- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (295) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org BUDAPEST, CRONACA DI UNA PARTENZA NEGATA,di Agostino Spataro

BUDAPEST, CRONACA DI UNA PARTENZA NEGATA

di Agostino Spataro

Riprendiamo questa testimonianza, su segnalazione dell'autore che ringraziamo, dal suo blog montefamoso.blogspot.it

di Agostino Spataro

(da Budapest) La situazione delle migliaia di profughi e migranti, ammassati dentro e intorno la stazione Keleti di Budapest e ai confini meridionali dell'Ungheria, rischia di sfuggire al relativo controllo finora esercitato dalle forze di polizia. 
Stamattina (3/9) le autorità ungheresi hanno deciso di riaprire la stazione Keleti, ma di annullare le partenze di tutti i treni verso l'Europa, mentre possono continuare a circolare quelli interni. 
I profughi sono corsi ad occupare i treni in sosta, sperando di partire. Per dove? Nessuno lo sa. Probabilmente prenderanno un treno verso il nord, verso le frontiere austriaca, slovacca dove attendere l'agognato passaggio in Germania. In ogni caso, lasceranno i marciapiedi di Budapest in cerca di un rifugio più degno per le famiglie al seguito, per i tantissimi bambini, da diverse settimane bivaccanti nei sottopassaggi e nei dintorni della stazione. La situazione potrebbe precipitare. C'è chi teme una catastrofe umanitaria. Si spera in una soluzione immediata e giusta, umanitaria, appunto.  

Il pezzo e le foto allegate si riferiscono all'occupazione pacifica del 1 sett. 2015 cui ho assistito alla stazione Keleti di Budapest "assediata" , dall'esterno e dall'interno, da migliaia di profughi, in prevalenza siriani, che, biglietto in mano, volevano partire per la Germania ma non potevano perchè bloccati da centinaia di agenti di polizia. 
La Germania, di nuovo ricca e potente, divenuta il "miraggio", l'unico attraente, per milioni di profughi e di migranti provenienti dalle sabbie di deserti dove anche i miraggi, le più povere illusioni sono stati sepolti dalle guerre "umanitarie" e "integraliste".

Per accedere in stazione mi sono sottoposto ai controlli speciali scattati dopo la decisione di chiudere la stazione al traffico ferroviario e ai movimenti dei passeggeri. Per alcune ore, sono rimasto bloccato dentro la stazione insieme ai profughi e ai poliziotti e così ho potuto assistere allo svolgimento delle fasi più drammatiche dall'occupazione pacifica dei treni in partenza per l'Austria e la Germania all'evacuazione dei suddetti treni, al ritorno degli extracomunitari nel piazzale antistante la stazione (Baross ter) dove hanno continuato la protesta.
Quella che si vive a Budapest e nelle zone di confine è una situazione carica d'incertezze e di esasperazioni, di disagi gravissimi, specie per donne e bambini. Assurda, perfino.
Poichè è semplicemente assurdo vedere fronteggiarsi una massa crescente di profughi (non di emigrati economici) siriani che non vogliono restare in Ungheria ma partire per la Germania e le forze dell'ordine di un governo che vorrebbe vederli partire ma è costretto a farli restare, in nome di un'Europa che non sa che pesci pigliare. 
In tale contesto, un fatto ci appare meritevole e degno di nota:  il comportamento esemplare, responsabile degli uomini e delle donne della "Rendorseg" (polizia ungherese) che, fino a oggi, hanno dimostrato di sapere fronteggiare, con pacata fermezza e senso di umanità, una situazione molto difficile, soverchiante che presenta le caratteristiche non di un ordinario movimento migratorio, ma di un vero e proprio ESODO verso l'Europa. 
Un nuovo esodo. Questa volta in direzione opposta!

Non mi dilungo, affido il commento ad alcune (mie) foto senza pretese (qui allegate e che si possono usare liberamente purchè se ne citi la fonte) che spero diano un'idea dei momenti di grave tensione che si stanno vivendo in Ungheria e delle sofferenze, dei disagi dei profughi la gran parte dei quali- mi ha detto un giovane siriano di Damasco- scappano dall'IS che è, ormai, alle porte della capitale siriana. E il mondo sta a guardare!
Aggiungo solo un codicillo: se qualcuno vuol cercare le maggiori responsabilità di tale sconquasso non volga lo sguardo soltanto verso l'Oriente dei dittatori e delle petromonarchie assolutiste, ma verso Parigi, verso l'Eliseo che in queste drammatiche giornate vediamo ergersi a tutore dei diritti umani (un tempo la Francia lo è stata per davvero e con onore) e a censore dei comportamenti dei Paesi d'ingresso (fra cui Italia, Ungheria, Grecia, ecc) con ipocrite lezioni di "galateo"  umanitario. Dopo aver chiuso la frontiera di Ventimiglia!
In realtà, non si capisce cosa stia succedendo in Francia. 
Dopo Chirac, sembra essersi insediato un potere informe che, in un'inquietante continuità fra centro-destra di Sarkozy e  "sinistra" di Hollande, sta destabilizzando Paesi chiave in Africa, in Medio Oriente e nel Mediterraneo (dalla Libia alla Siria, ecc) dai quali- se ci fate caso- proviene la più parte dei profughi e delle masse di migranti disperati. 
Certamente, l'Eliseo non lavora in solitario, ma in combutta con altre potenze della Nato; tuttavia da Parigi sono partite le azioni più destabilizzanti. E questo è il risultato.
  (Agostino Spataro)

ORE 8,00: assalto ai treni

 

Ore 10,00: evacuazione dei treni
 


Ore 11,00: liberati i binari, riprende la protesta davanti la stazione, in Baross ter.
 


 




Giovedì 03 Settembre,2015 Ore: 16:44
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Osservatorio sul razzismo

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info