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www.ildialogo.org MEDITERRANEAN HOPE: Lo sguardo di Lampedusa,di Marta Bernardini e Francesco Piobbichi

MEDITERRANEAN HOPE: Lo sguardo di Lampedusa

di Marta Bernardini e Francesco Piobbichi

Da Agenzia NEV del 11/06/2014 

Iniziative, memoria e accoglienza
Lampedusa (Agrigento), 11 giugno 2014 - Lampedusa, giorno della festa della Repubblica. La via principale del centro abitato, via Roma, è piena di persone che passeggiano, turisti e lampedusani siedono ai tavolini fuori dai bar, entrano ed escono dai negozi riaperti per la stagione estiva. All’improvviso, davanti l’obelisco, un gruppo di ragazzi e ragazze con magliette bianche e jeans si mettono a ballare tra la folla. Scopriamo così che alcuni giovani del liceo scientifico, l’unico liceo di Lampedusa, hanno voluto preparare il loro primo flash mob (youtube.com) su ispirazione di quello organizzato a Roma sui diritti di cittadinanza.
Non sono poche le iniziative che diverse associazioni di Lampedusa organizzano, soprattutto nel periodo estivo, ma questo evento è un po’ diverso. Nasce direttamente da un’idea di giovani lampedusani che vogliono esprimersi apertamente sul diritto di cittadinanza per tutti quegli amici e compagni nati in Italia ma non riconosciuti come italiani. Yadira Torrente, una delle ideatrici del progetto, in un’intervista fatta a Mediterranean Hope (per il video vedi youtube.com) ci racconta che l'idea di fare il flash mob assume un significato aggiunto a Lampedusa “perché - dice - penso che sia il posto più adatto per parlare di questi fenomeni, perché Lampedusa è il punto di frontiera dell’Italia e dell’Europa specialmente, e il diritto della cittadinanza credo debba essere di qualsiasi individuo nel mondo, ci dovrebbe essere un diritto universale di cittadinanza per chiunque, specialmente per una persona che nasce in Italia e si sente italiana”.
Lampedusa è anche un’isola dalle molte contraddizioni e punti di vista. Il tema degli stranieri è un tema che divide, sia per come se ne parla, sia per come lo si affronta. E’ difficile individuare un’unica identità lampedusana, l’isola è caratterizzata più che altro da un’identità plurale, dinamica, che è mutata e si è adattata ai diversi fenomeni che storicamente l’hanno attraversata.
E qualcosa rimane indelebile, suo malgrado, nella storia di Lampedusa: è la tragedia del 3 ottobre scorso, quando, proprio davanti alle coste dell’isola, perirono 368 migranti mentre cercavano di approdare sulla terra ferma. A raccontare questa storia, a riavvolgerla e poi riproporla è stato il giornalista della Rai Valerio Cataldi che nei giorni scorsi, nella stessa scuola frequentata da Yadira, ha proiettato il suo docufilm “La neve la prima volta” (youtube.com), nel quale si affronta questa triste vicenda. Cataldi racconta a Mediterranean Hope (vedi l’intervista youtube.com) l’esperienza di quel tragico evento, momento così forte da non dover essere dimenticato, e della nascita del “Comitato 3 ottobre”, al quale ha aderito anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) (comitatotreottobre.it). Un nutrito gruppo di persone, giornalisti, operatori umanitari, cittadini, ha dato vita al Comitato affinché non si ripetano le tragedie nel Mediterraneo, e ha presentato una proposta di legge per fare di quella data la Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza. Tra le diverse iniziative organizzate dal Comitato ce ne sono alcune volte a sensibilizzare sul tema dei corridoi umanitari, del trattamento nei centri di accoglienza e le scuole sono spesso luogo privilegiato per diffondere un’informazione approfondita e stimolare una cultura dell’accoglienza perché, dice Cataldi, “il nostro paese continua a chiamare emergenza un fatto strutturale, che andrebbe affrontato in modo organico e in realtà ogni volta si cercano di mettere toppe, si aprono edifici cadenti per ospitare queste persone e non si riesce a trovare una definizione e dare una forma concreta e dignitosa alla parola accoglienza”.
Il giorno del 3 ottobre rimane indelebile nella memoria di chi era presente, il mare ha restituito i corpi di uomini, donne e bambini tra la sofferenza dei familiari sopravvissuti ma anche dei cittadini di Lampedusa: “Il mare ci ha aiutato a comprendere la tragedia - racconta Cataldi - è stato un modo con il quale il mare ha voluto farci vedere, farci capire che la tragedia esiste, è reale, è concreta, è fatta di carne e ossa, bambini, donne, uomini. Questo ha cambiato la mia percezione dei fatti, nonostante questi argomenti li conosca da tanto tempo e Lampedusa la frequenti da molto prima del naufragio”. Alla luce di questo avvenimento è nato quindi il Comitato 3 ottobre che ora sta preparando diverse iniziative per la stessa data di quest’anno, affinché si possano ricordare con dignità i 368 migrati morti in mare, molti dei quali non ancora identificati. Alle 4 del mattino, ora del naufragio, insieme ai familiari delle vittime verranno liberate in cielo delle lanterne, seguirà una commemorazione laica e un corteo per la città. Nell’arco della giornata ci saranno diversi eventi con numerose partecipazioni, e affinché - prosegue Cataldi - sia una “giornata dedicata alle vittime di quella tragedia, ai partenti, ai superstiti, stiamo costruendo un programma incentrato sulla riflessione, vorremmo cercare di costruire una cosa che abbia una dignità e che consenta di rilanciare il fatto che bisogna agire e fare delle cose concrete”.
E’ possibile visionare il programma dettagliato e contribuire all’evento tramite il sito kapipal.com.
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Sabato 14 Giugno,2014 Ore: 17:23
 
 
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