, mentre la Commissione se ne occupa, subisce un’altra minaccia. Infatti se non sarà approvata prima delle elezioni decadrà  tradendo così anche  le aspettative di chi si era battuto per le modifiche alla legge sulla cittadinanza (modifiche che erano state rese note con l’inedita formula dello ius culturae) e insieme il diritto ad esistere di nuovi nati sul nostro territorio, ridotti a fantasmi per l’intervento negazionista di una violenza istituzionale.
Distinti saluti
Augusta De Piero - Udine
Chiara Gallo  -  Udine
Daniela Rosa - Udine



Martedì 02 Maggio,2017 Ore: 18:09
 
 
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