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www.ildialogo.org Albert Einstein era rifugiato, Yolande Mukagasana che vi parla, è stata rifugiata,di Yolande Mukagasana

Albert Einstein era rifugiato, Yolande Mukagasana che vi parla, è stata rifugiata

Ai miei fratelli cristiani di Pistoia


di Yolande Mukagasana

Riceviamo da Mauro Matteucci di Pistoia, e con grande piacere pubblichiamo, la lettera (tradotta dal francese) che Yolande Mukagasana - la donna straordinaria sopravvissuta al genocidio dei Tutsi del Rwanda nel 1994 - ha inviato, per la Giornata dei migranti, alla comunità di don Massimo Biancalani, che ospita nelle canoniche delle sue parrocchie circa trenta rifugiati, con i quali  un gruppo di volontari sta sviluppando un'iniziativa di accoglienza e di integrazione.

Nella nostra cultura ruandese, i nostri antenati dicevano che, anche quando una bestia è perseguitata e entra nella vostra casa, avete il dovere di proteggerla. In questo caso i rifugiati non sono degli animali, ma degli umini come voi e me.
Noi abbiamo il doviere di aiutare ogni essere umano che fugge verso di noi e questo richiede molto impegno. Naturalmente bisogna sapere se è veramente un rifugiato. Fa molto male vedere che i veri rifugiati sono spesso male accolti, quando invece i criminali sono ben accolti nei paesi che dovrebbero rendere giustizia alle vittime. Darò su questo l’esempio del Rwanda dopo il genocidio perpetrato contro i Tutsi nel 1994. I politici genocidari sono stati accolti come rifugiati in alcuni paesi occidentali che non vogliono fare giustizia per le vittime. Questi responsabili politici, religiosi e militari godono dell’impunità più totale nei paesi dove vivono, perché si fa credere che sono dei rifugiati. E’ una grave ingiustizia per l’umanità !
Non dobbiamo risparmiare nessuna energia davanti a una tale sofferenza umana, perché siamo di fronte a une emergenza che ci interroga, che impone domande ineludibili alle nostre personalità politiche, militari e religiose. Ma anche a noi cristiani, quando pensiamo al Vangelo che viviamo normalmente nel quotidiano. Quando non accettiamo i rifugiati da noi, manchiamo crudelmente al nostro dovere dell’amore verso il prossimo. Abbiamo pensato a questo?
Personalmente io penso che per un vero Cristiano, l’amore del prossimo è il primo dovere dopo l’amore di Dio. Come possiamo mentire a noi stessi e mentire agli altri dicendo che amiamo Dio che non vediamo, se non siamo capaci di amare l’umano nostro simile creato a immagine di quel Dio che vediamo solo attraverso le sue creature che non amiamo. Bisognerebbe fare un feed back e interrogarci se i paesi verso i quali gli Africani fuggono oggi, non hanno alcuna responsabilità europea nella distruzione di questa Africa in guerra, ma che non fabbrica le armi che uccidono. Come Cristiani, non abbiamo alcun diritto di chiudere le orecchie alle grida di disperazione di tutti coloro che vengono verso di noi. Non basta soltanto andare a messa tutti i giorni o tutte le domeniche e darci una buona coscienza dicendoci : io sono Cristiano. Essere Cristiano è mettere in pratica ogni giorno quello che Gesù Cristo ci ha lasciato in eredità nella sua breve vita in terra. L’AMORE, L’AMORE, nient’altro che l’AMORE del nostro prossimo che deve essere alla base delle nostre azioni. Mettere in pratica la parola di Dio. Non è sufficiente dirsi cristiani, ma praticare nella realtà quotidiana l’insegnamento che Dio ci ha lasciato. Siamo stati allevati nel Cristianesimo, nell’Ebraismo o nell’Islam. Quando si legge la Bibbia, la Torà, il Corano e gli altri Libri sacri, il messaggio è lo stesso. L’Amore del prossimo, e la Pace. Il nostro Dio non vede il nostro abito di Cristiano della domenica. Non vede il nostro abito di Vescovo, di Prete, o di Cristiano, vede l’abito del nostro cuore.
Ai miei fratelli rifugiati
Capisco le vostre sofferenze per averle vissute prima di voi, cari fratelli. So a che punto fa male quando si ha bisogno di amore e non s’incontra invece che l’odio e l’intolleranza di un fratello umano provvisto di un cuore e di un’anima che pure aspirano alla pace. Conosco i sentimenti che si provano quando si è strappati alla propria terra, quando si è costretti a lasciare tutto, talvolta perfino scavalcando i cadaveri delle personne che amiamo, per cercare altrove la pace e invece si incontra l’indifferenza.
Ma vorrei dirvi di conservare la speranza perché il nostro creatore vede quello che noi non vediamo e ci protegge sempre. Spesso nella nera notte dell’odio, Dio ci manda una luce di speranza e sulla nostra strada incontriamo delle anime a immagine di Dio che ci capiscono e non risparmiano nessuna energia per venirci in aiuto. Queste persone sono dei messaggeri di Dio, anche se talvolta soffrono loro stessi dell’incomprensione degli uomini. Conservate la fiducia in voi, evitate l’odio a qualsiasi prezzo, perché Dio non ci ha dato che l’amore in eredità, quando ci ha mandato il figlio a salvarci con le sue sofferenze. Non cadete nella trappola malvagia dell’odio, che distruggerebbe l’umanità che è in voi.
Che Dio benedica i Cristiani di Pistoia e i rifugiati che vengono da loro. Vi amo tutti come dei fratelli, preghiamo insieme per permettere a Dio di essere in mezzo a noi per darci la sua benedizione.
Scritto in Rwanda, il 13 Gennaio 2017
Yolande MUKAGASANA



Lunedì 16 Gennaio,2017 Ore: 19:05
 
 
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