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www.ildialogo.org Il “Lampedusa in Festival”,di Agenzia NEV del 10/09/2014

Il “Lampedusa in Festival”

di Agenzia NEV del 10/09/2014

Lampedusa, Agrigento (NEV), 10 settembre 2014 - Quando sul continente sembra essere finita l’estate, l’isola di Lampedusa può ancora godere di tutta la bellezza della sua posizione, di giornate luminose e di eventi che ormai caratterizzano l’identità dell’isola.
Anche quest’anno si terrà il “Lampedusa in Festival” (25-30 settembre), ormai alla sua VI edizione, organizzato dal collettivo Askavusa che da anni offre una testimonianza forte e decisa su diversi temi di attualità, primo tra tutti quello della migrazione. Un “piccolo festival di Comunità, migrazioni, lotte, turismo responsabile e storie di mare”, come viene descritto nel sito ufficiale dell’evento (http://www.lampedusainfestival.com/).
Ci troviamo al Museo delle migrazioni (PortoM) per parlare del “Lampedusa in Festival” con Giacomo Sferlazzo di Askauvsa. Il Museo è stato realizzato dal collettivo, raccoglie diversi oggetti appartenuti ai migranti e recuperati nei più svariati posti ed è uno dei pochi luoghi a Lampedusa che cerca di costruire e mantenere una parte importante della storia dell’isola. Giacomo Sferlazzo, in un’intervista a Mediterranean Hope https://www.youtube.com/watch?v=KpBINv61aiU, racconta che il tema del Festival di quest’anno sarà incentrato sulle “strategie di gestione dei flussi migratori” sempre più orientate verso “una militarizzazione dei territori” da cui i migranti scappano ma anche nei quali approdano. Così, per il collettivo, dietro le politiche migratorie in atto sembrano celarsi politiche di controllo del Mediterraneo e delle frontiere, all’interno di veri e propri scenari di guerra e conflitti.
L’intento del Festival e l’impegno di Askavusa va sicuramente oltre l’isola di Lampedusa, ma è anche - e forse soprattutto - all’interno di essa che vuole stimolare una riflessione profonda sui meccanismi politici e mediatici che la riguardano direttamente. Sferlazzo racconta di come nel 2011, nel periodo delle primavere arabe, Lampedusa si sia trovata ad avere una presenza di circa 8000 giovani tunisini, quasi il doppio della popolazione lampedusana, i quali, invece di aver ricevuto una degna sistemazione ed essere stati trasferiti in altri luoghi più idonei, sono stati trasformati nell’immagine dei migranti “invasori”, giustificando le politiche dell’emergenza che ne sono conseguite. Foto e video di quel periodo vengono ancora oggi riproposti dai telegiornali e da diversi quotidiani, anche se attualmente sull’isola non vi è la presenza di alcun migrante. Lampedusa rimane così un luogo simbolico altamente mediatizzato e strumentalizzato a palcoscenico politico, attraverso il quale è stato costruito un immaginario ormai solidificato agli occhi dell’Italia e dell’Europa, permettendo di cavalcare l’onda dell’”invasione” per giustificare irrigidimento delle frontiere, respingimenti, allarmismo sanitario e sospensione dei diritti.
Sferlazzo riflette anche su come si intreccino le politiche migratorie con il tema dei diritti umani, questi ultimi spesso utilizzati per nascondere vere e proprie azioni militari più che umanitarie: “è evidente che le guerre non sono fatte per i diritti o per la democrazia ma sempre per scopi economici”. Così, prosegue Sferlazzo, le persone più agiate possono permettersi altri canali per migrare e invece quelle che arrivano nel nostro paese sono “masse di disperati che l’Europa non vuole accogliere”, lasciando che muoiano nel proprio paese o nei lunghi viaggi tra deserto e mare.
La realtà migratoria e quella dell’isola sembrano allora in qualche modo intrecciarsi: Lampedusa rimane, da un lato, costantemente sotto i riflettori e, dall’altro, viene abbandonata a se stessa, al suo destino di piccola isola lontana dall’Italia ma nel cuore del Mediterraneo.
L’immagine che viene costruita dell’isola sembra quindi colpire direttamente anche gli stessi lampedusani - prosegue Sferlazzo -, come a volerli scoraggiare a vivere su un’isola dalle molte difficoltà, di collegamenti, di caro vita e benzina, di scarsità dei servizi, di calo di attrazione turistica, il tutto accentuato dalla presenza (o possibile invasione) di migranti, per aggiungere tensione a una quotidianità con le sue criticità, quasi a “voler ridurre i servizi sull’isola per facilitarne un processo di militarizzazione”.
Anche quest’anno, quindi, il Lampedusa in Festival, con proiezioni, eventi e dibattiti, permetterà di riflettere su diverse questioni di fondamentale interesse per tutti, lampedusani e non.
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Domenica 14 Settembre,2014 Ore: 10:10
 
 
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