Cari amici, facendo seguito all’informazione che vi ho inviato alcuni giorni or sono relativamente alla pdl 1562 presentata in sentato, vi invio la lettera che ho mandato e mail ai sentori firmatari della proposta, segnalandovi in calce i loro pubblici indirizzi nel caso volgiate anche voi esprimere il desiderio che la proposta diventi legge.
Ringrazio chi di voi mi ha già espresso il proprio apprezzamento per quella proposta, purtroppo esprimerlo a me non serve a nulla.
augusta

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Egregi senatori,
mi rivolgo a voi in quanto firmatari della pdl 1562 che, se approvata, risolverebbe un problema a mio parere essenziale, quello della negazione del certificato di nascita ai figli dei migranti privi del permesso di soggiorno, un vulnus ai fondamenti della nostra civiltà operante dal 2009 a seguito dell’approvazione del cd pacchetto sicurezza,
La vostra bella relazione spiega con chiarezza gli elementi essenziali della questione.
Purtroppo però devo esprimervi il mio timore che la vostra proposta si giaccia disattesa.
Esiste infatti da più di un anno analoga, anche se meno articolata, proposta alla Camera (porta il n. 740) e, pur essendo posta come la vostra all’attenzione della commissione Affari Costituzionali, non è mai stata calendarizzata.
Purtroppo le associazioni che si dichiarano attente ai diritti dei migranti non parlano, anche se all’interno di molte di queste ci sono persone attente al problema le cui opinioni, pur se espresse, sembrano non contare nulla (segnalo come eccezioni le posizioni assunte nel suo recente congresso dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni e un ancor più recente consenso – espresso nel proprio sito web dalla Associazione Studi Giuridici Immigrazione – per la proposta di legge 740, loro nota).
Voglio però accompagnare ai diritti dei migranti i nostri diritti di cittadini non migranti ma offesi nella lor dignità per dover subire una norma il cui impianto razzista ha scelto come capri espiatori una categoria predefinita di nuovo nati in Italia.
Noto nel dibattito del Sinodo della chiesa cattolica sulla famiglia, che segnala uno sforzo di identificare le famiglie, includendone o escludendone l’una o l’altra tipologia secondo significativi segnali di interna contraddizione, una assenza assoluta della consapevolezza dell’esistenza dei nuovi nati in Italia dei cui diritti la vostra proposta di legge si fa carico.
Non so se questo indichi da parte dei vescovi una scelta mirata o una disattenzione derivata dalla ‘non popolarità’ del problema. La conseguenza sarà che una fetta rilevante della popolazione verrà mantenuta all’oscuro della questione avendo (e lo dico per esperienza) come fonte rispettata delle proprie opinioni solo ciò che si dice ‘autorevolmente’ nelle sedi delle parrocchie.
A questo silenzio aggiungo quello delle organizzazioni dei partiti (nei cui gruppi parlamentari vi riconoscete) nei confronti dei loro iscritti che restano non solo disinformati ma in alcuni casi mal informati perché viene fatto credere loro (e anche di ciò ho esperienza) che il passaggio dallo jus sanguinis allo jus soli risolverebbe per sé la questione, senza far attenzione al fatto che la nascita deve venir formalmente registrata perché ne conseguano tutte le relazioni giuridicamente riconosciute che appartengono al bambino come persona e non come portato d’altri.
Non posso parlarvi a nome di nessuno (anche se alcuni amici cui ho inviato la vostra proposta mi hanno espresso un convinto consenso) ma, come cittadina italiana, vi chiedo di fare il possibile per far approvare la pdl 1562. Grazie
Augusta De Piero
Udine  -

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