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www.ildialogo.org Quando le feste di ferragosto evocano la cultura dei tempi dei pogrom,a cura di Augusta De Piero

La pulizia di Salvini
Quando le feste di ferragosto evocano la cultura dei tempi dei pogrom

a cura di Augusta De Piero

Ringraziamo l'amica Augusta De Piero per qverci segnatato questo suo post pubblicato ieri 16 agosto 2016 sul suo blog diariealtro.it
Quando le feste di ferragosto evocano la cultura dei tempi dei pogrom
Oggi non escono giornali. Ricopio gli articoli che ho trovato sulle edizioni digitali di tre quotidiani (link in calce). In Italia la prima radicale indicazione di negazione ad esistere, caratterizzata da un rilievo istituzionale (dopo l’esclusione voluta dalla leggi razziali nel 1938), si radica dal 2009 nella legge che nega il certificato di nascita (legge 94/2009 – art. 1 comma 22 lettera g) ai figli dei migranti non comunitari irregolari. Il fatto che tale certificato sia concesso a norma di circolare non cancella il significato di quella norma che fu voluta dall’allora ministro Maroni nell’ambito culturale del quarto governo Berlusconi. Dedico la lettura di questi articoli a chi si rifiuta di abrogare l’articolo di legge che ho citato e a chi, a fronte della negazione dell’esistenza riconosciuta di un gruppo definito di neonati, si volta – annoiato o incredulo che sia – da una qualsivoglia altra parte per garantirsi la tranquillità di non vedere fastidiosi invisibili, piccoli ma minacciosi.
LA REPUBBLICA
15 AGOSTO 2016  SALVINI INCITA LA PLATEA LEGHISTA: “RIPULIAMO LE CITTÀ DAGLI IMMIGRATI”
Comizio a Ponte di Legno: “Andiamoci a riprendere gli alberghi, mano libera a carabinieri e polizia”. E annuncia una manifestazione a Roma dal nostro inviato MATTEO PUCCIARELLI
PONTE DI LEGNO – Sgomberare gli alberghi coi migranti e una grande manifestazione contro il governo a Firenze, il 12 novembre. Eccolo qua il Salvini in versione ferragostana, che – se possibile – sposta la Lega più a destra del solito. La playlist che anticipa l’intervista-comizio a Ponte di Legno è tutta un programma: il tormentone dell’estate “Andiamo a comandare” e Vasco Rossi con “C’è chi dice no”, ovvio riferimento al referendum costituzionale.
Salvini sale sul palco con la maglietta della polizia addosso: “Quando saremo al governo polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le città”. Suona un po’ minaccioso, anche perché il segretario della Lega parla di “pulizia etnica controllata e finanziata”, quella che – dice lui – stanno subendo gli italiani, oppressi dai “clandestini”. I quali, aggiunge, “vanno fatti lavorare per ripagare il prezzo della nostra ospitalità, come fanno in Austria”. Chi la pensa diversamente è un “italiano smidollato”.
La versione da pugno duro di Salvini continua: “Basta con le buone maniere: lo propongo a tutti gli amministratori della Lega, andiamoci a riprendere un albergo in ogni regione e lo restituiamo agli italiani”. E per quanto riguarda gli albergatori, “vadano pure in fallimento”.
Le “zecche”, i lavavetri, i mendicanti, gli immigrati in fila all’ospedale: sono i mali principale della società: “Prendiamo un bel furgone, li carichiamo lì e li molliamo in mezzo al bosco a 200 chilometri, così ci mettono un po’ a tornare”. La base leghista che riempie il palazzetto dello sport è in visibilio.
L’intervistatore – anche lui amatissimo dal popolo lumbard, il giornalista e conduttore tv Paolo Del Debbio – alza la palla e Salvini schiaccia: sull’Islam chiede un commento sulla proposta del dirigente musulmano Hamza Piccardo di “legalizzare” la poligamia, il segretario del Carroccio se la prende con Laura Boldrini, bersaglio fisso: “Mette il becco su tutto e su questo non dice nulla?!”.
Poi si passa alla politica delle alleanze. “Chi vota sì al referendum non può stare con noi”, riferimento all’Ncd. Dopo, “chi si allea con noi firmi col sangue che la legge Fornero la abroghiamo. E magari la ex ministro la mandiamo in esilio”. Ancora, flat tax al 15 per cento. Infine, l’Europa: “Ad oggi Forza Italia la governa con Renzi. E quindi, o entro un anno ci si mette al tavolo e si riprendono in mano i trattati e si riscrivono oppure salutiamo tutti e ci riprendiamo in mano le chiavi del nostro paese”.
