Roma (NEV), 4 maggio 2011 - “Chiaramente questa sentenza non risolve le questioni legate al fenomeno dell'immigrazione irregolare, ma rimette in primo piano il dibattito acceso che ha accompagnato tutto l'iter che ha portato all'approvazione del 'pacchetto sicurezza' nel 2009”. Così si sono espressi il pastore Peter Ciaccio, membro del gruppo di lavoro sui diritti umani e la libertà religiosa nella Commissione chiesa e società della Conferenza delle chiese europee (KEK), e Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e vice moderatore della Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), in una nota congiunta riguardo la sentenza della Corte di giustizia europea che boccia la pena detentiva prevista per il reato di clandestinità nel nostro Paese. Pur non contestando il reato di clandestinità, la sentenza lo riporta nella sua dimensione di reato amministrativo e non penale. “Chi pensa che si possano risolvere i problemi e le sfide del mondo contemporaneo con il carcere e chi lucra elettoralmente su questo pensiero, purtroppo diffuso nella società italiana, ha avuto una lezione di diritto”, continua la nota di Ciaccio e Di Lecce. Se dunque coloro che hanno a cuore lo stato di diritto e la cultura dei diritti umani possono rallegrarsi di questa sentenza, non si può non dolersi di fronte al fatto che in Italia si sono persi tre anni per non affrontare la questione delle migrazioni, tre anni di errori, tre anni di naufragi, tre anni di dolore e disperazione per chi cerca una vita migliore”. (mil)

Venerdì 06 Maggio,2011 Ore: 16:58