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www.ildialogo.org Diritti dei minori figli di migranti: una lettera all'on.le Curzio Maltese,di Augusta De Piero

Migranti
Diritti dei minori figli di migranti: una lettera all'on.le Curzio Maltese

di Augusta De Piero

Ho inviato all’on Curzio Maletese, neoeletto al Parlamento Europeo (gruppo GUE/NGL) la lettera che ricopio. All’on Cècile Kyenge avevo scritto analogo messaggio il 25 maggio

Egregio onorevole Curzio Maltese,
Mi rivolgo a lei come parlamentare neo eletto al Parlamento europeo e come giornalista attento alla realtà su cui possiamo intervenire, se qualcuno ce la rende nota.
Capisco che gli oggetti che in questo momento possono attrarre il prevalente interesse dell’opinione pubblica siano riferibili alla flessibilità dei vincoli finanziari e, per ciò che riguarda le migrazioni, all’accoglienza dei migranti in fuga per cui l’Italia è, geograficamente, paese di approdo.
Ma per chi si rivolge a un parlamentare europeo, avendo consapevolezza delle ragioni per cui è nata l’idea di Unione Europea (già nella tragedia in cui fu steso il documento di Ventotene), l’Europa è anche altro e anche su altro dovrebbe costruirsi un virtuoso necessario rapporto fra l’Unione europea e gli stati che la compongono, di cui gli europei sono cittadini.
Questo messaggio sarà molto lungo perciò non mi soffermo su tanti aspetti che pur mi coinvolgono e la cui conoscenza cerco di approfondire.
Mi limito a un solo problema, ricordando che, ancora nel giugno1999, il Consiglio europeo ritenne che fosse opportuno riunire in una Carta i diritti fondamentali riconosciuti a livello dell’Unione europea (UE) e che quindi assicurano nella legislazione dell’UE stessa diritti personali, civili, politici, economici e sociali dei cittadini e dei residenti dell’UE.
Per giungere al problema specifico che le porrò, ricordo, citando dal testo della Carta:
à l’articolo 21 Non discriminazione
1. È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale.
2. Nell'ambito d'applicazione dei trattati e fatte salve disposizioni specifiche in essi contenute, è vietata qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità.
àl’articolo 24 Diritti del minore
1 I minori hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. [omissis]
2. In tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l'interesse superiore del minore deve essere considerato preminente.
3. Il minore ha diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse
.
In vari documenti inoltre si può leggere un esplicito riferimento alla Convenzione di New York sui diritti dei minori, approvata dalle Nazioni Unite nel 1989, ratificata da tutti gli stati dell’Unione Europea. In Italia è legge n. 176 dal 1991 e afferma:
à Articolo 7
1. Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi.
2. Gli Stati parti vigilano affinché' questi diritti siano attuati in conformità con la loro legislazione nazionale e con gli obblighi che sono imposti loro dagli strumenti internazionali applicabili in materia, in particolare nei casi in cui se ciò non fosse fatto, il fanciullo verrebbe a trovarsi apolide.
Dal 2009 (quarto governo Berlusconi, ministro dell’interno Maroni) questa norma in Italia è esplicitamente violata, negando quindi anche l’indirizzo delle politiche fondanti l’Unione Europea cui sopra ho fatto breve riferimento.
Infatti con un criptico emendamento (lettera g, comma 22, art. 1 legge 94/2009) è stata imposta per legge la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione della nascita – in Italia – di un figlio.
Ciò ha creato ostacoli a che un nuovo nato possa avere – in Italia - il certificato di nascita se figlio di migranti non regolari.
Così il vicedirettore esecutivo dell’Unicef definisce quel certificato: «La registrazione delle nascite è di vitale importanza. E’ la chiave per garantire che i bambini non vengano dimenticati e che non vengano negati i loro diritti».
Sia detto per inciso che l’Unicef si impegna in campagne promozionali (rivolte a paesi del terzo mondo e comunque non appartenenti all’Unione Europea) perché sia assicurata la registrazione anagrafica di coloro che in quei paesi nascono.
In Italia invece esiste una proposta di legge per rimediare allo sfregio di civiltà introdotto cinque anni fa, proposta n. 740 che è da una anno alla attenzione della commissione Affari Costituzionali senza che nessuno si impegni ad assicurane l’approvazione (che, tra l’altro, non comporta oneri di spesa).
Lo scorso anno la Convention on the Rights of the Child (gruppo CRC) nel suo sesto rapporto ci aveva ricordato che
«Sebbene non vi siano dati certi sull’entità del fenomeno le stime più recenti sulla presenza di immigrati in situazione irregolare fanno supporre che vi possa essere un numero significativo di gestanti in situazione irregolare che potrebbero, per paura di essere identificate, non accedere alle cure ospedaliere ed alla registrazione anagrafica del figlio»
.
Quest’anno – nel suo settimo rapporto – il Gruppo CRC ci richiama le raccomandazioni del Comitato ONU nella forma che integralmente trascrivo:
«28. Il Comitato ONU è preoccupato per le restrizioni legali e pratiche al diritto dei minorenni di origine straniera di essere registrati alla nascita. In particolare, il Comitato esprime preoccupazione per come la L. 94/2009 sulla pubblica sicurezza renda obbligatorio per i non cittadini mostrare il permesso di soggiorno per gli atti inerenti il registro civile.
29. Il Comitato, richiamando l’accettazione da parte dello Stato Italiano della Raccomandazione n. 40 durante l’Universal Periodic Review, al fine di attuare la L. 91/1992 sulla cittadinanza italiana, in modo da preservare i diritti di tutti i minorenni che vivono in Italia, raccomanda all’Italia:
a) di assicurare che l’impegno sia onorato tramite la legge e facilitarlo nella pratica in relazione alla registrazione alla nascita di tutti i bambini nati e cresciuti in Italia;
b) di intraprendere una campagna di sensibilizzazione sul diritto di tutti i bambini a essere registrati alla nascita, indipendentemente dall’estrazione sociale ed etnica e dallo status soggiornante dei genitori;
c) di facilitare l’accesso alla cittadinanza per i bambini che potrebbero altrimenti essere apolidi».
Le chiedo quindi un impegno forte di Parlamentare europeo per attivare ogni strumento che assicuri anche in Italia un rimedio a questo sfregio che da cinque anni ci disonora come esseri umani, come cittadini italiani e come europei che aspirano a veder realizzata un’Unione fondata sulla giustizia che non può prescindere dal rispetto dei diritti umani fondamentali,
Insieme ai miei cordiali saluti le porgo vivissimi auguri di buon lavoro
Augusta De Piero
Link al mio blog dove ho riportato la lettera
all’on. Maltese (1 luglio) http://diariealtro.it/?p=3168
e all’on Kyenge (25 maggio) http://diariealtro.it/?p=3081



Martedì 01 Luglio,2014 Ore: 17:55
 
 
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