Roma (NEV), 22 giugno 2011 – L'accoglienza e l'accompagnamento dei profughi che giungono dal Nord Africa, l'essere chiesa insieme, il sovraffollamento delle carceri, i 150 anni dell'Italia unita sono stati i temi principali affrontati dalle quattro Conferenze Distrettuali delle chiese metodiste e valdesi italiane, tenutesi come ogni anno durante il mese di giugno, con lo scopo di esaminare la vita spirituale e amministrativa delle chiese sul territorio.

Sull'accoglienza ai profughi di Lampedusa è intervenuto il I Distretto (Valli valdesi del Piemonte) che ha fatto riferimento al progetto di accompagnamento promosso dalla Tavola valdese e coordinato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), a cui diverse chiese della zona hanno aderito o intendono aderire. L'ordine del giorno esorta inoltre le chiese “a far seguito alla campagna 'Non aver paura' in cui si annunciava”, attraverso il riferimento al testo biblico di Levitico 19:34, “la nostra vocazione all'accoglienza della straniera e dello straniero”.

Di accoglienza parla anche un ordine del giorno del IV Distretto (Sud Italia) che denuncia come l'Italia si sia trasformata per i molti africani che raggiungono le nostre coste “da paese di speranza in paese che respinge”. Questo, grazie a “una legislazione che ha inventato un reato che non può esistere: la clandestinità”. I valdesi e i metodisti del Sud Italia auspicano, inoltre, che l'Italia riconosca “che chi nasce e cresce nel nostro paese ha diritto ad averne la cittadinanza”, passando così dallo “ius sanguinis” allo “ius soli”. Altro tema discusso dai deputati e dai pastori del IV Distretto è stato il 150° dell'Unità d'Italia. Un articolato ordine del giorno, dopo aver affermato la dimensione positiva del processo di unificazione politica e territoriale del nostro Paese, ritiene di dover considerare “semplicistico e pericolosamente fazioso leggere nel processo unitario una rapina del Nord ai danni del Sud”, una lettura esattamente speculare a quella “altrettanto semplicistica della Lega Nord, che legge la situazione come un'invasione del Sud pigro e mafioso nei confronti di un Nord attivo e rispettoso delle regole”. L'unificazione non va né disprezzata né idolatrata ma “sviluppata e orientata nella direzione di una sempre maggiore assunzione di responsabilità dei cittadini meridionali, i quali debbono prendere in mano le sorti del loro sviluppo economico e sociale, scrollandosi di dosso le regole delle società mafiose”.

L'essere chiesa insieme - il costituire comunità sempre più caratterizzate dalla presenza di fratelli e sorelle provenienti da altri continenti - è stato il tema che più volte è emerso nelle discussioni del II Distretto (Nord Italia). I temi del dialogo tra concezioni diverse di vita comunitaria, di una formazione giovanile che sappia coinvolgere giovani italiani e stranieri, la valutazione del Programma missionario di Mezzano (PR) e il successo di partecipazione riscosso dalla Formazione interculturale per predicatori locali, sono tutti indicatori di un percorso che le chiese hanno intrapreso con convinzione.

Il sovraffollamento delle carceri è stata una delle preoccupazioni del III Distretto (Centro Italia). Un'emergenza, quella degli istituti penitenziari del nostro Paese, di “straordinaria gravità”, dovuta “all'inadeguatezza delle strutture, alla carenza di organico di polizia penitenziaria e di educatori, all'insufficienza dell'assistenza sanitaria”. Una situazione di sistematica violazione dei diritti delle persone detenute e degli operatori carcerari che le chiese denunciano con forza, invitando il prossimo Sinodo della chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, Torino, 21-26 agosto 2011) a inserire questa tematica tra le proprie priorità. (mil)