Si passa a Stefano Parisi. Parte qualche fischio dalla platea. Salvini allarga le braccia: “Poco tempo fa abbiamo perso le elezioni a Milano con lui candidato. Vediamo cosa vuole fare. Non mi interessa se parla con Alfano. E poi mi chiedo perché ha passato la campagna elettorale a dire di non essere ‘lepenista’, come se fosse un insulto”. Insomma, è una bocciatura. Anche perché poi Salvini chiede alla platea chi vuole allearsi con Fi alle prossime elezioni, e su due-tremila persone alzano le mani in venti.
Il leader della Lega, nonostante i moniti di Umberto Bossi con il quale resta la divergenza, non desiste sull’idea di allargarsi al sud: “Hanno clima stupendo, mare stupendo, vino stupendo e politici di merda”. Finora l’impresa non è riuscita ma “se penso alla Toscana dove abbiamo eletto il primo sindaco, allora tutto è possibile”.
Come un anno fa Salvini annuncia una grande manifestazione contro il governo: stavolta “a casa sua”, sabato 12 novembre.
Alla fine c’è anche lo spazio libro cuore: Salvini chiama sul palco tutti i ragazzini under 18, “siete il nostro futuro e noi lottiamo per  voi”. Uno di loro ha il cappellino alla rovescia. “Ascolti Fedez?”. “No”. “Bravo!”. Ad un altro bambino di otto anni: “Cosa hai capito dalla serata?”. Lui: “Che la mia mamma mi vuole bene”. Applausi, “siamo il partito dell’amore
CORRIERE DELLA SERA
15 AGOSTO 2016  SALVINI: «A NOVEMBRE A FIRENZE PER DARE L’AVVISO DI SFRATTO A RENZI»
Lo scetticismo su Parisi: «Non ho ancora capito cosa vuole fare e dove vuole andare. Se ci vuole proporre accordi con i Cicchitto e i Verdini non ci interessa» DI CESARE ZAPPERI, INVIATO A PONTE D LEGNO
Ponte di Legno (Brescia) – Niente «Va pensiero» verdiano ma un «C’è chi dice no» di Vasco Rossi sparato a tutti decibel. Niente felpa paesana ma una maglietta blu con le mostrine della Polizia. Il Matteo Salvini del Ferragosto 2016 in Valle Camonica sceglie la linea dura a partire dalle forme. «Forse c’è bisogno di un nuovo Fronte di liberazione nazionale» dice dal palco dove risponde alle domande di Paolo Del Debbio.
«Non dobbiamo più avere paura di niente e di nessuno»
La prima stoccata è un avviso di sfratto a Matteo Renzi: «Il 12 novembre andremo tutti a liberare Firenze, casa sua. Sarà la spallata finale», annunciando una manifestazione leghista nella città del premier. E poi, ecco la altre battaglie, a partire da quella contro gli immigrati. Il leader leghista lancia subito una sfida: «In ogni regione andremo a riprenderci uno degli alberghi dove bivaccano i profughi e li ridaremo agli italiani in difficoltà». L’attacco frontale è al ministro Angelino Alfano, dipinto con un epiteto, ma anche la sinistra di Capalbio «quella che ha il portafoglio gonfio e che è esempio del peggior razzismo». Ce n’è anche per la Chiesa e per quegli autorevoli esponenti «che si sono dimenticati i veri principi di fede. Io rimpiango Benedetto XVI». E qui torna l’immagine della maglietta della Polizia. La spiegazione è semplice: «Vogliamo che le forze dell’ordine abbiano mano libera nel ripulire le nostre città». Pugno duro, quindi, perché stiamo vivendo una «pulizia etnica al contrario. Organizzata, gestita e pagata per sfruttare gli italiani. Quelli smidollati che continuano a spalancare le porte agli stranieri».
Parisi
L’intervistatore cerca di portare l’attenzione su Stefano Parisi e il suo tentativo di lavorare per un nuovo centrodestra. La platea è tiepida, Salvini fa la battuta: «Parisi chi? So che il Milan ha comprato Lapadula». Scherzi a parte, il segretario del Carroccio conferma tutto il suo scetticismo sull’ex manager incaricato da Silvio Berlusconi. «Non ho ancora capito cosa vuole fare e dove vuole andare. Se ci vuole proporre accordi con i Cicchitto e i Verdini non ci interessa». A precisa domanda, Salvini pone le sue condizioni a chi vuole allearsi con la Lega: «Non ci metteremo con chi oggi sta con Renzi (Ncd e altri), con chi voterà “Sì” al referendum, con chi ha cambiato sei volte poltrona». Su Berlusconi il segretario usa toni cauti: «Credo che abbia capito di aver commesso qualche errore di recente. Ma chi pensa di seppellirlo sarà seppellito prima…».
Il finale
La conclusione è ad effetto. Salvini chiama sul palco tutti i bambini e i ragazzini presenti al palasport di Ponte di Legno. È un po’ effetto Zecchino d’oro. Ma nessuna canzone: «Siamo il partito dell’amore. Ragazzi riprendetevi il vostro futuro. Non abbiate paura – conclude Salvini ormai addolcito dai toni guerreschi dell’inizio – saremo al vostro fianco».
