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www.ildialogo.org La Libia chiude l'ufficio dell'ONU per i rifugiati,di Agenzia NEV del 09/06/2010

Migranti
La Libia chiude l'ufficio dell'ONU per i rifugiati

di Agenzia NEV del 09/06/2010

Preoccupazione del Servizio rifugiati e migranti della FCEI


Roma (NEV), 9 giugno 2010 - Molta preoccupazione è stata espressa da Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), per la decisione del governo libico di interrompere le attività dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) a Tripoli. A confermare ieri la chiusura dell'ufficio ACNUR in Libia, è stata la portavoce dell'agenzia ONU per i rifugiati, Laura Boldrini: "L'ufficio è chiuso da mercoledì, ci auguriamo che sia una chiusura temporanea. Siamo lì da 19 anni su richiesta delle autorità libiche anche se non siamo mai stati ufficialmente riconosciuti", ha detto Boldrini ricordando come la Libia non abbia mai ratificato la Convenzione di Ginevra per i rifugiati del 1951. Oggi la FCEI ha espresso la propria solidarietà all'ACNUR e alla sede di Roma con la quale collabora da molti anni.
“A più riprese abbiamo espresso le nostre preoccupazioni sulla situazione dei migranti in Libia – ha affermato Di Lecce - e questa misura adottatale rafforza ulteriormente. Conosciamo la sorte drammatica dei migranti e rifugiati detenuti in Libia: torture, detenzione arbitraria, espulsioni, violenze, arresti indiscriminati. E lo sappiamo dai racconti in prima persona di alcuni migranti che dalla Libia sono riusciti ad arrivare in Italia”.
Intanto il Consiglio italiano rifugiati (CIR), di cui la FCEI è socio fondatore, ha immediatamente chiesto al ministro degli esteri italiano Franco Frattini di adoperarsi perché l'ACNUR ottenga in Libia un formale riconoscimento diplomatico.
“Come FCEI avevamo chiesto, insieme ad altre associazioni, trasparenza sugli accordi tra Libia e Italia - ha detto Di Lecce - e alle istituzioni italiane continueremo a chiedere di farsi carico delle responsabilità proprie di ogni paese democratico: riservare un'accoglienza dignitosa alle persone che fuggono e cercano protezione. Invece dal maggio dello scorso anno ha avuto inizio la prassi dei rinvii forzati in Libia dei migranti intercettati in mare ad opera delle autorità italiane in collaborazione con quelle libiche”.


Venerd́ 11 Giugno,2010 Ore: 10:40
 
 
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