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www.ildialogo.org Bambini parzialmente visibili,di Augusta De Piero

Bambini parzialmente visibili

di Augusta De Piero

Non dimentichiamo che nella legge approvata alla Camera in materia di ius soli/ius culturae c’è anche una norma, di cui di solito non si parla né si scrive, che riconosce fra i potenziali cittadini italiani anche quei bambini che, già privati del certificato di nascita e perciò resi invisibili, non potrebbero mai essere cittadini di alcun Paese senza che venga posto rimedio alla loro cancellazione introdotta nel 2009 con il cd ‘pacchetto sicurezza’.
Ne riporto la notizia come data ieri (14 settembre) su Avvenire dall’unica giornalista che mi risulti essersi occupata di questo aspetto in questo contesto. (ADP)
Lucia Bellaspiga
E alla fine le sette parole necessarie per risolvere il problema dei "neonati invisibili" sono state rimesse al loro posto: tra le modifiche alla legge sulla cittadinanza approvate ieri alla Camera, infatti, c'è anche quella frasetta – "provvedimenti inerenti agli atti di stato civile" – che era stata sforbiciata nel 2009 a causa del "pacchetto sicurezza" e che ieri i deputati hanno ricollocato al posto giusto. A causa di quel taglio, infatti, dal 2009 in Italia per registrare la nascita di un neonato (atto obbligatorio e indipendente dallo status dei genitori, che nulla ha a che fare con la cittadinanza) era diventato obbligatorio presentare il permesso di soggiorno di padre e madre. Si ricorda che un neonato ufficialmente non è mai venuto al mondo e non avrà dunque alcun diritto, se non ha un certificato di nascita, dunque la gaffe rischiava di creare un numero imprecisato di "bambini fantasma".
«Si era creato un vulnus inaccettabile nella legislazione italiana – commenta Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera e primo firmatario di una proposta di legge in tal senso nel 2013 – a causa del quale i bambini nati in Italia da genitori privi di permesso di soggiorno o in attesa dello status di rifugiato intanto non esistevano. Ora tocca al Senato».
Dopo che Avvenire i giorni scorsi ha denunciato il paradosso, la politica ha reagito con prontezza, inserendo l'emendamento «in un contesto che fosse attinente e consentisse di correggere subito l'errore». Ora, dice Rosato, bisogna che il Senato metta tutto l'impegno perché diventi legge il prima possibile, «per questo la mia preghiera è che i senatori approvino il testo così com'è, senza apportare modifiche né toccare altri tasti pure importanti, perché altrimenti si torna alla Camera e si perde tempo prezioso. Vale la pena chiudere questo primo passaggio e lasciare il resto ad altri provvedimenti: ora pensiamo alla cittadinanza dei minori e, in seno a questo, a risolvere una volta per tutte la questione assurda dei neonati invisibili».
Dal 2009 ad oggi sono passati sei anni, dunque a scuola potrebbero arrivare adesso i primi "figli di nessuno" e, non avendo iscrizione ad alcuna anagrafe, «il rischio remoto è che non vengano accolti in quanto "mai nati"», nota Augusta De Piero, ex vicepresidente del consiglio regionale in Friuli Venezia Giulia, che da anni si batte per sanare la legge 94/2009 e ha sensibilizzato istituzioni e organismi.
«Sono convinto che nessuna scuola rifiuterà questi bambini – si augura Rosato –, ma se dovesse accadere chiederemo al ministero dell'Istruzione una circolare esplicita».



Giovedì 15 Ottobre,2015 Ore: 18:24
 
 
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