LA STAMPA
15 agosto 2016  “L’Islam sia fuorilegge. Le primarie? La gente è stufa del politichese”
Salvini: “Con Bossi discuto, ma il segretario sono io”
Alberto Mattioli  inviato a Ponte di Legno (Brescia)
Islam fuori legge, girotondi intorno a Montecitorio se dopo la «probabile» vittoria del no al referendum non si andrà a votare e grande manifestazione in novembre a Firenze, «sotto casa di Renzi». E’ il programmino ferragostano di Matteo Salvini, che oggi terrà il solito comizio a Ponte di Legno. L’intervista si svolge alla vigilia del dì di festa, con il «Matteo giusto» attovagliato nella piazza principale dell’ameno paesello mentre i suoi fan tentano di fargli battere il record mondiale di selfie all’ora. E va bene che siamo in una zona ad alta densità leghista, ma gli scatti sono davvero tanti.
Ieri, Parisi… «Uffa».
Uffa? «Ma sì, basta, le primarie, la leadership del centrodestra, il candidato premier. Tutto politichese che interessa pochissimo alla gente, quindi nemmeno a me. Parliamo di cose serie, per favore».
Tipo? «La Russia, la Turchia, gli Usa, quest’Europa di pazzi. Il futuro, anche degli italiani, passa molto di più da Washington e da Bruxelles che da Roma e dalle renzate».
Dica almeno se sarebbe favorevole alle primarie del centrodestra. «Io sono favorevole a far votare la gente il più possibile. Purché però si voti su dei programmi chiari».
Sabato ha rivisto Bossi. Ultimamente sembrate in perfetto disaccordo su tutto. «Di preoccupazioni sul fronte interno non ne ho. Con Bossi si parla sempre con profitto e anche con piacere. Poi resta il fatto che nel 2016 il segretario della Lega sono io».
Chi vince il referendum? «A occhio, il no. Però dobbiamo mettere in conto una campagna mediatica sovietica per il sì, che del resto è già iniziata. Fra un po’ la Rai farà propaganda anche durante le previsioni del tempo».
Par di capire che la gestione della tivù pubblica non le piaccia. «I tiggì sono imbarazzanti, tutti allineati e coperti, anzi servili. Mai la Rai è stata occupata, svilita e anche malgestita come oggi. Berlusconi aveva fatto molto meno».
Difende anche la Berlinguer? «Almeno era una voce fuori da questo vomitevole coro pro Renzi. Ormai Tg1, Tg2 e Tg3 sono uguali».
E quelli Mediaset? «Allineati al padrone mica male anche loro».
Chi si salva? «Mentana, cui riconosco libertà di pensiero e di favella. E soprattutto le tivù locali. L’informazione libera oggi sta lì».
È contento che Cairo sia il padrone del «Corriere»? «Molto. Lo conosco e lo stimo. È un editore “puro” e libero».
Se Renzi perde il referendum, se ne deve andare? «Ma Renzi è già bollito. Se ne andrà non per il referendum, ma per il disastro dell’economia. Il problema è che il Quirinale, Bruxelles e la Confindustria vogliono sostituirlo con il quarto fantoccio».
Prego? «Il quarto premier non eletto di fila».
Nel caso, che fareste? «Andremmo in piazza. Tutti a Roma a circondare il Parlamento».
La marcia su Roma è un precedente sgradevole. «Se i girotondi li fa la sinistra è democrazia e se li facciamo noi è fascismo?».
Perché vuol mettere fuorilegge l’Islam? «Perché ha un’idea della vita vecchia, arrogante e pericolosa».
La Costituzione tutela la libertà religiosa. «L’Islam non è una religione. È uno stile di vita incompatibile con il nostro. L’immigrazione incontrollata dei musulmani è il vero, grande pericolo per le nostre libertà. Aveva ragione il cardinale Biffi quando diceva che, se vogliamo integrarli davvero, meglio far entrare solo immigrati cristiani».
Alfano espelle un imam al giorno, sarà contento. «Figuriamoci. Uno ne esce e cento ne entrano. Ogni barcone che approda sono milioni per gli scafisti. Mi chiedo come i vari Renzi, Alfano e Boldrini riescano a dormire…».
Chiudiamo su una nota meno apocalittica. Perché si è finalmente fatto fotografare mano nella mano con Elisa Isoardi? «Perché tanto tutti sanno che stiamo insieme. E così spero che quando ci vediamo i paparazzi ci lascino vivere».
Vi sposerete? «No. E poi la vita privata si chiama così appunto perché è privata».
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Mercoledì 17 Agosto,2016 Ore: 09:07
 
 
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