Roma (NEV), 14 ottobre 2015 – Il progetto “Mediterranean Hope” (MH) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) costituito da un osservatorio sull’isola di Lampedusa, dalla Casa delle culture di Scicli (RG), da un “relocation desk” a Roma, prevede una quarta sezione nata in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio: l’attivazione di corridoi umanitari per profughi e richiedenti asilo dal Marocco e dal Libano. Dopo l’ottenuta autorizzazione da parte dei Ministeri dell’Interno e degli Affari esteri, il progetto denominato Humanitarian desk entra ora nella fase operativa. Il pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI ha dichiarato all’Agenzia NEV: “Si tratta di un progetto pilota in Europa, per questo motivo abbiamo ricevuto interesse da diverse chiese sorelle europee e degli USA, come il Consiglio nazionale delle chiese degli Stati Uniti (NCCUSA) che ha formalmente sottoscritto un partenariato con noi. Il progetto MH – ha proseguito Aquilante – costituisce un’unicità, perché è un’azione che mette insieme la vocazione evangelica, la testimonianza, la solidarietà umana e la politica. Riceviamo espressioni di grande interessamento proprio per questa miscela. Se riuscirà questa iniziativa in Marocco e in Libano – conclude Aquilante –, potremo sperare che in futuro le grandi chiese possano organizzarsi e convincere i loro rispettivi governi a seguire questa buona pratica”. A beneficiarne, grazie all’ottenimento di visti per motivi umanitari, saranno dei soggetti in condizione di particolare vulnerabilità. Il progetto MH è sostenuto attraverso i fondi otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi.